Un lustro

Oggi sono cinque anni che dirigo l’Apulia Film Commission.
Il 2 luglio del 2007, infatti, il CdA mi scelse come giovane direttore (allora avevo 32 anni non ancora compiuti) e si assunse il rischio di scommettere con me sulla riuscita della nostra impresa.
Credo di aver ripagato la loro fiducia con la passione, l’impegno, le idee che abbiamo messo al lavoro in questo lustro così fulmineo.

In questi anni sono cambiate molte cose. Un vero mercato dell’audiovisivo non è ancora nato, in Italia, e per questo noi abbiamo iniziato a rivolgere sguardo e attenzioni verso l’estero, convinti che nei territori, ormai, vi sia un giacimento di competenze, conoscenze e capacità che innervano la penisola di speranza e futuro.

Nei prossimi cinque anni l’evoluzione continuerà, inarrestabile.
Per me spero solo di mantenere la lucidità, di continuare a studiare e lottare tutti i giorni, “senza mai perdere la tenerezza”.

E spero di non essere mai solo. Ma accompagnato da un Consiglio di Amministrazione ed una squadra motivata, come me, dall’idea di non esser qui per svolgere un compitino, ma per cambiare davvero le cose.

Con loro, sono certo, ce la faremo.

Quando un argomento è inoppugnabile, meglio non commentarlo.

Ho visto cose che voi umani #2 – Polignano set cinematografico
CULTURA

by Manuela Martignano
Continua la ricca serie di assurdità da campagna elettorale. In questi giorni circola in rete un video che narra le gesta dell’amministrazione Bovino, più che normale che un sindaco uscente metta al centro della sua campagna le cose fatte, ma fra le cose fatte ce ne sono alcune che non possono sfuggire allo sguardo attento di chi la politica la segue, e di chi è a conoscenza del funzionamento di alcuni enti.
Voglio oggi mettere a conoscenza chi non lo sapesse che se Polignano è diventato un ambìto set cinematografico i motivi sono essenzialmente due: il nostro paese è bellissimo, una bellezza che non gli ha di certo donato Bovino, e l’Apulia Film Commission (creatura dell’amministrazione Vendola) eroga finanziamenti alle produzioni che scelgono la Puglia come set per i loro film. Non c’è nessun altro motivo per cui Polignano può vantare – al pari di altri comuni pugliesi – di essere diventata una location cinematografica.
L’assurdità di questa mossa con la quale l’amministrazione riesce a farsi vanto delle iniziative cinematografiche (senza mai nominare la Regione e l’Apulia Film Commission) attribuendosene la paternità sta tutta nell’impossibilità di dimostrare che sia grazie all’amministrazione Bovino che Polignano diventa set cinematografico e nelle parole che la parte politica a cui il nostro Sindaco appartiene ha da sempre riservato all’ente regionale. Approfondiamo con ordine.
- Le produzioni cinematografiche in Puglia (e a Polignano) sono aumentate da quando l’Apulia Film Commission mette a disposizione delle produzioni ingenti finanziamenti e nessuno può dimostrare il contrario. Così come nessuno può smentire che i comuni si limitano in questo caso solo a concedere le autorizzazioni necessarie per le riprese (e ci mancherebbe che di fronte a simili opportunità un’amministrazione si tiri indietro), ma fra rilasciare le autorizzazioni e prendersi il merito di tutta l’operazione c’è un oceano che si chiama onestà, ma anche buon gusto.
- Rocco Palese ha sempre accusato l’Apulia Film Commission di essere un ente inutile, di sprecare soldi e di essere un covo di vendoliani messi lì a titolo di riconoscenza per l’appoggio volontario alle campagne elettorali del Governatore. In particolare Palese – riferendosi ai fondi che vengono investiti da Apulia Film Commission, e che permettono alle produzioni di venire ad investire in Puglia – parla di “Una gestione disonesta e scellerata, che provoca un male irreversibile alla Puglia. Un delitto contro i pugliesi che grida vendetta” (Fonte: Corriere del Mezzogiorno – 18 febbraio 2010). Non trovate assurdo che questo “delitto contro i pugliesi” entri a piè pari nella campagna elettorale di Angelo Bovino che tutto è fuorché lontano da Raffaele Fitto (di cui Palese è senza dubbio espressione qui in Puglia)?
Piccolo particolare, nel video in questione si vedono immagini relative ad un documentario che non ha neanche ottenuto il patrocinio gratuito dal Comune di Polignano, pur essendo stato realizzato da un gruppo di polignanesi, altro che meriti!
A questo punto non ci resta che augurarci che ai polignanesi sia chiaro che se non ci fossero stati la Regione e l’Apulia Film Commission adesso non staremmo a parlare di Polignano come set cinematografico. E sarebbe onesto da parte dell’amministrazione uscente ammettere che una creatura di Vendola ha portato così tanto lustro al nostro paese, anche se politicamente è duro da riconoscere.

