Amo leggere, vedere film, andare a teatro e lasciarmi stupire da spettacoli dal vivo.
Ma niente come la buona musica, riesce a trascinarmi in un mondo altro, donandomi la leggerezza necessaria per affrontare la quotidianità.
Ascolto vagonate di musica, cercando di districarmi tra le offerte sempre più invasive di Trap e Hip Hop (che non amo) e di pop o rock di mediocre qualità.
Le mode, come sempre e come in qualunque altro settore commerciale, dettano il gusto medio.
A noi tocca il compito di discernere, selezionare, capire le differenze, aggiornarci leggendo anche le riviste e conoscendo meglio e direttamente artisti ed etichette.
Poi però rimane sempre il cuore delle cose: una canzone, un disco, una voce o un arrangiamento devono conquistarci prima al centro del nostro corpo, poi su per la colonna, sino alla testa.
E allora ecco, in ordine sparso, i dieci dischi del 2018 che mi hanno colpito al cuore.
1. The 1975 – “A brief inquiry into online relationships”;
2. Jon Hopkins – “Singularity”;
3. Snail mail – “Lush”;
4. Chvrches – “Love is dead”;
5. Mitski – “Be the cowboy”;
6. Robyn – “Honey”;
7. Low – “Double negative”;
8. Beach house – “7″;
9. Janelle Monàe – “Dirty computer”
10. Young fathers – “Cocoa sugar”.