Alla fine è arrivato Godot.

Ho riletto le mie conclusioni alla prima conferenza generale delle culture e del turismo tenutasi a Bari e da me promossa presso lo Spazio Murat nel settembre 2014 dal titolo “Arriva Godot”.

Le riporto qui di seguito per chi volesse leggerle.

E’ davvero sorprendente quante cose siamo riusciti a realizzare di quel programma, di quella visione.
Ora tocca ad altri andare avanti sulla strada tracciata.
In coda riporto anche tutti gli interventi di operatori, personalità e Sindaco che parlarono

Buon lavoro e buona lettura. 

 

Arriva “Godot”  - Bari-Sala Murat

2-3 Settembre 2014

R E L A Z I O N E   C O N C L U S I V A

della Prima   Conferenza  Generale

delle Culture e del Turismo

 

CONCLUSIONI

A cura di Silvio MASELLI

 

Premessa

Vi confesso che mi ha fatto piacere constatare che molti di voi abbiano riconosciuto che anche l’Amministrazione del Comune di Bari, per mio tramite e non solo, visto che mi accompagnano alcuni colleghi di Giunta, possiede una certa attitudine all’ascolto che ha voluto impegnare in questa iniziativa nella quale abbiamo molto creduto e continuiamo a credere, tanto più dopo avervi ascoltato così in tanti. Siete stati 119 a salire su questo podio per raccontare impressioni, per riflettere sull’iniziativa, per presentare progetti, per far sentire la vostra voce. Abbiamo ancora 39 iscritti che avrebbero voluto parlare e non hanno trovato il tempo e il modo per farlo: due giorni ci sembravano sufficienti per l’ascolto di coloro che hanno prenotato un intervento, seppure a tempo; evidentemente non ci aspettavamo un numero così alto di iscritti a parlare.

Durante l’ascolto un amico mi ha mandato un messaggio dicendo che circolava in questa sala l’aggettivo “stoico”, io ho letto male il termine e pensavo fosse scritto “storico”, ma invece, riflettendo sul significato, si trattava proprio di “stoico”, e si riferiva appunto alla pazienza, alla costanza a cui abbiamo fatto ricorso tutti insieme nell’ascoltarci. Io mi sono sentito come il protagonista delle rubinetterie Zucchetti, non so se ricordate la pubblicità degli anni 80: la povera vittima sulla scena chiudeva un rubinetto d’acqua e immediatamente se ne apriva un altro da un’altra parte; correva a chiudere quest’ultimo e se ne apriva un altro e poi un altro ancora. La snervante ripetizione della chiusura del rubinetto d’acqua si interrompeva con la voce dello speaker che annunciava: “si chiama Zucchetti, la libertà di fare con l’acqua quel che ti va”.

Quei meravigliosi motivetti degli anni 80, anche se io sono figlio degli anni 90, entravano nella coscienza collettiva scuotendola e, pur tuttavia, lasciavano un segno attraverso il racconto scenografico del protagonista. Ebbene, oggi protagonisti siete stati voi e per me, e credo per tutti noi, è l’inizio di un nuovo percorso; non è la fine di una stagione, ma un nuovo tracciato condiviso che vi presenterò in queste provvisorie conclusioni, lontano da ogni retorica, alla presenza anche del Sindaco di Bari, come garante dell’iniziativa da me avviata, a dimostrazione del fatto che la delega assessorile a me affidata, non è una delega che toglie al Sindaco un ulteriore impegno, come egli ha detto ripetutamente in campagna elettorale, ma si tratta di un affidamento controllato e condiviso, offerto alle cure di un assessore tecnico, competente, bravo, come molti di voi sperano che io sia.

 

Definizione della cultura

Personalmente ritengo che questo assessorato alle culture, al turismo e alla partecipazione sia l’asse portante, l’architrave di sostegno, la colonna su cui questa Amministrazione intende poggiare le proprie iniziative, le proprie attività e non perché, come abbiamo ripetuto in questa sala, il turismo sia solo una funzione economica e la cultura svolga una funzione civile, ma per una ragione ancora più complessa, che coinvolge tutta la nostra persona, tutte le nostre attività, perché tutto quello che noi facciamo, da quando ci alziamo la mattina fino a quando andiamo a dormire, ogni nostra azione è espressione della nostra coscienza.

Si tratta dunque di un atto culturale, questo dicono tutti gli studi più recenti ed io vorrei uscire da qui con la presunzione che tutti insieme potessimo custodire questo dato in cassaforte, convinti che la cultura sia motivo di aggregazione molto importante, giacché è la stessa ragione di esistenza di noi tutti. Chiarisco il mio pensiero con un esempio. Di mattina, appena svegli, compiamo degli atti: ci laviamo i denti, facciamo la doccia, ci sbarbiamo e spesso capita di non chiudere l’acqua mentre agiamo al lavabo. È evidente che compiamo un atto culturale, strettamente legato alle abitudini di vita quotidiana; ma, dimenticando il rubinetto aperto, non ci prendiamo cura dei nostri figli: l’acqua è un bene universale, lo spreco va a danno di tutta la comunità, a partire dalla famiglia che ne è il primo nucleo e a soffrirne sono i componenti della stessa.

Allora, come vedete, da questo esempio banalissimo, la scarsa attenzione all’acqua, una mia superficiale disattenzione a un bene comune, può provocare danno all’intera comunità. In modo specifico, si tratta di danno al Comune che ingloba nella propria casa tutti i cittadini della nostra città e, tra breve, dell’area metropolitana. Per sgombrare il campo da questa annosa questione su che cosa poggia la cultura, mi limiterò a esprimere il mio pensiero sinteticamente: per me è tutto quello che ci circonda ed è racchiuso nella quotidianità.

 

Significato di “Godot”

Pasquale Martino, che è venuto a salutarci ieri, mi ha detto perché non hai aperto tu i lavori facendo una introduzione e orientando il dibattito? Il caro amico Pasquale me lo chiedeva in totale buona fede. Io, invece, ho preferito lasciare al Sindaco il privilegio di aprire i lavori portando a tutti noi i saluti dell’Amministrazione. Io penso che noi abbiamo fatto proprio bene a impostarla così, non vi pare? Il Sindaco ci ha portato il saluto e ci ha anche detto che guarda con attenzione ai nostri lavori, anche perché l’Amministrazione attende risultati e indicazioni con ricadute positive sulla collettività. Ho lasciato la parola a voi perché i tempi che viviamo sono difficili, molto difficili, e nessuno di noi è più disposto a delegare qualcosa ad altri; ognuno di noi vuole sentirsi padrone del proprio tempo, comandante della propria nave.

Ciascuno di voi è stato, nel suo piccolo, l’assessore alla cultura e al turismo di Bari. Alcuni di voi, in particolare, hanno riportato, nei 7 minuti concessi, piccoli compendi di amministrazione, io né farò tesoro. Ho preso appunti, come avete visto, e qui non posso che trarre delle conclusioni ovviamente a carattere generale, temporanee, non definitive, giacché verranno aggiornate via via che andremo avanti in questa eccitante esperienza di confronto continuo. Voglio e desidero che noi tutti ci convinciamo che non si amministra la complessità ricorrendo a formule più complesse, come qualcuno ha detto in questa sede.

A mio parere si deve amministrare la complessità ricorrendo a formule che siano le più semplici possibili: dialogando, ascoltando, condividendo. Senza dialogo non è possibile decidere e costruire politiche, calarle dall’alto sulla pelle di chi le subirà e sarà costretto a viverle. Allora a questo serviva “Godot”, questa è la ragione unica per la quale abbiamo scelto di intitolare questa iniziativa; perché noi vogliamo discutere qui non di “effimero”, come ho letto in qualche giornale, noi vogliamo discutere di iniziative serie che portino vantaggio a tutta la comunità, che rendano la nostra città attraente, bella, visitabile.

Ora provo a fare una sintesi delle numerosissime idee che avete suggerito. E fin d’ora, appoggiato dall’Amministrazione, mi permetto di assumere l’impegno, che questo nostro incontro non sia l’unico del quinquennio, ma che ogni anno ripeteremo, magari con formule diverse. Vorrei che questo libero dibattito, questo ascolto arricchente diventasse un appuntamento fisso da ripetere e riproporre ogni anno, magari anche più volte all’anno se ci sarà accordo tra le parti. C’è una immagine che serberò con me nei mesi a venire che mi darà forza e mi convincerà che non abbiamo sbagliato a vederci qui. Uno di voi, scendendo dal palco dopo l’intervento, è stato avvicinato da un collega, un operatore, non so se fosse un artista o un rappresentante d‘impresa, o un appartenente a un’associazione culturale e, come fanno di solito i Giapponesi, ha consegnato un biglietto da visita dicendo: ciao, mi è piaciuto il tuo intervento, io sono… , e ha dato le sue generalità con le caratteristiche professionali. Ecco a questo serve “Godot” e a questo noi dobbiamo ricorrere nei prossimi mesi di lavoro: l’impegno è di rimanere uniti, perché oggi è il tempo di essere uniti nelle decisioni.

 

Bari e la sua storia

Questa città non ha solo bisogno di ecumenismo, ha bisogno urgente di avviare azioni, assumere decisioni, in modo corale e condiviso. Noi le prenderemo, avete scelto un Sindaco che ha come suo tratto caratteristico principale la capacità di intervenire nei processi, anche quelli complessi, in maniera semplice, togliendo le sovrastrutture, rendendo facile ciò che appare difficile.

Noi dobbiamo fare esattamente questo. La nostra identità è molto composita, siamo figli di dominatori e nei nostri geni abbiamo geni romani, bizantini, mussulmani, berberi, angioini, saraceni, veneziani, normanni, abbiamo un pezzo di Federico II eppure la nostra storia se la guardate dall’alto, se vi allontanate e la mettete su di una barra diacronica, se preferite cronologica, scoprirete che ci sono dei momenti topici nella storia della città in cui la comunità con le sue forze sane e vive ha avuto il coraggio di cambiare, ha avuto la forza di girare l’interruttore e gettare nuova luce sulla città.

Questi momenti per me, per arrivare ai tempi più recenti, sono stati due: uno risale al 1087, l’altro è riferito a quel breve ma straordinario periodo in cui l’incipiente borghesia della città, in pochi mesi, ha pensato e articolato un intervento sulla pianta della città, creando da zero un teatro che tutti conosciamo il Petruzzelli, un altro il Margherita e poi, prima ancora, il Piccinni della fine 800 e il Kursaal, esempio straordinario di stile liberty. Ecco 1087 e fine 800 e primi del 900 sono i momenti della storia della città, trasformata da semplice città marinara a città borghese con caratteristiche culturali delle grandi città europee. Quelle maestranze decisero che la storia dovesse cambiare, che fosse necessario dare un volto nuovo alla città e proporre, all’altezza delle aspettative della cittadinanza, una nuova storia.

Non bastano solo le opere fisiche per riscrivere la storia di una città; indubbiamente l’esaltazione dei luoghi e le opere sono fondamentali, in quest’ottica sono determinanti i risultati raggiunti in 10 secoli di storia della nostra città: l’intelligenza di questa comunità è stata messa a dura prova e ha vinto le sue sfide; io penso che oggi siamo in una fase completamente simile, veniamo dalla più devastante crisi economica che tuttora continua, siamo in piena deflazione, possiamo fare due scelte: la prima, è star dentro la crisi, semplicemente subendola, come se fossimo dentro l’onda e decidessimo, come accade ad alcuni surfisti, di assecondarla e ciò significa semplicemente stare nel tempo, ma dentro l’onda; la seconda, è quella di scavalcare la crisi mettendola di lato, provando tutti insieme ad inventare qualcosa per fare di questa crisi una opportunità straordinaria.

 

Compiti dell’assessore

Già alla sua prima attività questo assessorato si trova a gestire risorse scarse ed ha la certezza, lo ha detto qualcuno prima di me, che domani non andrà meglio. Non voglio che la situazione sia uguale alla precedente, visto la scarsità della risorse a disposizione. Mi rivolgo a te caro Sindaco, ti prego, dacci una valida mano e aiutaci a uscire tutti insieme da quest’empasse. Sia ben chiaro che non esiste il “Godot”, non esiste il Silvio Maselli o l’Antonio Decaro che possano fare il miracolo, esistono la vostra capacità di inventare nuovi scenari e la nostra volontà di assecondarli, perché questo è lo scopo che rientra nei compiti di una Amministrazione: guidare ed assecondare, indicare un punto di riferimento e dire andiamo a raggiungerlo insieme. Non aspettate che vi indichiamo dall’alto un punto che deve essere raggiunto con tali risorse e con determinate persone, d’ora in avanti toccherà a voi dirci come si arriva al punto, scelto comunitariamente, si tratterà di merito condiviso. Il mio compito oggi, non è dirvi quale sia il punto, lo avete detto voi, semmai ho il dovere di portare a sintesi quello che avere detto oggi.

Dicevo è l’epoca in cui sono finiti i trasferimenti statali oggi, amici miei, è molto più semplice, e ci arrivo, trovare risorse per ristrutturare e restaurare dei beni fisici piuttosto che finanziare e far volare le attività, è molto più semplice trovare milioni di euro per ristrutturare un bene, piuttosto che dargli ossigeno, forze e gambe per realizzare attività. Perché? Perché noi veniamo considerati dall’Unione Europea, come sapete, una area, una zona estesa, quella del Mezzogiorno d’Italia, che deve ancora convergere verso i livelli medi di sviluppo; vi sottoporrò dopo delle slide che dimostrano che molto dipenda anche dalle imprese, per questo vi ho voluto chiedere, e mi perdonerete se ho concesso il doppio del tempo al Presidente della Camera di Commercio, al professor Pirro ed altri, interventi che ci hanno portato i numeri, perché con i numeri noi capiamo quali siano i processi, altrimenti rischiamo di ascoltare molte cose belle difficilmente concretizzabili e realizzabili.

 

Cultura e Turismo

Allora questo è il tema per me, per uscire da questo dibattito da voi affrontato con scrupolo e impegno, se sia giusto tenere insieme cultura e turismo. Per me è giusto, amici miei, per una ragione banale, perché non si può fare oggi turismo, non è possibile neanche immaginare di creare turismo se chi vive nel luogo che deve accogliere i turisti non vive bene, e allora tenere insieme cultura e turismo, scelta fortemente voluta dal nostro Sindaco Decaro, legare inscindibilmente questi due aspetti significa sfidare l’Amministrazione, i cittadini, a rendere praticamente la propria vita più vivibile.

Se noi vivremo meglio, se noi proveremo a vivere meglio, cioè a vivere la cultura, a godere gli spazi culturali, a partecipare alle attività culturali e alle attività di produzione e di distribuzione, ritenendole parte della nostra identità, noi saremo considerati buoni “ospiti”.

L’italiano che è la nostra lingua meravigliosa, polisemantica, straordinariamente ricca, per la parola “ospite”, invece, ha avuto il braccino corto. Mentre gli Inglesi, per esempio, nella loro lingua distinguono tra “ospite”, cioè colui il quale offre l’ospitalità e “ospite”, colui il quale invece riceve ospitalità. La lingua inglese utilizza due parole diverse “host” e “guest”. Noi, nella nostra lingua, abbiamo tagliato spiccio e abbiamo ritenuto sufficiente un sol termine per indicare entrambi i significati: chi ospita oppure chi è ospite.

Ecco, dentro questa parola magica c’è la chiave per capire quello che noi dobbiamo fare nei prossimi anni: per me è fondamentale uscire dalla logica del marketing territoriale, cioè dall’offrire solo una immagine bella della città, dietro la quale, però, poi manca l’acqua, ci sono problemi di fogna, intoppi contro il cordolo che vacilla e che ti ammazza le persone in mezzo alla strada. L’obiettivo è provare a tenere insieme questi due aspetti.

L’ospite è sacro, perché tutti i cittadini di Bari sono sacri per noi, lo è l’albanese Florian Mesuti, vittima innocente, alla cui memoria mi piacerebbe dedicare questa giornata di lavoro, anzi queste due giornate di lavoro, perché nel suo cognome, nel suo DNA sono scritti i sogni di migliaia di persone, che sono approdate sulle nostre coste, a partire da quei 20.000 disperati che approdarono a Bari l’8 agosto del 1991 a bordo di quella nave “speranza” chiamata Vlora e che i pugliesi hanno saputo accogliere ad onta di un governo che invece voleva respingerli, tenendoli chiusi, assediati nel porto di Bari come fossero sacchi di carbone da scaricare sulla banchina. Invece no, mossi da spirito di solidarietà, i baresi provarono a prestare loro soccorso, aprendo le porte delle proprie abitazioni e dando ospitalità: noi siamo “ospiti” perché sappiamo che cosa significa esser a nostra volta “ospiti” quando partiamo.

Dunque, poche storie su questo punto, con molta chiarezza dico “no turismo” se chi vive qui non sta bene; il turismo, mettiamola così, è funzione dipendente della cultura; il turismo esiste se chi è qui ha un accesso libero, democratico, aperto e trasparente alla produzione e alla diffusione culturale.

La cultura è un’attività civile, il turismo è un’attività industriale, lo hanno detto in tanti, io davvero voglio superare questo dualismo, perché (vi prego di mostrare adesso le slide) esistono diversi modi diciamo di lavorare su questo tema, il mio per deformazione professionale è quello di ritenere che “turismo e cultura” siano dinamiche vive e attive se a renderle tali ci sarete voi, ci saranno i cittadini, ci saranno gli operatori. Inoltre la cultura oggi deve essere necessariamente cultura della creatività e cultura della impresa e dunque, come dicono in Unione Europea, esistono le industrie culturali e creative non per caso; difatti le industrie culturali e creative sono quelle imprese che fanno del capitale intellettuale, della proprietà intellettuale la propria ragione di esistere.

Un pittore, uno scultore, non sono semplicemente artisti; un artigiano, ad esempio, è anche il proprietario intellettuale della propria opera. Quando egli tenterà di vendere quell’opera, per ottimizzare il risultato dovrà rivolgersi a un intermediario; dunque c’è un soggetto che intermedierà per lui. Qui a Bari ci sono tanti “galleristi”, tanti intermediari, alcuni sono intervenuti, in verità non abbastanza numerosi.

Ho ascoltato i vostri interventi e credo che abbiate tutti ragione, condivido le vostre proposte e dico che dobbiamo lavorare per separare quello che è, diciamo, “associazionismo”, “protagonismo sociale” da quello che è “impresa culturale”. Dobbiamo fare questa distinzione, amici miei, perché se non la facciamo rischiamo di diventare matti, perché c’è chi la mattina è assillato dai pagamenti, come ci ha detto Giuseppe Trizio, oppresso dall’urgenza di onorare le buste paga, deve assolvere agli obblighi di legge, deve tenere aperta una struttura e fare una fatica immane per non chiuderla e c’è chi invece, con tutto il rispetto per l’attività, poggiandosi su una semplice associazione culturale, magari anche priva di partita IVA, privo di qualunque controllo fiscale, fa lo stesso mestiere e chiede anche il contributo al Comune. No, non ci sto!

Su questo punto io vorrei essere chiaro, lo avete ripetuto in tanti ed ho già dato mandato alla direttrice della mia ripartizione di lavorare in questo senso: sarà necessaria una revisione del regolamento dei contributi del Comune di Bari sul quale, d’ora in poi, lavoreremo e lo discuteremo con le parti sociali, con le parti datoriali e ovviamente con tutti voi. Se ci riusciremo, anche se sarà difficile fare una consultazione larga, sarà una cosa buona. In questo caso saranno coinvolti i sindacati, i datoriali e i lavoratori. Il regolamento che noi abbiamo in testa sarà trasparente, pubblico, nel senso della condivisione pubblica e molto divulgato, di durata triennale e dovrà prevedere l’aggiornamento degli Albi.

Noi oggi abbiamo un Albo dove risultano iscritti 465 operatori. Nell’Albo c’è di tutto, associazioni culturali, teatri, imprese, gruppi informali, imprese di impegno sociale e civile, ma anche gruppi di amici. Va bene tutto, ma noi dobbiamo fare una distinzione e quindi separeremo l’aspetto commerciale da quello non commerciale e separeremo anche, come avete detto in tanti, le attività rivolte al pubblico con sbigliettamento dalle attività come iniziative a diretta titolarità comunale, quest’ultime affidate ovviamente ad operatori ed organizzatori artistici capaci di realizzarle, perché anche questa è una distinzione fondamentale, un conto è il concerto in piazza o l’evento, resi gratuitamente ai cittadini, un altro è l’iniziativa offerta da chi, bontà sua, riesce in proprio a finanziarla, gestirla, realizzarla.

Questi ardimentosi dobbiamo, amici miei, considerarli degli eroi, perché in questi anni di crisi devastante hanno continuato, nonostante le difficoltà a tenere aperta la loro bottega, differenziandosi dagli altri, perché questi vendono proprietà intellettuale e mostrano indiscusso talento; altri invece, intermediano merci altrui diffondendo valore intellettuale non proprio: è evidente che fanno un lavoro diverso, per questo io dico tanto di cappello a quanti di voi da anni fanno questo lavoro poggiando sulle proprie forze, e prego il buon Dio affinché vi preservi giacché fate un lavoro straordinario per le ragioni che vi ho detto prima.

 

Atmosfera creativa

Quello che però noi dobbiamo fare, tolto il bando che è un tema decisivo ovviamente, e anche qui siete stati in tantissimi a richiamarlo, qui lo dico da amministratore pubblico, è prendere a riferimento alcuni maestri e seguirne le indicazioni. Una cosa bella di “Godot” è che, attraverso un libero dialogo, ci siamo ascoltati e abbiamo scoperto che magari alcuni di noi, ciascuno nel proprio specifico campo, sono dei veri campioni, dei maestri da tenere sempre presenti. Uno di questi, per non fare nomi, è Christian Caliandro, uno dei miei maestri. I libri che scrive e che ha scritto sono al pari di quelli di un’altra figura straordinariamente importante, che non c’è più, è morto l’anno scorso, Walter Santagata, anche quest’ultimo un vero maestro.

Entrambi ci insegnano che non è possibile produrre crescita per il comparto creativo, culturale e turistico senza generare atmosfera creativa. Noi questo dobbiamo fare a Bari: generare atmosfera creativa, uscire dalla logica dei grandi eventi, l’ho detto tante volte nelle prime interviste e anche qui tanti di voi lo hanno ripetuto.

In questo momento vi parla chi ha organizzato al Petruzzelli di Bari il Bif&st: l’international film festival, ben vengano, quindi 10, 100, 1000 Bif&st, perché anche questo serve, è utile ma deve rimanere sullo sfondo, perché molti di voi aspettano un anno intero una manifestazione come il Bif&st, in tanti in questi anni ce lo avete richiesto, per cui sono testimone di questo bisogno che c’è e deve essere soddisfatto.

Però poi ci vuole anche l’attenzione alle cose piccole e pratiche, e fare in modo che la signora “Maria”, per esempio, che abita di fronte al mercato di corso Mazzini, possa scendere di casa e trovare pronta una sedia che le consenta di assistere comodamente seduta al concerto di musica da camera, anche se non sa se si tratti di Vivaldi o di Pergolesi, però ella sente dentro di sé la musica e si riconcilia col mondo intero quando ha l’opportunità di partecipare a un concerto. Ecco, questa è l’atmosfera creativa che deve essere offerta alla signora Maria, a tutte le Marie, tramite l’artista sul palco che ha la possibilità di dialogare attraverso questa forma di comunicazione speciale, la musica, un modo originale di intermediazione delle conoscenze: siamo di fronte alla vera arte.

Il Conservatorio di Bari è riuscito a trasmettere queste emozioni, non siamo andati a prenderli sulle Alpi, ce li abbiamo qui i talenti, ma non bastano, e su questo vorrei recuperare l’intervento di chi ha detto con orgoglio che noi bastiamo a noi stessi, giacché li abbiamo tutti qui i talenti. È vero, però lo scopo di una Amministrazione è curare l’impresa che pensa al proprio bilancio, senza perdere di vista la connessione della realtà locale con i flussi nazionali ed internazionali. Se non facciamo questo, se perdiamo ancora questo altro treno siamo “fregati”; se noi non mettiamo in comunicazione chi fa qui produzione artistica e gli impediamo di risiedere fuori e viceversa non portiamo qui artisti a risiedere, noi non cresceremo mai, non perché non bastiamo a noi stessi, nell’epoca di internet basta stare a casa per crescere; ma non basta, non è atmosfera creativa, allora che cosa deve fare l’assessore, e con questo chiudo la mia lunghissima premessa per poi passare ad aspetti concreti legati al compito di un assessore.

Che Amministrazione vogliamo essere noi? Noi vogliamo essere costruttori di ponti, vogliamo mettere tutti in connessione, vogliamo vedere ogni giorno nei nostri assessorati, certamente nel mio, che voi possiate scambiarvi i biglietti da visita, e che non veniate da me solo per dirmi bene di uno e sparlare di un altro. Si sa che questa malattia di Bari è, in generale, anche di altre province: stiamo sempre a guardare l’altro, cosa ha fatto, cosa non ha fatto.

Se voi sarete bravi e non venite a incontrarmi per lamentarvi di altri, io sarò un bravo assessore e potrò lavorare dialogando con voi, la mia fortuna, la fortuna del Sindaco sarete voi, esclusivamente voi col vostro dialogo intenso, corretto, costruttivo.

 

Turismo

Allora vado nel merito e comincio dal turismo. Abbiamo detto che in Puglia arrivano 3,1 milioni di ospiti ogni anno, 3,1 milioni atterrano in aeroporto, sbarcano nel porto, arrivano in stazione o entrano al casello autostradale; alcuni arrivano anche in bicicletta. Molto pochi, 3,1 milioni, il 10% dell’intera offerta italiana, di questi però si fermano a Bari solo un decimo; cioè si registra una presenza nei nostri alberghi o in altre strutture recettive solo di 230.000 unità.

In effetti, ogni anno ospitiamo a Bari un numero di turisti corrispondente a circa la metà della popolazione locale. Del numero complessivo di turisti a Bari solo 76 mila sono ospiti stranieri e la loro permanenza in città è limitata a 1,7 giorni, a fronte di una media di 4,1 di turisti in Puglia. Le previsioni sono rosee: l’incoming degli stranieri in arrivo in Puglia è in costante crescita: dal 2007 a oggi è aumentato del 45%. Che cosa significa questo? Che noi baresi dobbiamo crescere ed essere in grado di offrire pacchetti del nostro patrimonio culturale ai buyer, ai compratori internazionali e nazionali e convincerli di inserire Bari e la Puglia nei loro cataloghi.

Allora, amici, è il momento degli impegni, dobbiamo convincerci che cominciamo adesso il nostro cammino e lo finiremo tra 5 anni, quando raggiungeremo anche noi la media pugliese: dobbiamo crescere da 1,7 a 4,1. In che modo? Facendo delle scelte mirate, decidendo le strategie da attuare dal punto di vista dell’attrattiva turistica e legare saldamente i temi “cultura e turismo”, giacché sono complementari l’uno dell’altro.

Da non dimenticare che la politica dello sviluppo del turismo non si improvvisa, non si costruisce solo con cartoline illustrate, ma con una strategia costante.

Adesso vi spiego come l’ho capita io, ascoltandovi. Bari può essere considerata la capitale del turismo business perché è in grado di offrire occasioni e opportunità a chiunque venga nella nostra città. Abbiamo delle eccellenze, come la Fiera del Levante, il convention bureau, eleganti centri di ristorazione e una rete di alberghi classificati di alta categoria, i quali a loro volta, pur appartenendo a proprietà private, hanno voluto ugualmente investire proprie risorse dotando le strutture alberghiere di aule e di spazi necessari per accogliere turisti e incrementare il “turismo business”.

Perché ho chiesto al Professor Pirro di venire qui a dirci i numeri e le statistiche delle attività legate alla nostra industria? Certamente per farci capire che questa è una città che sta in piedi per la sua laboriosità. In città vivono oltre 350 mila bocche da sfamare, che ricevono costantemente alimento dalle proprie attività produttive. Per questo ho concesso 14 minuti a Sandro Ambrosi, il doppio del tempo concesso ad altri, per raccontarci i numeri e le statistiche, le attività e le scelte produttive delle imprese iscritte alla Camera di Commercio: 110 mila addetti solo a Bari; si tratta indubbiamente di un numero enorme che non troverebbe giustificazione se non lo legassimo alla presenza dei turisti.

Certo anche il turismo, anche la cultura, hanno la loro influenza, ma perdonatemi, è ingenuo pensare che lo sviluppo di Bari possa poggiarsi, anche per il futuro, solo sul turismo, sarebbe una deminutio delle possibilità imprenditoriali dei baresi notoriamente abili nel fiutare possibilità di crescita e di guadagno. Lo sviluppo e la crescita di una città avvengono con l’avvio di attività legate anche al primario, al secondario e al terziario, specie se le tre forze dialogano tra loro con l’obiettivo di uscire dalla crisi e contribuire alla crescita di tutti. Allora la città diventa capitale del turismo business e le contrattazioni, cioè gli incontri business to business tra buyer stranieri e gli operatori turistici baresi si moltiplicano a dismisura, come dicono i dotti manuali inglesi del turismo, la città diventa capitale del city break o se preferite del week end e porta vantaggi non solo agli albergatori e ai tour operator, ma anche alla comunità barese.

Io credo che ciascuno di voi, sfruttando l’occasione offerta da Ryanair, Volotea, EasyJet abbia passato un week end a Genova, a Torino, a Copenaghen, ad Amsterdam, a Londra, non voglio allungare l’elenco, ho detto apposta Genova e Torino, perché Genova e Torino, senza andare molto lontano, amici miei, hanno fatto bene, hanno operato con intelligenza, sfruttando la posizione geografica ideale, essendo le due città alla base del triangolo industriale, anzi una al vertice e l’altra alla base.

Che cosa hanno fatto, quando hanno capito che la propria economia derivante dallo sfruttamento del triangolo industriale stava perdendo colpi, cioè che l’industria se ne stava andando da una altra parte, hanno deciso di dare un nuovo volto all’ambiente e riconvertire la propria economia. Hanno affidato alla partecipazione collettiva e poi a dei professionisti lo studio strategico della riconversione e del nuovo orientamento della città e hanno capito prima di noi, molto prima di noi, direi prima di tutte le città del Sud, quale strategie proporre. Tutte le città del Sud Europa hanno perso quel treno e non hanno riconvertito la propria economia e noi, insieme alle altre, stiamo qui ancora a dirci chi siamo? Dove andiamo? Aspettiamo “Godot”.

Su questo punto vale la pena spendere qualche parola: noi dobbiamo diventare capitale del turismo del week end, cioè del turismo che si consuma in 3 giorni, perché? Perché anche su questo c’è stata qualche riflessione venuta da voi. Mi chiedo: che differenza c’è tra noi e Lecce? Lecce è una città meravigliosa, è una città di 90 mila abitanti, un quarto rispetto a noi di Bari. Ebbene, Lecce pur registrando un numero di presenze e di arrivi in città infinitamente inferiore a Bari, giacché è più piccola, attira maggior turismo soprattutto perché ha, a differenza nostra, molta bellezza conclamata anche se limitata a un percorso che si snoda in tre strade principali. Bari, invece, è una città di maggior respiro con potenzialità turistiche molto più ampie di altre città. Dal punto di vista urbanistico la nostra città si è sviluppata così: una parte è protesa sul mare, pur non godendone i privilegi, l’altra si sviluppa nell’entroterra molto più vasta di quella che vediamo sul mare, perché sul mare è soltanto una striscia.

Allora su questa potenzialità noi dobbiamo concentrarci per realizzare come un obiettivo a 5 anni la forma di turismo business e diventare la capitale del week end italiana, giacché abbiamo i numeri derivanti da tre milioni di potenziali turisti che giungono in regione con voli, con le ferrovie, con mezzi propri. Questi possono diventare cinque milioni se siamo in grado di proporre offerte convenienti. Altrimenti i turisti preferiranno altri luoghi, altra travel experience seguendo itinerari a tema, come: il Salento, i Monti Dauni, la Puglia esclusiva della Valle d’Itria, la Puglia Imperiale, cioè il Nord Barese, l’Alta Murgia, il Gargano, la Costa Ionica.

Dobbiamo attirare i turisti non allontanarli dalla nostra città. Per fortuna ci sono già eventi che hanno catapultato Bari sotto i riflettori internazionali con i due eventi straordinari di Medimex e Buy Puglia, cioè il Festival di innovazione musicale e la Borsa del turismo. Ma entrambi gli eventi sono alla prima edizione dell’anno scorso e hanno già programmato per fine Ottobre 2014 la seconda edizione nella cittadella della Fiera del Levante. È una grande vetrina per Bari che per una settimana parlerà di bellezze naturali e di musica, due obiettivi culturali di forte richiamo. A noi spetta valorizzare questi eventi e trarre per la città tutti i vantaggi possibili.

 

 

 

 

Proposte concrete

Per realizzare questo sogno abbiamo bisogno di riempire sei momenti, perché quando voi visitate una città (parlo di turismo metropolitano, ben inteso, non rurale), volete “fare” sei cose se avete tre giorni a disposizione: una la mattina una il pomeriggio, poi ripartite.

La prima: il mare. È nel programma del sindaco, egli ha impegnato gran parte della sua campagna elettorale su questo tema ed io a questo mi attengo: il mare. Chi viene qui deve poter vivere e godere i benefici del mare. Io ho sentito le vostre idee, alcune sono formidabili, e le voglio far mie come la riflessione sull’enogastronomia, secondo dei sei momenti. Abbiamo tutto quello che serve per poter essere straordinariamente attrattivi sotto questo profilo. Terzo momento è la spiritualità, e ci arrivo tra breve. Quarto momento lo shopping, siamo la capitale del commercio e abbiamo motivi sufficienti per proposte interessanti. Quinto momento i bambini e per ultimo le culture, non a caso le metto per ultimo le culture e spiegherò il motivo. Si tratta di sei momenti, sei progetti da realizzare, da offrire ai baresi e ai turisti: il turista li vivrà concentrati in 3 giorni, noi baresi, invece, li dobbiamo vivere sempre e intensamente.

Ci sono città, come Matera e Lecce, che si candidano a capitale europea della cultura e una delle due ci riuscirà certamente, ci sono altre città, come Tel Aviv, che si candida a diventare la città startup della innovazione tecnologica in virtù della più alta concentrazione di imprese innovative nel suo territorio; Bari si candiderà a divenire capitale del business turistico in virtù delle sei attrattive che proporrò cercando di fonderle insieme, concretizzando un’idea che richiede per la sua realizzazione anima, corpo e cervello. Siamo una città, meglio dire un centro culturale, economico e religioso e ci avviamo a diventare un hub, un centro internazionale di innovazione e creatività. E veniamo ai dettagli di questa idea meravigliosa che deve essere condivisa da tutti voi e portata avanti coralmente.

 

Punto primo: il mare.

Sia il sindaco che la Giunta sono convinti dell’attenzione che bisognerà riservare al mare. Abbiamo bisogno urgente di un porto turistico, e su questo non bisogna farsi prendere dal panico o dalla paura del disastro ambientale con la costruzione di pontili, con l’impiego di cemento, con chiusure e aperture di spazi necessari al traffico.

Ve lo dice a voce alta e ferma un appartenente alla cultura ambientalista: il porto turistico è decisivo e va fatto quanto prima. Dove? Lo ha detto il Sindaco nel suo programma, molo foraneo, dalla parte interna del porto nuovo, ad Est, giacché ad Ovest c’è il molo san Cataldo. Il porto turistico produce una serie di vantaggi, significa sviluppo della città e offre centinaia e centinaia di posti di lavoro, e nello stesso tempo diventa un forte richiamo, specie se lo abbiniamo a san Nicola che è per ora l’unica attrattiva che offre la città ai turisti.

Mi viene voglia di proporre un incontro con gli amici ricchi della città, con i signori meravigliosi che possiedono delle barche ormeggiate in varie parti d’Italia e che di frequente si riuniscono nella federazione velistica, e chiedere se sono disponibili a organizzare una regata Bari – Demre, chi di voi sa dove è Demre? Demre è l’antica Myra, sulle coste della Turchia. Facciamo una regata e leghiamola al nome di San Nicola, diciamo la regata tra Bari e Myra, andiamo dai Turchi e chiediamo loro scusa, perché gli abbiamo rubato il santo e insieme però, costruiamo un nuovo percorso di pace, un nuovo percorso di dialogo e soprattutto una nuova occasione di crescita, perché non esiste crescita senza i segni “più” davanti ai grafici economici; è questa crescita che dobbiamo avere davanti ai nostri occhi e cercare di realizzarla.

