Venti mesi

Venti mesi volano, nella Pubblica Amministrazione. Ti sembra di non aver fatto ancora nulla, ti giri, scopri di aver cambiato una città o, almeno, di avercela messa tutta per riuscirvi, innescando un processo di cambiamento vorticoso.

I primi venti mesi dell’Amministrazione Decaro in materia di cultura e turismo sono stati investiti verso tre direttrici: i contenitori e la visione, l’innovazione, il miglioramento amministrativo.

La nostra visione è contenuta nel programma del Sindaco e va definita come un’idea policentrica della città.

L’avvio dei lavori presso il Waterfront di San Girolamo segna la chiave di tutto il quinquennio: Bari avrà presto una nuova grande, bella e funzionale spiaggia pubblica a nord, riqualificando un intero quartiere, ricucendo i quattro lungomari di cui dispone la città (Santo Spirito e Palese, San Girolamo e San Cataldo, Porto e Marisabella sino al Fortino, Nazario Sauro sino a Torre a Mare) e dotando – finalmente – di servizi moderni il nostro fronte mare. Il Porto turistico presso il Molo foraneo, rappresenterà il complemento di crescita strategica e il definitivo rilancio del lungomare a nord di Bari. E i progetti presentati in collaborazione con Ance e Confindustria relativi alla via del mare dicono di questa propensione a fare del mare l’elemento di ricucitura e di nuova narrazione del nostro mandato.

A pochi passi da lì, un grande ponte strallato a campata unica, supererà il fascio di binari che divide storicamente in due la città, connettendo la Tangenziale al Porto. Una fitta rete lineare di piste ciclabili connetterà Giovinazzo al centro città e cittadini e turisti potranno finalmente fruire di una grande area per il tempo libero e lo sport, a due passi dal mare, come la nuova Fiera del Levante. Il suo polmone verde, la Pineta di San Francesco, ha visto rinnovata la sua pista di pattinaggio e quella per la corsa, con il conteggio chilometrico e il ripascimento a verde del “Parchetto delle culture”, perché anche quella del verde pubblico, dell’ossigeno per tutti è un tema che ci parla di futuro.

All’interno della Fiera, dove è pronto e avviato il nuovo Centro congressi che attende solo di essere finalmente e intensamente sfruttato, stanno per terminare i lavori di reinvenzione del Palazzo del Mezzogiorno, grazie a fondi POIn, che verrà presto trasformato in Apulia Film House, il primo Museo contemporaneo dell’audiovisivo del Mezzogiorno: un grande attrattore turistico e culturale, dove adulti e bambini potranno giocare a fare il cinema e a conoscerne la storia centenaria.

A due passi da lì, nell’ex Macello comunale, si trova la Cittadella della cultura che abbiamo trasferito al Ministero e dove – insieme all’opera di Jannis Kounellis – trova posto la Biblioteca nazionale “Sagarriga Visconti” e l’Archivio di Stato, luogo di studi, approfondimenti, ricerche in un ambiente silenzioso e tecnologicamente avanzato.

Scorrendo sul mare s’incrociano il Chiostro di San Francesco della Scarpa e l’ex Monastero di Santa Chiara, dove la Sovrintendenza e il Polo regionale museale del Ministero avranno sede definitiva, per concentrare le funzioni e liberare spazi dal bellissimo Castello Svevo Normanno.

Dinanzi al Porto, invece, sta per riaprire definitivamente e interamente al pubblico il magnifico complesso di Santa Scolastica, dove avrà sede il Museo archeologico di Bari, con le sue collezioni storicamente conservate in Ateneo. Bari avrà presto un vero Polo per l’arte materiale, anche grazie a importanti donazioni di privati cittadini, e sarà dislocato tra Spazio Murat – nel frattempo reinventato e rilanciato come “Puglia Design store” dove acquistare pezzi unici di creativi pugliesi – Castello e Santa Scolastica.

Alla abbacinante bellezza della città vecchia (rilanciata lo scorso anno con la sfida del concorso “Fior di balconi”), con le sue chiese medievali, i percorsi nicolaiani, le edicole votive, il Fortino Sant’Antonio Abate con il suo ricco cartellone di attività – ora finalmente restaurabili anche grazie ai contributi dei privati e tramite il portale comunale dell’Art Bonus, l’importante misura ministeriale di defiscalizzazione delle donazioni che Bari tra le prime al Sud ha implementato – le corti e un clima sociale davvero popolare si è aggiunta la piccola perla del Museo Civico che – dopo anni di incuria e abbandono – abbiamo riaperto, unitamente alla Casa Natale di Nicolò Piccinni, proiettandolo ad un futuro di rilancio e appassionata conoscenza da parte di turisti e cittadini.