Fonte: Polignano2012

Il distretto Puglia Creativa

Si è appena chiusa l’assemblea del distretto produttivo “Puglia creativa” che ha designato i componenti del comitato dal cui novero verrà eletto il Presidente.
Atti formali, certo e dunque essenziali per dare gambe al settore. Tuttavia a me è sembrato di registrare un bel clima alla fine, di grande serenità e orientamento al risultato finale di creare le condizioni per svolgere al meglio il lavoro di un distretto: intercettare risorse per la internazionalizzazione, la ricerca e formazione degli addetti al Distretto.

Dopo una discussione e una procedura elettiva durata circa un’ora e mezzo abbiamo eletto, in attesa che organizzazioni datoriali e sindacali indichino i loro nomi i seguenti professionisti e imprenditori nel Comitato che redigerà il piano di sviluppo per ottenere il riconoscimento definitivo:

Roberto Ricco (membro anziano e dunque Presidente pro tempore e rappresentante del Teatro)
Lara Castrignanò (in rappresentanza dell’audiovisivo)
Vincenzo Bellini (in rappresentanza della musica)
Simona De Tullio (in rappresentanza della danza)
Nicola Cipriani (in rappresentanza delle arti visive e fotografia)
Gianni Sportelli (in rappresentanza del design)
Luigi Spezzacatene (in rappresentanza dei servizi alla creatività e alla cultura)
Vito Santacesaria (in rappresentanza della tecnologia)
Michele Casella (in rappresentanza della comunicazione, grafica, broadcasting, radio, tv e web)
Annarita Taronna (in rappresentanza delle Università)
Cristina Piscitelli (in rappresentanza di Apulia Film Commission e Teatro Pubblico Pugliese)

Ora toccherà loro un lavoro entusiasmante e fondamentale.
Auguri dunque e bonne chanche!

Cercate ancora

In tanti si sforzano di trovare il modello di business del futuro, come vediamo dai post che vado inserendo in questi mesi. Ma nessuno sembra ancora aver trovato la “quadra”.
Intanto continuo a segnalarvi pezzi di futuro possibile.

ALICE CASTAGNERI

L’idea è quella giusta: farsi finanziare dalla Rete. Ma non tutti ci riescono. Adesso, però, ad aiutare i creativi c’è Eppela, il sito italiano di crowdfunding frequentato dai mecenati 2.0. C’è chi vuole realizzare una collezione di magliette, chi sogna di girare un film e chi pensa di allestire una mostra fotografica.
Per esporre le proprie creazioni nelle vetrine virtuali bisogna superare una selezione. Una volta ottenuto il via libera si crea un progetto, si fissa un budget per realizzarlo e una data di scadenza entro cui portare a termine la missione. Poi l’idea viene pubblicata online e sottoposta al giudizio del pubblico. Chi fa una donazione riceve in cambio un regalo: un cd, un quadro, un abito o un posto in prima fila. Riuscire a raccogliere i fondi dipende solo dagli artisti e dalla capacità di promuovere i loro lavori attraverso il passaparola virtuale.

Il modello di riferimento è Kickstarter, portale americano specializzato in questo tipo di finanziamenti. Nicola Lencioni, 43 anni, imprenditore lucchese che ha ideato Eppela, dice: “Mi ha entusiasmato la possibilità di fare testare un prodotto direttamente alle gente. Penso che questa piattaforma sia una grossa opportunità per chi ha le idee, ma non dispone dei mezzi per realizzarle”. Il sito si basa sul principio della meritocrazia. E giorno dopo giorno sta conquistando il Web, nonostante in Italia il crowdfunding sia ancora poco conosciuto. “La piattaforma procede a piccoli passi – dice Lencioni -. C’è tanto lavoro da fare. Gli italiani sono ancora diffidenti verso i sistemi di pagamento elettronici. E non tutti conoscono PayPal. Per questo fare le donazioni non è sempre così immediato”. Ma la marea di proposte che arriva a Eppela fa ben sperare per il futuro.