Esiste un porto turistico sostenibile, noi lo faremo, vero Sindaco? Però dobbiamo farlo e impegnarci su questo, sviluppando tutte le nostre idee. Molti l’hanno raccontato durante gli interventi che ho apprezzato per la correttezza dell’esposizione: c’era una volta il battello che faceva la spola sul lungomare, facciamolo che ci vuole, che cosa ci vuole, ci sono i bandi aperti, adesso non ricordo il nome dell’ammiraglio che ieri è intervenuto, non lo vedo presente, lo cerco ma non lo vedo; il suo progetto è bellissimo.

Se convertito in progetto tipico turistico con un tracciato che gira lungo la costa che va da Giovinazzo a Polignano, avremo la possibilità di vedere il mare e la città dal mare. È possibile realizzarlo, giacché c’è un bando aperto, si chiama pesca turismo su fondi europei di sviluppo regionale (FESR) e sul FEASR cioè i fondi comunitari per l’agricoltura: qui c’è l’amico parlamentare europeo Tatarella che ve lo può raccontare, facciamolo, fate la vostra proposta, siete voi che dovete correre, l’amministrazione deve indicare un punto e dire andate a prenderlo, ma se non lo fate voi privati siamo rovinati.

Non può il Comune fare tutto, noi siamo la ripartizione delle culture ed è qui, al completo, meravigliosa; donne stupende, intelligenti, colte e preparate che sono al mio fianco in questa impresa, ma sono 11 persone; in questo momento una è in malattia, due stanno usufruendo della 104 e un’altra è andata ad insegnare perché ha avuto la chiamata a scuola: siamo diventati sei, sette al massimo in attività. Penso che sia un po’ difficile fare la rivoluzione in sette, quindi o la facciamo insieme ed io vi ascolto e poi vi dirò, mi darete questo privilegio, solo perché me lo ha già dato il Sindaco scegliendomi.

Col Sindaco ho discusso su tanti progetti dando preferenza ad alcuni di sicura realizzazione perché ritengo si tratti di ottime idee da portare avanti. Per cui una volta che vi dico che è una buona idea, che quel progetto si può realizzare, voi dovete correre, perché ci sono i fondi comunitari, che ora vi voglio illustrare con questa slide. Appena in carica mi sono arrabbiato perché, come potete vedere, ho trovato fondi europei ancora disponibili, derivanti dai vecchi bandi media e cultura 2000 che oggi sono riuniti in un unico bando che si chiama Creative Europe, il bando che stimola nuove startup di impresa, rivolta soprattutto ai giovani.

Abbiamo una dotazione di un miliardo 430 milioni di euro per il prossimo sostegno, guardate gli indici, queste sono le voci cinema; in blu è l’istogramma che racconta la spesa per l’intera Europa, in rosso l’Italia, in verde il Sud d’Italia, i fondi sono riservati e destinati al Sud d’Italia, guardateli, riflettete amici miei e voi imprenditori mettetevi subito in movimento, organizzatevi a partire da domani mattina, venite negli uffici per acquisire le modalità per prendere questi soldi. Ritengo sia un disastro se continuiamo così, questo è lo sviluppo e questi sono i festival, le iniziative digitali, i progetti pilota, l’accesso al marketing, guardate questo è il Sud, non c’è, e questo non dipende dalle istituzioni pubbliche, questi sono fondi a disposizione delle imprese.

 

Punto secondo: i bambini.

Ora noi dobbiamo, come dicevo, riempire sei spazi, gli spazi del nostro immaginario quotidiano per riempire di significato la cultura. Dobbiamo pensare a un museo dei bimbi, lo chiameremo il kindergarten. Uno spazio che ospiterà una ludoteca intelligente, una ludoteca in cui i bambini da 0 a 3 anni, da 3 anni a 7 anni, da 7 anni a 12 possano imparare giocando, e mentre giocano potranno conoscere l’altro: il bambino cinese, cingalese, africano o barese, crescere nel divertimento, in tutte le città che vi ho citato prima c’è un Kindergarten.

Nel porto antico di Genova, che hanno ristrutturato grazie ai fondi comunitari per le Colombiadi del 92, in occasione del “cinquecentenario della scoperta delle Americhe” da parte del navigatore genovese Cristoforo Colombo, oggi si trova l’Acquario, terza meta turistica italiana per numero di visitatori; ma si trovano anche bar, ristoranti, hotel e centri congressi, la Città dei Bambini e la biblioteca dei ragazzi. Nell’area sono stati creati circa mille posti di lavoro, e si calcolano più di tre milioni di visitatori ogni anno. I Genovesi hanno chiamato il loro migliore architetto, Renzo Piano, chiedendogli di ridisegnare il porto? Poi dentro ci hanno messo esattamente quello che vi sto raccontando, perché la nostra generazione e ora per fortuna anche le generazioni precedenti alla mia iniziano a viaggiare tanto, a guardare il mondo diversamente e spesso apprezziamo le cose fatte da altri e disprezziamo quelle nostre.

Altre volte, ammirando le meraviglie che ci offrono alcune città, desideriamo anche noi le stesse cose e siamo assaliti dal desiderio di costruire subito le stesse realtà ammirate in altri luoghi. Anche io voglio qui ed ora realizzare i sogni, voglio costruire con voi, ma lo dobbiamo fare insieme, non dovete darmi tregua, mi dovete assillare, e anche io non vi darò tregua, vi asfissierò, come opprimerò i colleghi della Giunta per realizzare i sogni che abbiamo condiviso in questi giorni di audizione generale.

Avrete percepito che mi sta a cuore enormemente costruire uno spazio per i bambini perché era già nel programma del Sindaco e perché è maturo il tempo per costruirlo. Per questa costruzione mi troverete al vostro fianco instancabile amministratore e controllore della realizzazione del progetto.

L’Infopoint turistico, a cui avete più volte accennato è presente nella nostra città in due luoghi: il primo è qui davanti a noi, l’altro è di fronte alla stazione e costa 100 mila euro l’anno.

Ora, tenere aperti due Infopoint che non funzionano, grida vendetta davanti ai cittadini per le sole spese di manutenzione che purtroppo nei capitoli di spesa del nostro assessorato non sono presenti e non sono previsti. Viviamo in un periodo di emergenza, tutto qui è una emergenza, e insieme al Sindaco siamo quelli che chiudono i rubinetti, e sarà così non so per quanto tempo ancora e dobbiamo affidarci ai privati, come ci ha ricordato Francesco Palumbo, il Dirigente dei fondi strutturali per l’attrattività territoriale; d’altra parte così è stato fatto in questi anni. Un grandissimo lavoro è stato svolto dall’assessore Vasile, a cui va il merito di aver sopperito personalmente all’assenza di capacità degli imprenditori, ma anche dell’amministrazione comunale, egli ha indicato dei punti su cui lavorare, e seguendo le sue indicazioni ce l’abbiamo fatta, anche se solo a mezzo servizio, siamo riusciti ad aprirlo.

Ora, però, è nuovamente chiuso e per questo molti di voi si sono lamentati. Sì, è chiuso perché sono finiti i soldi e allora questo spazio e quello della stazione, dobbiamo metterli a gara, invitare i privati e dire loro: bene, lo vuoi? Prenditelo però in cambio ti consento di vendere oggetti all’interno: prodotti enogastronomici confezionati, souvenir, qualsiasi cosa. Per invogliarti a gestire la struttura ti devo consentire di ricavare un minimo di profitto.

All’amministrazione conviene giacché in questo modo recupera il servizio e non perdiamo posti di lavoro; tale perdita non la potremmo tollerare. È opportuno creare eventi tutto l’anno e diffonderli, pensare a una città più bella, ma solo a patto che ci siano una identità visiva e un design pubblico nuovi. Bari ha bisogno di reinventarsi, di narrarsi in modo nuovo, ce lo ha detto ieri Palmisano, dobbiamo costruire una nuova “narrazione” di noi stessi, come avviene per New York.

Ci chiediamo: sarà possibile creare il marchio I love Bari? Può essere e lo faremo, abbiamo già iniziato a scrivere il bando per affidare ad uno studio di marketing e comunicazione una nuova identità visiva della città e uniformare tutti gli assessorati a questa nuova identità, convinti che non puoi stare nella modernità senza avere una identità visiva. ma non basta poi hai bisogno di valori perché l’identità richiama un valore, se non hai un valore sei vuoto, come se non avessi un volto.

 

Punto terzo: la spiritualità

Il nostro valore c’è ed è lì dall’anno 1087, si chiama San Nicola. Come possiamo diffondere questo valore? Ascoltando voi mi si è accesa la lampadina e davanti ai miei occhi ho visto sul molo, davanti al Barion, l’immagine dell’imbarcazione, del cosiddetto “dromone”, che solcò in maniera ardimentosa il mare da Bari per giungere a Myra, recuperare in forma per nulla legittima le ossa del santo, per traslarle qui in città. Alla costruzione del “dromone” dovranno collaborare l’Accademia delle Belle Arti, l’Università di Bari, il Politecnico e tutti i docenti che qui sono stati rappresentati dai Rettori. Costruiamolo uguale come era a quell’epoca e lo ancoriamo lì davanti al Barion. Non sto proponendo una cosa irrealizzabile, una cosa simile l’ho vista a Genova, l’ho vista in una città che ama il mare, lo rispetta e nello stesso tempo lo sfrutta per la città e a vantaggio dei cittadini, non come noi piuttosto pigri nelle iniziative che richiedono coraggio e ardimento.

Abbiamo così individuato il luogo dove porre la ricostruzione del “dromone” e dentro, però, facciamo vivere una esperienza, in modo che il visitatore e il turista, assieme ai giovani baresi, impareranno che San Nicola non è solo “il noiosissimo” corteo che da bambino mia madre e mio padre mi portavano a vedere, bella esperienza indubbiamente, ma da dimenticare per le ore di attesa appoggiato alle transenne predisposte in Corso Vittorio Emanuele.

L’esperienza, invece, che si propone è viva e coinvolgente, giacché ti trasporta fisicamente in un’altra epoca quella del 1087 e ti fa sentire un marinaio a bordo dell’imbarcazione che coinvolse nell’impresa i 62 marinai e ti farà provare nuove sensazioni, mentre provi a remare come fecero i marinai del 1087 e con qualche accorgimento tecnico a sentire anche sul volto lo spruzzo del mare che ti bagna e ti farà vivere una esperienza sonora con una installazione in 3D, che ti farà ascoltare l’odissea dei marinai secondo il racconto di Niceforo.

Dopo questa esaltante esperienza, lasciato il “dromone”, i novelli marinai potrebbero fare una capatina nella città vecchia, come ha detto qualcuno, adesso non ricordo chi, non ho fatto a tempo ad appuntare il suo nome, ma è una idea bellissima, facciamo di Bari vecchia un insieme, un polo tematico nicolaiano, perché Bari vecchia questa è, Bari vecchia nel 1087 esisteva già, era un luogo vissuto dalla popolazione che svolgeva le proprie attività secondo i criteri della società di allora. Non è, quindi, una invenzione ex novo, quella che noi dobbiamo recuperare è la tradizione, perché la tradizione di allora non esiste più, ma è reperibile nell’ordine delle cose, nel modo di fare dei cittadini, nel dialetto, negli usi e costumi.

Proviamo a chiederci cosa pensavano i baresi prima che arrivasse il santo. Con ogni probabilità i cittadini non volevano perdere la supremazia che avevano rispetto alle altre città, quando Bari era capitale sotto i Bizantini. Con la venuta dei Normanni Bari perse il primato e per recuperare in parte il flusso dei turisti, dei visitatori, dei curiosi, degli addetti al commercio, pensarono di appropriarsi delle reliquie di un santo importante che fosse in grado di attirare fedeli e incrementare nuovamente il traffico in città. Tutto questo hanno capito i marinai del 1087 quando andarono a Myra e tornarono con le reliquie di san Nicola.

Questo dobbiamo fare noi e con il Sindaco lo faremo, cominciamo a costruire il “dromone” come richiamo forte al culto del santo patrono della città. Inoltre dentro Bari vecchia costruiamo 10 stazioni, per esempio con la CNA, come ha detto uno di voi, chiediamo a 10 artigiani, a un fabbro, a un maniscalco, a un ciabattino, a un pellaio di vivere l’esperienza passata e di tornare indietro di dieci secoli per far gustare l’atmosfera di un tempo ai baresi.

Non deve esistere più soltanto il corteo storico per produrre emozioni, lo avete detto in tanti, oggi dobbiamo inventare altro e proporlo ai cittadini. In questo modo s’incrementa non soltanto il turismo, ma cresce contemporaneamente la cultura, come ha detto anche Nicola Pignataro prima parlando dei suoi spettacoli. Apro e chiudo parentesi Nicola, io sono cresciuto in una famiglia nella quale mio padre parlava il dialetto, io non voglio essere snob e se proprio devo dirti, conservo nel cuore insieme alla musica che amo anche quel disco meraviglioso, lo ricorderai anche tu, di Riccardo Cucciolla che si chiamava Bari sole e cerase, ecco io con quella Bari lì sono cresciuto e allora, chiudo parentesi, nessuno snobismo da parte mia. Sono convinto che tu, caro Nicola Pignataro, fai un lavoro eccellente come lo fanno tutti gli altri, ma insieme oggi dobbiamo darci obiettivi un po’ più ambiziosi. L’obiettivo da raggiungere è quello di raccontare la storia a tutti, poterla divulgare oltre le mura della nostra città, a quelli che vengono da lontano sempre però poggiandoci su di una organizzazione coordinata, secondo un palinsesto unico della città; questo è lo sforzo che dobbiamo fare tutti: essere coordinati e propositivi.

 

Punto quarto: la cultura

Vado a chiudere su questi punti. Dobbiamo essere in grado di offrire ai turisti e ai baresi quello che non abbiamo e presentare meglio quello che abbiamo. Ho elencato prima sei punti, sei momenti come obiettivi prioritari: mare, spiritualità, enogastronomia, shopping, cultura e bambini. Per parlare di cultura ci serve però un elemento unificante. Patrizia Pirro nel suo intervento ci diceva: andate in Trentino e capirete cosa fanno in quei luoghi per attirare turisti e abbinare il flusso dei visitatori alla cultura.

Siete stati in Trentino in vacanza? Chi di voi ha figli se non ci è ancora andato ci deve andare, per capire di che cosa parliamo quando ci riferiamo al turismo; dico di più di che cosa parliamo quando accenniamo alla civiltà di un popolo. Indubbiamente il Trentino è un posto bellissimo per le montagne che ti circondano, ma banalissimo per il resto. Quando uno entra in un albergo, prenotato con notevole anticipo, ti consegnano subito la Trentino card, la tessera, che ti consente l’accesso gratuito, libero, alle strutture del pacchetto turistico.

Ringrazio Annalisa Tatarella che ha fatto sull’argomento un reportage bellissimo: il turista ha la possibilità di accedere ovunque gratis, perché? Perché ha pagato la tassa di soggiorno come abitualmente avviene in ogni hotel, imposta dai Comuni? Anche il nostro Comune ha imposto al turista una tassa di soggiorno. Ebbene, dentro quella tassa di soggiorno c’è l’onere per il Comune di offrire il trasporto gratuito. In altri termini, il visitatore che ha la card può prendere gratis l’autobus, banale no? In Trentino lo fanno da 20 anni, noi dobbiamo attivarlo ancora, ma ci arriveremo presto.

Per la cultura abbiamo bisogno di spazi, convinti che non è possibile fare cultura senza spazi a disposizione e allora noi dell’Amministrazione suggeriremo linee organiche di sviluppo strategico, individueremo i luoghi e le attività, diremo come utilizzare gli spazi e chi li deve occupare, ma non faremo altro, basta con la logica che il Comune fa le cose, attua i progetti, perché non ce la facciamo da soli, dovete necessariamente intervenire voi; noi vi diremo: avete una buona idea? Portatecela, ma deve essere una buona idea, condivisibile, deve essere verificabile, deve essere sostenibile.

Il Comune, a sua volta, indirizzerà e approverà: questo è il compito che spetta al Comune al nuovo staff che è stato posto al vertice dell’Istituzione. In più , io penso che qui bisogna essere, come dire, certi nel diritto, noi dobbiamo costruire dei momenti aggregativi che siano chiari lungo tutto l’anno.

Il primo momento di aggregazione è centrato nel nome di san Nicola che va dal 6 di Dicembre al 6 di Gennaio; si tratta di un evento molto vicino nel tempo. Va organizzato l’evento dal 6 di Dicembre al 6 di Gennaio di ogni anno, in questo periodo il calendario registra anche Natale e Capodanno. Si tratta, quindi, di appuntamenti aggregativi straordinari, bisognosi di progetti speciali per Bari, per i baresi, per i turisti.

Per questa occasione ognuno di voi sarà chiamato a portarci la sua idea, faremo un bando e le idee più belle entreranno in una organizzazione abbastanza complessa che noi intendiamo affidare a direttori artistici competenti. Non è l’assessore che deve decidere chi scegliere come direttore artistico; egli sarà scelto di volta in volta, di anno in anno, deve essere una figura fuori della logica clientelare, competente a cui affidare l’onere dell’intera organizzazione degli eventi a cavallo tra il vecchio e il nuovo anno. Credo che così facendo noi apriremo la strada a un turismo nuovo, che sarà la base di una cultura nuova. In questo modo convinceremo anche i nostri concittadini ad uscire di casa, spegnere il televisore e partecipare all’evento.

A Milano c’è una bellissima iniziativa: non è previsto il pagamento del biglietto per accedere allo spettacolo che fanno all’esterno ma è sufficiente portare il telecomando da casa per il libero ingresso. Ecco, noi dovremmo agire allo stesso modo: convincere i cittadini a spegnete i propri televisori e uscire di casa con i telecomandi. Ma come li convinci ad uscire di casa se tu non gli offri un’idea di città nuova, se tu non gli dai un obiettivo accattivante per divertirsi, ma anche per crescere, capire, conoscersi dialogando, migliorarsi frequentando altri.

Allora, come riempire lo spazio tra 6 Dicembre e 6 Gennaio? Su questo punto io l’idea me la sono fatta e nei prossimi giorni pubblicherò un bando, perché Natale è già alle porte. Io penso che dobbiamo vivere Natale così, almeno come io me lo immagino: artisti di strada, realizzare la Vertical Stage Session: l’evento unico, atipico e suggestivo che trasforma i balconi in palcoscenico, le facciate dei palazzi in scenografia e le vie in dancefloor,
con i ragazzi del conservatorio in azione.

Quello che manca ai ragazzi del conservatorio che sono meravigliosi è la possibilità di confrontarsi con un pubblico. Sapete dove suona la gran parte di loro, nelle bande dei paesi, non a Bari, perché qua non c’è mercato, e allora noi dobbiamo offrire loro questo mercato; e il loro mercato si chiama “pubblico”, il pubblico per un artista è la vita, perché senza un pubblico non cresci, non puoi confrontarti se non c’è qualcuno che ti fischia o che ti applaude e allora anche su questo punto faremo un bando per attivare un busker festival, una vertical stage session per illuminare la città con mille luci create da un artista, come avete detto in tanti.

Si tratta di uno spettacolo straordinario di luci combinate artisticamente e sfumate da colori diversi che si rincorrono a serpentina. A Torino cosa hanno fatto? Hanno chiamato gli artisti più bravi, hanno detto questo è il budget, create un gioco di luci che rendano festoso e attraente il Natale, la festa di tutti, appartenenti a qualsiasi religione sia mussulmana che ebrea, sia cattolica che buddista, il Natale deve scaldare il cuore di tutti, perché è il momento dell’anno più bello che ciascuno si ritaglia lontano dal lavoro, per chi c’è l’ha, per dedicarlo alla famiglia, agli affetti, all’amore: ecco questo è il Natale che tutti vogliono vivere, al di là poi dello scambio dei doni, del credo di ciascuno.

Noi dobbiamo rendere Bari calda e attraente a Natale, diversa dagli altri anni, giacché finora è stata una festa all’insegna della superficialità, ora però dobbiamo viverla diversamente per aiutare anche il commercio.

Sto dicendo cose che faremo chiedendo agli artigiani di darci una mano mettendosi subito all’opera, creando un mercatino durante tutto il periodo natalizio, chiedendo a chi si occupa di bambini di predisporre una festa tutta per loro, cominciando proprio dal Natale che è alle porte e poi chiedendo anche ai ragazzi delle nostre scuole di tenere i loro concerti, su questo ci tornerò tra breve.

Abbiamo le strutture, anche se molti durante gli interventi hanno lamentato l’assenza di infrastrutture, esiste uno spazio che si chiama “l’officina degli esordi” è gestito da alcuni operatori locali, uno di questi è appena intervenuto, l’officina esiste ed è stata progettata, realizzata, aperta e finanziata dal Comune e ci sono spazi sufficienti riservati ad artisti e musicisti per le prove, ci sono anche laboratori aperti per un confronto tra artisti.

Tutto ciò è presente nella nostra città, però quanti di voi lo sanno? Quanti di voi lo hanno citato? Finora nessuno. Se il Comune organizza, finanzia e realizza un progetto, poi deve darlo in gestione ad altri perché è impensabile che il Comune si metta con i propri funzionari ad aprire una struttura e gestirla nei particolari; lo devono fare i tecnici che conoscono il proprio mestiere; molti sono qui presenti: parlatevi. “Godot” ci ha offerto l’occasione, è questo il luogo dove tutti possono dialogare e crescere insieme.

Altro aspetto interessante è emerso quando avete usato la parola “bellissima”. In effetti è così: Bari ha bisogno di maggiore “bellezza”, noi dobbiamo rendere bella questa città, lo dobbiamo fare con poche risorse. Io vi ho ascoltato, alcuni di voi hanno detto delle cose bellissime, provo a riassumerle con riferimento a progetti e non con le chiacchiere.

 

Arte pubblica

Primo progetto: Bari ha bisogno di “arte pubblica”, quando voi girate per il mondo la cosa che vi colpisce di più è di vedere la bellezza distribuita sul territorio che visitate, quella per me si chiama “arte pubblica”, cioè l’arte pensata e realizzata per la fruizione di tutti, non chiusa in un museo, spesso poco accessibile.

Come si può realizzare tutto questo? Naturalmente chiamando degli artisti e commissionando loro l’opera che hanno progettato prima e sottoposto ad approvazione della commissione nominata per la valutazione del progetto. Gli accordi devono essere chiari sia nella scelta del luogo dove creare l’opera, sia nel pattuire la spesa da sostenere, naturalmente secondo indicazioni di un bando del Comune. A Bari ci sono molti galleristi, esperti di opere d’arte, questi potranno offrire preziosi suggerimenti nella scelta degli artisti, ma anche nel proporre opere adatte alla città.

A noi spetta il compito di scegliere insieme in maniera partecipata il luogo, lo faremo insieme con la collega Carla Tedesco dell’Urbanistica, insieme alla Giunta, ma insieme anche a tutti voi, e chi di voi si vuole candidare per fare una ricognizione di tutto il territorio barese ben venga, qui ed ora, lo dobbiamo fare subito, scegliamo dei posti, scegliamone 12, anzi 10; in 5 anni di mandato assessorile potremo realizzare 2 opere l’anno, due progetti di arte pubblica da regalare alla città in posti significativi, magari non centrali.

Altro progetto, a Bari abbiamo delle “panchine”, tante panchine distribuite lungo la via del mare dalle quali possiamo, comodamente sdraiati, contemplare il mare e lo sconcertante gioco delle onde mosse dal continuo maestrale; individuiamo le più belle, quelle posizionate in una zona che sia funzionale all’obiettivo da raggiungere, cioè di creare “arte pubblica” e su di esse facciamo imprimere la genialità dell’artista, come ha fatto di recente a Torino un estroso impiegato del comune piemontese.

Ancora: scegliamo i 100 libri più belli scritti su Bari, li distribuiamo ai detenuti del penitenziario di Bari. Dico questo perché nel programma del Sindaco c’è scritto “favorire progetti di lettura soprattutto nelle carceri”, chiediamo loro di estrapolare da ciascun libro letto due frasi, una sulla libertà e l’altra su Bari.

Le frasi più belle le affidiamo ai ragazzi dell’Accademia di Belle Arti, (abbiamo ascoltato il presidente del Consiglio di Amministrazione Giancarlo Dipaola) e chiediamo loro, di esprimere artisticamente il contenuto della frase scelta e rappresentarla su di una panchina. In questo modo chi siede su quella panchina potrà contemporaneamente guardare il mare, leggere una frase significativa e magari contemplare un’opera d‘arte realizzata dal giovane artista dell’Accademia di Bari, forse ancora non noto al grande pubblico.

Bari così si assicura la firma di un giovane autore che potrebbe con gli anni diventare grande autore e noi, in questo modo, tra 10 anni ci troviamo una banchina che potrebbe valere migliaia di euro. Ovviamente provvederà il Sindaco, tramite i tecnici del Comune, a bullonarla saldamente per evitare che possa scomparire, sottratta da qualche cittadino lestofante. Sono idee che mi sono venute ascoltandovi, sono idee che si possono realizzare a costi bassissimi con un minimo di creatività, ma con la gioia e la passione di fare qualcosa per la città e che lasci un segno indelebile nel tempo.

Queste operazioni richiedono un impegno collettivo. Se vogliamo che la città cresca, se decidiamo di presentare alla commissione Unesco la richiesta di scegliere la città vecchia come candidata al conferimento del titolo di “Patrimonio Unesco dell’Umanità è necessario rimboccarsi le maniche, realizzare progetti di “arte pubblica”, dare un volto nuovo alla città, renderla accattivante sfruttando l’estro dei nostri geniali artisti finora nascosti, ma soprattutto colmarla di bellezza da mozzafiato. Forse sono un assessore pazzo, ma volutamente pazzo perché desidero che si dica che qui a Bari l’aria è cambiata, ma da solo non vado da nessuna parte, ho bisogno di voi tutti.

 

Strutture disponibili

Ovviamente abbiamo bisogno di infrastrutture da mettere a disposizione di coloro che vogliono realizzare progetti. Il Comune di Bari su questo punto è bene attrezzato: abbiamo centinaia di luoghi, strutture chiuse e spazi liberi di proprietà del Comune disponibili. In questi giorni si è affacciato il collega Brandi che gestisce il patrimonio, la prima cosa che gli abbiamo chiesto come colleghi di Giunta: è possibile consultare l’elenco completo delle disponibilità? Abbiamo avuto tra le mani un libro con un dorso alto almeno due centimetri: un lungo elenco di appartamenti, strutture, luoghi dismessi che il Comune di Bari possiede.

Noi dobbiamo procedere a una ricognizione, capire cosa è da vendere e cosa è da tenere, il resto lo dobbiamo mettere a disposizione delle associazioni culturali, degli operatori, di coloro i quali possono rendere vivi questi posti, con un bando pubblico, trasparente, efficiente chiedendo in cambio un minimo di contributo per le spese di gestione, ovviamente; tutto il resto sarà a carico vostro, a carico di coloro che avanzeranno richiesta per realizzare progetti. Insieme, è questa l’ottica che ci muove, libereremo spazi e renderemo la città viva e vivibile da tutti.

Per non essere vaghi e oscuri vi elenco subito le strutture che hanno maggior bisogno di progetti: casa Piccinni, Auditorium, Conservatorio, sala Murat, Mercato del pesce, Fortino Sant’Antonio, Santa Scolastica, Pinacoteca , Margherita, Teatro Piccinni, Kursaal Santa Lucia, Teatro Kismet, Museo civico, Caserma Rossani, Manifattura Tabacchi, Teatro Petruzzelli, Fiera del Levante, Apulia film Mouse all’interno della Fiera del Levante, l’Accademia di Belle Arti, gli altri Enti di Formazione e l’Officina degli Esordi; questo è soltanto un elenco parziale di tutto quello che il Comune di Bari possiede, con gestione propria diretta e fatta eccezione per il Kismet e l’Abeliano che sono entrambi gestiti da privati, ma che svolgono una funzione di interesse pubblico, noi dobbiamo, non soltanto rimettere in rete attiva i due teatri, ma ricostruire attorno ad essi una logica di interesse pubblico.

Santa Scolastica, come sapete, è di proprietà pubblica, è della sovraintendenza a sua volta dipendente dal MIBACT (Ministero per i beni archeologici, culturali e del turismo), gestita attualmente dalla Provincia, un’Istituzione ormai dismessa. Tale luogo meraviglioso per la sua storia è in fase di restauro e l’intervento è ad opera della Sovraintendenza. Al termine dei lavori di restauro che si concluderanno presumibilmente nel dicembre 2015, secondo quanto ha affermato la dottoressa Nardella da me interpellata, l’intero edificio sarà di proprietà del Comune di Bari, giacché in quel momento il Presidente di Bari, Città Metropolitana, si chiamerà Decaro Antonio, e di conseguenza, santa Scolastica sarà a disposizione dei cittadini di Bari. La gestiremo noi, cosa ci facciamo? Esattamente quello che manca lì da 20 anni: un Museo Archeologico perché noi siamo cresciuti nella città di Bari senza poter accedere a un Museo Archeologico.

Un altro palazzo diventerà proprietà del Comune, la Provincia, ebbene lì rimarranno gli uffici dell’Ente Area Metropolitana di Bari, ma anche l’attuale Pinacoteca, migliorata, riattrezzata e aggiornata, insomma deve ritornare ad essere e diventare veramente la Pinacoteca che ci serve, cioè con opere dell’800, ma anche del 600, del 700. Attualmente mancano il 900 e il 2000, e tocca a noi provvedere a completare il quadro di una Pinacoteca di tutto rispetto.

 

Arte contemporanea

A Bari serve una cultura del contemporaneo, serve un’ opera che non venga ignobilmente scheggiata, come purtroppo avviene di frequente poiché pazzi si trovano dappertutto. Allora come facciamo? Anche qui vi ricordate cosa ho detto all’inizio: è più facile trovare i soldi per ristrutturare e restaurare che per gestire, la nostra idea, l’idea che io mi sono fatto ascoltando la gran parte dei vostri interventi è banalissima. Secondo me la sala Murat deve diventare uno spazio capace di accogliere un Museo di Arte Contemporanea permanente. Non è più possibile concedere autorizzazioni per l’utilizzo della sala Murat per manifestazioni varie e diverse per genere: rassegne, mostre, sfilate di moda, incontri su tematiche, esposizioni di collezionisti. Dobbiamo uscire dalla logica della provvisorietà e rendere la sala Murat luogo artistico permanente, da visitare in ogni momento e non a periodi su temi diversi che spesso non interessano, come è stato finora.

 

Punto quinto: enogastronomia

Ancora un altro recupero: di fronte alla sala Murat c’è il mercato del pesce, ormai occupato da “cineserie”, come le ha chiamate qualcuno. Qui sarà sufficiente una delibera del Comune che dovrà stabilire l’uso dei locali. Io prevedo che dentro al mercato del pesce, al piano terra, sarà possibile vendere solo prodotti tipici pugliesi e ne abbiamo tanti. Dobbiamo creare un Mercat de La Boqueria, come hanno fatto a Barcelona in Spagna, rendendo appetibile da tutti un luogo che raccoglie generi alimentari tipici della nostra terra. In questo modo otterremo due vantaggi: creeremo un posto dove i baresi che vivono a Bari vecchia possono fare la spesa e il turista che viene da fuori possa fare le foto alle variopinte esposizioni di pesci e comprare i nostri prodotti tipici. Il turismo oggi è fatto anche di queste cose; ciascuna città metterà in mostra quello che possiede per attirare turisti: a Roma troviamo sotto il Colosseo i gladiatori; a Cosenza si trova la “‘nduja“, la cui capsaicina inebria per la piccantezza del prodotto; a Matera sono noti in tutto il mondo i peperoni “cruschi”, croccanti, dolci e delicati; ad Altamura il pane e la focaccia, ormai prodotti internazionali. Chi gira come turista trova sempre un luogo della città visitata che espone i suoi prodotti tipici.

Anche noi faremo la stessa cosa: riserveremo l’esposizione dei nostri prodotti, a cominciare dal pesce che è la nostra nota distintiva, al piano terra dell’attuale mercato occupato dalle “cineserie”, mentre al piano superiore attrezzeremo laboratori, creeremo una residenza artistica con i relativi uffici del polo per il “contemporaneo” a Bari.

 

Il Margherita e l’arte contemporanea

Altro spazio che merita tutta la nostra attenzione è Il Margherita. È tra le strutture più belle della Puglia, ma sottovalutata per l’uso improprio. Io prevedo alcune piccole modifiche. Entrando sulla destra il turista, il barese troveranno un bar e il ristorante con una veduta da mozzafiato, liberando la parete che affaccia sul mare e sostituendola con una grande vetrata. La luce renderà brillante la balaustra intorno e lo spazio riservato al foyer, la sala adiacente al teatro. La zona superiore sarà adibita a spazi espositivi di “Arti Contemporanee”, mentre la grande sala-teatro avrà una platea con l’innovativo sistema delle poltrone a scomparsa, la nuova tecnica di arredamento modulare che ottimizza gli spazi e lo stile del salone-teatro adattandolo alle singole esigenze..

Sarà necessario trasformare il salone-teatro Margherita secondo le necessità del momento, cioè creare lo spazio che manca a Bari per fare concerti Rock, Pop, Club culture da 700 – 800 persone paganti, come ha riferito stamane Fernando Fatelli, che vive a Roma, dove tutte le iniziative hanno l’ingresso a pagamento.

Ovviamente qui occorre un cambio di mentalità e abituarsi all’idea che tutte le manifestazioni culturali che la città metropolitana offrirà al cittadino e al turista devono essere a pagamento, specie nei giorni di venerdì, sabato e domenica quando si registra un maggior afflusso di persone. Il Margherita, poi, offre un altro vantaggio: nessuno si lamenterà per il volume alto dei complessi quando si esibiscono; il posto è sul mare e non ha abitazioni attorno. Il Margherita, a mio parere, deve diventare lo spazio dell’Arte Contemporanea, luogo di ricerca e anche spazio per realizzare iniziative contemporanee con finalità di educazione al bello, di apertura alla novità, di creazione di contatti con i flussi nazionali ed internazionali di turisti, che arrivano in città e che oggi facciamo fatica a intercettare per la povertà dell’offerta.

A gran fatica ci riescono solo in parte gli operatori, i galleristi; spetta a noi creare una cornice pubblica nella quale ci sia un’offerta molteplice, attraente, interessante, moderna. Questo è l’orizzonte nuovo che vi prospetto e va dipinto subito, comunque entro questo primo anno di assessorato. I soldi ci sono, lo ha detto Francesco Palumbo, l’altro giorno, ieri lo ha ribadito in assemblea.

 

La rete dei teatri e il finanziamento

Col Sindaco ci siamo già mossi con richieste ufficiali al Ministro Franceschini, il quale è pienamente d’accordo ad agevolare l’emissione di fondi, perciò mi sono mosso subito proponendo “Godot” per attingere idee da concretizzare e mettere subito in rete per divulgarle convenientemente. Per fortuna ci vengono in soccorso la legge e i decreti, vi invito a leggerli, lo dico in speciale modo a chi fa teatro, ma non solo a loro, perché il Ministero tramite la Direzione Generale dello “Spettacolo dal vivo” ha appena emanato disposizioni sul sostegno ai teatri. Vale a dire in quei Comuni o Regione dove esiste una rete dei teatri collegati tra loro in modo da garantire almeno 1000 posti a sedere e 240 giornate di rappresentazione, Il Ministero, in caso si verifichi la percentuale richiesta, copre col 100% le spese sostenute. Si tratta di una grandissima novità per un settore sempre in sofferenza.

