Lettera aperta a Luigi De Laurentiis

Caro Luigi,

mi permetto di darti del “tu” per l’antica consuetudine di ritrovarci, fra colleghi, in Anica e per quei rapidi, ma affettuosi scambi che abbiamo avuto in questi anni tra gli spalti del San Nicola.

Immagino quanto cocenti siano, anche per te, queste ore successive alla sconfitta di ieri. Tanto più dolorosa perché davvero ci credevamo in tanti. In quella folla enorme c’è tutta l’ambizione di una città cresciuta sotto ogni aspetto in questi anni, grazie alla guida politico-amministrativa di un Sindaco capace e amatissimo come Antonio Decaro e a coronamento della crescita complessiva di tutta la Regione negli ultimi vent’anni.

In questo percorso di crescita, mancava appunto all’appello proprio il coronamento di un cammino impervio ed entusiasmante che, seppure non preventivato a inizio anno, ha visto investire capitali e passioni per ricondurre Bari lì dove merita di stare, tra le grandi dello sport più amato e popolare d’Europa.

Se pensi che la città di Manchester, poco più grande di Bari con i suoi 553.230 abitanti, ha due stadi e che quello in cui gioca il City – recente vincitrice della Champions e considerata la più forte (e ricca) squadra del mondo – ha 53.400 posti a sedere, lo spettacolo che il pubblico pugliese ha offerto ieri sugli spalti del San Nicola, può a giusto titolo considerarsi di livello globale.

Bari ha oggi voglia di consolidare la sua crescita. Decine di grandi imprese hanno annunciato importanti insediamenti in città e nel solo settore delle rinnovabili, vanno conteggiati in miliardi gli investimenti previsti da qui al 2030 per sfruttare le risorse del vento e del sole che ci arridono da sempre e che oggi possono concretamente trasformare Bari e la Puglia nel centro trainante della nuova rivoluzione industriale basata sull’energia verde.

D’altra parte, le Istituzioni hanno fatto e continuano a fare tutto il possibile per facilitare insediamenti produttivi e creare un contesto vincente: dalle ZES ai parchi urbani, dalla migliorata viabilità ai contenitori culturali, dagli accordi di programma agli incentivi per le imprese, si moltiplicano le opportunità per lavoratori e imprese. E sempre più numerosi sono i turisti (ne arrivano ogni anno oltre 300mila, oltre il mezzo milione sono i soli crocieristi) che scelgono Bari per visitare poi la Puglia tutta.

Bari, insomma, merita la serie A in ogni aspetto del proprio sviluppo, da quello economico-sociale allo sport più amato e praticato come il calcio.

Ti scrivo dunque per parlarti di futuro.

Sono certo tu abbia avviato trattative con soggetti imprenditoriali o finanziari disposti ad acquistare la SSC Bari sia nel caso in cui fossimo saliti di categoria che nel meno fortunato caso in cui fossimo rimasti in B.

Considerando che nel 2018 hai potuto acquisire il titolo sportivo del Bari a pressoché zero euro e hai saputo guidare la società a successi sportivi ed economici, confermando la Filmauro quale soggetto imprenditoriale solido e vincente, ti chiedo di vendere subito il titolo a un soggetto credibile, forte, capace di affrontare la prossima stagione di Serie B con un progetto che provi a portare la squadra in A nel giro di una, massimo due stagioni. E di rimanervi a lungo.

Per farlo occorre puntare sul vivaio e le scuole calcio giovanili (e femminili, non dimentichiamolo mai), prendendo esempio virtuoso dal Lecce che ha dimostrato come non servano troppi soldi per accarezzare i sogni, ma visioni coraggiose e lungimiranti.

Ma serve, ovviamente, anche immettere capitali e un piano di sviluppo che – pur nelle incertezze della politica locale che si approssima a cambi di stagione – possa contare sul fervore di un vasto pubblico e su amministrazioni pubbliche a supporto di ambiziosi business plan. Nel nome del Bari calcio.

Se rimarrai tu Presidente, continueremo a stimarti e volerti bene, con tutta la riconoscenza che ti dobbiamo. Ma sono sicuro non potrai allestire una rosa competitiva nell’incertezza del futuro e anzi, con la certezza di vendere in caso di successo in pochi giorni, non dando così a chi ti subentrerà il tempo di allestire una squadra competitiva.

Bari ha bisogno, invece, di competere tra le grandi. Lo devi a quei bambini e ragazzi – alcuni erano con me ieri allo stadio – che abbiamo consolato. Lo devi alle famiglie che seguono la squadra in trasferta e in casa. Lo devi alla città che ti ha accolto come un figlio e che sempre ti ricorderà per quello che hai saputo realizzare, con il tuo stile elegante e determinato.

Bari ha bisogno di futuro e programmazione. Sii generoso e, insieme, imprenditore lungimirante. Stai gestendo il patrimonio di intere generazioni, non una semplice società calcistica.

Vendi ora e vendi bene. Sono sicuro ci riuscirai.

Donaci il futuro di imprenditori che facciano una programmazione serena per tornare e rimanere in A. Dove meritiamo di stare da troppo tempo.

Con stima e affetto.

 

 

 

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