Le magliette vegane 
Chiara ha 30 anni e vive in Toscana. Da circa un anno ha aperto un piccolo store di t-shirt in cotone organico con messaggi vegani o animalisti. “La mia idea – racconta- è stata una via di fuga dalla crisi economica, da quella post laurea-master-stage e dai contratti a progetto. Accorgendomi di come questi oggetti spopolavano tra amici, colleghi e conoscenti, ho deciso di buttarmi in questo sogno facendomi conoscere tramite i social network e partecipando a mercati, fiere e festival”. Il progetto “Chiaralascura” ha trovato tanti finanziatori e ha raccolto nel tempo stabilito oltre cinquemila euro. “Grazie a Eppela – spiega – sono riuscita a lanciare la mia collezione e ad avere contatti con i negozi per distribuirla. Ma non è stato facile. Durante la fase di raccolta dei fondi ho stressato tutti su Facebook. E’ importante far appassionare le persone alla propria causa”.

La scuola di cucina “rosa” 
Bait al Karama è il primo centro per donne nel cuore della Città Vecchia di Nablus, in Palestina. E’ qui che ha preso corpo l’idea di una scuola internazionale di cucina palestinese. “Il progetto è nato dall’incontro dell’artista Beatrice Catanzaro con la responsabile di una piccola charity di Nablus”, dice Cristiana Bottigella, manager di progetti culturali. “La scuola – aggiunge – permette di creare lavoro flessibile per le madri sole: vedove o con i mariti in prigione in Israele. Inoltre, abbiamo pensato fosse un’occasione per far conoscere il cibo locale al di fuori del Medio Oriente”. I soldi raccolti online per ora sono pochi, ma chi vuole sostenere l’iniziativa ha ancora qualche giorno. “Purtroppo siamo lontani dal traguardo – dice Bottigella -. Eppela ci dà visibilità, ma credo che in Italia la cultura della donazione non sia ancora così diffusa come in America o Gran Bretagna”. E aggiunge: “Per noi questo progetto significa tantissimo. Vogliamo trasmettere un’immagine lontana dai soliti stereotipi di politica e guerra. Raccontare una Palestina diversa, ricca di cultura, architettura, paesaggi, sapori. Quella che incontriamo e vediamo noi qui a Nablus”.

Un sogno sulla spiaggia 
”Quell’estate al mare” è un cortometraggio scritto da Anita Rivaroli e Irene Tommasi, allieve del Centro Sperimentale di Cinematografia di Milano. Racconta di una giornata al mare di un gruppo di bambini orfani, ospiti di una colonia estiva sulla riviera romagnola. Il progetto è nato come un esercizio scolastico, ma è diventato molto di più. “I nostri docenti – dice Anita Rivaroli – ci hanno spinto a realizzare il cortometraggio, ma non avevano i fondi per finanziarlo”. Così le due sceneggiatrici si sono date da fare per trovare il denaro e sono sbarcate su Eppela. “Il nostro – dice Rivaroli – è stato il primo progetto a essere lanciato sul sito. Da un lato abbiamo approfittato della pubblicità iniziale, ma dall’altro abbiamo dovuto fare i conti con i problemi legati al debutto della piattaforma”. Anita e Irene alla fine hanno centrato l’obiettivo. Adesso stanno partecipando a diversi festival. “Abbiamo aperto una casa di produzione – dice Rivaroli-. Si chiama “Prima o poi film”. Certo non è facile da gestire. A luglio ci diplomiamo. E intanto stiamo lavorando a una serie tv”.