In questo modo il Comune si garantisce per anni il finanziamento statale pieno e completo, cosa che finora non si è mai verificata. Resta a noi, quindi, il compito di mettere in rete le strutture teatrali creando il “Teatro Stabile” di Bari. In sintesi, si tratta di mettere in rete il Piccinni, il Margherita, secondo le varianti che vi ho proposto, il Kursaal Santa Lucia che la Regione riaprirà, spero, tra un paio di anni, il teatro Kismet, il teatro Abeliano che sono due teatri, uno già rinnovato, l’altro è alla ricerca di investimenti; il tutto per creare un polo davvero invidiabile per numero di posti, per giornate di spettacolo.

Se a questa innovazione che coinvolgerà tutti i baresi e gli appassionati di teatro che verranno in città da varie parti della Regione, aggiungiamo il polo dell’Arte Contemporanea, allora davvero offriremo alla cittadinanza innanzitutto e poi ai turisti un servizio culturale di enorme spessore e di forte richiamo.

Tutto ciò comporta una riflessione che farò col Sindaco e con la Giunta se convenga di più creare giuridicamente un Ente che sovrintenda la rete costruita oppure, seguendo i suggerimenti ministeriali che impediscono creazioni ulteriori di inutili carrozzoni, affidare a un unico direttore artistico, competente di arte teatrale e artistica contemporanea, la responsabilità della direzione del nuovo comparto; oppure, procedere con l’affidamento a terzi tramite gara.

Accanto a queste idee ci sono delle urgenze da risolvere in modo prioritario. Ci sono 700 allievi dell’ Accademia di Belle Arti che operano in locali angusti e per nulla adeguati all’attività che professano. Questi sono a contatto col “bello”, creano bellezza con le arti, studiano la bellezza come modello dei loro approfondimenti e di conseguenza non possono restare nella sede di Via Redavid ormai obsoleta e per nulla accogliente.

La proposta è di trasferimento della prestigiosa nostra scuola di Belle Arti e dei giovani, da quella posizione ignobile in cui si trovano, in Fiera; lo ha detto anche Giancarlo Di Paola ed io condivido la proposta, dove c’è spazio e infinite possibilità per i giovani studenti di continuare a creare “bellezza”.

L’idea è di creare una cittadella della innovazione creativa, fare in modo che intorno alla fontana, che potrebbe diventare crocevia della progettualità urbana, regionale, nazionale, sorga una zona franca urbana. Per queste operazioni c’è anche la possibilità di chiedere e di ottenere il riconoscimento finanziario, offrire motivazioni giuridiche per defiscalizzare completamente per 3 anni l’investimento, un’operazione quest’ultima di forte richiamo per tutti quelli che creano le startup più innovative.

Si offre in questo modo la possibilità di richiamare nel nuovo ambiente le imprese artigiane a contenuto creativo, le società che si occupano di moda, di design e anche perché no, i teatri, con le loro compagnie, che oggi pagano migliaia di euro all’anno di fitto, possano andare in Fiera, intorno alla fontana della Fiera, e offrire spettacoli all’interno della cittadella, dove c’è lo spazio per la creatività dei singoli. Dovremo seguire l’esempio della concretezza delle startup delle imprese creative israeliane di Tel Aviv, assurti alla cronaca per la creazione di un incubatore speciale per neo-mamme; la differenza che in Israele ci mettono 40 milioni di euro, noi ci metteremo soltanto un mare di belle idee, ma per realizzarle dobbiamo avere il coraggio di osare.

Il compito di un Amministratore di Ente pubblico non è di tergiversare e lasciare incertezze attorno, ma è quello di approvare progetti da realizzare. Io sono convinto che solo sognando in grande riusciremo a raggiungere obiettivi un po’ più piccoli.

Allora, mi avvio a concludere, io penso che dobbiamo formalizzare questa visione, nutrirla di progetti che devono essere frutto del vostro talento completamente votato al servizio di questa visione, che badate bene è anche la visione del Sindaco che ha inserito nel suo programma. Abbiamo, quindi, l’urgenza di distribuire iniziative sul territorio per rendere più vivo e trasparente il tessuto culturale creativo.

 

Ancòra sulla cultura: le biblioteche di quartiere

La strada da percorrere non è facile, ma risvegliare la coscienza di una intera comunità finora pigra e lenta alla collaborazione, sarà il primo obiettivo da centrare. Altro obiettivo è quello di non dimenticare la cosa più importante: la cultura da considerare come funzione civile fondamentale. A riguardo abbiamo fatto già partire un nostro piccolo progetto che coinvolge i cinque Presidenti dei Municipi, di reperire locali nel loro distretto da adibire a biblioteca e indicare contemporaneamente una figura che possa garantire la copertura di sorveglianza del patrimonio librario e badare all’apertura e chiusura della struttura.

Il Comune di Bari difficilmente potrà distaccare personale per le biblioteche dei distretti, pur avendo 1954 dipendenti. Perciò bisogna pensare di essere autosufficienti: proporre una biblioteca nel quartiere e mettere a disposizione dei cittadini il patrimonio librario raccolto, giacché siamo tutti convinti che ogni abitante della città ha diritto ad accedere a strutture che offrono la diffusione della cultura.

Dobbiamo chiedere aiuto e sovvenzioni a strutture private a enti e associazioni culturali. A Bari ci sono molti gruppi appartenenti ai Lions Clubs e al Rotary Club, possiamo chiedere a questi cittadini influenti e numerosi di dedicare una parte del proprio budget associativo, se lo vorranno, a sostegno di un progetto comune, che ve ne pare? A me sembra una buona idea.

Inoltre possiamo accedere ai benefici di una nuova legge sulla diffusione del valore della cultura emanata dal Ministro Franceschini. Dagli articoli si evince che l’investitore privato, persona fisica o persona giuridica che investe a proprie spese attività di restauro, di ristrutturazione di un bene e in attività culturali, può ottenere uno sconto fiscale del 65%; in effetti, come se avesse messo di suo solo il 35 %. E in aggiunta ha la possibilità di poter dire che ha provveduto in proprio.

La Banca Popolare di Bari, forse non lo sapete, sta per restaurare la piazza proprio di fronte alla sua sede storica in corso Cavour; non possiamo fare lo stesso, non possiamo anche noi costruire un pacchetto organico di misure a favore della città e invitare i privati ad investire, avvisando che gran parte delle spese sostenute verranno rimborsate, secondo la legge del Ministro Franceschini?

Occorre necessariamente essere compatti come un sol uomo, non andare come cani sciolti, ma coordinandoci tra di noi. Su questo sono pronto a dare consigli a incentivare progetti, ma non posso seguirvi se mi chiedete, come ha detto uno ieri durante il suo intervento, di raccomandarvi per accedere a richieste personali in banca.

Su questa idea di realizzare progetti e alimentare ambizioni dei privati l’assessorato alla cultura dà tutto l’appoggio che è sottoscritto anche dal Sindaco e dalla Giunta. Noi assessori non facciamo guerre tra noi, non siamo invidiosi delle iniziative che ciascuno prende, ma siamo concordi nel darci una mano, nel rispetto delle singole competenze.

 

La Caserma Rossani

In tutti gli amministratori è maturata l’idea di andare a caccia di spazi da liberare, di energie da recuperare e mettere a disposizione dei cittadini. Prioritaria sarà la liberazione della caserma Rossani. In proposito abbiamo ascoltato Patrizia Pirro e credo che tutti siamo d’accordo. Dobbiamo in quello spazio, al centro della città, insediare un parco urbano. Sono pronto a partire anche domani: prendiamo una ruspa, buttiamo giù quelle 4 pareti che ostruiscono la scena, tracciamo all’interno velocemente un percorso pedonale, e un altro per ciclo amatori, mettiamo in sicurezza il verde e apriamo subito la caserma Rossani.

Vorrei realizzare questo sogno entro la fine dell’anno, questa è cultura del territorio, questa è la cultura che voglio fare io con voi, un posto dove, messi in sicurezza anche le strutture fatiscenti, si possa fare cultura allargata alla cittadinanza.

Il Comune di Bari ha affidato ovviamente a una impresa il progetto, noi l’ ascolteremo e faremo nostro il progetto, però voglio dirvi, liberare gli spazi significa osare un po’ di più, significa rifiutare la teoria di molti che invece vorrebbero chiudere gli spazi, qui per fortuna non è emerso questo tema, ma si sa che alcuni dicono: piazza Umberto la rendiamo più sicura se la notte la chiudiamo con dei cancelli.

Non sono d’accordo con costoro, io sogno piazza Umberto e la città di Bari come luoghi aperti. La nostra deve essere una città in cui l’africano, il rom, altri gruppi etnici e mio figlio devono convivere stando tutti insieme in spazi liberi e aperti. Occorre solo qualche progetto per rendere possibile tale convivenza senza le barriere da carcerati. Ne abbiamo discusso in Giunta e siamo arrivati ad accordi possibili.

Ecco perché ho invitato il Dirigente della Fondazione con il Sud, per sapere come si muove all’interno della sua Fondazione, come la finanzia, come realizza progetti attraverso la promozione di bandi e iniziative. Sappiamo che la Fondazione stimola il territorio a produrre risposte concrete alle esigenze locali, favorendo la messa in rete di idee e competenze diverse, sostenendo progetti e interventi efficaci sul piano dello sviluppo del capitale sociale.

Seguendo questo esempio noi acquisteremo sicurezza e diventeremo protagonisti del nostro sviluppo sociale ed esempio per le giovani generazioni. Potrebbe essere un modo per diventare lobbies, gruppi che si muovono all’unisono; difatti,quello che ci manca è l’unità di coordinamento, risultiamo sempre disuniti e sparpagliati ognuno nel proprio guscio di piccolo cabotaggio, noi invece, dovremmo creare le lobbies e muoverci con convinzione e competenza sfrenate per promuovere l’infrastrutturazione sociale della nostra città, del nostro territorio.

Oggi a Bari stanno arrivando centinaia di ospiti dall’India, qualcuno può storcere il naso e dire: che brutto, non va bene, dite quello che vi pare, però i Gotan Project, il gruppo musicale francese, Shakira, la cantante colombiana che viene in Puglia a tenere un concerto tra gli ulivi a Fasano, forse vogliono significare che abbiamo lavorato tutti bene in una ottica di attrattività territoriale.

Dovremmo operare ad analogia della Destination Management Organization, quel soggetto che assume il ruolo di regista della destinazione a vocazione turistica, come ha detto la Favuzzi, ed essere in grado di creare un legame tra i vari operatori del settore per elaborare insieme un progetto strategico di offerta turistica. In questo modo se costruiremo un insieme di politiche unitarie soddisferemo l’attrattività nazionale, soprattutto se costruiremo andando a cercare soldi per finanziare i progetti.

Io per 7 anni ho fatto alcune cose bene, una però l’ho fatta proprio benissimo, ero uno stalker dei soggetti che finanziano, questo voglio fare per voi, voglio mettermi alle calcagna e sulla pista di chi ha i soldi e portare soldi a Bari, perché i soldi nel civico bilancio, amici miei non bastano più, sono sempre pochi, con i soldi del civico bilancio a disposizione ci facciamo il minimo indispensabile.

 

Museo Civico

Vado davvero a chiudere lanciandovi un’altra idea: museo civico, in questo disegno il museo civico che cosa deve essere che cosa è se non il museo che racconta la città, la sua storia, non c’è un posto a Bari in cui venga raccontato ai nostri figli chi siamo, da dove veniamo e dove stiamo andando. In tutte le città del mondo, il museo civico deve svolgere questo ruolo, il nostro, quello collocato nella città vecchia, non lo fa, non è in grado di rispondere all’esigenza che vi ho prospettato. Anche su questo stiamo preparando un bando per affidarlo, forse a privati.

Al Piccinni, il collega dei lavori pubblici ce lo può confermare, i lavori termineranno nella primavera del 2016, sono lavori lunghi di restauro, complessi, non sono lavori di semplice ristrutturazione degli ambienti. Una volta terminati i lavori lo mettiamo in rete e facciamo il teatro nazionale secondo l’idea che vi ho descritto prima.

E ancora sui fondi, l’amica Elisabetta Pani che è intervenuta ieri con veemenza ci ha ricordato la necessità di rendere trasparenti i contributi, ebbene, anche su questo punto, lo dico a coloro i quali fanno teatro in una struttura dove possono sbigliettare, anche su questo posso dirvi che a me convince molto la proposta che ha fatto ieri la Pani, mi convince molto perché c’è scritto anche nel programma del Sindaco, trasformare la modalità di contribuzione che oggi è a pioggia, cioè un poco a tutti per non scontentare nessuno.

La musica deve cambiare: va messo al primo posto chi riceve il beneficio, cioè lo spettatore e la responsabilità resta a colui che offre lo spettacolo. Un esempio per chiarire meglio. Noi siamo qui e in mezzo a noi c’è Antonio Decaro che rappresenta tutti noi che lo abbiamo scelto votandolo. E lui si assume la responsabilità delle scelte che faranno i suoi Assessori ai vostri occhi, alla stessa maniera chi fa teatro si assume ogni giorno la responsabilità di soddisfare il proprio spettatore, allora possiamo mettere il diritto di scegliere non in mano a me, o all’Assessore di turno.

Chi sono io per dire che Pignataro è preferibile a Vito Signorile? Non spetta a me la decisione di scegliere chi sia il migliore, è ingiusto da parte mia arrogarmi il diritto di scelta, occorre un criterio oggettivo per determinare cosa è arte e cosa è utile al cittadino e cosa non lo è. In campo teatrale lo possono fare soltanto gli spettatori; quello che vogliono gli spettatori è sacro, così forse, ci diceva la Pani, costringiamo anche voi operatori a crescere, ad andare più incontro allo spettatore, a rendere la vostra capacità produttiva più coerente con le esigenze. Ripeto è una idea che arriva anche dalla platea, ho sentito un intervento ieri che mi ha acceso una lampadina, è tutto da studiare comunque.

Posso assicurarvi che tutti coloro i quali hanno idee bellissime, le espongano liberamente, noi le renderemo applicabili, misurabili e effettivamente realizzabili: portatemi una tabella in formato excel dalla quale facilmente si potrà desumere l’andamento del progetto e della sostenibilità e io sarò felice di consultare velocemente l’effettiva consistenza della proposta e l’esito della stessa. Se così sarà noi faremo politica insieme poiché non parliamo solo di bei progetti ma li rendiamo realizzabili.

 

Il Petruzzelli

Ancora, qualcuno ha detto che sono gravi le dichiarazioni del sovraintendente del Petruzzelli. Ora voi sapete che il Petruzzelli è una istituzione culturale che drena risorse, perché? Il perché ce lo ha fatto intendere Biscardi: il teatro di tradizione lirico- sinfonica è costoso e rende poco in quanto non si può monetizzare l’arte. Pur tuttavia il Petruzzelli costa alla comunità per una stagione lirico-sinfonica 13 milioni. Se voi consultate la tabella del ministero che finanzia gli enti lirico-sinfonici, il teatro Petruzzelli è all’ultimo posto, perfino il teatro stabile di Cagliari, per esempio, è sopra di noi, città con meno abitanti, meno tradizioni culturali e certamente meno notorietà teatrale di noi.

Eppure in questa sala qualcuno ha detto che sono troppi i soldi dati al Petruzzelli. Io non lo so se sono troppi o pochi però ho chiesto, e lo ha chiesto il Sindaco, che è il Presidente del Consiglio di Amministrazione, di moralizzare quella spesa, di renderla trasparente, di dotarci di un codice etico, di un regolamento, lo ha detto qui anche il Sovraintendete, la differenza sapete quale è rispetto ad altri territori? Che qui da ora in poi voi cittadini avete un palco da dove parlare e chiedere trasparenza e ciascuno si assumerà la responsabilità di quello che dirà.

Abbiamo ascoltato il Sovraintendente e risponderà delle sue affermazioni davanti a noi amministratori e davanti a voi cittadini. Comunque l’unico modo per invogliare i cittadini a partecipare alla costruzione di un progetto come quello del Petruzzelli è di moralizzare la spesa e rendere trasparente ed efficiente tutta la gestione.

Ora io non so se ce la faremo a fare tutto quello che abbiamo prospettato in questi giorni, durante questa meravigliosa prima audizione generale di “Aspettando Godot”.

Ho ascoltato proposte interessanti, avete prospettato idee bellissime. Molti mi hanno elogiato perché non ho abbandonato la postazione. Sono rimasto con voi per tutto il tempo dell’audizione ascoltando interventi intelligenti, interessanti ognuno con la propria impronta personale accigliata, calma, irruente, ma tutti gli interventi propositivi.

A questo serve un amministrazione a riconoscere nell’altro una persona che è tuo amico ed io lo prometto qui, voglio considerarvi sempre amici, non avrò mai nemici, siete tutti uguali di fronte all’istituzione che rappresento. Voglio assolutamente che sia condivisa l’idea che i soldi pubblici sono di tutti e non solo di alcuni amici dell’assessore e si rendiconteranno in modo trasparente e pubblico.

E allora ci dobbiamo dare appuntamento presto non mi accontento di dirvi ci vediamo tra un anno, inventiamoci un modo, troviamo un modo per rivederci che non sia necessariamente il format di “Godot”, ma un momento in cui possiamo fare un bilancio a medio termine perché le politiche di sviluppo culturale sono le politiche più difficili da gestire e ciascuno di voi si sente spettatore e attore della politica che si sta attuando e di conseguenza ha tutto il diritto di dire quello che è giusto e quello che non è giusto, esattamente come nel gioco del calcio tutti si autoproclamano mister.

Tutti siete assessori alla cultura e al turismo perché tutti siete turisti e fruitori culturali e molti di voi ovviamente anche produttori culturali. Quindi davvero ci siamo, l’unico modo che io penso per teatralizzare quello che noi abbiamo, narrarlo in maniera organica è quello di osare di più, avere coraggio di agire; da parte mia sarà indicato solo il punto di arrivo.

Andiamo avanti, quindi, uniti e compatti e ce la faremo. Altrimenti finiremo sicuramente come finisce quel meraviglioso capolavoro di Federico Fellini, i Vitelloni, che dopo varie peripezie, dopo aver girato, fatto casino, messo incinta ragazze, dopo aver giocato e cazzeggiato, arriva la voce fuori campo e annuncia: c’è Moraldo, uno dei cinque personaggi, interpretato da Franco Interlenghi, che ad un certo punto un bel giorno alle 5 del mattino ha preso il treno e se n’è andato. Anche io vi dico: se uno solo di voi se ne andrà, da qui a 5 anni, io avrò fallito.

Grazie per l’ascolto.

Bari- Sala Murat, 3 Settembre 2014

Silvio Maselli

***

GLI INTERVENTI

……-cominciamo con soli 30 minuti di ritardo che per questa città è un obiettivo raggiunto, due parole soltanto , su come funzioneranno queste due giornate, prima di dare la parola al sindaco di Bari Antonio Decaro e dare vita al confronto. Abbiamo pensato ad una modalità come quella che vedete qui, di favorire le prescrizioni così da darvi il tempo di preparare un intervento che possa essere denso ma racchiuso in 7 minuti, così da dare la possibilità di intervenire alla maggior parte di voi, abbiamo al momento più di 120 iscritti a parlare ed un ritardo su scaletta di mezza ora, ma questo è fisiologico. L’invito che vi faccio dunque è di rispettare la consegna dei 7 minuti che noi vi ricorderemo con un display con il conto alla rovescia, che gli interventori hanno qui davanti ai loro occhi e noi spettatori avremo davanti ai nostri occhi sullo schermo, per coloro i quali tra voi intendono mostrare delle slaide , cioè mostrare un power point o altri file vi prego di consegnarli adesso o comunque pochi minuti prima di intervenire alla segreteria organizzativa che è qui alla mia sinistra e alla vostra destra perchè possano essere caricati sui computer, vi ricordo che la scaletta è definita, io o la dottoressa Dibol(?) la responsabile della ripartizione del mio assessorato avremo il compito di annunciare l’intervento immediatamente successivo e quello successivo ancora così da ricordare e di consentire di prepararvi. Alla fine della giornata gli orari sono sempre gli stessi, 9,30-13,30 con una pausa di un’ora e mezza poi ripresa alle 15 per chiuder alle 18,30, domani pomeriggio sono previste le conclusioni dell’assessore alle 17,30 che proveranno a tenere la sintesi di quello che ci siamo detti in questa 2 giorni. Vi ringrazio di essere intervenuti, così numerosi e la dimostrazione che non sollo c’era un bisogno ma c’è moltissima voglia di esserci e di discutere e passo la parola con piacere, al sindaco di Bari, Antonio Decaro.

ANTONIO DECARO – buongiorno a tutti, noi apriamo questo mese di settembre con un confronto, dal quale ci aspettiamo di poter definire quelle che saranno le linee del programma delle culture e del turismo nella città di Bari, l’idea che ha avuto Silvio Maselli è quella di ascoltare dal vivo la voce di coloro che, a diversi livelli operano nel settore della cultura e del turismo nella nostra città offrendo a loro una possibilità che è una opportunità per l’amministrazione quella di fornire un contributo, anche se limitato a 7 minuti e mezzo, per definire quello che dicevo prima , le linee programmatiche della cultura e del turismo nella nostra città. Devo dire che la speranza che avevamo era quella di un dibattito partecipato, ampio, ci sono 120 interventi , ha detto Silvio prima, la presenza numerosissima di molte persone oggi che . colgo l’occasione per ringraziare , dimostrano che arriva Godot, ha dato comunque una risposta, una risposta alla esigenza della città di partecipare, di condividere, da un lato esperienze, professionalità, dall’altro lato ,forse, anche delle proposte e progetti per la crescita della nostra unità, la crescita della nostra città e di tutta l’area metropolitana tra poco, quindi credo che arriva Godot , abbia dato una risposta in questo senso, anche perché si sente una necessità in giro, quella di sentirsi partecipi di una nuova idea di cultura nella città di Bari e credo si senta anche la necessità di liberare delle energie che credo possano stimolare attraverso la cultura e il turismo anche una nuova idea della città, città che deve farsi trovare pronta alle sfide che ci attendono a partire da quello che ho già detto prima, dall’area metropolitana, non so quanti di voi sanno che siamo la quinta area metropolitano del paese, Bari ha 320 mila abitanti con tutti i 41 comuni della ex provincia, ora area metropolitana, tra qualche mese siamo 1 milione e 200 mila cittadini, siamo la quinta città metropolitano del nostro paese dell’Italia. Arriva Godot è anche un metodo di governo per noi ,l’ho detto più volte, anche in campagna elettorale, il sindaco siamo noi, nel senso che una amministratore può avere una idea intelligente, è già difficile che i politici riescano ad avere delle idee intelligenti ,però quando le hanno se non le condividono con i cittadini sicuramente non riescono a renderle efficaci, quindi arriva Godot è un metodo di governo, quale è il metodo di governo? Quello di porre davanti ad ogni scelta, comunque il metodo della condivisione e della partecipazione, quindi chiudendo colgo l’occasione per ringraziare Silvio Maselli, assessore alle culture, lo abbiamo voluto chiamare proprio così assessore alle culture e al turismo che avrà un compito non semplice , che sarà quello poi alla fine dei lavori del dibattito, trarre le conclusioni e indicarci le strade per i prossimi anni, sia per le culture, sia per il turismo e mi permetto di ricordare, prima di passare la parola ai partecipanti che ci hanno onorato oggi con la loro presenza , dicevo di ricordare una donna straordinaria, da un lato intellettuale dall’altro imprenditrice, che è riuscita a proiettare la città di Bari oltre i confini nazionali, grazie al proprio spirito creativo e al coraggio , un coraggio fuori dal comune, ovviamente mi riferisco a Marilena Bonomo. Grazie buon lavoro a tutti.

….- grazie al sindaco, la parola a Pietro Pantaleo di centro d’arte 89, 7 minuti grazie e subito dopo l’assessore regionale alla cultura mediterraneo e al turismo Silvia Godelli.

PIETRO PANTALEO –buongiorno a tutti, chiaramente non me l’aspettavo, è una emozione essere il primo a introdurre questo incontro, mi chiamo sono appunto Giulio(?) Pantaleo sono il presidente di questa associazione che aderisce alla fedec federazione delle associazioni culturali della città di Bari……quindi porgo il saluto al sindaco di Bari, a Nicola Decaro, e a tutte le autorità presenti e ringrazio per l’invito a questa prima conferenza generale . Il mio intervento ha un titolo, Bari e il mediterraneo, un mare di cultura possibile, essere il primo è già un’ansia per me, ma se qualcuno non mi conosce molto, ho 35 anni di esperienza sul territorio , io vivo a Palese , nella prima circoscrizione, faccio la maggior parte delle mie attività su quel territorio ma mi sto estendendo oltre Bari e la Puglia, il centro d’arte 89 è stato appunto fondato nel 1989 da Graziano Miglietta, un pittore, un’artista pugliese abbastanza conosciuto, io poi ho portato avanti con le sue affinità la promozione dell’arte e della cultura a cui si è aggiunta in seguito Lama Balice, parco naturale , regionale,una risorsa di habitat e biodiversità importanti, interessanti. L’ avvento del social network è stato per noi un vantaggio, infatti con due pagine Lama Balice.it e centro arte 89 che sono molto seguite siamo diventate come tanti amici intorno ad un tavolo rotondo e ci confrontiamo ogni giorno secondo le nostre giornate. Il Mediterraneo , per Bari è sempre stata un sfida e altrettanto una importante risorsa per gli scambi, la porta che si apre ad oriente per ospitare le genti e per confrontarsi nei progetti comunitari, 7 minuti non sono molti ed io non ho da proporre i progetti, ma una metodologia che quando funziona produce i suoi frutti di inestimabile valore, una metodologia che io esperimento da molti anni e che appunto ha portato alla fondazione, alla costituzione della fedac, ma ha portato anche alla costituzione della rete delle associazioni della Lama Balice di cui fanno parte 9 altre associazioni. Io già dal 1998 ho iniziato, diciamo, a confrontarmi con tanta gente, ho iniziato con Enzo Varricchio, ho iniziato con Gino Locaputo, con Angelo Neve, con Nicola De Matteo, con Fabrizio Ferrandino, con Sergio Chiaffarata, con Peppino Saracino, con Tiziana sala e chissà con quanti altri ancora dovrò farlo. L’azione magica per me, e diciamo per chi condivide, con noi le iniziative , è proprio quella che oggi stiamo facendo qui, incontriamoci ,l’abitudine deve essere il confronto, quindi confutiamoci, e il metodo deve essere quello di concertarci, di stare insieme e qualsiasi cosa abbiamo da dire , da fare, lo dobbiamo condividere. Il mediterraneo è appunto, un mare, immenso, come grandezza è una immensità, dove il linguaggio universale, comprensibile, anche senza parole , passa attraverso la musica, lo sport , l’arte , i beni naturalistici, i beni architettonici, i beni storici, tutto quindi è possibile in questo mare, il Mediterraneo in cui il mare si affaccia, quindi incontriamoci, confrontiamoci, programmiamo e alla fine cerchiamo di fare tutti insieme un bel concerto. Grazie

…- la parola all’assessore regionale Silvia Godelli e si prepari Stefano Murciano

SILVIA GODELLI – mi aspetto un….e rischio che io parli 35 ore e non 7 minuti e allora vado subito al dunque anche perché il tema di questa conferenza di programma è composito, mette insieme cultura e turismo, e già questo richiederebbe una riflessione, però su questo dico la mia subito. La cultura non è ancella del turismo, nonostante io abbia, come è noto, entrambe le deleghe credo che l’intervento culturale debba avere gli obiettivi specifici, anche se , caso Puglia, dall’arricchimento culturale del territorio è scaturito un brend(?) caso specifico, molto interessante , non unico in Italia, ma che non smentisce il primo assunto, la cultura è un obiettivo in sé, perché lo dico? Perché in questa nostra terra , fino a non molti anni fa, non c’era una politica culturale, quando dico questa nostra terra, ovviamente io rappresento una istituzione regionale e quindi parlo della regione, abbiamo cercato di costruire delle effettive strategie in materia di sviluppo culturale del territorio , delle strategie che hanno avuto dei crismi e delle definizioni molto specifiche. Prima di tutto stabilità e carattere professionale delle attività , perché questo consente qualità e continuità , questo ha a che fare ,logicamente, con le attività dello spettacolo dal vivo, con quelle del cinema, con quelle dell’arte contemporanea, con i proventi di sostegno alla lettura e così via che sono tutti i temi che abbiamo sviluppato. Io mi aspetto che il comune di Bari, nella sua nuova definizione programmatica, perché è una nuova amministrazione, persegue esattamente questi obiettivi, continuità e stabilità delle iniziative, in mancanza dei quali requisiti, il rischio è quello dell’effimero, dell’usa e getta, di un consumismo culturale che poi non costruisce e soprattutto , poi, non destina alle nuove generazioni degli obiettivi effettivi di crescita. Questo è il secondo aspetto che voglio richiamare, i destinatari dell’intervento culturale, sono soprattutto , i giovani, non possono essere soprattutto i giovani, e giovanissimi perché sono quelli che hanno diritto a crescere sotto il profilo culturale, e questo è un diritto che le amministrazioni territoriali e locali devono assolutamente salvaguardare, di qui per l’appunto stabilità, continuità, professionalità e obiettivo giovani. Noi abbiamo lavorato in questo senso, mi sembra del tutto evidente cari amici, care amiche, che non racconterò cosa ha fatto la Puglia metà di quelli che sono in questa sala hanno rapporti stabili con l’amministrazione regionale, con il mio assessorato, abbiamo indotto percorsi comuni e credo che non sia assolutamente utile, né interessante raccontare quello che abbiamo fatto. C’è invece da raccontare quello che c’è da fare e non è stato conseguito, quello che non è stato conseguito, io lo dico con molta chiarezza è un rapporto virtuoso con tutte le amministrazioni locali, cioè una capacità reciproca di incubare programmi, non una idea strumentale di come alimentare lo sviluppo, la regione detiene una quantità di risorse sicuramente maggiore nella somma delle risorse che fanno parte agli enti locali e ai comuni però questa modalità se avviene attraverso una idea di programmazione complessiva al cui interno le amministrazioni locali virtuosamente interscambiano obiettivi con l’amministrazione regionale può permettere di lavorare effettivamente, con forme costruttive e guardare al futuro, ve lo dice per altro un assessore che ha lavorato, ormai, quasi 10 anni nel campo dell’intervento culturale nel mondo dello spettacolo conseguendo anche risultati interessanti rilevati a livello nazionale e anche internazionale ma non sempre sufficientemente dialettici dal punto di vista della relazione con i comuni, con gli enti territoriali. Ultimo punto che vorrei sviluppare , perché penso di stare per raggiungere i 7 minuti, è il tema del turismo, questo perché la sua specificità non è riducibile ad una derivazione delle politiche culturali, io non sono d’accordo su chi ritiene strettamente interdipendente questi due aspetti perché il turismo è una dimensione dello sviluppo economico, dello sviluppo economico del territorio perché la cultura è una dimensione dello sviluppo civile del territorio, dunque rappresenta un antefatto. Il turismo va professionalizzato, questo è lo sforzo che noi abbiamo compiuto nel corso di questi anni, puntando ovviamente ad arricchire ed a rendere conoscibile ,permeabile il brend(?) Puglia, ma soprattutto puntando a costruire politiche e strategie di promozione, di sostegno del territorio sotto il profilo turistico che avesse dentro di sé l’ottica della professionalità, l’ottica dello sviluppo economico del territorio stesso. Mi permetto di dire che siamo riusciti, non è per portar vanto, ovviamente, ma questo è un risultato collettivo, la Puglia anche quest’anno è tra i pochi territori italiani che hanno conosciuto una ulteriore crescita, la nostra crescita e questo è fondamentale si chiama turismo internazionale, si chiama turismo che viene dall’estero, si chiama possibilità di alimentare nell’immaginario collettivo di un mondo fortemente competitivo, il mondo sempre più piccolo dal punto di vista dei collegamenti e della mobilità, una idea di Puglia come luogo dove si desidera arrivare a compiere una esperienza. In questo senso dentro c’è la cultura, ma ci sono anche tante altre cose, c’è l’ambiente, c’è la realtà della natura, ci sono i beni culturali, c’è l’accoglienza, c’è una dimensione umana delle nostre genti e c’è anche una capacità di alimentare il territorio, l’agricoltura che sono le nostre più tradizionali ricchezze. Questo io penso e su questo credo che sia veramente necessario costruire una relazione stabile con la città di Bari, bari è il capoluogo di questa regione, Bari è città metropolitana , lo ha detto il sindaco, con una capacità di aggregazione e di rappresentanza particolarmente significativa a livello nazionale, io mi permetto di dire quello che penso, Bari può e deve essere una capitale del sud. Noi abbiamo provato come Puglia a spirare a questo obiettivo di rappresentanza dell’intero Mezzogiorno, tale obiettivo sarà ancora più sicuramente arricchito e colto se la città di Bari avrà una ambizione da capitale, popolare, colta, turistica, socialmente equa , un luogo dove si viva bene e dove si possa arrivare con gioia e con piacere. Grazie

… – grazie alla professoressa Godelli, Stefano Murciano e dopo anche Angela Barbanente.