Proseguendo sul mare arriviamo al cuore della nostra strategia: se la vecchia Sala Murat ha conosciuto il suo deciso rilancio, grazie alla concessione d’uso ai privati e il varo del Design store, è tra ex Mercato del Pesce e Teatro Margherita che si sta giocando la partita più bella e importante del mandato. A brevissimo partiranno, infatti, i lavori per la realizzazione del “Polo contemporaneo delle arti”, interamente gestito da privati per tramite di una gara per la concessione d’uso di futura realizzazione. Con i suoi dieci milioni d’investimento, il Polo proietterà finalmente Bari tra le città creative di eccellenza internazionale: spazi per mostre e installazioni di arti visive, plastiche e figurative; spazio per concerti per oltre 800 persone in piedi; 8 residenze d’artista; laboratori creativi per bambini; galleria d’arte; roof garden con dehor e spazi per eventi, cerimonie, congressi; 16 postazioni mercatali per street food e vendita di carne, pesce, frutta e verdure a disposizione di Bari Vecchia, un ristorante di qualità e due spazi per la somministrazione di alimenti e bevande, faranno del Polo barese uno dei più attrattivi spazi italiani per le arti e la creatività.

Bari, infatti, raccoglie oltre il 40% di tutte le imprese creative della Puglia. Per questo, d’intesa con il Politecnico, abbiamo fortemente voluto dare una casa alla Scuola Open Source che presto inaugurerà la propria sede nell’Isolato 47, nel cuore di Bari Vecchia, a due passi dal Museo Civico, Palazzo Simi e dinanzi alla bellissima Biblioteca provinciale di Santa Teresa del Maschi. Sommando questi spazi a quelli del Laboratorio urbano di Bollenti spiriti Officina degli esordi, sito in via Crispi 5, si comprenderà come Bari investe risorse e progetti per dare ospitalità e vigore alle proprie industrie creative.

D’altra parte sono numerose, ad esempio, le imprese creative private sorte in città in questi anni. Una ricca stagione di prosa è realizzata grazie al Teatro Pubblico Pugliese, ma anche da una fitta rete di teatri tra i quali vanno segnalati, con forza, i due storici Abeliano e Kismet che – grazie all’impulso comunale – si sono fusi in “Teatri di Bari” dando vita all’unico Teatro a Rilevante Interesse Culturale nazionalmente riconosciuto nel Sud d’Italia. Altri teatri, tra i quali il piccolo e vivacissimo “Gran teatrino di Pulcinella”, che opera in convenzione con il Comune, svolgono quel quotidiano lavoro di arricchimento culturale di cui Bari ha forte bisogno.

Il Teatro Margherita è la pietra miliare di un percorso che unisce i 4 teatri pubblici cittadini che vedrà – nel giro di pochi anni – rifulgere Bari tra le città più culturalmente infrastrutturate del Paese: il Teatro Piccinni sarà completamente riaperto entro il 2018 e diverrà la sede dei “Teatri di Bari”; il Teatro Petruzzelli grazie all’opera di profondo risanamento operata dall’attuale management da noi scelto è già oggi uno dei più dinamici teatri d’opera italiani; il Kursaal Santalucia – di proprietà regionale – potrebbe presto essere ristrutturato e inserito in un accordo di valorizzazione per farne la casa della musica che merita di tornare a essere.

Quattro teatri in poco più di 1 km, rappresentano un unicum che andrà sfruttato per fare di Bari una delle Capitali italiane della cultura e del turismo.

Per questo abbiamo rilanciato il punto d’informazione turistico (IAT) di Piazza del Ferrarese; abbiamo inventato “Bari per mare”, servizio di navigazione popolare che fa conoscere la costa cittadina; stiamo per riaprire l’info point turistico di Piazza Moro; abbiamo attivato le sponsorizzazioni per realizzare una serie di pannelli informativo turistici presso i principali beni culturali cittadini e stiamo per aggiudicare la gara per la realizzazione della “Bari Guest Card”, un sistema integrato e tecnologico di offerta culturale e turistica che consentirà di realizzare un portale turistico web, una serie di percorsi di visita, una guida turistica elettronica della città e un visitor center turistico presso il Castello.

