La riforma costituzionale. Sì o no?

Il tema è caldissimo. Tra un mese si voterà per confermare e convertire in Legge la nuova Costituzione della Repubblica, oppure bocciare la riforma e, inevitabilmente con essa, anche il Governo del Premier Renzi.

Grazie al lavoro del Prof. Nicola Accettura, allego qui di seguito la riforma costituzione come emendata dall’attuale Parlamento e sottoposta al voto referendario. In rosso trovate le nuove parti.

Come si comprenderà, la riforma riguarda esclusivamente la parte seconda della Carta fondamentale, riguardante l’Ordinamento. Non vengono minimamente toccati i principi fondamentali e i diritti e doveri dei cittadini.

Tre virtù servono per farsi un’idea personale:

1. Onestà intellettuale;
2. Pazienza;
3. Volontà di capire, senza condizionamenti esterni.

Le conseguenze politiche del Sì sono quelle di dotare il Paese di una nuova Costituzione che – nelle intenzioni del Costituente – dovrebbe sveltire il funzionamento e la prassi democratica e, insieme, rafforzare Renzi inducendolo a preparare le prossime scadenze europee ed elettorali con rinnovato vigore.

Le conseguenze politiche del No sono imponderabili, perché il fronte è troppo variegato e animato dal solo anti-renzismo. Una categoria politica inutile a qualunque scopo.

Pertanto lo scenario più probabile sarebbe secondo me quello delle dimissioni di Renzi, del tentativo di Mattarella di affidare il mandato a una qualche figura di mediazione. Tornerebbe in auge Berlusconi, che vede come il fumo negli occhi il M5S. Tornerebbero in pista D’Alema e tutti i rottamati da Renzi. Che, tuttavia, numeri alla mano, essendo la base largamente con Renzi (che ha vinto le primarie del 2013, va sempre ricordato), non riuscirebbero a riprendersi il PD, in caso di probabile congresso anticipato.

Rimarrebbero sulla riva del fiume, dunque, i due grandi nemici: Grillo e Renzi stesso. In attesa che esplodano tutte le contraddizioni dei “geni del No”. Un governicchio tecnico durerebbe il tempo di imbastire una riforma elettorale (di certo peggiore dell’Italicum, che si può cambiare in due mesi, se il PD avesse una sinistra interna capace di far politica e non animata dal solo rancore personale), che probabilmente renderà ingovernabili le due camere (il Senato in caso di vittoria del “No” rimarrebbe la camera alta) e arriveremmo a elezioni a fine 2017, forse inizio 2018, con la sfida del secolo: Grillo Vs. Renzi.

Il Paese, nel frattempo, sarebbe commissariato dalla Troika, che imporrebbe ulteriori restrizioni di bilancio.

Questi gli scenari politici più probabili.

Per questo io mi affido alla intelligenza degli italiani. Che sanno sempre quel che devono fare, posti dinanzi a quesiti dirimenti.
Soprattutto mi affido alla sapienza di chi, leggendo la riforma, capirà di cosa si tratta.
Se ravvederà rischi per la democrazia la boccerà. Se, invece, riterrà un passaggio necessario alla modernizzazione dell’Italia, l’approverà.

In un caso o nell’altro, mi piacerebbe che tutti almeno la leggessero.
Buona lettura. E buone ragioni per un ragionato Sì!

 

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