STEFANO MURCIANO – buongiorno a tutti, sono Stefano Murciano, direttore artistico della Bauta di teatro Bravoff, teatro Bravoff è un esperimento che nasce da qualche anno perché la Bauta, l’associazione culturale la Bauta che lavora da 25 anni sul territorio ha deciso di investire nei giovani, under 35, per questo tramite una convenzione con l’università di Bari perché all’università di Bari ci sono due indirizzi di studio, uno di letteratura teatrale e l’altro di scienze dello spettacolo e della produzione multimediale, insieme si arrivasse a un obiettivo che è quello della distribuzione teatrale. In Puglia le piccole realtà di produzione che possono circuitare hanno grosse difficoltà poiché i grandi circuiti speso e soprattutto non , diciamo, danno l’uso ma anche la possibilità di potervi accedere, per questo, questo stage , segue l’ottica della programmazione, della produzione, della distribuzione di uno spettacolo teatrale che nasce all’interno dell’università e che accosta gli studenti a dei professionisti per far sì che si raggiunga un obiettivo, quello di mettere in scena degli spettacoli ma soprattutto arrivare ad un’attività produttiva che è la realizzazione di una rassegna. Questo esperimento ha dell’off perché, forse di on c’è ne troppo, dal mio punto di vista in tutta Italia, forse da tutte le parti, off perché è il teatro che spesso teatro non si fa nei contenuti, nell’organizzazione, si cerca semplicemente di stare attenti ai dettagli e questo lo si fa in maniera collettiva, lavorando tutti insieme con spirito di trovare imprenditoria soprattutto di giovani, dal teatro Bravoff, l’anno scorso, grazie al bando sosteconomy startap di micro impresa innovativa giovanile del comune di Bari, noi e un gruppo di ragazzi abbiamo partecipato a questo bando, perché come dicevo prima il nostro obiettivo è la distribuzione e allora abbiamo creato questo marchio che è Puglia off perché crediamo fermamente che la cultura possa avere un brand, la cultura a basso costo possa avere un brand, che è quello di diffondere le giovani idee a basso costo. Sono enormi, è enorme il numero di spazi, non ufficialmente teatri, teatri ufficialmente teatri, compagnie teatrali, spettacoli, e organizzatori all’interno della regione Puglia. Tutti questi, però, non sono mai stati censiti, perché appunto o non vengono riconosciuti o ancora meglio sono sicuramente raggiungibili per la stragrande maggioranza delle produzioni teatrali e per questo che noi abbiamo creato questa iniziativa che traduce in un sito internet e all’interno del quale ci si potrà iscrivere come operatori teatrali, spettacoli o teatri per fare in modo tale che si si possa incontrare in rete, il teatro oggi non si ferma in teatro ma vive sui social network, vive sui giornali, on line, vive anche fuori dal teatro e per questo noi abbiamo intrapreso questa strada. Il nostro obiettivo sarebbe quello di creare una circuitazione mettendo in relazione tanti spazi che abbiano in comune la qualità, il basso costo e soprattutto la possibilità per i giovani di avere una continuità nel loro investimento culturale e produttivo. Grazie

…- Grazie a Stefano Murciano, la parola all’assessore regionale ai beni culturali Angela Barbanente, si prepari Mimmo Mongelli

ANGELA BARBANENTE – buongiorno a tutti io ogni volta che ascolto la mia collega Godelli, mi sento meglio perché, mi rendo conto, che anche senza parlarci c’è una visione ormai consolidata nelle politiche regionali che consente a queste di coordinarsi senza parlarsi. Il tema della cultura come elemento cardine per lo sviluppo civile del paese e non come mero strumento per la produzione del turismo è alla base della nuova legge in materia di beni culturali della regione Puglia, io vorrei cogliere l’opportunità di questa giornata, organizzata dal comune di Bari, di cui ringrazio, e della presenza di tanti operatori per focalizzare l’attenzione sulla nuova legge organica in materia di beni culturali che la regione Puglia ha approvato nel 2013, perc hè è lì che noi troviamo condensati i principi , i criteri e le visioni che abbiamo attuato, messo in pratica senza una cornice organica normativa negli anni passati considerato che la regione Puglia non aveva una legge in materia di beni culturali dai primi anni 80, cosa sono i beni culturali in attuazione del codice dei beni culturali e del paesaggio? Sono gli istituti e i luoghi di cultura, sono i musei, sono gli archivi, sono le biblioteche, sono i beni monumentali e i beni culturali nel loro complesso. La politica regionale si incardina su alcune parole chiave: la prima parola chiave è quella di programmazione, una programmazione triennale regionale che vede un approccio sia dall’alto verso il basso della regione che definisce, indica , esplicita le proprie linee di intervento sia dal basso che dall’alto attraverso la programmazione integrata e la possibilità e Bari è città metropolitana di proporre non solo come singoli comuni ma auspicabilmente come aree vaste programmi alla regione, lo strumento attuativo è l’accordo di valorizzazione ai sensi dell’art. 112 del codice che aggiunge alcuni elementi importanti di condivisione e di istituzionalizzazione dei rapporti coinvolgendo da un lato altri enti, in primis il ministero per i beni e le attività culturali e dall’altro i soggetti privati. Questa è la prima grande innovazione in una regione che non ha mai programmato in materia di beni culturali prima del nostro insediamento e che oggi si è data una legge per costruirla. L’altro aspetto della parola chiave è quella della partecipazione e si aggancia naturalmente allo strumento della programmazione integrata coinvolgendo non solo gli operatori del settore ma soprattutto , direi, i fruitori dei beni culturali. Noi abbiamo bisogno di aprire i beni culturali, di eliminare dal nostro orizzonte di comportamenti la visione proprietaria dei beni culturali, i beni culturali vanno promossi, vanno resi nella misura del possibile , accessibili e aperti, frequentare i beni culturali deve diventare, innanzitutto una esperienza per i cittadini della nostra regione e poi anche per chi visita i nostri territori. Altro aspetto di gande importanza è l’introduzione degli standard di qualità, e qui mi richiamo proprio all’intervento dell’assessore Godelli, che ha posto l’accento sulla qualità dei professionisti che si occupano di beni culturali, standard di qualità non significa solo avere musei, archivi, biblioteche e beni culturali accessibili, aperti e anche per la didattica , alle scuole ad ogni tipo di popolazione, di abitanti della nostra regione o di visitatori, significa soprattutto che i nostri beni culturali devono essere beni culturali al servizio diretto dei nostri cittadini per elevare la cultura degli stessi, quindi questo è un altro aspetto importante e questo lo possono fare solo dei professionisti dei beni culturali che siano in grado di interloquire e di comprendere i bisogni dei diversi soggetti. Noi lavoreremo nei prossimi mesi alla costruzione degli standard di qualità, lo faremo con un metodo partecipato e quindi naturalmente coinvolgendo sia gli enti locali sia gli operatori del settore, a questa programmazione si ancora l’uso delle risorse , guardate le risorse ci sono in materia di beni culturali, ci sono oggi le risorse dell’accordo di programma quadro sui beni culturali che già nei capitoli che noi abbiamo individuato rappresentano, una prospettiva di innalzamento della qualità del territorio in maniera integrata rispetto ai beni paesaggistici, ai beni ambientali, ai beni anche infrastrutturali di un territorio, il bene culturale non può essere considerato avulso dal contesto, fare esperienza di un bene culturale significa poter passar l’intera giornata anche con la famiglia in quel bene culturale, quindi l’offerta deve essere ampia e quindi il sito del bene culturale deve essere reso da politiche integrate più accessibile, più gradevole, più attrattivo, ed è questa anche la ragione per la quale occorre uno sforzo di cooperazione e di collaborazione in un paese nel quale le competenze sono particolarmente frammentate. Riqualificazione , leggo solo i titoli e chiudo con questo, riqualificazione del sistema bibliotecario regionale, Bari deve avere una grande biblioteca pubblica non è pensabile che una città capoluogo regionale non abbia una grande biblioteca pubblica che oggi è anche luogo di inclusione sociale, luogo di crescita dei saperi,, luogo della multiculturalità che va ad integrarsi e a confrontarsi con altri pensieri e altre strutture. Il sistema archivistico, il restauro e la valorizzazione del patrimonio architettonico e artistico, la rete dei teatri costruita in sinergia con l’assessorato alla cultura , aree e parchi archeologici abbiamo un patrimonio archeologico e paleontologico di grandissimo valore nel nostro territorio che fa della Puglia un unicum a livello nazionale che ha bisogno di essere valorizzato infine habitat rupestri e ipogeo, tutti questi temi interessano i comune di Bari perché Bari ha per ciascuno di questi beni delle risorse di grandissimo valore. Quindi buon lavoro a tutti noi per l’ immediato futuro.

…- Grazie all’assessore Barbanente alla qualità del territorio della regione Puglia, la parola a Mimmo Mongelli o a chi lo sostituisce per la lettura di un documento e subito dopo Mariapina Mascolo….chi legge l’intervento per Mimmo Mongelli? Prego

…. – Salve, non sono Mimmo Mongelli, non è potuto essere qui, è impegnato in un festival di cinema in Romania è uno dei giurati, io sono il direttore del levante international film festival vi leggo uno studio che mi ha consegnato Mimmo Mongelli. Allora ‘è uno studio fatto per una economia culturale sulla conferenza della cultura che è stato fatto qualche mese fa, questo studio parte dalla considerazione della centralità della industria culturale e creativa dello sviluppo civile, sociale ed economico della comunità, la città di bari ha da troppo tempo abbandonato qualsiasi intervento nei settori produttivi, distributivi , promozionali conservativi delle attività dei beni culturali, lo stato dei teatri e dei musei e l’abbandono in cui versano tanti spazi grandi e piccoli una volta destinati ora non più allo svolgimento delle attività di spettacolo e altro e la chiusura di molte sale cinematografiche, la chiusura di molte aziende attive nell’ambito della cultura, la quasi esclusiva attenzione al teatro Petruzzelli malgrado una gestione spesso a dir poco deludente e la mancanza di prospettive per i giovani artisti uscite dalle numerose accademie, conservatori, scuole, facoltà universitarie presenti sul territorio, oltre la scarsa considerazione di cui soffrono la grand parte delle strutture operanti nel settore e molto altro ancora porta a dimostrare una sostanziale cecità dell’amministrazione comunale fasata che non ha quasi saputo mai rispondere alle reali esigenze cuturali dei cittadini, né saputo cogliere l’importanza di un’economia prodotta dal settore che altrove, invece, risulta trainante nello sviluppo del territorio. E’ notorio inoltre, che dove c’è cultura ci sono meno atti criminali , meno precarietà sanitaria, meno ingiustizie, rapporti improntati al rispetto umano e ambientale e viene riconosciuta la libertà degli individui nonché una elevata educazione civica. Da questo una serie di proposte, però, partendo da questa base facciamo anche una serie di proposte, un sostegno diretto ai cittadini nell’accesso diretto all’offerta culturale del territorio, una riforma sull’equilibrio dell’inteventi pubblici , privati e le economie produttive, questione di primaria importanza è di stabilire equilibrio tra investimento pubblico e quello privato nella gestione dei beni e dell’attività culturali consapevoli che il problema vada affrontato più che a livello cittadino nel quadro nazionale con degli strumenti tipo quello del tax credit, che dal cinema si allarga a tutti i settori della promozione, distribuzione e conservazione di beni e delle attività culturali per sostenere realmente questi settori al di là dunque dell’adeguato decreto Franceschini, il tema si ripropone comunque nello specifico per Bari, la futura amministrazione deve dotarsi di una serie di strumenti per sostenere l’economia culturale del territorio contrariamente a quanto fin qui avvenuto, non è solo l’intervento finanziario per altro ormai reso impraticabile dall’attuale crisi economica, lo strumento che va adottato piuttosto gli organismi professionali vanno aiutati con una serie di servizi volta a garantire la gratuità delle strutture ospitanti, i trasporti pubblici dedicati, i sistemi di informazione e promozione del pubblico, l’intervento finanziario può invece essere previsto in forme diverse da quello del contributo alle compagnie professionali che a tutt’oggi sono alla base di un sostegno di un progetto o di una stagione artistica, può avvenire con interventi volti ad aumentare la presenza del pubblico nelle sale quindi la restituzione di una quota parte direttamente allo spettatore o in credito di imposta dei biglietti acquistati nel corso dell’anno e potrebbe essere la chiave per incoraggiare il pubblico per frequentare i luoghi di proposta culturale non investendo perciò sulle compagini produttivo o promozionali ma direttamente sul pubblico, questo premerebbe alle proposte ritenute più interessanti dagli spettatori nel novero comunque di una serie di progetti considerati dall’amministrazione di interessi culturali del cittadino il chè vorrebbe dire per l’amministrazione di vigilare solo per l’affermazione di criteri di non lesività di principi etici generali, quindi nessuna discriminazione e nessuna offesa della dignità della persona umana e ancor più promuovere gli organismi che proponessero opere in grado di sviluppare valori improntati ai suddetti principi etici generali, l’esigenza di approfondire rapporto con gli strumenti che consentano una crescita di capacità valoriale per praticare per esempio uno spettacolo con questi presupposti genera più o meno permanentemente il desiderio di fare teatro o di vederne altri spettacoli di quel tipo e valori improntati. Poi no ai contributi dell’attività di intrattenimento e di evasione prive di elementi utili alla crescita culturale della cittadinanza, nessun investimento ,d’altra parte, può essere previsto nei confronti di quei fenomeni di intrattenimento la cui qualità è quella di replicare competenze e aspettative del pubblico con un riscontro anche considerevole nell’immediato ma con una tenuta temporale di un interesse molto relativa, addirittura limitata al momento del fenomeno dell’intrattenimento. No alla componente ideologica e politica della gestione pubblica al sostegno delle attività culturali va da sé che tutto ciò condanna la figura dell’’assessore, del direttore artistico nella gestione spesso ideologica quindi di parte nonché della trasparenza delle attività culturali, la funzione dell’amministratore deve divenire altro che dall’essere erogatore di fondi pubblici indirizzati alla schiera di clienti, nonché l’essere sponsor di quegli operato che ritengono vicini allo schieramento del governo civico, egli deve divenire il promotore di una economia che risponda alle esigenze culturali dei cittadini ,no alle sue e non a quelle della propria parte, l’identificazione e la valorizzazione degli operatori culturali e professionali e dei gruppi amatoriali veramente operanti sul territorio con un’analisi dei bisogni culturali della cittadinanza, in questo senso vano anche distinti le attività degli organismi professionali da quelli dei gruppi amatoriali il cui ambito è necessariamente più vicino all’intrattenimento che anche pur svolgono una funzione sociale di grandissimo rilievo in quanto forniscono momenti di aggregazione sia al pubblico sia ai realizzatori a coloro vanno garantiti gli interventi di sostegno già previsti per le compagini professionali in termini di servizi ma assolutamente non in termine di sostegno finanziario, del resto va chiarito che il sostegno finanziario sia da considerarsi provvisorio per tutti e quello diretto agli spettatori va letto come una start tap per ricostruire un rapporto tra pubblico e produzione culturale distrutto in questi anni dall’incuria colpevole. Inoltre si pone la necessità di un censimento di tutte le strutture professionali e amatoriali ,complessi e singole presenti in città, il numero degli addetti è sicuramente molto più alto delle presunzioni, ma molte delle realtà che finora hanno goduto di denaro pubblico, in realtà non svolgono più attività culturali , queste vanno escluse da qualsiasi considerazione della pubblica amministrazione così come vanno censurate le compagini il cui assetto culturale sia in conflitto con l’interesse dei ruoli di appartenenza alla pubblica amministrazione, censimento , riapertura e gestione dei contenitori culturali su tutto il territorio cittadino, vanno censiti anche i luoghi dello spettacolo, della produzione culturale genere, teatri, cinema , sale da concerto, piccoli spazi, gallerie d’arte, spazi per manifestazioni e luoghi formativi, biblioteche ecc., sia quelli operativi che quelli chiusi in restauro, in abbandono, vanno subito restituiti ad un uso pubblico gli spazi di proprietà comunale attualmente inutilizzati e pur sorti con sperpero di denaro pubblico per ospitare manifestazioni. Giovani cultura manifestazioni e opportunità di lavoro in campo culturale, la cultura è il settore in cui le idee contano più che in altri e le idee sono di per sé giovani, i giovani producono idee più di chiunque perciò bisogna garantire un ricambio generazionale, chi ha esperienza deve insegnare a chi non né ha, ma la spinta rinnovatrice garantita dalle fresche energie non deve esser vano bisogna che le amministrazioni civica sostenga in termini di servizi che utilizzi le risorse europee che vengano distribuite dalla regione per organizzare corsi di formazione professionale nel settore, in tali corsi gli operatori con provata esperienza insegnerebbero alle giovani leve di artisti e tecnici, la sburocratizzazione ,come ultimo punto, dell’assessorato alla cultura aperto ai cittadini operatori come fornitori di servizi e opportunità per il settore. A conclusione di questo testo si pone la questione dell’assessorato della cultura della città , i suoi compiti alla luce di quanto sin qui detto, però riconsiderati tutti, il riordino dell’assessorato vedrebbe la sua attività rivolta a governare tutti i censimenti, gli spazi , organismi complessi e individuali di cui si è fin qui detto, a fornire i servizi di informazione di consulenze e /o assistenza gratuita agli operatori della cultura del territorio, nonché alla cittadinanza interessata al settore, il tutto anche attraverso una piattaforma web, che faciliti il disbrigo di pratiche che la devastante macchina burocratica impone alle aziende culturali per lo svolgimento della loro attività, faccio da tramite con lo sponsor privati, segnali e sostenga la partecipazione a bandi e concorsi internazionali , europei, nazionali, regionali a cui possono concorrere da soli o con strutture consortili le aziende culturali baresi. Finito

…..- allora Mariapina Mascolo e si prepari Cristina Alfano dell’associazione ‘frammenti di luce’

MARIAPINA MASCOLO  - buongiorno, voglio ringraziare gli organizzatori per l’invito a tutte le organizzazioni e quindi anche a noi del cerder, noi siamo un centro di ricerca e documentazione dell’ ebraismo nel mediterraneo e intitolato il professor Colafemmina recentemente scomparso ormai da due anni, professor Colafemmina era uno studioso di ebraismo , però diciamo che la sua lezione è stata quella di interessarsi anche di tutte le comunità per così dire etniche che si sono insediate nel territorio, se pensiamo alla comunità ebraica, c’è un discorso che parte dal 70 dopo Cristo, quindi bi-millenario. Volevo riagganciarmi anche ai discorsi precedentemente fatti dalla professoresse Godelli e professoressa e assessore Godelli e Barbanente, la professoressa Godelli nel dire che la cultura, il bene culturale è un appunto che bisogna affrontare il ben culturale, in modo prioritario diciamo rispetto alla sua valorizzazione, quindi la conoscenza e la valorizzazione così come prevista nella costituzione, devono andare prima la tutela, quella che svolta il ministero dei beni culturali soprattutto ma anche la regione, la conoscenza invece quella che tradizionalmente si ritiene attribuita all’università e gli istituti di formazione deve precedere la valorizzazione. Ora quello che invece ha detto la professoressa,, l’assessore Barbanente e che tutto questo non deve essere avulso dal contesto quindi deve essere contestualizzato e …chiedo scusa se posso avere un po’ di silenzio, perché dall’intervento precedente si è creato un po’ di confusione….. grazie e quindi bisogna senz’altro coordinare tutte queste azioni, non sono io, ovviamente, come presidente di un centro che devo proporlo, posso dire che devono essere auspicate queste cose ma sono i rappresentanti istituzionali che devono ovviamente continuare a lavorare così come si è iniziato, in modo coordinato tra ministero dei beni culturali e quindi diciamo direzione regionale noi qui abbiamo la dottoressa Raldella che è sovraintendente archivistico per la Puglia e quindi l’assessorato, gli assessorati al territorio e gli assessorati alla cultura e quindi anche le università per quanto riguarda la ricerca. Adesso descrivo, quindi, in progetto del cerder che da due anni ha già prodotto i suoi frutti quindi sappiamo che questa storia di intreccia con il periodo del professor Colafemmina , dichiarato nell’agosto 2012 di importante interesse storico dal mibac su interessamento della sopraintendenza archivistica della Puglia. A questa catalogazione c’è quindi stata una donazione dell’archivio del professor Colafemmina e della biblioteca, a questa catalogazione sta lavorando uno spinofilo(?) dell’università degli studi di Bari Dabimus(?) e quindi per un progetto che è stato approvato dalla regione con living labs(?). Questo è l’organigramma da cui io sono presidente, e vicepresidente il professor Lacerenza e direttore del comitato scientifico il professor Perani. Questo è il logo del cerder , può sembrare banale però, volevo descrivere , questo è un bozzetto fatto dallo stesso professor Colafemmina, laddove parla di un albero di ulivo che rappresenta il simbolo ebraico con le sponde del mare, invece il nostro mare mediterraneo, quindi questo logo diciamo che sintetizzerebbe il ruolo delle comunità nell’ambito della formazione della cultura identitaria del territorio. Questo progetto, quindi il progetto che propone il cerder, i progetti, le prospettive, il nuovo progetto di cui parlerò alla fine, quello della creazione di un museo interculturale e quindi che abbracci più culture, non solo l’ebraismo ma anche la cultura islamica e le altre culture che si sono insediate a batiguo(?) nel territorio. Quindi questo progetto di questo centro di documentazione nasce da una mostra : arte in Puglia dal medioevo al 700, che è un grosso progetto che sta curando il professor Abbate di cui è stata fatta solo la prima fase del medioevo, mentre lavoravamo a questa mostra il professor Lafemmina stava per inaugurare invece, la sezione ebraica del museo diocesano di Trani, quindi noi sappiamo che a Trani esiste l’unico museo medievale del meridione nell’ex sinagoga Scolagrande, però questo è un museo allestito, diciamo, in modo tradizionale, in una ex sinagoga allestito con delle opere e anche dei pannelli didattici, ovviamente c’è stato un lungo lavoro di restauro sponsorizzato , sostenuto dalla regione, dall’assessorato al territorio, quindi in questo progetto, da questo progetto della mostra sono nati dei progetti di ricerca che riguardano la valorizzazione della cultura ebraica con iniziative collaterali di natura divulgativa. Questi studi diretti dal professor Colafemmina, all’epoca, riguardano nuove indagini sul patrimonio cultural dell’Italia meridionale comprese le fonti documentarie, di cui il coinvolgimento della sovraintendenza archivistica della Puglia che con la dottoressa Nardella ci ha supportato come capofila i progetti del cerder, ormai sono due anni appunto che stiamo portando avanti queste ricerche, ci si rende conto strada facendo di dover riprendere le fila di un mosaico di ricerche a cui ha lavorato per il 90% Cesare Colafemmina più onerificamente senza un vero supporto da parte delle istituzioni. Quindi l’idea di questo nuovo centro di ricerche nasce quando Cesare Calafemmina era già ammalato, ed era ancora attivissimo e non si pensava ancora di dover recuperare il suo archivio come avremmo fatto insieme con la sovraintendenza archivistica per la Puglia. La prima idea di questo centro nasceva dalla necessità di fornire un punto di consultazione per i documenti digitalizzati riguardante la presenza ebraica e non solo nell’Italia meridionale nel contesto del Mediterraneo. C’è da dire che di centri di documentazione sull’ebraismo, nell’Italia meridionale non c’è ne sono, c’è solo a Roma il centro dell’ uce , il centro unione comunità ebraiche ma non c’è nessun centro nell’Italia meridionale dedicato all’ebraismo, né dedicato alla cultura islamica, non solo l’unico museo dedicato alla cultura islamica in Italia c’è a Palermo, quindi noi abbiamo avuto questa idea di unire insieme queste due culture che nel medioevo avevano invece un territorio qui, in pratica in Puglia c’era un territorio dove dialogavano queste culture, le culture orientali, c’è pure tutta la cultura del moneachesimo orientale che poi interagisce con il moneachesimo occidentale, addirittura a cavallo tra prima dell’11 secolo, tra bizantini e normanni, c’è tutto il discorso sul moneachesimo occidentale e orientale, rappresentato poi dai benedettini che avranno poi il predominio, però tutte queste sono aree di studio di cui si occupa anche il cerder che non sono state sufficientemente ancora affrontate. Quindi abbiamo questo progetto che si occupa di….(dottoressa ,chiedo scusa, dobbiamo chiudere…)va bene allora finisco il discorso semplicemente dicendo che noi abbiamo questa idea, dopo i progetti che abbiamo fatto un grande convegno, l’allestimento di una mostra e il progetto itinerario in Puglia stiamo conducendo questo progetto dell’allestimento con la responsabilità scientifica del cerder del museo delle culture etiche in Puglia, ebraiche e cristiane e araba matrice laica e confessionale che riguardi la catalogazione di tutto e in più la programmazione della operatività di un centro di ricerche in dialogo appunto con l’università. Grazie e buongiorno

….- signori, vi prego proprio per rispetto di coloro che interverranno dopo di voi di stare nei minuti previsti, 7 minuti, il display deve essere verde, quando diventa rosso dovete interrompervi , grazie. Adesso dò la parola a Cristina Alfano e a Don Maurizio Leggi e si prepari Maria Carolina Nardella……Cristina Alfano niente? Benissimo, allora la parola a Maria Carolina Nardella che è sovraintende facente funzione direttore generale regionale della sovraintendenza ai beni artistici ed architettonici della nostra terra.

MARIA CAROLINA NARDELLA – buongiorno a tutti e grazie per l’invito a questa rande manifestazione e poi visto che sono in questo momento il direttore regionale del ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, penso che sia comunque, sono contenta di poter incontrare anche le associazioni che si occupano di cultura e di turismo, aggiungo che del turismo, il ministero, ha cominciato soltanto da un anno anche se eredita l’ufficio che si occupava del turismo presso la presidenza del consiglio, quindi proprio nell’art bonus ci sono le prime norme a favore anche del turismo, ci sono alcuni articoli che prevedono incentivi, soprattutto fiscali a favore delle aziende che si occupano di turismo e anche per favorire la digitalizzazione e sempre nell’art bonus c’è la riorganizzazione dell’ enit, come ente pubblico ed economico, quindi se qualcuno ha interesse potrebbe andare a verificare le possibilità che nell’art bonus si cominciano ad avere. Naturalmente però un direttore regionale dovrebbe parlare anche dall’attività svolta dal ministero in questo territorio, una attività che comincia con la tutela, la tutela quella banale di ogni giorno, quella che vieta l’anticorodal su palazzi storici, quella che cerca di evitare insediamenti , qualità poco opportune che purtroppo si deve scontrare con l’amministrazione, magari perché l’amministrazione ha un bellissimo progetto che però travolgerebbe il paesaggio, un’attività che ,però, è anche quella del recupero di beni, di immobili storici del territorio regionale e a Bari per esempio stiamo recuperando insieme alla provincia , il complesso di santa Scolastica che speriamo di inaugurare alla fine si settembre, i primi di ottobre, almeno una prima parte, oppure per esempio stiamo lavorando in questo momento, abbiamo cominciato al recupero dei due immobili di San Gaetano e San Michele della fondazione del Petruzzelli o ancora stiamo lavorando alla, quella vorremmo cominciarla, l’attività che riguarda santa Chiara e il castello Svevo, naturalmente in questo momento c’è particolarmente urgenza parlare di questo, non per porci agli altri, ma perché questa sarebbe una bella occasione per la città di Bari, non solo per recuperare un complesso come santa Chiara, ma anche per liberare il castello dagli uffici della sovraintendenza e quindi consentire a musealizzare quegli uffici, a musealizzare il castello e finalmente poter mostrare tutto ciò o quasi tutto ciò che c’è nei depositi, che vi assicuro non è poca cosa ma è soprattutto, raffigura precisamente la produzione artistica e storica del nostro territorio, non solo di Bari ma di tutta la Puglia. Però oltre a quello ci sono i progetti , stiamo progettando per esempio , abbiamo già proposto dieci interventi solo su Bari, non parlo del territorio metropolitano, ma solo su Bari stiamo continuando, abbiamo chiesto all’amministrazione centrale di prevedere fondi per 10 importanti complessi, oltre il castello Svevo che nonostante i fondi già a disposizione avrà bisogno di ulteriori interventi, abbiamo pensato anche per esempio al complesso si san Francesco alla scala e alla chiesa di san Giacomo che è sempre inserita nei percorsi turistici del museo, oppure la prosecuzione dei lavori della zona di san Scolastica e in particolare dell’area archeologica di san Pietro e ancora l’efficentamento dell’area della cittadella della cultura e forse ormai è isolato rispetto al contesto cittadino però è il contesto in cui si vive la biblioteca nazionale Sagariga Visconti e ancora l’archivio di stato per la quale forse, avremmo bisogno di migliori collegamenti per la fruizione di quei beni, però la tutela non esaurisce che che se ne dica, le sovraintendenze non sono soltanto i signor no della situazione, lo ha detto qualcuno i sovraintendenti sono semplicemente gli strumenti che servono per far vivere le norme del codice, le norme del codice non le fanno le sovraintendenze e le norme del codice devono essere applicate per il bene della cittadinanza perché la tutela è un obbligo che ci viene imposto a noi sovraintendenti ma a tutto lo stato italiano la tutela dei beni culturali e del paesaggio si rinvia all’art. 9 della costituzione e non soltanto perché noi dobbiamo conservarli, conservarli non servirebbe a niente l’importante è conservarli per farli conoscere, già ci ha fatto mettere il vincolo sul bene culturale e nasce da una individuazione del bene ma anche da uno studio del bene, in questo studio che i sovraintendenti fanno quotidianamente serve a far conoscere i beni ai nostri concittadini, magari cercando poi anche un approccio con le nuove generazioni che sono state prima richiamate e ancora quel lavoro di fruizione che noi facciamo ogni giorno serve anche per la valorizzazione e infine questa valorizzazione che è il modo che fa conoscere sempre conoscenza, conoscenza, conoscenza per i concittadini, per noi operatori dei beni culturali, sappiamo benissimo ciò che non si conosce non si ama e sarebbe opportuno ricordarci tutti quanti che i nostri beni culturali, i nostri paesaggi innanzitutto sono beni comuni che non possono essere poi recuperati e ancora che questi beni culturali non sono degli inciampi sono i gioielli di famiglia e sarebbe opportuno che i gioielli di famiglia li conoscessimo, li valorizzassimo e godessimo tutti quanti. Grazie

….- grazie a Maria Carolina Nardella la parola a Franco De Grassi e si prepari Alfonsino Pisicchio, io faccio però appello alla sensibilità e rispetto, coloro tra voi, i quali, hanno desiderio di parlare , di confrontarsi , di condividerlo , per piacere fatelo fuori, la giornata è bella, c’è il sole, non piove più si può uscire, però lasciateci lavorare in pace. Grazie

FRANCO DE GRASSI – buongiorno, rappresento il festival sailents(?) un appuntamento di musica di ricerca che è nato più o meno 10 anni fa a bari anche grazie a…..anche direi nella prima fase soprattutto grazie al contributo dell’assessorato della cultura alle culture del comune di Bari e il nostro festival e le attività del festival che si sono sviluppate, il nostro festival è legato ad una dimensione di arti sonore di ricerca, quindi si concentra essenzialmente presso una disciplina che si chiama gusmatica(?) che in Italia è abbastanza negletta ma che a livello internazionale è una storia oramai più che cinquantennale legata alle vicende del gruppo di ricerche ….(?) a Parigi …..(?) in Germania e via di seguito ed è un’arte sonora di ricerca che attualmente è anche in via, come dire, di rinascita, a livello internazionale e quindi i festival si fanno relativamente moltiplicando. La nostra iniziativa è nata con problemi logistici, organizzativi abbastanza seri nel senso che nel 2005 ma mi pare anche che oggi le cose guardandomi intorno non siano molto cambiate, avevamo il problema concreto degli spazi, noi invece necessitiamo di uno spazio abbastanza ampio per i nostri concerti chi è venuto lo sa, uno spazio abbastanza ampio e abbastanza accogliente dal punto di vista acustico, questa necessità ci ha portato a censire in proprio tutte le possibilità sul territorio e ci ha portato in tutta la prima fase a fruire anche grazie devo dire alla sensibilità di alcune persone della circoscrizione di san Pasquale, in particolare al presidente della circoscrizione, ci ha portato a fruire dell’auditorium dell’istituto Gorjoux e quindi siamo per caso finiti in una zona periferica e in ara Mungivacca, quel momento sostanzialmente il festival si è legato un po’ a queste dimensioni delle periferie, abbiamo vissuto, ci siamo sviluppati siamo cresciuti fino a raccogliere un pubblico, ovviamente non di massa perchè si tratta di ricerca ma neanche del tutto rilevante siamo cresciuti e ci siamo stabilizzati in quella zona, ad un certo poi la mancanza di risorse e i problemi logistici di vario tipo, il fatto di essere comunque posti dentro un istituto tecnico commerciale, il Gorjoux ci ha portato alla necessità di trasferire il festival e le attività didattiche e culturali che intorno al festival si sono sviluppate da quale altra parte, abbiamo sviluppato da quel periodo un rapporto di collaborazione con una istituzione che se vogliamo dal punto di vista, come dire, geografico è ancora più periferica , perché siamo passati in una sorta di terra di nessuno fra la zona industriale  e il quartiere san Paolo perché siamo ospiti di una meritoria istituzione, la cittadella mediterranea della scienza con la quale abbiamo sviluppato un rapporto di collaborazione culturale che ci ospita e ci ha consentito di mettere appunto uno spazio permanente in cui le nostre apparecchiature sono ubicate e in cui possiamo svolgere più o meno tranquillamente attività non solo festivaliera ma pensare addirittura alla costruzione di una stagione permanenti di concerti e di attività didattica anche legate alle nuove tecnologie con riferimento alla educazione musicale nei vari livelli di scolarità. L’esperienza di questi 10 anni penso ci abbia insegnato diverse cose: primo, che le arti di ricerca in particolare noi ci occupiamo di un’arte sonora di ricerca hanno uno spazio che un pubblico esiste, che il pubblico però va coltivato, non voglio attribuire a questa parola un ruolo paternalistico, ma parlo di coltivazione in senso di costruzione di un rapporto affettivo cioè di un rapporto legato all’offerta di una qualità artistica ed anche ad una accoglienza che si mostri veramente interattiva rispetto ai bisogni soprattutto giovanili. La seconda cosa è che non solo un pubblico esiste ma esiste, nonostante quel che si dice un pubblico giovanile, per esempio nel nostro caso abbiamo verificato una assoluta contiguità fra la nostra arte di ricerca e tante arti sonore che sono ,diciamo, più tradizionalmente collocate nell’ambito di queste definizioni sono ovviamente molto bande oggi sono dal punto di vista musologico assolutamente in via di verifica, sono più collocate in ambito cosiddetto popular. Quindi una possibilità di dialogo c’è e una possibilità di interazione esiste. La difficoltà principale che noi oggi abbiamo e tra l’altro principale sfida che ci poniamo è quella di far vivere in una zona che è veramente terra di nessuno perché parliamo di una zona industriale che come voi sapete non vive oggi una vita gioiosa, la principale difficoltà è quella di consolidare la presenza del nostro pubblico che peraltro ci ha seguito in zona industriale e quindi di essere visibili ed essere raggiungibili dal nostro pubblico in quella zona e oltre tutto anche di interagire maggiormente con tutte le realtà di ricerca, sonore, teatrali, cinematografiche, ecc. ecc. Grazie

…- grazie a Franco De Grassi, la parola al consigliere comunale nonché delegato del sindaco all’area metropolitana di Bari, Alfonso Pisicchio, si prepari Rino Bizzarro, il consigliere Pisicchio ci parlerà appunto dell’area metropolitana , così entriamo nel vivo del tema del futuro

ALFONSO PISICCHIO – si un cordiale saluto a tutti i partecipanti di questo importante e interessante appuntamento infatti mi è stato chiesto i intervenire su un tema delicato, complesso, e ridotto in 7 minuti, cercherò di far del mio meglio, un tema attuale e ancor poco conosciuto nell’aspetto più tecnico. La benedetta riforma o maledetta a seconda dei punti di vista di qualcuno contenuta dalle legge 56 2014 prevede che l’ente metropolitano costituito sia destinato a governare le cosiddette aree vaste provinciali sostituendo di fatto le province, la legge prefigura un’azione in tre tempi, la riorganizzazione strutturale e territoriale delle province quelle non toccate dalla città metropolitana, l’istituzione della città metropolitana che acquisisce funzioni e territori e delle province e la definitiva soppressione delle province sostituita appunto dal nuovo ente metropolitano, lo spirito che anima la legge 56 è quello di riorganizzar il sistema degli enti locali perseguendo l’obiettivo di incrementare l’efficienza di un sistema di governo locale , un disegno complessivo con indubbie e importanti luci e opportunità ovviamente non privo però di alcuni aspetti da chiarire, si tratta di una trasformazione istituzionale che da sostanza al principio di semplificazione che dovrebbe consentire di realizzare una gestione delle funzioni locali in modo sinergico e sulla base di una rappresentanza di secondo livello che dovrà esaltare l’interesse della comunità rispetto alle decisioni più complesse. A tal proposito sono almeno 4 le funzioni della città metropolitana e sono la strutturazione dei sistemi coordinati della gestione dei servizi pubblici,la pianificazione strategica triennale, la pianificazione territoriale generale, la promozione e il coordinamento dello sviluppo economico. Come si vede non si tratta di semplici funzioni amministrative nei quali devono confluire diciamo, i cosiddetti temi, ma più ampi funzioni , così come previste sulle norme del decentramento statale e regionale, voi immaginate a tale proposito, quanto possa essere importante integrare tra i comuni della città metropolitana azioni che riguardano le politiche, per esempio della mobilità, del welfas(?), il turismo, la cultura, un patrimonio fatto di luoghi, di vita, di tradizioni, che può regalare, può produrre grandi opportunità per il territorio stesso, in forza di tale contesto è evidente che l’innovazione dell’assetto istituzionale e territoriale della città metropolitana soprattutto le nuove forme di governans che potrebbero svilupparsi richiamano l’utilità e la necessità di un nuovo modo di pianificare il territorio e di dialogare con le città con i nuovi programmi formati e progettati con il metodo di pianificazione condivisa, per il successo del nuovo modello istituzionale è importante che la funzione di pianificazione del territorio si configuri come offerta innovativa in grado di proporre metodi, procedure e strumenti finalizzati a rappresentare una pianificazione efficace e concreta, in questo contesto serve un modello nuovo di pianificazione che consenta contestualmente di avvalersi delle esperienze e degli strumenti già disponibili , per esempio il piano strategico di Bari e di prevedere un piano della città metropolitana che assuma il profilo di un piano strutturale e metropolitano lasciando ai comuni competenze e ruolo nella relazione e nella gestione dei piani operativi, peraltro la città metropolitana oltre al piano strutturale assume particolare importanza il profilo strategico della pianificazione soprattutto nella prospettiva della nuova formazione dei fondi europei, questo è un tema su cui una amministrazione deve porre una attenzione in modo particolare guardando anche il contesto economico con cui gli enti locali stanno vivendo, quindi la fonte di approvvigionamento tra virgolette e di progettazione passano attraverso i fondi europei. Così si svilupperebbe un processo di pianificazione territoriale differenziato secondo proprie identità , in una filiera più efficace, basato sui rapporti di cooperazione, condivisione e su strumenti individuati in protocolli, accordi di programma e progetti complessi, convenzioni e altro. Peraltro alla città metropolitana spetterebbe il compito di redigere la pianificazione del territorio, la visione dell’indirizzo strategico delle sue politiche mentre ai comuni spetterebbero i piani operativi e gli strumenti regolativi nel rispetto dei piani del nuovo ente metropolitano, dicevamo prima ci sono luci ed ombre, ecco i nodi da sciogliere e da risolvere i poteri che il nuovo ente vedrà attribuiti, anche rivedendo per esempio le deleghe che la regione passerà, quali saranno le risorse proprie, quelle che arriveranno eventualmente dalle regioni, se arriveranno, il sistema della governans, perché una parte è stata definita dalla legge ma un’altra parte importante e di grande rilevanza viene completata dallo statuto. La città metropolitana è una dimensione istituzionale nuova e vado concludendo e come tale necessita di uno strumento di identificazione per i cittadini, pertanto è necessario prevedere per la costruzione dello statuto una dimensione sociale e partecipata al fine di avviare quel processo di identificazione necessaria per il successo di questo nuovo ente. Grazie