I quadri in tour
Alla fine del 2010 durante un premio d’arte internazionale a New York sei artiste provenienti da diverse parti del mondo si sono incontrate. Sono rimaste in contatto e nei mesi successive è nato il progetto della mostra itinerante “Sing Sweet Songs of Conviction”. L’idea di Alessia Armeni, Helena Hamilton, Denise Hickey, Francesca Romana Pinzari, Pernette Scholte e Lisa Wade è quella di esporre nell’arco di un anno a Berlino, Roma, New York, Città del Messico, Londra e Belfast. “Ognuno è legato al posto dove è cresciuto – dice Francesca Romana Pinzari-. Le radici fanno parte dell’identità. Così abbiamo pensato di portare i nostri quadri nelle reciproche città natali o di residenza”. Ma i costi da sostenere sono elevati. “Abbiamo trovato gallerie disponibili a ospitarci – dice Pinzari -. Curatori, critici e artisti si sono dimostrati pronti a sostenerci”. Ma forse non era abbastanza. Così hanno deciso di rivolgersi anche a Eppela. “E’ stato bello passare la selezione – racconta l’artista australiana-. Prima di pubblicare online il nostro progetto mi hanno rivolto tantissime domande”. Grazie ai donatori web hanno già raccolto oltre mille euro e all’orizzonte intravedono il traguardo, che stavolta non ha proprio nulla di virtuale.

Fonte: La Stampa

Numeri

Il cinema italiano nell’ultimo anno ha nettamente migliorato le proprie performance: nel 2011 sono 132 i film italiani prodotti al 100% con capitale italiano, contro i 115 del 2010 (+17%). Diverso il trend dei film coprodotti che nel 2011 sono 23, mentre erano 27 nel 2010. Tra questi le coproduzioni maggioritarie sono 14 per entrambi gli anni e quelle minoritarie confermano una diminuzione per il 2011 (9 i film coprodotti) rispetto al 2010 (13 film).
Complessivamente il dato è positivo: sono 155 in totale i film di nazionalita’ italiana prodotti nel 2011 rispetto ai 142 del 2010, con un +13%. Insomma c’è una tendenza positiva che va consolidandosi, considerato che nel 2009 i film nostrani erano 131. A scattare la fotografia dell’anno appena trascorso è l’Anica che si sofferma anche sugli investimenti, sui costi e sulle agevolazioni fiscali utilizzate.
Nel 2011 sono diminuiti sia gli incassi che le presenze degli spettatori per i film proiettati nelle sale italiane ma al dato complessivo si contrappone la crescita, in assoluto e in percentuale, dei titoli italiani. In particolare, gli incassi sono passati da 735.283.842 euro del 2010 a 661.548.824 euro del 2011 (-10,03%) e le presenze da 110.043.562 del 2010 a 101.323.854 del 2011 (-7,92%). Sono aumentate, invece, le prime uscite: 345 nel 2011, 363 nel 2011. A disegnare l’andamento dell’anno trascorso è l’Anica che si sofferma, più in generale, anche sul numero di pellicole proiettate con specifico riferimento alle diverse nazionalità: dei 901 film in circolazione 313 sono americani, 241 italiani, 226 europei, 66 extraeuropei, 55 coprodotti.
Entrando nel dettaglio dei film italiani (anche coprodotti) gli incassi sono cresciuti del 9,58% (da 14.511.443 euro del 2010 a 235.065.326 euro del 2011). Sono aumentate naturalmente anche le presenze, se pure in modo meno incisivo: +8,26% (da 5.108.207 del 2010 a 8.007.600 del 2011). Positivo anche il dato delle prime uscite: 120 nel 2010, 133 nel 2011. Da segnalare anche l’incremento della quota di mercato in riferimento agli incassi: 29,17% nel 2010; 35,53% nel 2011, e l’incremento della quota di mercato in riferimento alle presenze: 31,90% nel 2010; 37,51% nel 2011.

Fonte: Il cinematografo

E se il futuro fosse questo?

ROMA (ITALPRESS) – E’ un esperimento mai provato prima: uscire in sala e on line in contemporanea. La sfida la lancia Gianluca Arcopinto, che per il film Isole di Stefano Chiantini, ha pensato di trovare nuove forme di diffusione e fruizione, adeguate ai tempi d’oggi. Il film, gia’ accolto con calore al Festival di Toronto e a Londra, uscira’ l’11 maggio in sala e dal 16 sara’ in streaming gratuitamente su Repubblica.it. L’idea nasce dalla convinzione che il web puo’ essere una grande risorsa soprattutto per il cinema indipendente che deve trovare strade se non alternative almeno complementari alla distribuzione in sala, sempre meno recettiva per un certo tipo di cinema: “La rete e’ invasa da contenuti, anche di alta qualita’, da fruirsi assolutamente in maniera gratuita. E’ su questo terreno che ci si deve confrontare e si devono trovare strade che aiutino il cinema italiano a ritrovare visibilita’ e affetto soprattutto da parte delle nuove generazioni, in maniera chiara, legale e, alla lunga, remunerativa. Isole, grazie all’enorme potenziale forza di Repubblica.it, per me e’ il primo serio passo di questo nuovo affascinante cammino” – dice Arcopinto.
Isole di Stefano Chiantini e’ interpretato da Asia Argento, Giorgio Colangeli, Ivan Franek, Anna Ferruzzo, Paolo Briguglia e Alessandro Tiberi.
Isole e’ una favola moderna che racconta l’incontro di tre solitudini e la nascita di un amore fatto di timidi sguardi e approcci impacciati. Una storia che matura sotto il tetto di una casa canonica sulle isole Tremiti.
Isole e’ prodotto da Selvaggia Sada e Gianluca Arcopinto per OBRAZ FILM e distribuito da Gianluca Arcopinto e Marco Ledda per ZAROFF.