Il Castello Svevo Normanno rappresenta, oggi, il principale attrattore turistico della città, dopo la Basilica di San Nicola. Ecco perché dobbiamo rilanciarlo, insieme al Ministero che ne è il proprietario e gestore. Parte della collezione della Pinacoteca provinciale sarà trasferita al Castello e, insieme ad alcune collezioni di arte materiale e al visitor center, diventerà il grande cuore del turismo barese.

Ma i nostri sforzi non sono concentrati solo sul centro città: Bari è circondata da splendidi insediamenti rupestri e ipogei che abbiamo iniziato a curare, inserendoli in progetti di caratterizzazione e restauro a partire da quello, meraviglioso, di Villa Giustiniani.

Così come grande parte dei nostri sforzi è rivolta alla apertura della ex Caserma Rossani, all’incrocio tra quattro quartieri a ridosso della Stazione ferroviaria centrale e che già ha visto mandare in gara, per quasi dieci milioni, la realizzazione della grande Public library regionale e vedrà presto trasferita l’importante Accademia di Belle Arti con i suoi mille studenti e 300 tra docenti e personale tecnico, unitamente al Liceo artistico rappresenterà il vero “cluster creativo e formativo giovanile” della città.

A breve sarà anche risolta l’annosa questione dell’Auditorium Nino Rota, annesso al vivace Conservatorio “Nicolò Piccinni” e Bari avrà così completato la sua dotazione di infrastrutture per le culture.

Cui seguiranno le attività, sempre più numerose e strutturate. A partire dal Bari International Film Festival – Bif&st e il Medimex, due eccellenze nazionali, che siamo onorati di ospitare in città, insieme alla Camerata musicale barese, al Bari in Jazz FestivalL’acqua in testa e ai tanti operatori musicali e culturali cittadini. Grazie alle attività culturali saremo europei per davvero e sarà stato merito nostro, di una classe dirigente diffusa e competente, dare alla Puglia il ruolo che merita nel Paese.

Tutto questo, però, non basterà senza un lavoro teso a migliorare qualità e quantità dell’offerta turistica: a Bari mancano ancora un Ostello della gioventù che presto nascerà presso l’Istituto Salesiano, un Museo dei Bambini per rendere memorabile l’esperienza turistica anche per i minori, un attrattore legato alla figura di San Nicola che noi immaginiamo possa essere una riproduzione museale di uno dei Dromoni che portarono i 62 marinai a compiere l’impresa della traslazione delle ossa nicolaiane nel 1087 con installazione che simuli la burrasca e faccia vivere l’esperienza del mare e, infine, un lavoro sull’identità di Bari e della sua area metropolitana. La “Bari Guest Card” rappresenta il primo passo: mettere in rete l’offerta. Ora dobbiamo vendere la destinazione turistica, portare a 3 le notti medie per turista, proiettare all’esterno una immagine nuova della città, raccontarla meglio. A tale scopo dedicheremo una gara per la realizzazione del Brand turistico di Bari di prossima pubblicazione che ci consentirà di posizionare la città a livello internazionale.

Il resto dovranno farlo gli operatori, grazie al nuovo “Regolamento per l’erogazione di contributi agli enti culturali” di prossima approvazione, redatto grazie a un ampio lavoro di partecipazione e condivisione con gli operatori, Bari avrà un panorama culturale sano, partecipato, attivo.

A ben vedere non è poi così male la nostra amata città di Bari. Dobbiamo solo credere in noi stessi, consapevoli dei mille problemi, convinti delle tante opportunità. I privati, imprese e associazioni, in questi anni hanno garantito un’offerta culturale e commerciale importante: gallerie d’arte, spazi per la ristorazione e il commercio di eccellenza, un polo universitario ricco di un’offerta completa, un’area industriale ancora attiva e capace di esportare tecnologie e prodotti meccatronici, una rete di trasporti pressoché completa – con in testa uno splendido aeroporto – e un porto efficiente. Bari è senza dubbio la città più sana del Mezzogiorno. E’ ora di portarla al centro esatto dell’Europa e del Mediterraneo, lì dove merita di stare.

 

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