Isis, Europa e Bari.

I tragici accadimenti di Bruxelles rappresentano l’occasione per fermarci a riflettere. Ovviamente è facile anche non riflettere e farsi prendere dalla paura e dalla pura indignazione, invocando misure illogiche o, peggio, contrarie a qualunque idea di civiltà.

Vorrei dare il mio piccolo contributo ringraziando per l’ospitalità un quotidiano che ha scelto di dedicarsi all’approfondimento piuttosto che all’inseguimento dell’ultima notizia.

1)   Il terrorista jihadista non è un semplice pazzo criminale. Risponde a una precisa logica politica e agisce con intelligenza tattica e acuta razionalità.

2)   Paragonare questa intelligenza alle nostre Brigate rosse è un errore tragico: le Br nascevano nel cuore ideologico della “Resistenza tradita”, ma furono isolate e sconfitte perché erano nate dentro la stessa cultura politica che volevano colpire. Lo jihadismo è una chiave particolarmente aggressiva di interpretazione del Corano, testo lontano dalla nostra comprensione. E’ fortemente minoritario nell’Islam che però, in larga prevalenza, è costituito da pacifici osservanti della propria religione monoteista. Ma può facilmente diffondersi.

3)   Un gruppo sociale cresciuto nell’odio e nell’esclusione non può procurarsi esplosivi, detonatori né può dotarsi di apparati logistici militari se non grazie a una organizzazione ramificata, sostenuta da Nazioni e da un solido impianto ideologico.

4)   Il mancato freno allo sviluppo di municipi pressoché mono etnici come Molenbeek e la mancanza di politiche tese a favorire il mix sociale, non hanno di certo favorito la coesione sociale, il dialogo tra cittadini e istituzioni e tra cittadini nomadi e stanziali. Così facendo sono sorte enclave mostruose, in preda all’anomia sociale, dove annaspano amministratori locali tanto generosi quanto inani. In questi quartieri, però, è facile reclutare disperati e deboli di intelletto: la carne da macellare in attentati suicidi.

5)   La gran parte degli attentatori è cittadino europeo da due o tre generazioni. Dunque la risposta difensiva, mirata a chiudere e rafforzare le frontiere, non potrà mai raggiungere gli scopi proposti dalle destre populiste. Sebbene sia molto utile a produrre loro consenso. Inutile a governare la complessità e a risolvere il problema epocale che abbiamo dinanzi.

6)   La gestione belga è stata semplicemente disastrosa. Altrettanto disastrosa è la classe dirigente europea che non ha compreso, da tempo, come la sfida sia salita di livello politico e tattico. La risposta dovrebbe essere semplice: costruire più Unione, integrando tutti i livelli dei governi dei territori e dei temi di comune difesa e intelligence. Cedendo sovranità nazionale, realizzando l’Europa dei popoli.

Invece eccoci qua, in preda al panico, incapaci di attrezzare una risposta univoca e vittime del disegno della Jihad: trasformare ogni musulmano in un pericolo, ogni dialogo in un ostacolo, ogni convivenza impossibile. Per questo noi nel nostro piccolo, a Bari, dobbiamo continuare ad accogliere, a dialogare tra differenti, a favorire la nostra aderenza ai valori costituzionali e identitari, includendo i figli di migranti nelle nostre scuole pubbliche, garantendo la libertà religiosa a tutte le confessioni a partire dall’ampliamento della Moschea di via Capruzzi, tenendo alta la guardia tramite tutti i sistemi di intelligence che prevengano eventuali derive. E garantendo la civiltà giuridica che vogliono strapparci via.

Articolo apparso sul Corriere del Mezzogiorno, Sabato 26 marzo 2016.

 

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