Fonte: primaonline

E poi l’industra:

È stata dedicata alle riflessioni su sale, prodotto e windows la sessione pomeridiana dell’incontro organizzato dall’Anica per annunciare i dati sul cinema relativi all’anno solare 2011. Intitolato “Forum del cinema italiano – le questioni aperte”, il panel ha visto tra i relatori Carlo Bernaschi, presidente Anem che ha parlato di city multiplex come soluzione per rilanciare le sale di città in modo che siano indipendenti economicamente: “Questi cinema dovrebbero avere non meno di 12 schermi per le città molto grandi, 10 per le città importanti e 8 per i centri medi. Queste strutture saranno così in grado di proiettare tutti i film in uscita. I piccoli esercenti pensano spesso ad un solo target e quindi un solo prodotto, in questo modo invece ci sarebbe varietà di offerta e susciterebbero l’interesse di tutti i pubblici possibili”. In veste di presidente dei distributori Anica, Richard Borg invece è intervenuto sul tema delle window: “Accorciando le finestre su vari media si riuscirebbe a depotenziare la pirateria. È necessario un ridimensionamento parziale in tutti i settori e una conseguente equa ridistribuzione dei compensi ma questo sarà possibile solo se tutti gli operatori potranno discuterne senza drastiche prese di posizione”. Sulle sale e sulle finestre ha espresso il suo parere anche Lionello Cerri, presidente Anec: “Per modificare le window è fondamentale capire la redditività di un film a seconda del mezzo. Sala, home video, free tv, o pay, dov’è più performante un film? Allo stesso tempo va ripensato il sistema della nostra industria: esercizio, distribuzione e produzione. Servirebbero altre risorse per le sale perché il finanziamento alle sale d’essai e Schermi di qualità è insufficiente e bisogna capire che il prodotto va promosso prima che programmato. Stiamo lavorando ad un progetto con risorse private per la promozione e pensando ad azioni di educazione al cinema”. Paolo Protti, presidente Agis ha lanciato l’allarme: “L’aumento continuo dei costi, la minor forza del prodotto italiano e la scomparsa della pellicola: entro un paio di anni, quegli esercenti già sul baratro rischiano di scomparire del tutto”.

Fonte: Eduesse

Ministri

Durante il Bif&st ho conosciuto il Ministro del Mibac, Ornaghi. Oggi, proprio qui al Cineporto di Bari, abbiamo ospitato il Ministro Profumo che mi ha chiesto di illustrargli come funziona il nostro lavoro e a cosa servono i Cineporti. Si può pensare tutto il bene o tutto il male possibile di questo Governo, ma di sicuro scopro con piacere che i suoi componenti sono assetati di conoscenza e hanno voglia di ascoltare, di misurarsi, di condividere pensieri e progetti con i territori. La politica politicata dovrebbe prendere esempio non per travestirsi da tecnica, bensì per tornare a fare il suo antico e nobile mestiere: ascoltare, orientare, cambiare il proprio tempo.

Amministrazioni intelligenti

Il Comune di Mola, in Provincia di Bari, che vanta un bellissimo castello, un piccolo e delizioso teatro storico, una piazza ampia e alberata e tante altre qualità, tra cui un lungomare appena ridisegnato dal grande architetto Oriol Bohigas ha da poco cambiato amministrazione. Ora è amministrata da una maggioranza di centro destra che mostra una vitalità preziosa. Mi ha colpito, incontrando ieri un suo rappresentante nell’ottica di prevedere la loro associazione alla nostra Fondazione questa notizia che dovrebbe fare scuola in tutte le amministrazioni locali. L’assessore al bilancio, all’atto di accettare la delega dal suo Sindaco, ha chiesto di vedersi assegnare anche quella alla cultura. Così da essere certo di poter avere un budget da gestire!Intelligente soluzione amministrativa che dimostra quel che abbiamo sempre sospettato: il problema non è la scarsità di risorse. E’ il modo in cui si distribuiscono.