…. – grazie Alfonso da navigato oratore è stato nel minutaggio, lo ringrazio davvero, la parola a Rino Bizzarro, si prepari Giancarlo Piccirillo

RINO BIZZARRO – buongiorno a tutti, mi chiamo Rino Bizzarro e sono il responsabile di una compagnia teatrale che si chiama Puglia teatro che gestisce un centro culturale non un teatro, un centro culturale che si chiama l’eccezione, non a caso, e volevo riportare una riflessione che abbiamo fatto qualche giorno fa, insieme ad un gruppo di amici, una riflessione su oggi si può, vediamo che cosa. Qualche giorno fa , insieme ad un gruppetto di amici si faceva una riflessione sui fatti della cultura a Bari e in Puglia, il nodo centrale era: è più giusto per un intellettuale, un’artista nato a Bari andarsene? Emigrare per fare carriera e fortuna fuori? A Roma, Milano per esempio? Oppure è più giusto restare, per offrire a questa terra le sue energie creative, le sue risorse artistiche affinchè contribuiscano alla crescita culturale complessiva del territorio, pur dovendo scontare per ovvie ragioni, la rinuncia alla possibilità del grande successo che solo i centri di potere politico e culturale, industriale, economico, come Roma o Milano possono offrire, il pensiero correva al 78 e agli anni immediatamente seguenti, alle scelte che alcuni di noi avevano fatto, chi in un senso, chi nell’altro, nascere in Puglia e volersi dedicare alle lettere, alla cultura, al teatro, alla poesia, in maniera esclusiva, professionistica fino a qualche lustro fa significava ancora una cosa soltanto: emigrazione, le strade della cultura , del teatro, della poesia portavano invariabilmente ed inesorabilmente fuori regione, a Roma, Milano, Torino, quasi fosse una sorta di condanna biblica e fatale, oppure per chi non accettava l’idea di emigrare, c’era l’altra alternativa del sacrificio della propria vocazione, il ripiegamento in un tessuto in cui si addormentava lo spirito, nella quotidiana dimostrazione della rinuncia. Gli anni 70 però, hanno segnato una svolta molto importante in relazione ai fatti della cultura in Puglia, un giro di boa storico, forse il 68 non è passato invano, neanche in questo, qualche operatore culturale, qualche poeta, qualche attore , ha cominciato a guardarsi intorno con meno rassegnazione, con più spirito critico e a cominciato a pensare che la realtà, nessuna realtà è inamovibile, monolitica ed ha cominciato a prendere in considerazione la possibilità, oltre che l’opportunità, di restare, senza rinunciare ad alcunchè per fare il proprio mestiere di operatore culturale, di poeta, di scultore, di attore e di registra          qui in Puglia, per smuovere una situazione stagnante di provincialismo e di incultura, per dare il proprio contributo a questa terra e non toglierlo con l’immigrazione, per andarlo ad offrirlo altrove ad altre terre altrimenti già più ricche di energie e di cultura, insomma era insieme una storia nuova, bisognava certamente lavorare sodo, c’era da fare , da costruire tutto, e toccava a loro, ai primi operatori culturali che avevano ipotizzato una soluzione del genere il compito di gettare le basi, le fondamenta della nuova costruzione, della nostra cultura regionale. La cosiddetta quinta generazione letteraria pugliese ha vissuto il 68 tra i banchi di scuola e quelli della università ed è uscita da quella esperienza un po’ delusa forse, da una parte, ma da un’altra parte con le idee molto chiare sul farsi a livello locale, per quel che riguarda i problemi della cultura e del radicamento al territorio, una cosa bisognava fare e subito, vincere e superare la situazione di disgregazione, di isolamento, di solitudine che era stato l’elemento caratterizzante dell’intellettuale meridionale in ogni tempo, la sua condizione di estraneità rispetto all’ambiente che poi determinava l’immigrazione o peggio la rinuncia. Dunque bisognava prima di tutto restare , poi vincere l’isolamento e la tentazione dell’auto commiserazione. Da Tommaso Fiore veniva un insegnamento e una indicazione di intellettuale meridionale a una responsabilità politica precisa non tradire, era la traccia, la via da seguire, gli ex universitari del 68 capirono che quella era la strada da percorrere ma non da soli, ciascuno per la sua propria e personale via, bisognava stare uniti, compatti , in gruppo, naturalmente le resistenze e le difficoltà erano grandi , interne ed esterne, non si cambia dentro da un giorno all’altro, non si cancella la storia, la condizione con un colpo di spugna ma l’intelligenza, la convinzione che la via era quella giusta, in questo caso operarono il miracolo, ogni singola individualità alla fine capì che sacrificando una parte di sé la più deteriore, in fin dei conti dava la contropartita il risveglio forse ad una nuova alba della cultura pugliese meridionale . Mi si passi adesso la citazione, per esempio, di due situazioni che mi vedono coinvolto personalmente e che affondano le radici in quel terreno, in quel humus culturale a cui ho fatto cenno, il gruppo dei poeti della Vallisa e la compagnia puglia teatro, il primo per quel che riguarda i fatti letterari, la seconda per quelli teatrali. Il gruppo dei poeti della Vallisa ha riempito di pubblicazioni e di attività letterarie diverse tutta la regione con frequenti puntate a livello nazionale e all’estero, cosa che ha atto anche la compagnia Puglia teatro con i suoi spettacoli senza uno spazio teatrale proprio, quindi con tutti i limiti che questo comporta. Bene il gruppetto di amici cui facevo riferimento all’inizio, alla fine della riflessione si ritrovò d’accordo sulle linee espresse fin lì, ma c’era ancora molta strada da fare, molto lavoro ancora da svolgere, mentre il rischio di pericolose involuzioni non è affatto scongiurato

… – grazie a Rino Bizzarro adesso la parola a Giancarlo Piccirillo direttore generale di Puglia e promozione della agenzia regionale per il turismo si prepari Giovanni Campagna e a seguire Antonio Ricchio

GIANCARLO PICIRILLO – buongiorno a tutti Puglia promozione , non è detto che voi sappiate di cosa si occupa e l’agenzia regionale del turismo, agenzia di marketing territoriale, noi ci occupiamo sostanzialmente per essere semplice e soprattutto sintetico del management del brand Puglia della promozione dei nostri prodotti turistici , quindi delle esperienze turistiche che si possono vivere sul nostro territorio provando a connetterli con la domanda di turismo nazionale ed internazionale. Faccio questa piccola premessa per chiarirvi subito quale è il punto di ista dal quale darò il mio contributo, questo vostro sforzo collettivo di pianificazione strategica sulla città di bari. Userò questi 7 minuti per darvi, per provare a darvi alcune informazioni diciamo molto flash e tecniche che vi aiutino un attimo a ricostruire lo scenario nel quale siamo perché ogni sforzo strategico su una città, una visione del proprio futuro come quella che noi qui sotto la regia dell’amministrazione comunale stiamo cercando di fare alla necessità innanzitutto di cibarsi delle informazioni di contesto per ricostruire il punto di partenza dal quale siamo. Dunque vi dicevo ci occupiamo di management del brand Puglia, quindi sostanzialmente la nostra regione da ormai qualche anno a questa parte ha scelto di andare sui mercati internazionali e nazionali del turismo promuovendosi come una unica destinazione , questa è una scelta che ha semplificato il sistema di governans del turismo, ha cercato di mettere la Puglia nella condizione di essere competitiva perché , anche perché meglio organizzata, più veloce, più efficiente e soprattutto in grado di rispondere ai cambiamenti ad horas ormai che questo comparto economico diciamo richiede a tutte le destinazioni che competono sul mercato internazionale. La Puglia, probabilmente dico cose scontate , immagino che siate tutti quanti attenti da cittadini pugliesi a quelle che sono le nostre performans sui mercati turistici, è una nuova destinazione turistica che attualmente è nella sua fase di crescita, noi abbiamo davanti a noi considerando la puglia come prodotto, abbiamo davanti a noi una curva che è ascendente, che è ascendente non per dato divino ma che è ascendente se continuiamo a fare bene il nostro lavoro, significa che non siamo ancora una destinazione matura e che abbiamo molteplici margini di crescita. Il secondo dato è che questa crescita che ormai sta diventando importante, i nostri competitor ci guardano con sospetto, è sostanzialmente partita e si è alimentata in questi anni su un grosso lavoro che tutto il sistema regionale, quando parlo di sistema regionale non parlo soltanto del sistema pubblico, parlo della comunità regionale che ha fatto sulla propria immagine, il nostro percepito, il posizionamento del nostro brand così come è percepito è diciamo crescente, e sempre migliore ce lo dicono vari indicatori che non vi sto qui ad annoiare. Terzo elemento il successo della Puglia turistica , la crescita diciamo così, della Puglia turistica si è cibata di un’altra scelta che è quella di puntare fortemente , il sistema turistico regionale ha deciso di puntare fortemente sui mercati internazionali, anche qui non vi annoio sui perché e sui per come però questo tipo di scelta ci ha consentito, per esempio negli anni della grande recessione economica italiana di poter mantenere questa posizione anzi di guadagnarla. L’ultimo dato di contesto generale poi zummiamo velocemente su bari, il dato economico che produce , il pil la percentuale del pil prodotta dal comparto turistico sul pil regionale anche questo è sempre crescente, possiamo dire che è uno dei settori trainanti della regione, possiamo dire sicuramente che è uno dei settori sui quali si scommette il nostro futuro, un pil sempre crescente a fronte però di una redditività della impresa turistica che attraversa momenti di grande difficoltà, anche qui non entro nelle motivazioni, prendiamolo come un dato di fatto. Zummiamo un attimo su bari, in questo contesto di questa Puglia che cresce che produce ricchezze, Puglia turistica che produce ricchezze come è messa Bari?, partiamo da una buona notizia che va approfondita, sulle destinazioni pugliesi Bari è al primo posto, in quanto ad arrivi Bari è la destinazione, la città, il comune che riceve maggior numero di turisti sia italiani che internazionali, le buone notizie purtroppo sono finite, se andiamo a vedere numeri alla mano i comportamenti del mercato turistico della nostra città, ci rendiamo conto che per esempio un dato ve lo voglio consegnare, è quella della permanenza media. La permanenza media in Puglia è di circa 4,5 notti, questa è la permanenza media sull’intero territorio regionale, nella nostra città è di 1,3 , questo ci dà una informazione molto precisa su che tipo di turismo noi abbiamo e quale è il lavoro che abbiamo dinanzi a noi da fare. Significa che il turismo di Bari è oggi, io vi dico quello che è oggi, senza dare, senza utilizzare aggettivi ,è un turismo essenzialmente di transito, è un turismo legato al raggiungimento di altre destinazioni della regione e non della regione legato per esempio ai trasporti verso altre destinazioni del mediterraneo, è un turismo diciamo, quindi, sostanzialmente che ci viene da una storia legata da un turismo di affari quindi legato alle attività economiche della città e quindi essenzialmente…ok ho finito?ok…e turismo di affari e diciamo che passo direttamente alla parte sulle piste di lavoro, purtroppo 7 minuti per questioni così complesse non bastano ma mi adatto alla regola che ci siamo dati tutti quanti. abbiamo molto lavoro da fare, i cantieri che noi di Puglia promozione abbiamo aperto sui fronti appunto della promozione di questo territorio perché questi dati migliorino e soprattutto perché la reddittività del comparto turistico comunale del territorio di Bari migliori sono essenzialmente due: uno un forte investimento sul turismo business, turismo business significa incaming di eventi sul nostro territorio regionale, questo perché? Perché da una parte stiamo assecondando uno sforzo organizzativo degli operatori turistici in questo senso, uno sforzo aggregativo dall’altra parte perché è un prodotto, è un’offerta questa che possiamo considerare molto competitiva sul territorio nazionale per cui ha, diciamo è conveniente investire in questo senso. Dall’altra parte cominciare un posizionamento di Bari su come destinazione di turismo lesciol(?) perché Bari oggi non lo è , non è una destinazione di turismo lesciol(?), in italia non ha un posizionamento competitivo rispetto a città che hanno anche una offerta attrattiva simile alla nostra. Su questo c’è molto lavoro da fare ma il nostro lavoro è principalmente al nostro interno sulla costruzione di una offerta turistica che sia competitiva sia da parte pubblica che da parte privata, abbiamo molto lavoro da fare, sul sistema di accoglienza ma soprattutto sulla nostra capacità di costruire esperienze turistiche non tarate su noi stessi ma tarate su quello che il mercato richiede, altre città della Puglia sono un po’ più avanti di noi, noi abbiamo molti strumenti sul nostro tavolo di lavoro però abbiamo la necessità di rimetterli in campo e soprattutto di avere una capacità di lavorare insieme perché il turismo , perché le sfide sul turismo non si vincono da sole ma si vincono soltanto come sistema. Grazie

…- grazie al direttore Piccirillo, la parola a Giovanni Campagna e subito dopo il rettore della università degli studi di Bari Antonio Ricchio…Giovanni Campagna?, c’è Giovanni Campagna? Bene allora la parola al magnifico rettore dell’università degli studi di Bari professor Antonio Ricchio

ANTONIO RICCHIO – buongiorno a tutti e grazie per questo invito, per questo focus che colpisce una opportunità per rilanciare il nostro territorio, per discutere dei luoghi della cultura, per poter guardare anche ad una cultura dell’accoglienza di cui la nostra terra ha sempre più bisogno. Io ho aderito con entusiasmo all’invito dell’assessore Maselli e mi complimento con lui per l’incarico e per questa bella intuizione, vorrei restare anche aderente alla richiesta che mi ha fatto ,numeri che possano poi essere anche oggetto di un rapido approfondimento nei tempi rigidi che ognuno di noi ha. L’università di bari, è luogo della cultura per antonomasia, per natura, per attitudine, per vocazione e per funzione istituzionale e quindi offre un insieme di attività di natura didattica , scientifica, culturale di ricerca che sono chiaramente destinati all’intero territorio sia urbano, ma regionale e voglio dire nazionale ed internazionale, accoglie quasi 60 mila studenti, tra studenti iscritti nei corsi e studenti che frequentato attività post laurea, sono 54 mila gli studenti iscritti, poi c’è tutta questa attività del post laurea che proprio attraverso un nuovo modello stiamo cercando di rilanciare. 112 corsi di studio, abbiamo quindi una offerta particolarmente estesa che va a coprire praticamente quasi tutte le aree scientifiche, per fortuna abbiamo un politecnico a Bari il professor Disciascio si occuperà delle aree di propria competenza e poi abbiamo quasi 1200 docenti in ruolo e 2800 a contratto o comunque impegnati nell’attività formativa sempre attivi e impegnati nelle nostre attività didattiche , 2800 corsi e proprio nei giorni scorsi abbiamo voluto pubblicare sul nostro sito, la valutazione e l opinioni degli studenti, cosa che non era mai accaduto, la percezione che i nostri studenti hanno delle attività didattica, sono stati compilati quasi 50 mila questionari e i risultati della attività sono oggi tutti sul nostro sito dove è possibile consultare proprio il feet back dell’attività didattica di ciascun docente e quasi con sorpresa abbiamo anche appreso che l’85% dei nostri studenti si dichiara soddisfatto, della attività, un dato più superiore ad altre università che magari quando vengono stilate classifiche si collocano ai primi posti , ma molto spesso, queste classifiche tengono conto di dati di contesto e non di dati legati alla qualità formativa o anche i risultati della attività di ricerca. Noi dobbiamo investire molto su Bari come città universitaria, Bari come città della cultura, è quindi fondamentale che questo grande bacino di studenti, di energie positive, di studiosi anche persone impegnate a vario titolo nella nostra attività possano essere coinvolte ma soprattutto che poi Bari città universitaria possa accogliere sempre di più studenti provenienti da altre sedi e soprattutto possa avere anche questa vocazione che è internazionale che è nella propria natura, nella propria straordinaria collocazione geografica. Oggi abbiamo quasi 500 studenti stranieri nel nostro ateneo e 800 studenti erasmus questo significa che ci sono studenti stranieri che si iscrivono, frequentano regolarmente i nostri corsi e studenti che passano per un periodo 6 mesi , 1 anno di studio. Ci sono poi altre tanti studenti che poi fanno esperienza all’estero, però poi tornano con un bagaglio di relazioni, di esperienze e di conoscenze. Il nostro obiettivo è sempre più potenziare anche questa nostra vocazione internazionale attraverso l’attrattività degli studenti provenienti dalle sedi anche più disparate del mondo ed è per questo che per esempio abbiamo stabilito di ridurre le tasse o di abbassarle completamente e anche di azzerarle per studenti provenienti da paesi in via di sviluppo, è segnale anche di apertura ma anche di volontà di inclusione all’interno del nostro contesto. Stiamo sviluppando sempre di più la lingua straniera, perché ci rendiamo conto che le barriere linguistiche sono importanti e poi stiamo anche puntando su alcuni settori importanti: l’economia del turismo, il management del turismo, stiamo individuando anche nuovi percorsi sia curriculari che post laurea proprio per poter anche esaltare questa forte vocazione del nostro territorio che per altro in questo momento storico viene giustamente riconosciuta attraverso tutto il movimento turistico e anche attraverso una attenzione che nella nostra terra meritoriamente ha guadagnato sul panorama culturale e turistico nazionale ed internazionale. Credo che queste occasioni sono occasioni di confronto ma devono servire a ribadire la centralità della cultura e della cultura come luogo di aggregazione, di movimenti, di esperienze, di istituzioni che condividono il percorso, percorso che può sempre di più valorizzare il nostro territorio e i giovani che vi operano. Grazie ….si avevo detto prima sono 60 mila studenti, di cui 5 mila iscritti nei corsi di laurea e 5 mila che operano nel post laurea e nei dottorati, 1500 docenti, 1400 docenti amministrativi di ruolo e 2800 docenti a contratto o fuori ruolo, comunque operano a vario titolo. Grazie

…- grazie al magnifico rettore dell’università degli studi di Bari, chiedo a questo punto di fare un salto di scaletta e chiedo al professor Disciascio, magnifico rettore del politecnico degli studi di Bari di intervenire , di anticipare il suo intervento, segue il dottor Francesco Palumbo

DISCIASCIO – buongiorno grazie a tutti, grazie a Silvio assessore Maselli, sarò breve rispetterò i miei sette minuti. Fast e…(?) del politecnico di bari, forse una piccola università, rispetto alla università di Bari si tratta di una università che si occupa esclusivamente di ingegneria e architettura, è un politecnico, poi è uno dei 3 politecnici di Italia, ve ne sono 3 uno a Milano, uno a Bari e uno a Torino, quello di bari è ovviamente il più giovane ed è quello che ha delle condizioni al contorno un tantino diverse, non dobbiamo essere esperti della materia per capire che Bar i ha una condizione sostanzialmente diversa, esistiamo da 25 anni, 24 anni l’anno prossimo faremo il nostro 25nnale ma abbiamo una storia un po’ più lunga perchè veniamo , siamo nati come costola dalla, in realtà nel corso della seconda guerra mondiale, siamo una costola dell’università di Bari e in qualche modo siamo complementari alla stessa , abbiamo poco meno di 12 mila studenti organizzati su 22 corsi di laurea su 3 sedi, Bari la principale, Taranto e una presenza su Foggia joinventures con l’università di Foggia, tutto nell’ambito dell’ingegneria e dell’architettura, abbiamo 4 scuole di dottorato, le tematiche classiche dell’architettura, dell’ingegneria, della ingegneria civile e della ingegneria della meccanica e del management. Abbiamo circa 300 docenti strutturati, una faculty(?) che va intorno alle 700 persone e poco meno di 300 competenti del personale tecnico e amministrativo, siamo l’università del bestrang(?) per il 2013 l’ultima vota che è stato calcolato come impatto per la pubblicazione , normalizzato sul numero di ricercatori in Italia è una delle migliori del mondo secondo la classifica scimago(?) e l’altro elemento che mi piace ricordare è che abbiamo la più alta capacità di attrazione di finanziamento per ricercatori in Italia cioè siamo quelli che riescono a portare più soldi a casa, in buona sostanza pro capite nel nostro sistema universitario nazionale, si tratta di una università che deve rispondere a delle sfide particolari, siamo una università che nonostante la decrescita che negli ultimi anni c’è stata in materia di matricolazione ha continuato a crescere siamo in genere su i 1400 matricolati per anno, la maggior parte di questi sono comunque locali, occupano delle presenze sia a livello regionale , limitrofi e soprattutto Basilicata e Calabria e Abruzzo Molise in particolare anche per la architettura e ovviamente abbiamo anche una presenza di studenti stranieri sostanzialmente da tutti e 5 i continenti, comunque abbiamo un certo numero di studenti soprattutto post gradue e di dottorato. Abbiamo rapporti sostanzialmente con tutte le università del mondo in termini della qualità della ricerca e cerchiamo di mantenere alto il buon nome di questa terra in tutti, in due modi in buona sostanza, impegnandoci per quanto possibile in una condizione ovviamente difficile perché noi abbiamo al contorno condizioni diverse delle altre collocazioni, come università politecnica abbiamo l’obiettivo di far crescere una certa consapevolezza tecnica nei confronti del territorio e quindi abbiamo l’ambizione non sempre realizzata, io sono rettore da poco meno di un anno, di essere una presenza culturale vera, soprattutto negli ambiti di propria competenza , in particolare l’architettura e l’ingegneria, questo negli ultimi anni per il politecnico non c’è stato, dobbiamo dirlo perché molti casi ci siamo più orientati ad una attività di tipo professionale che di ramo istituzionale ed uno degli obiettivi che abbiamo, abbiamo la necessità impellente direi quasi un elemento di sopravvivenza di guardare sempre di più alla qualità del nostro corpo docente della ricerca perché noi ci confrontiamo ed intendiamo continuare a confrontarci con le migliori …university(?)quest’anno, diciamo è un successo che devo scrivere al politecnico per la prima volta abbiamo effettuato., abbiamo scelto i bandi di professore associato esclusivamente basati i posti, esclusivamente basati su criteri numerici, è un salto quantico, cioè l’idea che ci sia l’introduzione della parola caunthability(?) che non casualmente non si traduce tanto facilmente in italiano nel nostro sistema universitario, non lo facciamo perché siamo particolarmente bravi ma perché abbiamo capito che se vogliamo sopravvivere dobbiamo portarci e dobbiamo muoversi in un tipo di logica e questa logica non può essere che la qualità e il miglioramento delle nostre performances. Devo dire che da questo punto di vista le nostre performances in termini di out put(?) perché il nostro prodotto principe alla fine sono dei nostri, sono i nostri ingegneri e comunque un prodotto positivo abbiamo circa l’80% di laureati che lavorano ad un anno dal conseguimento della laurea che di questi tempi non è male tenuto presente che alcuni corsi di laurea anche adesso in questa situazione di crisi hanno dopo appena un anno la prima occupazione, cioè non se ne trova neanche uno per sbaglio in giro, è un aspetto estremamente interessante per noi , è estremamente interessante anche se ci fa meno piacere il fatto perché molti di questi laureati poi vanno a lavorare fuori, ancora adesso ce li si contente in qualche modo. Ce li si contente perché da noi vengono a prenderseli la maggior parte delle aziende sicuramente italiane molti finiranno per lavorare all’estero. Io non credo nella fuga dei cervelli. Per me il problema è che al confronto della fuga ci sia il rientro dei cervelli, in questo momento noi non abbiamo la capacità di attrarre le persone, dico soltanto un elemento banale, abbiamo delle persone bravissime da noi però abbiamo il problema di tenerle perché vengono pagate molto poco rispetto ai valori che possono prendere semplicemente varcando la frontiera neanche tanto lontana. Il politecnico e con questo concludo perché mi stanno per finire i 7 minuti, sono scaduti i 7 minuti, il politecnico pone alla città oggi più che mai quindi come un riferimento e con il desiderio nei prossimi anni di collaborare a tutti i livelli anche con una voglia di fare divulgazione che non essere in grado di fare, già da quest’anno noi abbiamo intenzione e lo stiamo studiando un percorso, e poi chiudo veramente., di seminare i divulgativi delle tematiche che vengono svolte a livello di ricerca nell’ambito del politecnico. Grazie per l’attenzione e buon lavoro ancora.

… – grazie mille al rettore Eugenio Disciascio, la parola al direttore d’area di saperi e talenti e formazione e altre cose che non ricordo mai Francesco perchè il lemma è lunghissimo e il dottor Francesco Palumbo che sostanzialmente lavora a cavallo tra i due assessorati regionali Barbanente e Godelli e quindi si occupa e di cultura e di promozione del territorio e o anche di beni culturali…scusa Francesco perdonami, si prepari Mariella Lippo e successivamente vi leggerò un breve saluto dell’ex assessore mio predecessore Nicola Laforgia

FRANCESCO PALUMBO –si aggiungo per completezza di informazione che anche l’assessore Sasso con l’assessorato alla formazione fa parte dell’area non tanto per dire quali sono gli assessori ma per completare come l’area della regione è organizzata su cultura , turismo e formazione, quindi vedremo anche gli interventi che ci legano a quanto è stato appena detto dai rettori precedentemente. Il mio intervento sarà focalizzato sui fondi comunitari, sui fondi comunitari del 14 20, sostanzialmente per due ragioni ho scelto di focalizzarlo sui prossimi fondi comunitari. La prima è evidente a tutti e che nei fondi comunitari ci sono le risorse per le nostre politiche da qui al 2020 forse anche 2022 e quindi questo quadro è l’orizzonte all’interno del quale sicuramente l’attuale giunta si deve muoversi. La seconda ragione un po’ meno evidente ma secondo me non meno importante è che nell’ambito dei documenti comunitari ci sono già scritte quali sono le priorità e le strategie all’interno delle quali i fondi vanno individuati . allora noi ci troviamo in Italia a vederci ridotto il nostro bagget per i fondi fedr delle regioni obiettivo convergenza perché non siamo in grado non solo dispenderli tutti, la regione Puglia per fortuna non ha questo problema ma perché questi fondi non producono degli impatti, allora uno dei motivi per cui i fondi non producono gli impatti è che spesso si tende a considerare le linee strategiche delle parole, delle parole vuote a cui poi non gli si danno i contenuti corretti mentre noi dobbiamo imparare a capire che nei documenti comunitari ci sono delle parole chiave e che quelle parole chiave vanno declinate, non come ci pare a noi dicendo tanto poi tutto è coerente , una forma di coerenza si trova sempre ma perché lì è scritto un percorso, allora se vogliamo utilizzare quei fondi e produrre degli effetti dobbiamo seguire quel percorso. Il paradosso è che noi utilizziamo quei fondi e per fortuna in Puglia li utilizziamo tutti, però ci chiediamo poco quale è il contesto all’interno del quale ci muoviamo e quali son o gli obiettivi , allora nei prossimi fondi comunitari gli obiettivi sono molto chiari, la cultura e il turismo sono all’interno di obiettivi tematici sono 11 obiettivi tematici, il nostro è l’obiettivo tematico 6, ma è con l’ambiente , quando parliamo di ambiente però in questo caso parliamo anche di risorse dedicate alla riqualificazione ambientale e ai rifiuti come alla riqualificazione delle acque reflue, quindi immaginate come a cultura e a turismo verrà assegnata una parte di fondi che però hanno impegni, e risorse e destinazioni e obiettivi molto molto pesanti e importanti, e quindi diciamo , abbiamo un problema di fondi perché probabilmente anche per le scelte che il governo sta facendo in questi giorni non saranno gli stessi della stessa programmazione però sostanzialmente per le cose che vi dirò dopo, il nostro problema non è finanziario, l’assessore Barbanente ha detto prima come abbiamo già a disposizione l’accordo di programma quadro con 130 milioni per i beni culturali e quindi il problema difficilmente in regione Puglia è di tipo finanziario, molto spesso è di chiarezza e di strategie e di qualità dei progetti. Questi sono i due aspetti per cui non si riesce sempre a spendere i fondi con il giusto impatto. Però detto questo come premessa nell’ambito dell’obiettivo tematico abbiamo sia la valorizzazione del patrimonio culturale che l’attivazione della filiera delle attività culturali legate alla creatività. Quindi questi due fattori sono letti insieme , sono strettamente collegati e sono abbinati al terzo livello di intervento che è quello sul turismo. L’assessore Godelli ha chiarito molto bene perché il turismo è un settore e la cultura , attività e patrimonio sono un altro settore, ha chiarito anche con l’intervento di Piccirillo si è chiarito il concetto che questi due settori ad un certo punto a livello operativo devono trovare una loro coniugazione. Per attivare tutte le risorse dedicate a valorizzazione , a creatività e a turismo, mi concentro sugli strumenti, sono molto di più, io vi cito i 3 più importanti, per come la vedo io, poi in realtà c’è un mondo li dietro, però diciamo tre parole chiave: la prima è l’offerta di servizio , per quanto riguarda la cultura dobbiamo migliorare l’offerta dei servizi, noi fin troppo spesso abbiamo luoghi del patrimonio, la dottoressa Nardella lo ha ricordato, ricordava la cittadella della cultura, piuttosto che il castello Svevo, piuttosto che il nuovo museo di arte contemporanea che sta per nascere. Abbiamo tanti patrimoni, luoghi del patrimonio e ce l’abbiamo non solo a Bari, ma in tutti i comuni e delle cinture dell’area metropolitana di Bari, ma in questi luoghi del patrimonio non ci sono sufficienti servizi e non ci sono sufficienti attività, quindi il primo obiettivo non è solo il recupero di quel patrimonio ma è attivare questo patrimonio, io credo che la prima preoccupazione del comune di Bari sia quella di avere tante strutture perché le strutture non mancano, qui di fronte ce ne abbiamo un’altra, a pochi centinaia di metri, abbiamo Kursal , Petruzzelli e Piccinni e quindi non è un problema di strutture è che cosa ci facciamo lì dentro? Che tipo di servizi sviluppiamo? Per chi li sviluppiamo? Per i cittadini prioritariamente e turisti poi e con quale capacità poi di attivare tutta la filiera e quindi il primo obiettivo è attivazione di offerta e servizi, il secondo obiettivo è le forme di gestione, troppo poco in Italia si è ragionato delle forme di gestione, come si gestisce questo patrimonio? Fino adesso gli enti locali gli hanno gestiti tendenzialmente con le risorse interne , non è più possibile per due motivi , per un motivo di risorse economiche perché non hanno la disponibilità per farlo e neanche le competenze per farlo entro gli enti locali ma anche dentro la regione e le competenze della gestione non ci sono e questo mi richiama il terzo obiettivo che è il coinvolgimento dei privati, guardate qui per quanto riguarda il mondo della cultura siete tutti operatori della cultura, si prepara una rivoluzione perché gli interventi in cultura non saranno più gestiti soltanto dal pubblico ma saranno interventi considerati in regime di aiuto e quindi devono essere gestiti in accordo e insieme con la compartecipazione dei privati. Questo potrebbe essere o il macigno sul mondo della cultura oppure se noi siamo bravi ed io credo e concludo ,dicendo questo concludo, quali strumenti il comune di Bari può attivare per questo percorso , può essere la leva che ci fa superare una serie di difetti, perché confido che il comune di Bari possa essere un comune pilota su questo, perché è area metropolitana, perché all’interno dei documenti europei ma anche all’interno del patto di Bari è già delineata una strategia poi la nuova giunta ovviamente né potrà cambiare i dettagli però se già ne condividesse quell’orientamento strategico avremmo già un quadro di riferimento molto chiaro e a questo indirizzo si aggiunge l’idea al patto della città si aggiunge l’area metropolitana che è una sfida di mediazione molto importante forse quasi impossibile da affrontare nella sua complessità ma almeno sui temi di cultura che sono un po’ più semplici ,meno strutturali, l’area metropolitana potrebbe svolgere un ruolo per cui porta a Bari ,come ha detto il sindaco, ad essere il quinto punto di riferimento in italia e a tutti gli strumenti finanziari, abbiamo la pq, 130 milioni, abbiamo il fesdr e per l’area metropolitana di Bari c’è il pon città metropolitana con 100 milioni dedicato soltanto a Bari, più o meno 100 milioni, probabilmente un po’ di più e quindi abbiamo la programmazione, abbiamo i riferimenti strategici, abbiamo i contenitori e anche le fonti finanziarie, aggiungo una frase conclusiva forse oggi, almeno per me ho avuto la sensazione che a Bari sono presenti tante associazioni, non questa alternanza fra istituzioni e associazioni dà anche però una sensazione viva. A Japigia esiste l’associazione che fa attività culturali, esistono teatri che si considerano associazioni culturali e non solo teatrali, abbiamo i contenitori forse un passo relativamente semplice per il comune per attivare le politiche della cultura, fare questo mach fra contenitori e capacità di proposta culturale che esiste e che va semplicemente liberata e forse costretta da quei vincoli finanziari della gestione ordinaria di spazi beneficiata di spazi pubblici invece di grande valore che gli potrebbero dare quella svolta. Concludo dicendo rispetto alle università che forse sul tema cultura e turismo, un ragionamento e Bari potrebbe essere un laboratorio, un ragionamento più comune va fatto perché forse non formiamo come sistema universitario pugliese delle figure che potrebbero invece trovare lavoro negli enti locali per avviare processi di valorizzazione. Abbiamo degli ottimi archeologici, storici dell’arte, degli ottimi architetti e ingegneri abbiamo meno tutte quelle figure di nuovi profili professionali che possono attivare dei percorsi di valorizzazione e di gestione e di ragionamento misto pubblico e privato. Questi tre termini vi dicono come stiamo parlando di esperti di temi giuridici , di esperti di temi economici per la gestione, di esperti per i temi del turismo e di nuove figure professionali. Io mi auguro che Bari possa avere a breve una offerta formativa anche di queste figure magari prendendo spunto dall’estro , dove tutto questo è già attivo. Vi ringrazio

…- grazie a Francesco Palumbo, lo lasciato parlare quasi 4 minuti oltre il tempo consentito perché diceva cose che reputo e credo anche voi molto interessanti e utili per noi tutti , la parola a Mariella Lippo e si prepari Maria Stella Di Giuseppe

MARIELLA LIPPO – grazie , buongiorno a tutti , sono Mariella Lippo, sono della compagnia d’autore e teatro e mi occupo da anni di premio letterario , ma sono qui soprattutto essenzialmente come vice presidente della fedac, mi faccio portavoce delle associazioni della federazione delle associazioni culturali e mi faccio soprattutto portavoce e porgo il saluto del nostro presidente Maurizio Ferrandino che è fuori per lavoro. che cosa è la fedac? Per chi non lo sapesse la fedac è una federazione di associazioni culturali, tre anni fa è nata mettendo insieme 20 associazioni, tutte operative nel territorio barese, nell’arco di tre anni si sono più che raddoppiate e si sono anche estese in termini territoriali, quini fa parte della fedac, ci sono ora anche associazioni delle zone limitrofe e quindi anche della provincia dio Bari. Nasce la fedac con una esigenza principale , unica , quella di fungere da contenitore per le associazioni culturali, ci tengo a precisare che la fedac non è una organizzatrice di eventi, non è un ente commerciale è semplicemente un contenitore nelle quali, le associazioni culturali , tutte diverse, per lo più tra loro mantengono la loro identità ma è offerta loro la possibilità di entrare in comunicazione e di entrare soprattutto in sinergia, questo perché riteniamo noi della fedac che sia importante avere un fronte comune quello che porta le associazioni a operare nell’ambito della cultura e a divulgare la stessa. Importanti , prima ancora di presentare il progetto della fedac, importanti sono le soluzioni che rendono più accessibile il rapporto diretto con le istituzioni e quindi la rappresentatività con le istituzioni, questo si è manifestato e verificato in maniera molto semplice per le associazioni culturali che hanno aderito a Natale che barba per esempio, durante il quale, durante questo evento le associazioni hanno mantenuto la loro identità, loro hanno presentato progetto singolarmente, la fedac non ha fatto altro che mettere insieme le loro proposte e fungere da unico rappresentante nei confronti delle istituzioni, insieme a questo offre la possibilità di avere un sito, quale cassa di risonanza importante, un sito molto importante nel quale tutte le associazioni possono comunicare e mettere in evidenza i loro eventi , insieme muovere un’economia di scala quindi provvedere anche ad una rete di convenzioni che agevoli il lavoro e quindi economizzi anche il lavoro delle associazioni culturali, ma importantissimo in tutto questo è avere un fronte comune, quindi avere uno scopo finale perché è un progetto o perché si possa raggiungere uno scopo finale , un obiettivo bisogna avere un progetto, questo progetto lo ha presentato a maggio scorso la fedac con il manifesto ambasciatori della cultura, in primo luogo ci tengo a puntualizzare che la fedac ritiene che la cultura non deve essere un costo ma piuttosto deve produrre denaro e questo può accadere anche sfruttando quel famoso turismo di cui fin’ora si è parlato, di qui né hanno parlato gli assessori, né hanno parlato le associazioni culturali, Bari città metropolitana è punto di arrivo, obiettivo di parecchie mete turistiche e quindi quale occasione migliore sarebbe se non quella di sfruttare gli edifici, quello che abbiamo, la nostra arte, che per lo più in questo momento, voglio dire in degrado, ma un po’ messa in secondo piano, rivalutarla e sfruttare questo affinchè il turismo abbia dei punti di riferimento. Importantissimi quindi la valorizzazione delle opere d’arte anche dal punto di vista naturalistico, quindi arte e prima di tutte la prima iniziativa della fedac che riguarda proprio questa locations ed è il wold woding(?) di Soul levil(?) che non + una prova di colori ma è una vera opera d’arte donata da Soul Levil(?) diversi anni fa a bari e che evidentemente è stata trascurata. Bene la fedac e mi dispiace notare che oggi non c’è però ha provveduto come sua prima iniziativa ad apporre dei distanziatori in plex, dovrebbero essere messi proprio davanti al dipinto in modo tale che alcuna scala , alcuna sedia venga poggiata su una opera d’arte e insieme a questo si è adoperata anche con un evento che vorremmo diventasse un evento brand, cool time, il 21 maggio scorso, il giorno unesco delle diversità culturali, c’è stato un evento fedac nelle quali le associazioni culturali hanno potuto partecipare, quindi mettere a frutto le loro peculiarità e abbiamo anche ospitato delle personalità importanti e culturali che hanno saputo portare la locale cultura al di fuori delle mura cittadine. Quindi c’è stato un dibattito, ci sono stati interventi molto interessanti . vorremmo che questo evento cool time si ripetesse ogni anno come un eventi brand. Importantissimo è per noi sfruttare, quindi, le tradizioni e sfruttare ciò che la città offre e a questo punto è importante anche sfruttare gli edifici storici che purtroppo sono lasciati in una situazione di degrado, parliamo della caserma rossani , della manifattura tabacchi, e di molti altri e in modo particolare la nostra intenzione, il nostro obiettivo , il nostro progetto invece ora si rivolge, rivolge l’attenzione al mercato del pesce che è proprio qui di fronte a noi, il mercato del pesce è un edificio storico , vorremmo che fosse ripristinata la sua attività principale che rimanesse un mercato del pesce, ma rivalutato dal punto di vista artistico, un po’ sulla falsa riga vogliamo dire della Boccheria di Barcellona di modo tale che si potesse valutare una delle peculiarità della nostra città che è quella della enogastronomia, noi abbiamo..ci siamo già? Avere il countdaun(?) dall’assessore alla cultura è bellissimo… e chiudo con questo, riuscire a creare un mercato artistico e culturalmente propositivo ai turisti vorrebbe dire dare spazio e dare molto lavoro , dare spazio alle associazioni culturali e anche di lavorarci. Grazie

…- come vi avevo annunciato prima di dare la parola a Maria Stella De Giuseppe e poi si prepari Assunta Fanuli vi do lettura di un messaggio che mi ha inviato il professor Nicola Laforgia, come ricorderete è stato assessore alla cultura di questa città fino a 5 anni fa, diciamo l’ultimo assessore politico ad assumere la delega. Gentile assessore e carissimo Silvio, grazie di cuore per l’invito di partecipare alla conferenza arriva Godot, so che è stato sincero e non di circostanza, ma l’aver letto qualche giorno fa il sempre ottimo Michele Serra, mi ha convinto a praticare come lui suggerisce il sommo piacere dell’assenza, sono passati 5 anni da quando ho lasciato il ruolo che ora ricopri e credo che la tua nomina rappresenti quella necessaria e tanto auspicata inversione di tendenza dopo 5 anni di buio totale, in questa nuova amministrazione sarebbe stato molto giusto riuscire a coinvolgere Luigi Introna e Fabio Losito compagni di un percorso quinquennale assai accidentato per il loro lavoro nei diversi ruoli e per il lavoro difficile di campagna elettorale, lavoro assai impervio nei quali non tutti si sono misurati ma come sinistra abbiamo raccolto poco e dovremmo ragionare seriamente sui motivi e le responsabilità mai come oggi nella prospettiva delle imminenti elezioni regionali, ma non è questa la sede. Bari aveva bisogno di un assessore alla cultura competente ed entusiasta ed il sindaco ha fatto una ottima scelta, va ringraziato, Bari ha bisogno ora di un assessore che insieme alla giunta e al sindaco lavori per fare della cultura e del marketing territoriale, il turismo, gli obiettivi più importanti e significativi dell’azione di una amministrazione che sia di centro sinistra nei fatti e non nelle parole. Non devo e non voglio darti consigli, non ho ruolo per farlo e non né hai bisogno, mi auguro, ma ne sono certo che saprai onorare il tuo compito con lo sguardo del cittadino che chiede di far crescere il patrimonio con le conoscenze della nostra città. Questo è il significato almeno per me , di occuparsi di cultura in un ruolo di responsabilità pubblica, lavorare duramente cercando di moltiplicare le offerte per tutti , non i grandi eventi soltanto ma occasioni quotidiane senza differenze di luoghi, l’attenzione alle periferie, di possibilità, gli investimenti pubblici per una fruizione indipendente per le capacità economiche e di preferenza di generi, mescolando e contaminando le diverse espressioni culturali e rilanciando tra gli altri proprio quel cinema a te tanto caro dimenticato come tanto altro dalle precedenti amministrazioni di centro destra. Certo lo fatto con le mie idee e i miei errori ma con l’esclusivo interesse di quella città in cui ho scelto di vivere, non credo sia necessario ribadire che non solo con la cultura e con il turismo si mangia, ma si cresce come territorio, come singoli cittadini e come comunità. Mi piace citare quello che ho letto su repubblica alcuni giorni fa che , sono certo non ti è sfuggito da lettore attento quale sei, la cultura è ciò che definisce un paese più di ogni altra cosa fornendo visibilità internazionale, stimolando l’interesse globale e più di quanto la politica , gli affari o l’economia potrebbero mai fare. Lo ha detto Jhon conneri(?) riferendosi alla scozia ma vale certamente per Bari e per la nostra splendida terra e in poche parole è il legame forte che esiste tra cultura e marketing territoriale che non a caso sono affidati tutti insieme alla tua responsabilità. Ti auguro anche attraverso questa volontà inclusiva testimoniata da questa iniziativa che hai promosso, di riuscire a vincere le resistenze di quei singoli operatori artistici che antepongono l’autoreferenzialità ai propri interessi e a quelli di tutta la città. E’ difficile riorganizzare oggi più che mai il sostegno pubblico alle tantissime donne e uomini vivono di cultura , che fanno cultura che hanno progetti e idee e chiedono una interlocuzione seria efficiente e disponibile. Ci sono problemi di risorse che devono essere reperite, magari offrendo anche ai privati, ma queste risorse devono essere investite non già per far sopravvivere lo stato quo di chi pretende sostegno a prescindere magari per appartenenza politica patitico sindacale ma per realizzar una idea di politica culturale capace di valorizzare i talenti e di rilanciare l’immagine di Bari e ultimo ma non ultimo di contribuire a ricostruire una convivenza civile sempre più difficile come dimostrano i recenti fatti di cronaca, abbiamo bisogno di idee e di politiche ci si può confrontare e discutere ma una amministrazione deve proporre una propria idea e metterla in pratica ben sapendo che il consenso non potrà mai essere ecumenico   che gli scontenti ci saranno sempre perché tenteranno con tutti i mezzi di far prevalere l’interesse particolare rispetto a quello generale per resistere e realizzare il programma prima al bisogno del sindaco e sono convinto che l’avrai, non ti capiterà di subire l’incredibile realizzazione di un ufficio grandi eventi in totale antitesi con il programma del sindaco del 2004 o la cessione sui temi della cultura della fondazione che piuttosto che di rivalsa del Petruzzelli è stata forzata ad organizzare feste di capodanno. A me è capitato ed è stato molto difficile mandare avanti un mandato e lo fatto fino all’ultimo per onorare l’impegno con chi mi ha votato, non ho avuto poi l’opportunità i continuare un percorso e lasciato solo lo dovuto assistere per 5 lunghi anni al progressivo smantellamento di tutto il mio precedente lavoro. Ora tocca a te e voglio farti i miei migliori auguri per quella che sarà, come è stata per me, una straordinaria esperienza politica e di vita potendo essere concretamente al servizio dei cittadini, con le tue competenze ed il tuo entusiasmo Bari ritornerà ad essere la città della cultura, a proposito ma che fine ha fatto la tanto sbandierata candidatura? Ah si erano Lecce e Matera ricordavo male, la memoria di noi anziani è tanto labile. Un abbraccio forte Nicola Laforgia. Nicola sa quanto gli voglia bene , Maria Stella De Giuseppe poi Assunta Fanoli

MARIA STELLA DE GIUSEPPE (?) – buongiorno a tutti io rappresento l’associazione di formazione sociale pietra su pietra, è nata questa associazione qualche anno fa ponendo la propria attenzione su quelle fasce di popolazione giovanile oppressa dalla deprimazione socio culturale naturalmente facilmente inglobabile nella sub cultura mafiosa, perché comunque da loro identità personale e culturale anche se non condivisibile, comunque non ci è voluto molto per noi porre, accorgersi di quanto fosse grande e profondo il disagio di un altro settore della gioventù, quel gruppo di giovani consumatori che non hanno più nessun interesse, nessuna voglia a voler parlare in famiglia o a ragionare nelle scuole. allora abbiamo pensato di riconsiderare quella che era la nostra mission, la nostra azione, la nostra vocazione come associazione e abbiamo pensato come pietra su pietra potevamo costruire uno spazio che rompesse tutte le barriere culturali, che fosse aperto a tutti indipendentemente dall’età dalla cultura, dalla religione, uno spazio aperto che avesse come strumenti fondamentali proprio la cultura, la conoscenza e l’abitudine alla bellezza. Ovviamente noi non abbiamo grosse risorse viviamo di volontariato e di piccole donazioni, però abbiamo dalla nostra oltre che l’entusiasmo e la volontà dei nostri operatori anche la loro professionalità, loro si inventano, si formano a loro spese, sperimentano perché in queste realtà non bisogna solamente voler fare, bisogna anche saper fare. Quindi diciamo che nella nostra realtà associativa è uno spazio aperto, all’interno del quale chiunque può partecipare, noi lavoriamo prevalentemente con i giovani, con i ragazzini ma anche con le loro famiglie e con chiunque voglia venire per esempio noi stiamo in questa fase allestendo una piccola biblioteca e chiunque può venire , entrare, leggere, oppure può venire semplicemente a parlare, a dire, ad ascoltare la musica. Altra sperimentazione che noi facciamo è quella di aprirci all’arte, ai giovani talentuosi perché Bari e la Puglia in genere è ricchissima di talenti nascosti che non riescono a emergere un po’ perché prima si è parlato tanto di soldi, veramente noi ogni volta che ci confrontiamo con le istituzioni ci viene sempre detto soldi non c’è ne stanno, allora dobbiamo lavorare su di noi. Quindi la nostra realtà apre spazio a questi ragazzi con mostre di pittura e di arte, danza , musica tutto quello che si vuole ed è interessante vedere come i nostri bambini magari mentre studiano osservano quadri degli artisti , ascoltano musica Mozart e pur provenendo la maggior parte oppure , la maggior parte di loro proviene da situazioni economiche non floride e questo un po’ ci caratterizza, comunque hanno imparato ad apprezzare e a rispettare l’arte, questo è un messaggio importante perché significa che se un giovane anche se proviene da situazioni socio culturali depresse viene educato alla bellezza, fa propria la bellezza, può imparare anche a rispettare l’ambiente. Niente l’associazione ha colto questo invito e mi auguro che ci sia da parte delle istituzioni non solo l’attenzione ai grandi progetti ma anche a quei piccoli progetti che lavorano nel territorio, noi lavoriamo nel territorio, noi ci rimbocchiamo le maniche nel territorio e lavoriamo anche lavando per terra, rendendoci umili insieme ai nostri ragazzi e alle famiglie che ci vengono ad incontrare. L’associazione collabora, perché da soli non si va da nessuna parte, collabora con altre realtà associative che come noi condividono la stessa verità morale e la stessa attenzione verso le fragilità del nostro mondo anche perché ognuno di noi è fragile però incontrandoci diventiamo tutti un poco più forti. Grazie

…..-la parola ad Antonio Princigalli direttore artistico di Puglia sauls e poi Francesca Rossini si prepari, lo vista prima forse si è allontanata

ANTONIO PRINCIGALLI – buongiorno io cercherò di essere ancora più breve così recuperiamo tempo. Le cose da dire sarebbero tante proverò a essere superficiale perché in 7 minuti quello si può essere. La prima cosa che vorrei dire credo Silvio che in un prossimo momento ma io trovo indispensabile che prima di parlare di comune di affari bisognerebbe capire quello che è stato, nel senso che dovremmo non dico capire ma per lo meno confrontarci ,riflettere, su quello che gli ultimi 15 anni di questa città ha prodotto e capire le motivazioni per cui questa città è quello che è adesso, a mio avviso un passo indietro decisamente importante rispetto a quello che potrebbe essere. Detto questo fino ad ora abbiamo sentito fondamentalmente alcune associazioni, istituzioni che raccontavano quello che fanno ed è una cosa meritorio perché mancando gli spazi spesso di approfondimento questo diventa un esercizio importante, però vorrei incentrare il mio breve intervento più non voglio dire su una parte teorica, però vorrei ricordare a me e ricordare a tutti su che cosa si impernia un sistema culturale, un sistema culturale fondamentalmente si impernia su un prodotto artistico quindi su gli esseri umani che producono qualcosa, sui luoghi che li ospitano o degli organizzatori che gli ospitano e sul pubblico che assiste, se manca una di queste tre componenti , il castello cade, cioè è una cosa che non ha più senso. Allora io credo che negli ultimi anni come dire tutti e tre questi punti sono stati lasciati un po’ al loro strano destino, in un momento congiunturale particolarmente sfavorevole e quindi trovo che sia che debba essere il punto di partenza come dire per quello che spetta a questa nuova giunta. E affronterei questi piccoli punti dando alcune proposte, diciamo così, anche partendo dal lavoro che da un lato abbiamo fatto negli ultimi 5 anni come Puglia sauls ma anche dai 28 anni che ho alle spalle di questo lavoro, per cui insomma qualcosa lo vista. Quindi il primo punto sull’artistico, il patrimonio, io credo che è obbligo di una comunità sia quello da un lato di preservare, di consolidare il proprio patrimonio artistico e d’altro canto non essere global diciamo così come spesso invece accade soprattutto in momenti nei quali i fondi sono decisamente pochi per cui si basa più alla   propria sopravvivenza piuttosto che ad una logica di investimento per cui ribadisco consolidare il più possibile il proprio patrimonio e allo stesso tempo però avere delle porte apertissime rispetto alla produzione che accade al di fuori di questa città, per cui fare di Bari quello che banalmente si dice, un luogo dove più culture , più discipline, dove più forme artistiche debbano non solo esibirsi ma probabilmente produrre e trovare delle brevi forme di breve residenza. Secondo punto luoghi e slesc(?), per paradosso anche se ho detto prima che i tre capisaldi sono assolutamente relegati tra loro, trovo che questa sia la parte più delicata di questa città negli ultimi anni, ripeto non la faccio lunga su quello che è stato, su come si sono sviluppate le cose, anche qui trovo fondamentale che obbligo dell’amministrazione è quello di consolidare quelli che esistono ci piacciano o no, ce ne piacciano di meno alcuni e di più altri, no l’obbligo di una amministrazione è quello di fotografare l’esistente in maniera sempre più a fuoco anche per approssimazione e ha l’obbligo di dare delle risposte, dei servizi, a chi è puramente svolge un ruolo fondamentale non per questa città ma per la comunità complessiva. Questo secondo me significa banalmente avere delle convenzioni o degli accordi pluriennali, significa ancora prima, liberamente sottoposti a critiche e individuare quali sono le realtà che per storia, che per forza lavorativa, per forza organizzativa, per forza artistica sono più solide e quindi investire in modo diverso perché poi secondo me altro elemento fondamentale è quello di dividere, come fanno in tantissimi paesi esteri, il mondo della cultura va diviso fra chi lo fa come promozione culturale per cui come crescita di una propria comunità, per cui al pari del verde pubblico, delle fogne e altro e chi oltre che svolgere questo ruolo svolge anche un ruolo di impresa perché è ovvio che gli obiettivi, i bisogni e le necessità sono talenti diversi. non ha senso trattare nello stesso modo una onlus parrocchiale e una cooperativa, o un teatro, cioè voglio dire è ovvio insomma come dire è banale. Per cui dicevo da un lato quello di provare a capire come realizzare delle convenzioni con le strutture più importanti, da un lato dare delle certezze che poi che siano operatori occasionali o operatori professionali, l’elemento che manca fondamentalmente è quello delle certezze della continuità, per cui vanno date delle certezze finanziarie per tempo non possono certamente essere dare a luglio quando buona parte delle programmazioni sono state già fatte, vanno date delle certezze amministrative, nel senso che le regole devono chiare, semplici e devono essere devono corrispondere a dei tempi chiari e semplici e devono corrispondere a delle logiche a delle certezze progettuali che la amministrazione può per esempio indicare le proprie linee progettuali e su quello creare il proprio percorso artistico, cioè si da una visione, si dice lo sviluppo culturale di questa città passa attraverso queste direttrici però tutto questo non può che farlo l’amministrazione per cui credo che questo sia il compito più gravoso da prendersi per i prossimi anni. Quarto punto che abbiamo sperimentato è quello di provare a favorire i percorsi a consolidare i percorsi, di rete fra operatori, fra luoghi, la formazione dei claster , è uno dei punti fermi della comunità europea , è uno dei punti fermi dei processi di sviluppo di tanti paesi d’Europa, io credo che Bari debba avere e possa avere questa come caratteristica. Sui luoghi e chiudo, sul punto 2 io credo che bisognerebbe mettere in campo una sorta di progetto, passatemi il termine , di edilizia culturale, cioè i luoghi io credo siano fondamentali per lo sviluppo della cultura di una comunità perché sui luoghi si costruisce un’anima, si costruisce una abitudine, si costruiscono delle relazioni, e allo stesso tempo, come dire, si evita il percorso pericoloso del tanto vituperato effimero, quando parlo dei luoghi non parlo soltanto dei teatri, c’è ne sono pochi in questa città e quei pochi vanno protetti, vanno pungolati perché aprano le loro sale a più discipline, ci abbiamo quelli proviamo a farli funzionare nel miglior modo possibile, ma i luoghi secondo e, sono anche luoghi temporanei, un esempio, al di là dei singoli festival, diciamo così, ma penso un luogo per tutti, è l’esperimento che si fa da 3 anni con il summer village festival, è l’esperimento di un luogo temporaneo ma complesso, è un luogo imprenditoriale innovativo, è un luogo di aggregazioni che usa spazi, comunque chiusi, per cui è un esperimento da replicare e da rinforzare. E termino sul pubblico, è ovvio che la cosa più banale da dire sul pubblico è che da un lato bisogna investire sul futuro del pubblico e quindi investire secondo me, soprattutto sui giovani e sui giovanissimi, applicare secondo me, un percorso formativo e di promozione delle scuole, io trovo sia fondamentale preannuncio ,brevemente, che per il prossimo mese abbiamo messo in piedi un esperimento che si chiamerà medimex kiss(?) rivolto ad una serie di scuole medie inferiori e superiori all’interno delle quali per un mese una serie di artisti incontreranno una serie di scuole per un percorso formativo su come questi artisti compongono ,cosa scrivono perché ecc.ecc. e circa 4000 studenti parteciperanno al medimex , partecipando ad una serie di incontri di autori esistenti in Italia, nulla didiferente, per esempio da quello che già da qualche anno fa ad esempio il bifest(?) come lezione di cinema ma questa è una strada che, secondo me , va presa e potenziata per aumentar ancora , il pubblico ci potrebbe pensare sempre in collaborazione con le strutture a trovare come dire delle agevolazioni sui trasporti, sui biglietti perché per esempio alcuni di questi teatri sono al di là…scusate , chiudo, grazie

…- grazie ad Antonio Princigalli la parola a Francesca Rossini che conoscete tutti , è la segretaria regionale dell’ agis e anec di Puglia e Basilicata interviene qui invece di Giulio Di Leonardo, presidente regionale di anec e del presidente di Puglia e Basilicata di agis Carmelo Grassi che sono impegnati l’uno a Venezia, l’altro a Roma, grazie Francesca, si prepari Antonio Gerormini

FRANCESCA ROSSINI –

in qualità di Segretario Agis Puglia e Basilicata ringrazia il Sindaco del Comune di Bari Antonio Decaro e l’Assessore alle culture e turismo Silvio Maselli per l’invito rivolto all’Agis e all’Anec e porta i saluti del Presidente dell’Agis Carmelo Grassi e del Presidente dell’Anec Giulio Dilonardo, impossibilitati a prendere parte agli Stati generali per impegni urgenti in sede nazionale.

FR: “Mi sembra opportuno partire da una parola molto semplice “Grazie” Silvio Maselli, grazie Antonio Decaro, grazie al Consiglio e alla Giunta Comunale di Bari. Grazie perchè crediamo abbiate iniziato ad occuparvi del settore da un punto cruciale, per l’aver considerato i luoghi di spettacolo dei veri e propri presidi socio-culturali sul territorio. Per l’Agis e l’Anec, che rappresentano il sistema spettacolo su tutto il territorio nazionale da oltre sessant’anni, è doveroso e fondamentale che i Comuni intervengano a difesa dei luoghi di spettacolo anche attraverso la leva delle politiche fiscali. Certamente avrete letto tutti della delibera di qualche giorno fa, una delibera per noi fondamentale, che pone Bari insieme a Lecce tra le città più all’avanguardia nel panorama nazionale. Infatti il Comune ha accolto una nostra richiesta pressante, ovvero quella di riportare l’IMU dal 10,6% al 7,6%, ovvero alla sola imposta statale.

La riduzione, riservata esclusivamente ai luoghi di spettacolo in attività e non ai luoghi da tempo chiusi i cui proprietari continueranno a corrispondere l’imposta nella misura massima, si aggiunge alla mancata applicazione della Tasi. Ciò fa si che i luoghi di spettacolo della città di Bari, rispetto altri sul territorio nazionale, godano di una fiscalità non oltre il 50%.

Non è poco, perché questa iniziativa sommata ad auspicabili altre, si tradurrà nella possibilità per i luoghi di spettacolo, non semplicemente di sopravvivere – perché a noi non interessa la sopravvivenza ma vivere e vivere anche bene in questa Città – ma di rilanciare con maggiore slancio le attività del cinema e dello spettacolo con salvaguardia di imprese e occupazione, senza tener conto che il provvedimento potrebbe, quindi, funzionare da leva per riaprire cinema/teatri attualmente chiusi ma recuperabili. Questo provvedimento a nostro avviso, quindi, inciderà su tutto lo spettacolo e non semplicemente sui singoli imprenditori privati titolari di cinema e teatri, come qualcuno ha voluto rimarcare criticando il provvedimento, imprenditori che comunque con coraggio da sempre mantengono salda la “spina dorsale” del settore, in quella che è si un’attività di impresa ma il cui servizio ha ricadute oltre che economiche ed occupazionali anche socio-culturali, al pari di un servizio organizzato direttamente da un ente pubblico.

Occorre ricordare che non sono stati pochi i luoghi che in tutti questi anni, semplicemente affidandosi a risorse proprie, hanno mantenuto in vita il settore con impegno e lavoro costante anche in assenza del

Petruzzelli, restituito al pubblico soltanto dalla fine del 2009. Per quasi 20 anni di chiusura del Politeama questi luoghi hanno mantenuto l’ossatura culturale di questa città e questo va ribadito.

Ciò detto, vorrei cogliere l’occasione di proporre alcuni key points che poi ci auguriamo possano tradursi in obiettivi di lavoro comune.

L’amministrazione comunale potrebbe partire anzitutto da una osservazione e monitoraggio sugli operatori e sui luoghi privati e pubblici agibili e adatti per ospitare spettacoli, perché è chiaro che abbiamo bene in testa il problema dei luoghi di spettacolo. C’è chi dice che sono insufficienti, chi invece che sono fin troppi. Puntare alle riaperture ci sembra importante ma non meno della salvaguardia dell’esistente, senza contare che ci sono luoghi in attività ma decisamente sottoutilizzati. Un lavoro di monitoraggio potrebbe sicuramente chiarirci le idee per poi disegnare insieme una città più dinamica e partecipata, con maggiore coinvolgimento dei cinema e dei teatri in rete tra di loro. Porto solo a titolo d’esempio il cinema teatro Royal chiuso da più di anno ormai: uno spazio che se fosse riattivato – vi assicuro in tempi brevi e senza tanti sforzi- potrebbe ospitare gli spettacoli di tanti giovani talenti che non sanno dove esibirsi. D’altronde Bari è una città che ospita un Conservatorio di Musica “Niccolò Piccinni” tra i più frequentati in Italia; uno spazio quello cui mi riferisco – unitamente all’Auditorium “Nino Rota” che ci auguriamo sia sul serio presto riaperto – che anche grazie ad un mix di gestione pubblico-privata darebbe la possibilità a tutti questi ragazzi di optare in tutta serenità per un percorso di studi al quale aspirano.

Altresì da questo monitoraggio scaturirebbero riflessioni adeguate sul futuro di alcune strutture – vedi il Kursaal- che potrebbero rappresentare il cuore pulsante della cultura dell’area metropolitana, luoghi dove esprimere liberamente il proprio talento grazie al sostegno di Regione e Comune. Così al Kursaal, al Margherita ed al Piccinni si renderebbe onore conferendogli veramente una giusta destinazione d’uso e potrebbero alcune di queste strutture operare in rete con il Petruzzelli, che invece ha bisogno di operare anche in altri spazi, ad esempio per le prove.

L’Associazione in questo è estremamente disponibile e si pone come interlocutore attivo sia nei confronti degli operatori che dell’Amministrazione Comunale, al fine di agevolare questo matching opportuno tra chi i luoghi di spettacolo li gestisce e chi no per difficoltà o per scelta.

Un altro punto consiste nel ridisegnare le regole di accesso ai finanziamenti pubblici o meglio predisporre un nuovo regolamento comunale. Bisogna lavorare tutti insieme per riscrivere questo sistema. Strumenti di confronto operativo possono essere a nostro avviso il Regolamento Regionale di attuazione della legge spettacolo Puglia n. 06/04 e il nuovo Decreto Ministeriale a sostegno dello spettacolo dal vivo; strumenti che stanno andando in una direzione chiara, ovvero quella di considerare gli operatori dello spettacolo anzitutto sulla base dei progetti effettivamente realizzati. Cosa fondamentale è che Il Decreto Ministeriale abbia finalmente stabilito una seria apertura nei confronti dei giovani che fino ad ora non sono riusciti ad entrare nel cosiddetto “sistema FUS”. In ogni caso ci sembra fondamentale finanziare i progetti non solo sulla scorta dei preventivi ma anche dei rendiconti, al fine di un razionale utilizzo delle risorse opportunamente adeguate al settore. Il primo passo dovrebbe consistere nella revisione dell’albo comunale: non una semplice anagrafica ma un primo livello di valutazione delle propria capacità di fare cultura e impresa, aperto a tutti gli operatori culturali, dalle imprese cinema a quelle di spettacolo dal vivo, senza dimenticare le giostre e i lunapark, che pure meritano la giusta attenzione e che non ne ricevono abbastanza.

E quindi programmiamo investimenti di breve o di lunga durata? C’è chi tra gli operatori potrà portarli avanti in breve durata o chi attraverso convenzioni, completamente rinnovate nel contesto di un nuovo

regolamento, avrà la capacità di programmare con un maggiore raggio d’azione per più anni. Ridisegnare il sistema attraverso una visione nuova, un Regolamento Comunale che dia soprattutto tempi certi di finanziamento attraverso i bilanci.

Un ultimo obiettivo voglio lanciarlo sulla promozione del pubblico perché alla fine tutto nasce da loro, per loro: dobbiamo avere la capacità di porci al loro centro per migliorare l’incontro tra domanda e l’offerta. Per noi è fondamentale investire su azioni di audience development, per dirla con un termine del programma Europa Creativa, specie se rivolte ai giovani studenti. Bisogna avere più coraggio nell’investire sia da parte dei privanti ma anche e soprattutto da parte degli enti pubblici. Perciò il mio invito è direttamente rivolto all’assessore Maselli, affinchè in tal senso lavori in sinergia con i suoi colleghi della pubblica istruzione e welfare.

Altro punto-messaggio breve riguarda la comunicazione degli eventi: non è vero che a Bari non accade nulla, forse gli eventi non sono sempre ben comunicati e alcuni progetti che mettano in rete gli operatori potrebbero sicuramente migliorare l’informazione stessa.

Infine sulla formazione una provocazione. Credo che Bari meriti uno spazio di attenzione maggiore per quello che potrebbe essere un progetto comune con Università e Politecnico sull’alta formazione nel nostro settore. Come ha detto non ricordo bene chi mi ha preceduto, c’è una grande carenza di determinate figure manageriali ed amministrative: perché non fare di Bari una sede di alta formazione nel settore dello spettacolo e della cultura tout court?”