Horror vacui

Ogni volta, a questo punto del nostro festival, io provo una cosa strana che definisco “malinconia del futuro”. Già so, insomma, che mi mancherà il BIf&st. I suoi film, gli sguardi attenti del popolo del cinema che inonda ogni sala ad ogni ora per otto lunghi giorni, gli ospiti, gli attori e le attrici, i giornalisti, la terrazza delle ore 19, lo staff del festival, le ansie quotidiane per il protocollo, gli autisti, i ristoratori, gli stagisti, i sorrisi delle hostess con le loro ingenuità ed errori, la sicurezza con cui si muove Felice nel suo mondo rutilante, i siparietti ironici e complici di Orsetta, gli scambi di punti di vista con Marco ed Enrico, i commenti al fulmicotone con Maurizio, le procedure con Cristina e Serge, le pluri quotidiane telefonate divertenti e chilometriche di commento con Tup, gli sguardi d’intesa con Angelo, il cinque con Franco e i mille altri volti meravigliosi di questo nostro microcosmo.
E poi mi mancherà infinitamente l’intelligenza fulminante di Ettore Scola, che mi fa battere il cuore quando mi è vicino perché io idolatro il suo cinema. Ma non sono mai stato quel genere di persone che ama farsi foto, chiedere autografi, raccontare ai registi i loro film, lasciar traccia di un’amicizia che sento crescere nella fiducia reciproca di un rapporto sbilanciato: lui un grande, saggio e ironico maestro, io un manager assetato di idee e storie, incantato ad ascoltarlo, ma consapevole di avere un confronto vero e mai una somma di monologhi.

Mi mancherà tutto questo e molto altro ancora. Ma ci sono ancora quarantotto ore di Festival da portare a casa. E due mesi di rendicontazioni. Al lavoro!

Lezioni di produzione

In questi giorni di Bif&st mi capita di condurre incontri con produttori italiani a confronto con un pubblico attentissimo e preparato.Presentare Donatella Botti, Angelo Barbagallo e Riccardo Tozzi è stato il mio compito sin qui.Rivelazioni, storie private di imprenditori di successo, intuizioni, modi di lavorare, idee per il futuro son stati gli argomenti toccati.Molto bello l’incontro di oggi con Tozzi, che si è lasciato andare ad un confronto vero, profondo, sincero. Davanti a noi, ad interloquire con passione e intelligenza, la mitica Giovanna Cau l’avvocato del cinema per eccellenza. Vedere il doc su di lei “Diversamente giovane” è necessario per capire di chi stiamo parlando e l’emozione che ci ha dato averla in sala.
E poi ogni tanto qualche proposta “politica” o industriale come queste che ci ha fatto Barbagallo. Grazie ad un direttore di rivista attento e sempre sensibile come Antonio Autieri:
“In Italia i costi dei film, anche se sono più bassi che in Francia, non sono più sostenibili: con l’aiuto di tutti, artisti e lavoratori, bisogna pensare a sistemi di produzione più economici”. Lo ha spiegato ieri al Bif&st (Bari International Film Festival) Angelo Barbagallo, presidente della sezione produttori Anica durante un incontro con il pubblico dedicato al mestiere del produttore. “Sono sproporzionati – ha proseguito Barbagallo – i compensi “sopra la linea”, di registi, sceneggiatori e attori, ma anche quelli “sotto la linea”, per rigidità sindacali e dei contratti di lavoro per orari e composizione della troupe. E poi produrre in pellicola ormai non ha più senso: è necessario passare definitivamente al digitale che permette un risparmio su tempi e costi”. Per il titolare di BiBi Film, che ha ripercorso le fasi della sua carriera (a cominciare dal lungo sodalizio con Nanni Moretti in Sacher) e ha annunciato la fine delle riprese dell’opera prima di Luigi Lo Cascio, da lui prodotta, è necessario anche un maggiore impegno di Sky in favore del cinema italiano.”
Fonte: Eduesse