…….-allora grazie Francesca, abbiano ancora 12 interventi previsti nella sessione mattutina, allora vi propongo il seguente patto, da ora in poi o cercate di parlare tutti nei limiti e cercate magari di recuperare qualche minutino, diciamo 5 minuti ciascuno oppure siamo fritti, per cui siccome non voglio togliere la parola a nessuno adesso la parola va da Antonio Gerormini e poi si prepari Federico Pirro e a seguire Claudio Lorusso, Leonardo Palmisano ecc.ecc. vi prego concisi grazie

ANTONIO GERORMINI – allora vi do la belle notizia che l’intervento dopo quello di Federico Pirro, lo accorpo io e quindi mi perdonerete se sforo di qualche secondo, proverò a stare nei 7 minuti, però accorpo l’altro intervento. Provo a prendere il trampolino di Francesco Palumbo e a stare nel tema, arriva Godot anche perché la soglia di attenzione, a questa ora della giornata, scema, per presentarvi due idee progettuali già in essere, attraverso la presentazione di compagnia degli esultanti e accademia dell’acqua sale, proviamo a dare concretezza, idee a quel che si a quello che già immediatamente fattibile e non quello che si vorrebbe fare. Io sono qui sia come promotore dell’unico distretto culturale che è in Puglia e si chiama Daunia Vetus a suo tempo finanziato e realizzato grazie alle fondazioni bancarie , il nostro auspicio è che ne nascano di altri,di distretti culturali per poter poi interagire e nella seconda veste di autore. Compagnia degli esultanti, l’assessore Godelli parlava di Bari capitale, Bari capitale, noi abbiamo con il progetto turismo di Puglia promozione abbiamo dato corpo a quello che lamentava invece il preside, quello che accade nella università che è la scarsa capacità di attrazione, noi siamo bravi nell’ambito del turismo, siamo stati bravi e siamo cresciuti nell’attrarre e continuiamo a farlo, penso che dovremo cominciare a lavorare molto per riuscire a crescere nel trattenere quello che riusciamo ad attrarre. C’è uno scrigno a due passi da questa sala, uno scrigno di storia , di identità che è poco utilizzato, mi riferisco a quello che può essere la frontiera identitaria e storica della grande tradizione benedettina e ci sono oltre 6000 mila croceristi che arrivano ogni stagione, qui a Bari, e che invece, spesso, sono lasciati a e stessi, l’idea di compagnia degli esultanti è quella di utilizzare lo scrigno del museo diocesano con il patrimonio dei rotoli pergamenacei che sono gli exsultet un patrimonio su cui c’è da fare una enormità di iniziative e che potrebbero diventare il grimaldello per un tipo di proposta turistica un po’ più articolata e soprattutto mirata ad un discorso di fidelizzazione del turista sul territorio pugliese, perché gli exsultet, non sono solo a Bari, sono anche in altri centri della Puglia e la Puglia ha la peculiarità di averne ben 6 pluridizionale, 7 sui 28 che sono sopravvisuti e che esistono oggi al mondo. Con tale patrimonio a disposizione si può fare tanto, quello che noi già proponiamo è la promozione di Bari e della Puglia nel tratto, nel primo tratto croceristico da Venezia a Bari fatta a bordo, fatto come un percorso di introduzione, nella prima notte creare una taxfors che si imbarchi a Venezia e che promuove la Puglia e che promuove Bari, pardon, e naturalmente la puglia nella prima tratta e quinci creare una sorta di desiderio, accendere la curiosità e l’attenzione sulla tappa barese e poi naturalmente un servizio strutturato che accolga a quel punto tutti quelli che scendono, perché scendono poi dalla nave. Il contenitore come diceva Francesco Palumbo c’è, la proposta è quella di presentarsi come strumento per dar corpo alle potenzialità di quel contenitore. L’altra iniziativa come compagnia dell’acqua sale, l’annuncio qui perché mi sembrava il contesto più adatto, ma è un convivio e un cenacolo di autori che ha l’ambizione di presentarsi come ciceroni o come valori aggiunto di altri prodotti turistici, l’accademia dell’acqua sale , si ritrova intorno ad un concetto semplice, del piatto più povero di questa regione, per promuover il territorio, gli autori diventano ciceroni degli itinerari, dei paesaggi, degli scorsi di Puglia che hanno raccontato o disegnato o messo in scena e diventano un valore aggiunto ad un prodotto turistico che può diventare volano sempre nell’ottica di quell’obiettivo che è l’obiettivo della fidelizzazione , perché la Puglia che si dice sia lunga, sia plurale , ha la possibilità di innescare questo processo che è la chiave di tutto lo sforzo dell’economia turistica, quella di creare fidelizzazione, la possibilità che io ci possa tornare perché in Puglia è bello tornarci. Quindi compagnia degli esultanti, no abbiamo nominato exsultet, incrociare il futuro , accademia dell’acqua sale è quello di narrare narrando. Grazie. Noi abbiamo sintetizzato nella presentazione per stare nei t empi, i contenuti del progetto saranno trasmessi per gli atti e all’assessorato. Grazie

….- grazie Antonio e la parola adesso al professor Federico Pirro a cui ho chiesto di fare questo intervento per raccontarci una Bari che spesso dimentichiamo, noi operatori culturali e addetti ai temi della produzione del territorio, ieri ancora il professore mi diceva :ma Silvio sei sicuro che devo fare questo intervento? Si gli ho chiesto di farlo e adesso ascolteremo insieme con grande interesse. Si prepari Leonardo Palmisano

FEDERICO PIRRO –grazie assessore, intanto vorrei sottolineare he l’andamento di questa mattinata sta sottolineando d evidenziando come ci fosse un grande bisogno a Bari di questo incontro per cui merito va dato al sindaco Decaro e all’assessore Maselli perché lo possiamo considerare questo incontro, una sorta di stati generali della cultura a Bari. Fra le culture che ci vengono ricordare nella locandina un ruolo importante riveste , lo ha ricordato il rettore del politecnico, dico la cultura tecnologica è fra i turismi una funzione, assolve già Bari anche se in silenzio ma se ne accorgono alcuni albergatori, il turismo d’affari, mentre un ruolo potrebbe assolvere il turismo storico , scientifico con degli esempi che mi accingo a fare. Bari e il suo interland sono tuttora, una grande area industriale del mezzogiorno, dell’adriatico e del mediterraneo centro orientale per il numero di imprese presenti, dei loro addetti, per volumi produttivi e per quelli di esportazione, Bari città della industria manifatturiera, ma anche lo sappiamo della industria edile. Il prodotto industriale lordo del capoluogo includendovi quello del comparto manifatturiero e quello edile ,tocca circa il 20% del totale cittadino ma un’altra quota elevata pari al 15% dello stesso è alimentata dalla domanda della industria, per i servizi di trasporto, appunto, di trasporto su gomma, ferroviario, aereo, creditizi, legali, notarili, fiscali, giuslavoristici, progettuali, scientifici e per altre tipologie di servizi che senza la domanda dell’industria sarebbero del tutto asfittici, collegati funzionalmente alla industria dell’area sono il politecnico, lo ricordava il professor Disciascio, molti corsi di laurea dell’università Aldo Moro, alcuni dei quali lavorano con aziende della zona industriale di Bari e non solo con esse , il grande scalo ferroviario Ferruccio e l’adiacente interporto, il centro laser che esiste ed opera a Bari, gli istituti tecnici industriali Marconi e Panetti, l’istituto tecnico superiore Cuccovillo e le attività di trasporto merci del porto di Bari che non è solo prevalentemente un porto croceristico , ma svolge anche attività di movimentazione merci. L’industria a Bari peraltro non è presente soltanto nell’agglomerato di Modugno, dove siamo stati ieri sera con il sindaco, ad incontrare le imprese ma lo è anche se pur in misura minore, lasciando anche tracce interessanti di archeologia industriale in altre zone del capoluogo da via Amendola a Mungivacca dal casello ella autostrada Bari Taranto a via Scipione l’ Africano, da via Glomerelli alla circonvallazione, anche se fuori dall’area asi, pensate lo stabilimento della Birra Peroni e fuori dall’area asi pur essendo in zona prospicente alla stessa. Poi abbiamo un artigianato diffuso che ha il suo centro di addensamento di maggior rilievo nel pip di santa Caterina, ben oltre 20 mila addetti alla industria manifatturiera, cui vanno aggiunti circa 10 mila impiegati nel settore edile, oltre 20 multinazionali, non le cito a caso perché alcune di queste potrebbero essere impegnate e le impegneremo con l’assessore nel finanziare ciò che sto per annunciare dalla Bosch alla Getrag , alla Magneti Marelli, alla Brigstone, alla SKF, alla Graziano trasmissioni, dalla G oil e gas Nuova Pignone, alla alwis linois(?), alla Fincantieri, alal Transco e tante altre che non cito per ragioni di tempo, 2 miliardi di beni esportati all’anno in prevalenza farmaceutica, componentistica per auto, non dimentichiamo che a Bari a proposito di cultura tecnologica, è nato il commoreil e nello stabilimento della Bosch c’è la prima auto al mondo che ha montato il sistema commoreil. Esportiamo pneumatici, macchinari per l’industria petrolifera, prodotti chimici, nonostante il durissimo stress cui è stata sottoposta l’intera industria barese negli ultimi anni non è avvenuta una significativa distruzione di capacità produttiva , ma se mai un forte rallentamento nel suo impiego. L’edilizia invece, sappiamo sconta una crisi più grave per i problemi legati al patto di stabilità, ma bari industriale è tale da almeno l’ultimo ventennio dell’800, se è vero che già nel primo numero del corriere delle Puglie, antesignano della Gazzette del Mezzogiorno, del 1 novembre 1887 , in prima pagina in basso a sinistra, campeggiava un articolo dal titolo, appunto, Bari industriale, una industria che ha visto nel corso dei decenni tanti protagonisti che hanno dato il nome a diverse zone a diverse strade della zona industriale dal Guglielmo Lindeman, ad Albero Mastaller, che creò addirittura una compagnia di navigazione in Puglia, pensate , da Francesco De Blasio a Guglielmo Murari, da Antonio Laroca al mitico Don Peppino Calabrese, ma anche Bari ha conosciuto Manager pubbllici, ormai dimenticati purtroppo, come Vitoantonio Di Cagno, già sindaco di bari, ma primo presidente dell’Enel, è rimasto tale per 11 anni e l’avvocato Pietro Sette che fra l’altro guidò prima l’Eni e poi l’Iri. Esiste ormai una ampia bibliografia ed iconografia su questa storia, su questi aspetti, si sono svolti in passato diversi convegni su tali figure imprenditoriali , mostre fotografiche, mentre si conservano corposi materiali di varia natura. La proposta: a Bari esiste in zona industriale la cittadella mediterranea della scienza, intorno alla quale si potrebbe creare un museo delle manifatture e del lavoro da mettersi in rete con altre strutture locali esistenti, ma anche con musei nazionali, a Bari c’è il museo dell’acquedotto pugliese, non so quanti lo conoscano ma nel palazzo di Duillio Cambellotti in via Cognetti c’è un piccolo, ma molto interessante museo dell’acquedotto come nell’area metropolitana di Bari allargata esiste, una piccola curiosità , il museo del confetto di un’azienda di Andria, la Mucci, ma esiste o meglio si dovrebbe creare un museo della moda nel sud est barese a Putignano, all’allestimento di questo museo, come dire, delle manifatture e del lavoro, potrebbero essere chiamate le aziende che prima ricordavo, molte delle quali sono insediate a Bari da decenni e quindi potrebbero contribuire finanziariamente queste aziende a conservare traccia della loro storia e della loro presenza, una struttura museale che potrebbe occupare i giovani con specifiche qualifiche professionali che sono state giustamente richieste ad alcuni interventi precedenti, e questo museo potrebbe essere uno dei tanti tasselli dell’offerta turistica della città che deve essere assolutamente rilanciata. Da questo punto di vista l’assessore Maselli ha un compito certo complesso, difficile ma sicuramente esaltante e sono sicuro che saprà svolgerlo al meglio. Grazie

…- grazie al professor Pirro, la parola Leonardo Palmisano sociologo e poi ad Anna Maria Cremone, successivamente si prepari Francesco Caizzi di federal alberghi

LEONARDO PALMISANO – io lo voglio dedicare questo intervento a una persona , ad un ragazzo albanese, che veniva da una cultura differente almeno in parte dalla nostra e che è stato ucciso dall’egemonia della cultura della violenza che è presente in questa città, perché quando parliamo di culture non possiamo ragionare per astrazione, voi siete nella maggior parte dei casi degli operatori culturali, cioè persone che lavorano, che faticano nella produzione, nella formazione, nell’autoformazione, quindi ci mettono del tempo, ci mettono del sudore, ci mettono delle risorse, se stessi , voi stessi vi considerate delle risorse e se siete qui e perché si posa anche costruire un tessuto produttivo che faccia finalmente diventare , un po’ come diceva Federico che mio ha preceduto, questa città uno dei centri della produzione, della formazione della fruizione culturale, quello che serve non lo dico io ,lo diceva nel 2002 Amartia Sen è costruire un immaginario, cioè puntare sull’efficacia della costruzione di una complessità, è l’esigenza della globalizzazione. Io insegno sociologia urbana, dico sempre ai miei studenti, faccio una schermatura all’inizio dell’anno, chi ha visitato una grande città , molti ,purtroppo, dicono noi non abbiamo visitato mai una grance città, se vi dico Parigi cosa vi viene in mente? La Tour Eiffel, la garden osse , alcuni diciamo, i più colti tirano fuori anche altri aspetti propri della storia cultura di quella città, che era una storia tutto sommato involontaria, ma sono ragazzi che non hanno visitato quella città ma sono dentro una intemperia culturale, globale, che si fonda sempre più, sempre più sulla diffusione di immaginari, immaginari che se vogliamo è un po’ come dire, la novità introdotta da questa epoca che dobbiamo definire, finalmente post noiosa, cioè post fordista, e su questo che si fonda la possibilità di trarre investimenti privati, perché gli investitori, sono sempre più volubili, sempre più volatili, ma sempre più interessati a quegli elementi che possono essere deterittorializzati, che non vuol dire non avere strutture , è giusto quello che proponeva Federico, strutture che raccolgano in qualche misura, ma strutture che possano anche influenzare la produzione manifatturiera e la produzione artigianale cioè torcere e ribaltare il paradigma produttivo, laddove c’è una domanda globale , un’esigenza di visitare un territorio, visitarlo come dire, con un apporto anche di partecipazione, è come se la visita dovesse diventare una performances e di gratificazione , la manifattura deve stare dietro a questi processi deve starci per forza, altrimenti la manifattura è fottuta, perché? Perché viviamo in un mondo globalizzato, perché viviamo in un mondo interiorizzato? Perché le nostre imprese anche le imprese culturali, sono poche internazionalizzate? Sono delle proposte , e chiudo con un nostro non contemporaneo, cosè che sente piacere dentro di voi? E forse la mano, o il braccio? La carne o il sangue? Si vedrà che deve essere qualcosa di materiale, Pascal. Grazie

….- grazie a Leonardo Palmisano e la sua intelligenza che conosciamo e apprezziamo, Anna Maria Cremone e poi Francesco Caizzi.

ANNA MARIA CREMONE – buongiorno a tutti sono Anna Maria Cremone rappresento il direttore artistico dell’associazione culturale Amadeus è una associazione presente in una realtà in uno dei quartieri più complessi della città di Bari, Japigia, comunque il nostro intendo è quello di aprirci a questa realtà così difficile, vi garantisco, il nostro progetto è ricerca e approfondimento delle attività artistiche e culturali della nostra regione, sensibilizzando i giovani allo studio di esse. Dunque innanzitutto un saluto al primo cittadino, all’assessore Silvia Godelli, al vice presidente della giunta regionale, Angela Barbanente, al dottor Maselli, a voi tutti, grazie per dare la possibilità di essere qui non solo presenti alla prima conferenza per le cultura del turismo ma soprattutto per poter suggerire a voi che rappresentate le istituzioni quali e quante risorse le associazioni possono rendere disponibili alla città, ai cittadini a tutta la regione. Scopo di noi associazioni, ognuno con uno specifico programma, è quello di tentare sottolineando il termine tentare di svolgere, educare, aggregare, sensibilizzare la gente, i giovani, il pubblico per fare sì che il lavoro di ricerca, educazione e dedizione di tutti gli operatori e dirigenti dell’associazioni, abbiano una risposta che sia semplicemente quella di rendere il vivere quotidiano migliore, renderci disponibili l’uno verso l’altro spronando gli interesse per gli altri. Compito che responsabilmente ci si assume guardandoci intorno perché tutto il tessuto sociale cambia velocemente e soprattutto noi che operiamo nel settore della ricerca e dello studio ne assumiamo coscienza, tutto questo con numerose discipline, progetti e con i programmi che tutte le associazioni presenti propongono a tutti voi, rappresentano la direzione artistica di una associazione che vive da 8 anni, il primo passo per mettere su un cantiere di lavoro è stato quello di fermarmi a riflettere e attenta alle arti e alle manifestazioni che da sempre il comune di Bari con la supervisione dell’assessore regionale la mediterraneo, cultura e turismo, la signora Silvia Godelli, organizza e collabora con il mio contributo artistico affiancando le attività della città con uno sviluppo di percorso di ricerca e storicizzazione di un passato che ha reso la Puglia non solo regione privilegiata geograficamente ma anche regione di interessante attività creative umane , le magnifiche notti della taranta di Melmignano , il festival della valle d’Itria , lo stesso corte storico di san Nicola che il comune rappresenta a Maggio, sono punti visibili di moltissime manifestazioni culturali della storia della Puglia. Con queste riflessioni e circondata da collaboratori che condividono le stesse emozioni e le stesse curiosità mi sono proposta e propongo pubblicamente, in vostra presenza, il compito di sensibilizzare, alla ricerca e alla diffusione con manifestazioni che in ultimo mettano in scena soggetto, il tema della ricerca stessa approfondito e diffuso reso alla città e alla gente e una ricerca, la ricerca filologica, bibliografica, storica, la bellezza della nostra città sono le innumerevoli fonti bibliografiche custodite nelle biblioteche , nelle università, Bari è uno scrigno il cui contenuto deve essere visibile,   e reso alla città e così che propongo e mi propongo come fautrice e sostenitrice per lo studio e la ricerca delle arti che la storia ha stratificato nel tempo nella nostra città. Alla città, al primo cittadino, ai rappresentanti la città, in occasione specifica e in sede opportuna renderò pubblico uno studio che in corso d’opera solleverà la fierezza di una Bari che del   levante non solo è polo di commercio con l’oriente ma con l’oriente ha diviso e né condivide tutt’ora l0’amore per le arti. E per dimostrare anche la collaborazione e la stima di noi associazioni renderò pubblico, e ne sono fiera, l’associazione con la quale è in cantiere il progetto. A tutti i presenti, al primo cittadino rivolgo il mio saluto che questi primi 1000 giorni siano 1000 di giorni belli e produttivi per la città di Bari. Grazie

…-grazie ad Anna Maria Cremone, la parola al presidente di Federal alberghi Francesco Caizzi che ringrazio per aver accettato il nostro invito e si prepari Giuseppe Gesmundo

FRANCESCO CAIZZO – buongiorno a tutti, è difficile parlare dopo due professori che hanno spiegato tutto il percorso, però noi un po’ di turismo lo vediamo leggermente diverso, nel senso che per noi il turismo è l’unica possibilità non soltanto per la città di Bari ma per l’Italia in quanto è abbastanza difficile produrre in Italia per le norme che si sono susseguite negli anni. In Puglia l’economia comunque ha raddoppiato il proprio impatto sulla produzione interno lorda dal 2003 al 2012 passando dal 4% al 8%, con un valore di circa 2,2 miliardi dati e fonti l’union camere, per quanto riguarda l’attività prettamente turistica, la Puglia ha conseguito degli ottimi risultati nell’ultimo decennio riuscendo ad avere quasi 3 milioni e 500 arrivi e quasi 14 milioni di permanenze. Diciamo che a questo valore estremamente positivo come poi ha detto il direttore di Puglia promozione c’è stato un contro altare che nella città di bari, che nell’ultimo biennio, ha perso quasi il 15% di presenze partendo dal presupposto che la città che essendo un ab come ha detto il direttore, le persone arrivano, stanno una notte e vanno via, quindi all’affermazione del brand puglia, in questi 10 anni, non si è visto la formazione di un brand Bari aimè per chi ha visto il 26 agosto il tg regionale è stato fatto uno spaccato sulla città di Bari è altamente illuminante per capire come noi non offriamo nulla ai nostri turisti aimè noto che l’ufficio informazioni è chiuso, come si fa turismo in una città dove l’ufficio informazioni è chiuso? E la stessa cosa di dire facciamo la città di residenti e teniamo l’ufficio di relazioni al pubblico chiuso, non a caso sempre in questo speciale fatto dal tg regionale si chiedeva a degli stranieri, a degli inglesi, dove dovete andare? Sapete cosa vedere? no, sono entrato in Bari vecchia c’erano motorini che sfrecciavano senza casco e di fronte c’erano i vigili urbani, c’erano le chiese chiuse e quindi tutto il nostro patrimonio culturale ,fermo. Cosa fa l’albergatore, aimè l’albergatore, il nostro concittadino nonché il presidente di federal alberghi con una battuta ha detto, negli alberghi si dorme soltanto non si fa turismo, ed è vero però c’è un problema, quale è il problema che noi recepiamo le lamentele dei clienti e i clienti aimè dicono negli ultimi 5 anni che Bari è diventata una città triste, dobbiamo prendere atto di questo e capire come è possibile fare qualcosa di diverso, sicuramente, e quindi torno al primo punto, l’Italia lo ha già scartato, perché lo ha scartato volendo il ministero e turismo, Bari dovrebbe fare uno sforzo immane, quello di mettere quindi l’amministrazione pubblica, mettere il turismo al centro della politica, come si mette il turismo al centro di una politica? Facendo prendendosi degli obiettivi, quindi in 5 anni quanti arrivi di stranieri che hanno garantito il successo il Puglia ci si impegna ad avere, preciso di numeri delle tabelle e quante risorse mette il comune a disposizione, senza questi impegni semplici è difficile fare una programmazione turistica che abbia un risultato , quindi noi come albergatori che siamo un punto di riferimento ma non siamo altro che il punto di arrivo, perché il turismo lo fanno tutte le persone che ci stanno intorno, lo fanno i cittadini, lo fanno le associazioni culturali, c’è bisogno di una regia e questa regia deve essere pubblica, ben venga quello che ha detto l’assessore stamattina e facendo un po’ mea culpa non c’era il collegamento tra la regione e i singoli comuni, probabilmente dovremmo trovare lo strumento per fare questo collegamento e trasferire le risorse perché se no è difficile farlo, concludo sempre con la citazione di questo concittadino che fa una domanda e mi dice :una città, una affermazione, una città è turistica se lo è per i propri residenti, chiediamoci Bari è turistica? Rispondendo è turistica per noi, aimè molte persone ci diranno che non lo è. Grazie

…grazie presidente Caizzi la parola a Pino Gismundo della cgil si prepari Antonio Ottomanelli

GIUSEPPE GISMUNDO – io per la seconda volta di seguito ieri sera lo ho fatto per questa iniziativa, devo applaudire a questa iniziativa che il comune di Bari ha messo in piedi che mirano, come dire, a fare due cose, uno a costituire una fase di ascolto con i cittadini, con gli operatori sociali, gli operatori culturali, la politica stessa e dall’altra parte provare attraverso queste nostre iniziative a dare concretezza e risposte immediate a problemi che affliggono da tempo la nostra comunità, le comunità quella barese della quale oggi ci occupiamo , il comune di Bari si deve occupare, io penso che proprio per questo e per evitare che questi possono diventare luogo di dibattito e di discussione che poi non portano nulla, dobbiamo comunque provare a dircela sempre tutta, dobbiamo provare a stare al merito delle questioni anche evitando , come dire, litanie e in qualche modo auto elogiarsi, io ho sentitogli interventi questa mattina, da parte di molti rappresentanti istituzionali che condivido pienamente interventi che hanno posto l’accento rispetto al lavoro fatto, al lavoro prodotto, la regione Puglia rispetto alle tante iniziative nel settore, soprattutto culturale spettacolare e che poi quindi gli hanno dato anche risposte sul piano turistico e questo probabilmente bisogna accendere una discussione che io sono proprio convinto invece che le attività spettacolari, culturali danno un contributo anche alla attività turistica, sono anche fonte di sviluppo, producono anche pil, danno anche benessere al territorio e soprattutto questo diciamo, ho visto che c’è una diversità di idee rispetto all’assessore ma detto questo io penso che non possiamo però essere reticenti rispetto a quello che intorno a questo mondo avviene, non possiamo essere reticenti proprio noi del sindacato   che quotidianamente poi le viviamo, viviamo un mondo di precarietà, esistono un mondo di grande precarietà diffusa nel settore turistico, nel settore dello spettacolo, ce ne vogliamo preoccupare? Vogliamo fare in mood che le attività spettacolari, culturali e anche quelle turistiche che intorno a questa attività costruiscano lavoro stabile e che attraverso quel lavoro stabile il lavoratore, gli operai, chi opera in quel settore può anche essere messo nelle condizioni di produrre e mettere in moto il meccanismo della domanda e della offerta anche rispetto al settore culturale. Io penso che su questo tema della precarietà, intorno a questo mondo noi dobbiamo fare attenzione, dobbiamo aprire un focus pacifico rispetto a questo accordo,c’è tanto lavoro nero attorno a questo mondo, c’è tanto lavoro nero perché è una attività che ti impedisce di programmare la tua vita, ti impedisce soprattutto rispetto alla attività culturale, spettacolari, di programmare una meta stabile e quindi molto spesso diventa una seconda attività che va a confliggere, mette in conflitto la passione, la voglia di partecipare , lo spirito artistico e lo mette in conflitto con chi invece di quel lavoro deve vivere, e quindi l’artista vero. Chi opera nel settore dello spettacolo , investe tutta la propria vita nel settore dello spettacolo e ce ne dobbiamo occupare? Io penso proprio di si, Bari è una città straordinaria, ha delle grandi opportunità che vanno realizzate, ha delle opportunità strutturali, penso al teatro, penso ai teatri della città , vedo qui tutto lo staff del Petruzzelli, io penso che quella struttura deve essere maggiormente fruibile da tutta la cittadinanza barese dobbiamo fare in modo che i teatri di Bari siano fruiti da tutta, i teatri di bari. Io penso che ho vissuto una esperienza straordinaria rispetto al barbonaggio teatrale , ho scoperto lavoratori, gente che non si è mai avvicinata ad un teatro, che pensa che quello è un luogo che non potrà mai, al quale non potrà mai accedere, che ha potuto godere di spettacoli teatrali per strada, fatti da professionisti e allora io penso che dobbiamo anche allargare con un po’ di fantasia e meglio utilizzare le risorse che pure sono esigue e lo sappiamo, perché ora con tutta la buona volontà, io comprendo che un comune dietro le logiche delle spendiu rewiu(?), dietro le logiche dei taglio e trasferimenti delle risorse che arrivano sempre meno agli enti locali, fanno sempre più fatica a gestire le attività , qualsiasi e quindi figuriamoci questa, e figuriamoci in un momento come questo e qualche tempo fa qualcuno diceva che la cultura neppure si mangia, figuriamoci se dobbiamo discutere ma ecco noi dobbiamo creare una rete. Io penso che vedere i croceristi arrivare a Bari il mese di agosto e vagare nella città con i ristoranti e i bari chiusi, senza nessuna offerta e poi si dice che è un ab io penso che dobbiamo trasformare la città di Bari da ab a città nella quale i turisti devono arrivare e devono potere rimanere e godere non solo delle bellezze della città delle offerte culturali che la città può offrire ma anche quelle spettacolari che vanno organizzate e messe a disposizione dello sviluppo, ma noi dobbiamo puntare sull’are metropolitana, questa è una città metropolitana di questo tema ce ne dobbiamo occupare, io penso che mettere in rete i borghi della nostra provincia straordinari e che il presidente dell’area metropolitana possa costruire un progetto nel quale il crocerista che arriva a Bari può farsi anche un giro non solo ad Alberobello e Castellana ma farsi il giro dei borghi, faccio un esempio per tutti, nella provincia di Bari è costruire insieme a questo un circuito enogastronomico, io penso che dobbiamo fare che i turisti che arrivano a Bari ci arriva e vuole rimanere e ha un progetto per Bari e deve sentirsi coccolato e questo diciamo, è un altro punto, perché il turista che va in giro ha bisogno di sentirsi coccolato, ha bisogno di strutture funzionanti, ha bisogno di avere strutture che lo tengano al centro dell’attenzione. Io penso che su questi punti noi dobbiamo trovare momenti di aggregazione e 7 minuti sono troppo pochi per potere offrire delle proposte, non ce l’abbiamo bisogna allargare il livello della partecipazione se un punto di critica si può fare rispetto alla gestione recente delle risorse, nel settore soprattutto spettacolare e culturale e che la cerchia nella gestione è stata troppo ristretta e invece va allargata, va allargata la partecipazione, va allargata i fruitori di quelle risorse, ci sono tanti giovani che intorno a questo mondo vogliono cimentarsi e si cimentano, ci sono tanti giovani che si sentono degli artisti e che possono produrre anche pil, anche risorse per la nostra città, pensate alle scuole di ballo una per tutte, sembra una banalità ce ne sono decine nel comune di Bari, decine e c’è una utenza enorme intorno a quel mondo lì e che prospettive ci danno, poco e nulla allora io penso che noi dobbiamo fare questo……………..strutture io penso che il Petruzzelli può essere un grande valore , un grande punto di riferimento, dobbiamo fare in modo che sia aperto e più fruibile anche a chi oggi vede quei luoghi come luoghi inaccessibili perché in un momento come questo di gande crisi dove le risorse sono sempre minori bè noi dobbiamo fare in modo chela partecipazioni aumenti anche di chi oggi pensa di non poter fruire di questi benefici sapendo , e chiudo, che investendo nelle strutture staremmo un po’ tutti quanti meglio, perché cresceremmo culturalmente tutti quanti e forse anche il professor Pirro rispetto alle sue analisi potrà dirci che investendo in cultura possiamo anche pensare di investire in produzione, in prodotti, forse quella zona industriale se lavorasse di più potrebbe dare anche risposte a questi temi. Grazie

….- grazie a Pino Gismundo, molto utile la parola a Antonio Ottomanelli e si prepari il sovraintendente   del teatro Petruzzelli e teatri di Bari Massimo Bisgardi

ANTONIO OTTOMANELLI – ……….io vi presento Planar che è un centro di ricerche e educazione che opera nel campo della fotografia contemporanea e delle arti visive in generale che ha sede a Bari in via Altamura 24 al quartiere Libertà, è nato da pochissimo in realtà la progettazione di questa realtà è nata due anni dall’incontro di 4 persone, Planar ha sede all’interno di una struttura alberghiera…(?) questo potrebbe interessare al presidente della confalberghi e questo hotel verrà inaugurato a fine ottobre e fin dall’inizio ho creduto ho voluto credere nel progetto , nella possibilità di unire l’attività commerciale ad un centro culturale che avesse un respiro internazionale, Planar è composto da 4 soci fondatori, Anna Vasta che è la direttrice esecutiva che è di Catania e che è già consulente per i rapporti del territorio e le strategie di fordresing(?)e la fondazione della fotografia di Modena, Francesco Stelitano che è responsabile della struttura web e dei rapporti con le casi editrici estere e le attività editoriali che insieme all’art director Letizia Trulli sono i direttori della…. Pubbliscing(?) che è una casa editrice con sede a Milano e che è specializzata in opere monografiche di autori contemporanei , io sono il curatore delle attività inter planar sono anto a Bari e vivo tra Milano e Bari e torno a Bari dopo un anno dopo 15 anni di lavoro, di studio e lavoro   all’estero, con me ho portato tutti e tre i soci, si trasferiranno a breve, Anna è già qui. Planar ha deciso di dotarsi di un comitato scientifico composto da esperti riconosciuti autori e editori, operatori critici e curatori internazionali che operano nel campo della fotografia e delle arti visive, voglio citare Ramax Fasel(?) che è docente presso il Subsic che è la scuola universitaria professionale della Svizzera italiana e presso la designer accademy di Endoven la Californian institute of Arts , la Lorenza Baroncelli che è il direttore scientifico del padiglione svizzero curato da Olbrist alla 14esima biennale di Venezia, il direttore del master in urban vision dell’architettor designer ….accademy di Milano, coordinator generale del festival art di Perugia è stato il primo festival internazionale di architettura curato da Stefano Boeri, Arianna Rinaldo direttore esecutivo di hoc de pet(?) la storica rivista internazionale di fotografia documentaria edita da fabbrica Madrid, direttrice scientifica di foto in spagna direttore del festival internazionale di fotografia di Cortona on de moor….. magazin di Amsterdam Louis Clemens di Qood Londra e festival della fotografia Format Renato Ferri già direttore degli archivi magnun di New York capo editor del gruppo Rcs e altri come Mariateresa Salvati di slail lait ,Atina Books di Londra, Giovanna Silva direttrice di unbol book, Luca Andreoni. Il comitato scientifico non è fantomatico ma è reale e completamente coinvolto nel processo di dedizione delle atitivtà di ricerca e di educazione e divulgazione di planar, ha il ruolo di inserire planar e quindi anche Bari all’interno di una mappa di una rete europea e intercontinentale di ricerca , dibattito e produzione, questo permette di promuovere all’estere autorialità, progettualità di bari, della Puglia e in generale del mediterraneo, permettendo un dialogo con il mondo contemporaneo della fotografia che sia condotto, sia istantaneo e sia condotto da qui da Bari, allo stesso tempo permette di portare a Bari progettualità ed editorialità internazionali. La scelta di dotarsi di un comitato scientifico deve essere interpretata anche e soprattutto come una necessità di riconoscerne le figure del curatore, del critico, professionalità indispensabile per la comprensione e la contemporaneità e per la definizione di nuove interpretazioni del reale. Planar sceglie però, come territorio di interesse e di aspirazione il mediterraneo e come luogo azione e residenza il sud d’Italia, questo è un viaggio verso il sud d’Italia da considerarsi un ritorno al mediterraneo inteso anche come paesaggio fisico e culturale alternativo ai modelli continentali , per questo Planar è presente sul territorio, interviene nel territorio locale condividendo la definizione delle sue attività, condividendo a pieno la progettazione di planar stessa con una rete molto complessa di realtà locali. Queste realtà con cui continuamente dialoghiamo sono eccellenze di ordine nazionale ed internazionale presenti sul nostro territorio e sono degli anti corpi contro lo smemoramento , contro la frammentazione della conoscenza , sono avan posti di emancipazione economico e culturali, sono avan posti di innovazione che fanno storia e tradizione, pensiamo ad esempio a small che adesso è al teatro Margherita con il festival convention plus, lab laboratorio di fotografia di architettura del paesaggio, che edita anche documentari e platfon che è la piattaforma di fotografia documentaria contemporanea, una di quelle , sicuramente una piattaforma di riferimento in Europa, art cor che è una galleria di arte contemporanea, poi vi parlerà che è un centro di, non è solo una galleria ma è un centro di educazione e confronto con sede a Bari diretto da Roberta Fiorito che come altri in Italia, me ne vengono davvero poche in mente, cerca di promuovere con estrema attenzione esperienze di giovani autori. Planar nasce da una scelta, da una serie di scelte ben precise di ordine politico e innanzitutto vuole essere esempio e risultato di un dialogo rinnovato contemporaneo e lungimirante , tra imprenditoria commerciale e culturale, vuole essere un modello che favorisce la nascita di economie virtuose a partire dal valore capitale della ricerca in ambito di cultura per la costruzione , finanziamento e tutela degli spazi permanenti e liberi per la ricerca. In questo luogo per l’amministrazione pubblica e gli istituti di ricerca planer può essere soprattutto un interlocutore e uno strumento di progettazione e di dialogo con la cultura, con un certo tipo di cultura mediterranea e continentale, un dispositivo di aggiornamento, planer ha scelto Bari e la Puglia in virtù di una centralità che questa città ha nella storia della fotografia italiana, pensiamo al viaggio in Italia curato da Luigi Ghiri presentato per la prima volta a bari alla pinacoteca nel 1984, una mostra che ha sancito l’inizio e definito i margini di quello che è stato il linguaggio della fotografia contemporanea itinerante della scuola della fotografia del paesaggio italiano, pensiamo al festival di Alberobello che ha lavorato per 10 anni portando in Puglia il dibattito sull’immagine contemporanea e pensiamo alla filiera della stampa fotografica che trova in Bari il centro più importante del Sud Italia, forse ancora per poco, la centralità di Bari all’interno della storia contemporanea . della fotografia contemporanea in Italia , inoltre è da considerarsi in relazione a forti interessi da parte di un pubblico esteso ed eterogeneo che si è educato al concetto di fotografia come strumento di analisi, progettazione e archiviazione e comunicazione che deve essere popolare, comune e ai diversi livelli del pubblico e del privato. Considerare la fotografia come strumento popolare, come disciplina primaria significa conoscenza indispensabile per lo sviluppo del linguaggio, riconoscerla strumento di intervento per la trasformazione e la tutela del paesaggio fisico e culturale, nelle province la fotografia ha conservato la sua dimensione pubblica   il suo ruolo di strumento per la conoscenza del territorio attraverso la progettazione, autogestione informale diversamente dai centri molto grandi e importanti pensiamo a Roma, Milano e Torino che hanno subito una monopolizzazione….si grazie ancora due minuti e incorporo due interventi anche io… i centri appunto Milano, Torino, Roma, dove grandi monopoli hanno chiuso gli spazi di educazione e di utilizzo della fotografia come strumento popolare. Planar offre diversi servizi permanenti e temporanei , una biblioteca pubblica, un servizio di consultazione in sede e uno sportello di formazione sulle attività promosse da i partener esterni di planer, servizi temporanei che sono condotti sia all’interno che all’esterno, in collaborazione anche con gli istituti di educazione primaria e secondaria. Il progetto che presentiamo, velocemente è il Bari fotocoling ed è un percorso che inizialmente sarà inaugurato il 25-26-27 settembre in piazza Risorgimento a Bari e si configura come un tavolo di progettazione esecutiva, di quello che dovrebbe diventare un festival della fotografia internazionale made in Bari. Noi speriamo che possa diventare un modello per far nascere poi un possibile Bari music coll, Bari booksling(?) ecc., è un tavolo di progettazione promosso da planar cui si siedono il comitato scientifico di panar e le realtà con cui noi dialoghiamo presenti sul territorio che inizialment si divide in due fasi , una prima fase che è di ascolto e una seconda fase che è di progettazione esecutiva , durerà un anno fino alla realizzazione del festival. La part di ascolto sarà condotta con degli ospiti dall’estero diciamo che è un momento in cui noi ci confrontiamo e accetteremo consigli e proposte, avrà una piattaforma web su cui potrete seguire il progetto e su cui raccoglieremo anche altro materiale con un open coll permanente. A seguire ci sarà una fase definitiva di esecuzione e progettazione, definitiva del progetto che prevederà appunto la realizzazione del festival, questo è un tavolo, che come dire, prende slancio da questo momento e cerca di andare avanti, con un passo in avanti definendo poi un momento incontro di discussione definitivo e specifico per un ambito culturale che è quello della fotografia e delle arti visive ….si va bene, io volevo chiudere dicendo una cosa., mi collego a quello che ha detto Palmisano, secondo me non basta esclusivamente indignarsi però nei territori bisogna essere presenti perché dobbiamo essere tutti degli anticorpi verso l’illegalità quindi non basta seguirci su face book o su internet noi siamo nati da poco ma nei territori bisogna esserci quindi piuttosto in questi luoghi mandate i vostri figli e prendetevene cura tutti. Vi ringrazio.

…. – Grazie Antonio Ottomanelli, ha detto che hai preso anche un altro intervento di chi? giusto per cancellarlo, ok grazie, la parola al sovraintendente del teatro Petruzzelli e teatro di Bari Massimo Bisgardi. Il maestro Bisgardi e si prepari Licia Lanera di fibre parallele

MASSIMO BISGARDI – il rapporto co il comune di Bari con la musica lirica, l’arte musicale più costosa al mondo , risale a più di 100 anni fa, il comune finanziava le iniziative degli impresari privati che organizzavano ogni anno una stagione lirica della durata variabile negli anni in generale da 2 a 6 mesi massimo all’anno, l’ultimo intervento di finanziamento del comune di Bari risale al 2002 quando erogò un contributo di 1 milione e 300 mila euro, con la nascita della fondazione lirica la 13esima in Italia a fronte di un contributo del comune di Bari che nel 2014 dovrebbe essere di 2 milioni di euro, solo 700 mila in più rispetto a 12 anni fa, la città di bari grazie ai nuovi contributi del mibac circa 7 milioni, regione 2 milioni, sponsor privati 600 mila, dispone oggi di un teatro in attività permanente 12 mesi all’anno, un orchestra, un coro, un team tecnico ed amministrativo disponibile continuativamente per 365 giorni all’anno, per assicurare il funzionamento di una struttura teatrale complessa e costosa aperta non solo alle attività della fondazione lirica ma anche alle più diverse realtà di spettacoli di Bari, della provincia e della regione, mi pare che si possa facilmente concordare che questa fondazione si sia rivelata un idea giusta non solo dal punto di vista culturale per le potenzialità in essa racchiuse, ma anche per l’economicità dell’impresa rispetto al servizio che offre o potrebbe offrire alla città. Alla fondazione Petruzzelli in 10 anni dalla sua nascita ha messo a frutto pienamente le potenzialità di questa nuova situazione? Io credo di no e per un motivo molto semplice, è mancata una visione strategica di lungo raggio che definisse i punti di arrivo e i relativi percorsi da seguire per il raggiungimento dei fini culturali della politica sul territorio, del lavoro , della immagine e del ruolo con i quali caratterizzare il rinato teatro barese, sono passati solo 10 anni, si è ancora in tempo ma non va perso un solo minuto, la strategia deve guadare non al termine di 1 o 2 anni ma un periodo lungo almeno 20 anni durante i quali il Petruzzelli dovrà crescere passo dopo passo senza seguire illusione di successi stratosferici nell’immediato, il voler imitare i grandi teatri d’opera che hanno secoli o almeno molti decenni di storia e di tradizione non essendo né avendo i finanziamenti della Scala e dell’Opera di Roma, ha fatto sì che 4 bilanci annuali su 5 nell’ultimo quinquennio chiudessero in deficit. Abbiamo bisogno di una costruzione strategica che parta dalla effettiva e realistica disponibilità finanziaria nella giusta previsione di incremento economico negli anni avvenire, abbiano bisogno di una linea artistica culturale e di spettacolo che caratterizzi fortemente il Petruzzelli e lo renda riconoscibile per la sua singolarità all’interno del panorama nazionale ed internazionale, abbiamo bisogno di individuare le aspettative e le necessità del pubblico già esistente, ma anche svolgere un lavoro profondo sulla formazione si un pubblico nuovo sa partire dall’età infantile. L’incendio del Petruzzelli insieme all’inesorabile passare del tempo ha drammaticamente disperso quel pubblico che per tradizione spesso di famiglia seguivano la lirica, il Petruzzelli deve recuperare all’arte e alla cultura con volontà e caparbietà il grande pubblico oggi assente , questo teatro deve essere sentito da ogni cittadino di Bari come la sua casa della cultura e di conseguenza deve essere un luogo aperto in cui tuti i cittadini possano incontrarsi e non solo per ascoltare la musica. Per questo motivo la fondazione Petruzzelli che non dispone delle risorse necessarie per coprire l’intero anno con la propria programmazione dovrà offrire lo strumento per poter esercitare nel modo migliore e più economico la propria attività istituzionale a chi lavora in questa città nel campo dello spettacolo una regolamentazione chiara e oggettiva del metodi e dei costi e la concessione a terzi del teatro potrà e dovrà essere realizzata pere dare un contributo concreto e un segnale positivo a tutte quelle realtà baresi che con sacrifici e abnegazione dedicano la propria vita alla diffusione e alla cultura dello spettacolo nelle più differenti forme d’arte. Il Petruzzelli non dovrà invece dare di sé una immagine autoreferenziale di un luogo dove tutti discutono su tutto in cui le divisioni sono la regola senza farsi mancare nulla nel catalogo dei sospetti e degli intrighi, delle illusioni vagheggiate perdute nel corso di pochi mesi, un luogo per di più ingovernabile, al contrario servirà umiltà, serietà, etica, requisiti indispensabili se si vuole essere al servizio dell’altro e se questo mondo di valori e di principi ovvi che risiedono nella nostra coscienza non dovesse essere sempre riconosciuto da noi che nel Petruzzelli lavoriamo dovremo scrivere un codice etico finchè sia chiaro per tutti la linea di demarcazione fra comportamenti positivi e negativi e se si vuole che il Petruzzelli sia la casa comune un cui ogni barese possa riconoscersi dovrà nel rispetto delle leggi vigenti essere trasparenti in ogni suo aspetto, in quello della sua attività, dei costi, dai contratti alle consulenze, dalle spese di rappresentanza a quelle di gestione a quelle del personale. Nei 6 mesi nei quali ho avuto il privilegio di essere sovraintendente di questo meraviglioso teatro mi sono sforzato di porre le basi affinchè con la nomina entro dicembre prossimo dei nuovi organi della fondazione, si possa dare il via prontamente e velocemente ad un progetto di un Petruzzelli consapevole e lungimirante. Sulla esperienza fatta, vi posso assicurare, che il Petruzzelli guarderà al futuro remoto e non solo a quello prossimo, si spoglierà della inutile vanità del successo immediato al quale puntualmente segue il successo pareggia i conti, adotterà comportamenti etici al suo interno, saprà scegliere e seguire con serietà e cognizione una strategia che caratterizzi in modo forte ed istintivo il segno del Petruzzelli in Italia e all’estero, ritornerà ad essere il polo di attrazione di un macenatismo che per impegnarsi chiede solo che da questo momento questo teatro emani una immagine sana e forte , dimostrerà di saper essere unito nel perseguire la sua strategia artistico e gestionale, sarà governato, metterà mano alla necessaria e doverosa stabilizzazione di maestranze, il cui valore è ammirato in tutta Italia e che da troppo tempo opera in regime di precariato. Il Petruzzelli è pronto. Grazie

…- grazie sovraintendente a Licia Lanera di fibre parallele e subito dopo Nicola Pertuso per il penultimo intervento

LICIA LANERA – buongiorno, allora la nostra compagnia è nata circa una decina di anni fa, quindi noi siamo cresciuti e ci siamo trovati in quello stato di cose barbariche che volevano dire mancanza di assessore alla cultura, una città come Bari che non aveva un assessore alla cultura è un atto proprio vandalico per me, è una cosa terribile, quindi in questi anni crescendo saia artisticamente sia come struttura abbiamo stretti rapporto con la regione, con il ministero e con il comune mai nulla. Ora si riparte da zero, abbiamo messo, qui sotto c’è il cronometro, e vediamo che cosa succede, per me assessorato alla cultura non vuol dire un ufficio dove si è imbrigliati tra la maglia della burocrazia e la questua, noi siamo quella generazione he è cresciuta lavorando, quando siamo nati noi, ci hanno detto, c’è la crisi, finiti i soldi, quindi ci siamo fatti un ‘culo’ scusate, per inventarci il modo di fare soldi con la cultura e non facendo le cose popolari, non nel senso positivo perché io credo nel teatro popolare, infatti dico che noi facciamo teatro popolare di ricerca, ma nel fare quelle cose che compiacciono il pubblico non cercando delle vie altre e abbiamo cercato di fare cultura mantenendoci con le nostre forse, alcuni di noi ci sono riusciti altri un po’ meno. Quindi diciamo che quello che ci arriva come contributo non è assistenzialismo è quello contro cui la nostra generazione fa anche una grande lotta, ma è un sostegno a potenziare quelle che sono le realtà che già sono in grado di vivere e di fare delle cose, quando parliamo molti dicono : eh la qualità è opinabile, dopo tutto questo dibattito, anche, sulla famosa lista che è uscita e cose varie, la qualità si in parte lo è in parte no, se io faccio delle recite in Italia , all’estero o dei produttori internazionali cioè è chiaro e non sto dentro a casa mia barricato a dire sono il più bravo del reame, è normale che in qualche modo, una qualità c’è del prodotto artistico, ora questo voglio dire fa sì che una assessorato alla cultura deve avere il coraggio di scegliere e fare una scelta significa anche mettere fuori, qualcuno che è stato abituato anche e che però magari è stanco, non ha più voglia di lavorare e dare spazio magari a chi invece sta cercando di lottare, chi chiude nell’indifferenza penso a Luigi Spezzacatene, cioè voglio dire spero che, penso alla frase di Spegherbulg come è triste la prudenza, spero che non ci sia prudenza, io da parte mia vi romperò l’anima ma perché io, noi abbiamo scelto di vivere qua non a caso, lavoriamo più fuori, vogliamo una città diversa, migliore. Una ultima cosa sul regolamento pratico, credo che una riflessione sul regolamento del teatro vada fatta qua abbiamo parlato dei giovani, i giovani, i giovani, poi ho visto tutta questa gente over 60 parlare dei giovani , va bene insomma vi ringrazio, fate i progetti per i giovani , però i giovani sanno anche camminare da soli, quello che voglio dire è che è assurdo che il regolamento comunale sia di 400 giornate lavorative che è lo stesso per il ministero e per gli under 35 , noi l’anno prossimo saremo ministeriali ma non saremo comunali il che è assurdo, quindi non ci sono spazi, noi abbiamo una sala fittata e le compagnie vengono a provare da noi ed è assurdo quindi io chiedo spazi e reale attenzione ai giovani che hanno ancora la voglia e l’energia di fare qualcosa, poi niente, non è che va levato a chi lavora e tanto di cappello per chi da tanti anni costruisce delle grandi cose in questa città e che vanno preservate queste strutture però insomma io sono per una scelta an che radicale perché la destra fa i sovvenzionamenti a pioggia ricordiamocelo. Grazie e buon appetito

…- grazie Licia e la parola a Nicola Pertuso e poi per la chiusura Maurizio Federichi, vi prego nei tempi così riusciamo a chiudere bene e riaprire alle 15,00. Grazie

NICOLA PERTUSO – allora io sono un imprenditore, mi occupo da 30 anni di locali di intrattenimento e i pubblici esercizi, ho sentito tante persone parlare di cultura, mi sento un po’ un profano adesso parlare dopo di voi, la mia attività però è anche incentrata negli ultimi anni nel recupero del territorio, un imprenditore un po’ strano che sta facendo business anche recuperando parte del territorio e in particolare mi sto occupando di un progetto che si chiama oasi naturale di Torre Calderina, è una oasi naturale che sta nascendo tra Bisceglie e Molfetta e sono impegnato anche in una interessante iniziativa con il primo centro visite del pacco dell’Alta Murgia che si chiama proprio Torre dei guardiani, ed è un interessante esperimento di imprese che si sono messe insieme a soggetti che si occupano normalmente di educazione ambientale, di riscoperta del territorio e in particolare quindi quello del parco dell’ alta murgia. Uno dei motivi per i quali sono venuto è che credo sia necessario il nostro impegno, io ho tre figli, credo che il nostro impegno sia necessario per migliorare questo territorio, lo faccio soltanto per questo e perché credo che si è fatto molto poco in questo ultimo , almeno nell’ultimo quinquennio, ve lo dico come imprenditore che vive molto le imprese, quale rappresentante proprio degli imprenditori dei pubblici esercizi, io rappresento nella provincia di Bari i locali da ballo e rappresento anche i ristoranti, i bar , gli stabilimenti balneari e Bari, vi devo dire e veramente una città, qualcuno lo ha detto prima di me non risulta essere una città attrattiva , nè una città che può essere qualificata come città turistica anche per molte politiche che sono state realizzate negli ultimi anni. Che cosa è stato? Io voglio, diciamo anche uscire dalle ipocrisie credo che il salento sia stato molto più attrattivo rispetto al nostro territorio e credo che molti imprenditori di Bari sono impegnati fin da oggi a fare delle iniziative anche in territorio pugliese e quindi proprio quello del salento perché non c’è un piano strategico politico comunale e quindi si ritiene di dover andare in altre aree geografiche. Io ho deciso di rimanere qui perché ho a cuore questo territorio e vorrei che questo territorio si potesse rilanciare e quindi vi voglio velocemente riportare un po’ la mia idea. Io sono convinto che la competizione oramai è tra città nel mondo e quindi dobbiamo rendere assolutamente attrattiva Bari e quindi l’area metropolitana deve assolutamente piacere ai giovani di tutto il mondo non possiamo dimenticarci questa cosa quindi costruire questo prodotto di turismo, caro assessore alla cultura, io credo che dobbiamo fare un piccolo ragionamento che soprattutto in questo territorio è assolutamente culturale ed io direi assolutamente di bonifica culturale perché abbiamo fatto, diciamo, ragionamenti, mi ha fatto piacere ascoltare, di alto profilo, ma credo che invece dobbiamo ritornare ad argomenti con i piedi per terra, cioè la città, l’area metropolitana, il nord barese non sono attrattivi come altre aree della Puglia , proprio per quello che anche i baresi hanno saputo rappresentare, quindi c’è stato qualcuno che ha parlato dell’immaginario di questo territorio, purtroppo come immaginario e non solo ,non siamo una area attrattiva, abbiamo dei problemi legati soprattutto a questioni legate proprio a il comportamento, la sicurezza che abbiamo su questo territorio, c’è tanta gente che non si ferma a Bari perché percepita come un posto poco sicuro e quindi dobbiamo tornare a ragionare di queste cose e dobbiamo ricordare che l’accoglienza è fatta anche di pubblici esercizi, io su questo mi ha fatto piacere ascoltare l’assessore regionale Barbanente, molte volte poter far fruire un territorio, guardare una piazza , fruire di un centro storico non sarebbe possibile se non c’è la possibilità anche di utilizzare i pubblici esercizi e in tante occasioni proprio anche di spazi all’aperto, ideor , che è successo a Bari ? a Bari è stato assolutamente demolito quel poco di buono che era stato fatto in passato, cioè tante cose io ho vissuto sulla mia pelle tutta la questione dei ideor all’interno del centro storico, si è assolutamente distrutto un progetto che aveva funzionato 10 anni fa e che era il piano urban e che aveva visto risorgere il centro storico e ciò invece negli ultimi anni è stato quasi demolito creando una serie di vincoli che hanno fatto sì che molti imprenditori sono andati via da questo territorio. Quindi la proposta è Bar i città turistica, Bari città di mare, ma noi città di mare, Bari ha sempre voltato le spalle al mare, non esiste una spiaggia urbana, non esiste un lungomare che d’estate possa veramente essere fruito senza le auto . io credo che su tutto ciò noi abbiamo la necessità di ripensarci. La proposta è , noi abbiamo la necessità di far ripulsare il centro storico, di ricominciare con i pubblici esercizi, con ideor per tutto l’anno, il lungomare ve l’ho detto, per ultimo e chiudo di recente la fiera del levante è assolutamente in una fase di sbandamento , di recente la provincia è venuta meno credo che il comune, ha molta più responsabilità perché ha il 66% adesso di, credo che è importante anche avere un progetto lì, per me la cittadella della creatività è dei giovani con aree di lavoro , di cooworking , con i pubblici esercizi e con degli spazi notturni per l’intrattenimento e per il loasir, magari anche un ostello internazionale per attrarre i giovani in quella zona che è assolutamente abbandonata potrebbero essere degli stimoli forti a rilanciare Bari. Grazie

… – grazie la parola adesso a Maurizio Federighi, ci tengo soltanto a dirvi, ovviamente per molti di voi è difficile saperlo, è arrivato adesso una nota, il presidente della provincia e il presidente della regione hanno da poco sottoscritto un accordo per rifinanziare e rilanciare la fiera del levante , è stata così risolta la questione sociale che era impellente gravissima dei lavoratori che bloccavano l’accesso alla fiera, il comune di Bari dunque non parteciperà al salvataggio cosidetto della fiera se non per la sua parte di spettanza già prevista dall’accordo precedente e quindi diciamo un altro problema lo abbiamo risolto per fortuna, il sindaco Decaro si è allontanato proprio perché alle 12 aveva appuntamento con il presidente della regione e quello della provincia. La parola per l’ultimo intervento di 7 minuti 7, a Maurizio Federighi, riprendiamo alle ore 15,00 precise , almeno io sarò qui preciso spero anche tutti voi, con Elisabetta Pani, Vincenzo De Gregorio, Luigi Fasanelli, i primi 3 inteventi del pomeriggio. Grazie a tutti

MAURIZIO FEDERIGHI – dulcis in fundus spero di essere brevissimo e accorciare anche il mio intervento il più possibile, la mia esperienza lavorativa viene dalla direzione turistica per cui mi piacerebbe a dare un contributo come ho sempre fatto con il bagaglio delle mie conoscenze e della mia esperienza a questa città a cui tengo molto e sono convinto che sia il turismo la grande risorsa della Puglia e della città di Bari, per questo ritengo che i più recenti studi di settore sia sulla Puglia che sull’area metropolitana di Bari come abbiamo già sentito precedentemente continua a portare un trend positivo di presenze turistiche nazionali ed internazionali anche grazie ad una offerta che coniuga le bellezze del le risorse paesaggistiche , turismo marino e termale, oasi naturale, siti di interessi artistico, storico, religioso, castel federiciani, dolmen ipogei e chiese romaniche e bizantine e soprattutto beni dell’unesco come Castel del MONTE E Alberobello, monte san Angelo e monte san Michele , a questo si può aggiungere una offerta alberghiera ormai differenziata anche rurale con bellissime masserie ed agriturismi di valore storico che coniugano anche una tradizione enogastronomica con ampia a differenziata scelta di prodotti tipici. A fronte però di questi luci della nostra città, della nostra regione, vi sono anche tanti punti di debolezza e soprattutto la domanda turistica è quasi esclusivamente concentrata nella stagione estiva luglio e agosto come abbiamo sentito anche dal presidente della federal alberghi, nel prodotto mare e di alcune aree a forte vocazione turistica , Salento e Gargano che ovviamente provocano una flessione per la nostra città. L’inadeguata formazione delle risorse umane, specie nei segmenti medio bassi del mercato e la frammentazione e la disomogeneità del promo commercializzazione del prodotto Bari con conseguenti diseconomie e sovrapposizioni insieme ad una , e qui è colpa, molte volte anche dei privati,, insieme ad una non efficace presenza nei web, costituiscono ulteriori ostacoli alla internazionalizzazione e alla destagionalizzazione dei flussi turistici. Ulteriori elementi delle città sono costituiti sicuramente dalle dimensioni molto piccole o medio piccole delle nostre imprese ricettive più adatte ad un turismo indipendente rispetto invece alla richiesta internazionale dei max market che qui chiedono, quindi, attraverso i toor operator, grossi numeri di camere a disposizione a prezzi stabiliti con pacchetti promo turistici molto deragliati. Un ruolo propulsivo può essere sicuramente svolto dall’aggregazione di più imprese con la creazione di contratti e di rete che trattino specifiche peculiarità territoriali che svolgono un ruolo di pianificazione strategica di marketing a livello promozionale e una integrazione di più imprese recettive per una offerta completa e omogenea. Tali contratti rete, oltre al consolidamento del turismo balneare e alla fidelizzazione verso aree già note possono valorizzare altri segmenti dell’offerta turistica come ad esempio l’entro terra appetibili anche nei mesi che precedono l’estate con un potenziamento ovviamente dei collegamenti ferroviari, portuali e aerei però locost, è una integrazione di percorsi e di itinerari sportivi con mountabike , equitazioni, trekking, intercettando un benessere psicofisico e della tranquillità interiore e dello slofoot con motivazioni culturali e ambientali e in questo il nostro amico Cesare Veronico sta facendo un ottimo lavoro con il parco della murgia. La rete oltre a sviluppare pacchetti turistici innovativi può sostenere tali offerte con metodologie di rappresentazione sui mercati, fiere , location room , eventi mediatici, in affiancamento con l’attività istituzionale di promozione turistica che selezionino l’offerta in rapporto al tipo di targhet da centrare e che possano utilizzare aree congiunte e metodologie innovative ma è questo è quello che diceva anche Puglia promozione, intercettare attraverso una promozione di eventi nazionali ed internazionali che però devono avere una assistenza , una assistenza successiva all’evento, e questo quello che è mancato forse a quelle buone iniziative che alcune categorie professionali come il congresso nazionale degli avvocati, dei commercialisti che è stato fatto di recente , forse non è stato fatto poi un lavoro di caston satisfaction(?) più analitico e più adeguato affinchè tutte queste migliaia di persone ma anche quello che è stato detto per quanto riguarda i croceristi possono diventare una banca dati preziosa per la nostra comunità e per il nostro comune affinchè si possa poi studiare i percorsi adatti a quello che ci viene indicato in questo satisfation castmer da proprio chi è venuto per una motivazione per un evento o per un congresso, o per una iniziativa. Con lo sviluppo di queste e altre strategie come per esempio il turismo elettronico che non è solo compravendita di viaggi e biglietti ma un nuovo modello di business con adeguati canali promozionali. Vorrei concludere ricordando che in questa città del tema, del motivo per cui ho chiesto di parlare abbiamo una inestimabile ricchezza che è il castello di Federico II che è stato pochissimo valorizzato in questi anni, lo ha detto anche la sovraintendente che probabilmente lo lasceranno come uffici, noi come operatori turistici non vediamo l’ora che questo avvenga perché sicuramente , bisogna ridare, rigovernare e rivedere assolutamente il modo di utilizzare, per esempio, il castello di Federico, con iniziative culturali, religiose e storiche e mi riferisco alle vestigie lasciate da Federico II che vi ricordo conosceva 6 lingue, forse il più europeista della storia, 7 mi dicono, meglio ancora, e quindi un personaggio ecclettico, fu probabilmente il vero europeista, un punto di riferimento della storia che ci invidiano in tantissimi, vengono ed io ho ospitato tanti architetti, studiosi, che vengono a Bari per studiare tutta la catena dei castelli di Federico, quindi penso un collegamento con il parco nazionale dell’alta Murgia con il ministero dei beni culturali, con i vari comuni dell’area metropolitana interessati, castel del Monte , Trani, Lucera, Melfi, Gravina per costruire sinergie che rendono Bari il fulcro regionale da cui ripartire per un circolo virtuoso in grado di coinvolgere non solo il capoluogo ma l’intero territorio. Dovrà essere un compito prioritario e strategico di questa amministrazione. Grazie

…………………..- ………….come operatrice culturale turistica percepisco come scorretta a monte l’dea di dar vita ad un evento che possa analizzare contemporaneamente due aspetti così bisognosi di attenzioni individualizzate, oggi quindi parlerò di cultura aspettandomi assessore di poter parlare presto di turismo nell’ambito di un confronto specifico, la cultura infatti non può essere pensata a monte per soddisfare il turista piuttosto può essere una delle basi indispensabili per attrarre il turista di qualità verso la nostra città un turismo non del fine settimana, superficiale e fugace che si ferma uno o due giorni ma intelligente e preparato più stanziale alla ricerca di esperienze culturali di qualità i due nodi operativi fondamentali per gli operatori culturali sono i luoghi e i finanziamenti chiediamo quindi riscontri precisi sui teatri Piccinni e sul teatro Margherita di cui si parla nelle linee programmatiche in modo molto superficiale in riferimento anche alla richiesta di finanziamento per la ristrutturazione fatta dal presidente del consiglio tramite il decreto sblocca Italia ma Bari non ha solo teatri storici da ristrutturare ha anche piccoli teatri chiusi per problemi di agibilità da poter riaprire con interventi di adeguamento che il comune potrebbe aiutare con facilitazioni burocratiche e concedendo piccoli finanziamenti, molti cinema e teatri non hanno chiuso negli ultimi anni a causa dell’imu troppo alta, ma piuttosto per mancanza di autorizzazione e mancanza di pubblico e quindi lo sconto concesso nell’ultimo consiglio comunale sull’imu è una manovra che non servirà affatto alla riapertura degli stessi, infatti gli immobili sedi di teatri i e cinema nella stragrande maggioranza dei casi non sono di proprietà degli operatori culturali che vi operano quindi il favore è stato fatto ai proprietari e non agli operatori. Le sale di pertinenza comunale, gli auditorium all’interno delle sedi di alcuni municipi sono luoghi di cittadini che con investimenti non esorbitanti potrebbero spazi per prove e per piccoli spettacoli da mettere a disposizione delle numerosissime attività culturali baresi, quindi aiutare l’apertura e riapertura di strutture vecchie e nuove fornire gratuitamente a rotazione i luoghi di proprietà comunale ad attività selezionate sarebbe un contributo importantissimo che in molti casi supererebbe l’importanza di un contributo diretto in denaro, se si pensa che si va a suonare, per esempio , in sale cinema, nelle hall degli alberghi e in altri luoghi non consoni. Passiamo ai finanziamenti, ebbene guardando l’ultima graduatoria uscita per le attività culturali baresi, si nota come ci sia una sorta di fossilizzazione dei finanziamenti, come se a prendersi la fetta più grossa devono essere sempre e per forza gli stessi, per una sorta di patto inscalfibile dal quale è impossibile venir fuori , una nuova entità che non abbia decenni di pregresso o che non abbia una conoscenza diretta con la politica si trova tagliata fuori dai grossi investimenti culturali, bisogna dire basta alla cultura politicizzata e bisogna aprirsi a quelle nuove realtà che spesso sono penalizzate dalla mancanza di un pregresso. Sarebbe opportuno finalmente, nella individuazione delle identità da finanziarie in modo diretto o indiretto che ci sia una valutazione oggettiva da parte di commissioni di esperti non coinvolti da anni nelle attività politiche della regione che possano avere quindi una visione oggettiva sia del pregresso, ma anche delle proposte nuove e delle loro potenzialità per la crescita culturale della città. Sarebbe inoltre importante aumentare la possibilità di finanziamenti indiretti, fornire luoghi , concedere agevolazioni logistiche e burocratiche, dare assistenza nel reperire fondi europei, e soprattutto assessore, spingere l’incremento del pubblico, rimborsando i biglietti ai cittadini virtuosi, un esempio si può finanziare la cultura riempiendo, le sale e i teatri e facendo sì che i cittadini virtuosi che abbiano per esempio partecipato ad un tot numeri di spettacoli differenziati per genere potrebbero avere diritto al rimborso dei biglietti da parte del comune oppure ad agevolazioni di natura fiscale , in questo modo, si aumenterebbe il pubblico nelle sale e verrebbero premiati e finanziati in automatico quegli eventi scelti dai cittadini, ma come si può pensare di riaprire ed adeguare sale e teatri? Di investire nella cultura se si continua a coprire i buchi di bilancio di una frazione che dovrebbe cominciare ad imparare a fare i conti ed agire nei modi improntati sulla trasparenza , la giusta concorrenza richieste dalle ultime normative a riguardo? Perché tutto il settore cultura della città e tutti i cittadini baresi devono pagare gli errori compiuti in buona e cattiva fede da una amministrazione su cui la procura ancora sta indagando per numerose segnalazioni di procedure poco chiare e pulite? Da operatrice del settore e da rappresentante del movimento 5 stelle posso esprimere la profonda delusione provata dopo aver conosciuto gli esiti del primo cta della fondazione Petruzzelli, il sindaco è previsto come presidente della fondazione, perché deve essere garante in prima persona per i cittadini del corretto funzionamento di questo ente, il fatto che Michele Emiliano non abbia saputo svolgere la sua funzione non deve creare il presupposto per delegare terzi ad un ruolo così importante, noi vogliamo che il sindaco Decaro non si tiri indietro da questo compito, come ha dichiarato , ma che piuttosto cerchi finalmente di fare chiarezza sulle circostanze che hanno portato negli ultimi anni a numerosi buchi di bilancio, l’ultimo dei quali scoperto dai comuni con decisione autonoma del sindaco, molti operatori ritengono che aver dato 2 milioni di euro alla fondazione senza aver mai consultato il consiglio comunale in merito, e senza pretendere delle risposte, non fosse la cosa prioritaria in questo momento. Perché non pretendere invece chiarezza, per esempio, su alcuni regimi di monopolio del tutto anche economici perpetuati dall’ente? Leggendo le linee programmatiche, infine, che il consiglio dovrà provare il prossimo 5 settembre si legge del brand nicolaiano da lanciare in tutto il mondo, dei teatri Piccinni e Kursal che in futuro faranno rete virtuosa a disposizione di nuove compagnie e operatori come se già la fondazione Petruzzelli non fosse nata come fondazione teatro Petruzzelli e teatri di Bari avendo già in sé una idea di coordinamento tra teatri che però non si è mai voluto attuare, perché le idee belle sono facili da immaginare ma per attuarle bisogna fare i conti con i soldi e farli fare bene a tutti. Quindi è bella l’idea di un coordinamento tra i teatri, assessore, ma è vecchia se non si mostra di aver cambiato atteggiamento di fronte ai soliti giochi di potere che fino ad ora l’hanno resa impossibile, non a caso nelle linee programmatiche nulla si legge a proposito del Petruzzelli , come se non fosse più dei baresi, come se il consiglio comunale non abbia diritto di esprimersi riguardo le linee da seguire e nulla , infine, si legge su ciò che da subito, da oggi, questa amministrazione vuole fare, aiutare le compagnie e i piccoli teatri in difficoltà, per aumentare oggi il pubblico rendendolo protagonista del processo di rinascita della cultura barese che non può più aspettare la ristrutturazione, la ricostruzione, il coordinamento di nessun teatro. Grazie. Volevo dire a tutti voi che siete operatori culturali che oggi ci ha lasciato Giorgio Cavalieri che è stato una guida importantissima per la nostra città, un uomo che ha registrato tutti i concerti svoltesi nella città negli ultimi 20 anni, un uomo per cui bisognerebbe fare un pensiero veramente particolare. Grazie

….. – grazie la parola a Vincenzo De Gregorio e si prepari Luigi Fasanella, Vincenzo De Gregorio non c’è? Bene Luigi Fasanella……………..

VINCENZO DE GREGORIO – buongiorno a tutti e grazie per l’occasione che ci viene data per confrontarci su tematiche che rappresentano il presente ed il futuro di Bari questa bellissima città capitale nella Puglia, prima di tutto consentitemi come ha fatto la signora che è intervenuta prima di portare un caloroso saluto a chi non è con noi, a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone che sono dei simboli di una Italia che non si arrende e di una Puglia che prova a portare la pace nel mondo sperando che non dico il comune, ma che tutti quanti insieme facciamo qualche altra cosa in più per portarli a casa quanto prima. Da 30 anni seguo con passione le vicende economiche e produttive della nostra regione essendo un giornalista che però non si accontenta più ed ogni giorno si pone molte domande su cosa si può fare, per aumentare la pil della nostra terra. Punto primo, tanti fattori devono imparare a ragionare all’unisono, le politiche del turismo infatti non possono più prescindere da agroalimentare anche, agricoltura, mercatronica e da molti altri granchi vitali efficienti nella società pugliese, tanto che ne parlavamo prima con il professor Federico Pirro che saluto anche per iniziativa che è stata fatta , finalmente, nella zona industriale di Bari, una grandissima area che meriterebbe molta attenzione. Ci sono molte aziende che fanno economia turistica che fanno economia che portano il nostro nome in giro per il mondo, facciamo l’esempio della divella , con i trulli, il mare, i campi di grano, gli imprenditori dell’orto frutta che al fruit logistic di Berlino sono acclamati come se fossero delle star, oggi però ci siamo evoluti tecnologicamente ma non siamo ancora riusciti a mettere insieme pubblico e privato che viaggiano in ordine sparso. Turismo tutto l’anno e a bari in particolare secondo me e secondo noi di Puglia e comunicazione è possibile , ci sono tanti assessori al turismo nel comune della Puglia, nelle province alla regione, però mai si sono riunti per fare insieme una attività di coordinamento, una politica comune, sprecando evidentemente tante, ma tante risorse. E’ arrivato quindi il momento di creare una vera e propria cabina di regia, basta con raccomandati, nulla facenti , incompetenti, che la politica finalmente si dia una mossa questo del turismo è un treno che non possiamo assolutamente perdere. E ieri sera su rai uno c’è stata una trasmissione Petrolio verso le 23,30 condotto da Duillio Giammaria barese doc, ha raccontato a tutti molti aspetti inediti della Puglia e del turismo in Italia, ne parleremo tra poco. Secondo punto del mio intervento, non c’è neanche una azione di coordinamento tra le testate giornalistiche della Puglia, si preferisce sempre trasmettere notizie relative a fatti insignificanti che danneggiano i turisti in quel momento, solo in Puglia o coloro che poi guardano la televisione , sul digitale in tutta Italia, un modo per farsi male da soli. 2 milioni e 600 mila persone sono impiegate in campo turistico diceva la trasmissione di ieri, un dato eccezionale e la regione ci ha consentito in questi anni di guadagnare spazio nelle casistiche mondiali, abbiamo registrato un più 25% lo ha detto l’economista Vieste nei giorni scorsi nel suo editoriale del sabato su tg norba 24. Punto terzo e siamo qui ritengo perché ci dobbiamo dire tutta la verità, ci sono imprese nazionali ed internazionali, che prendono da Bari che non pagano qui le tasse e portano i soldi altrove , gli esempi potrebbero essere davvero tanti, anche in questo caso servirebbe una attività di coordinamento affinchè i responsabili di queste aziende si sedessero al nostro tavolo, prendono dal territorio, inquinano dal territorio, bene è arrivato il momento secondo me di dire che cosa vogliono fare per noi rispetto a quello che per tanti anni Ilva compresa abbiamo fatto noi per loro. L’anas, un esempio eclatante, le strade sono affidate all’anas , purtroppo la fotografia che diamo al mondo che viene in Puglia , che viene sulla statale 16 con strade sporche è una fotografia scandalosa, ogni giorno le testate giornalistiche, i politici impegnati nessuno va mai a fare un intervento in tal senso a richiamare queste aziende a fare di più, per fortuna su quella strada statale 16 importantissima che nella storia della umanità ci sono le stazioni di servizio, ecco i proprietari delle stazioni di servizio, uomini o donne , bisognerebbe farli un monumento, accolgono i turisti, i bagni sono puliti, invece la pubblica amministrazione non c’è. Si parla tanto di disoccupazione, si vuole far un desk con deplian in diverse lingue, inglese, francese, senza andare troppo lontano mettere dei ragazzi , dargli il minimo affinchè possano dare a tutti coloro che si fermano in queste stazioni di servizio, e credetemi sono tanti che voi certamente sapete, di ottenere le informazioni utili per il proseguo del loro viaggio e proprio quello della logistica secondo me è un punto fondamentale riguarda l’organizzazione degli eventi nei vari comuni che invece vengono lasciate a iniziativa del singolo assessore, si fanno eventi concomitanti, la famosa cabina di regia, la logistica , la sicurezza, i parcheggi, piccole cose che purtroppo ancora stentano a decollare, un esempio però, uno dei tanti esempi positiivi ci mancherebbe altro, non siamo da buttar via in toto, viene da Ostuni tra mare e città hanno creato una rete fantastica, organizzata, pulita, con tanta tanta sicurezza, ed io considerando che il tempo sta anche finendo chiudo ricordando a noi stessi una cosa importantissima che evidentemente sfugge, a volte si preferiscono fare polemiche inutili contro questo o quell’assessore o con il sindaco di turno quando invece noi abbiamo tra le mani l’oro a bari che si chiama San Nicola, bene questa trasmissione Petrolio rinviata di Duillio Gianmaria ha spiegato come i russi stanno cambiando ancora una volta il volto della Emilia Romagna, della costa , loro non hanno il mare, riescono a vendere gli emiliani anche quello che non hanno. Noi invece abbiamo san Nicola, abbiamo il mare, abbiamo tutto quello che vogliamo, è inutile ripeterlo a noi stessi le bandiere blu e tante altre cose, ma non riusciamo a fare un programma condiviso, non riusciamo , oltre alla linea aerea a creare aeroporti seri e continuativi, non riusciamo a portare i russi qua nel nome di san Nicola facendo loro investire i capitali che secondo me sanno erroneamente investendo anche perché in Emilia che cosa devono andare in giro per i parchi acquatici, cosa possono andare a vedere. Grazie a voi e spero di queste iniziative ce ne siano tante altre, scusate l’emozione però questi sono eventi importanti, dovremmo farne davvero tanti ed io chiudevo l’intervento dicendo che va fatto un quaderno con tuti questi interventi va insegnato secondo me alle scuole, a tutti gli operatori affinchè a nessuno sfugga l’importanza di queste giornate. Grazie

…- grazie a lei, giusto per la cronaca, tutto quello che voi dite e tutti coloro che hanno chiesto e poi ottenuto di intervenire sanno e hanno aderito ad un protocollo di privacy cui hanno ceduto al comune il diritto di trascrivere il loro intervento , tutto quello che ci stiamo dicendo tranne gli intermezzi come questo verranno trascritti e pubblicati sul portale del comune a futura memoria. La parola ora a Luigi Fasanella si prepari Franco Minervini e subito dopo Enzo Varricchio

FRANCO MINERVINI –mentre ascoltavo gli interventi stamattina mi chiedevo come fare per ottenere una ricaduta positiva dei lavori di questa conferenza nel quartiere Libertà, a Enziteto al san Paolo e allora io direi di sgombrare il campo con la cultura, se si mangia non si mangia, perché in questo modo si rimane comunque nell’ambito di una logica mercantile, ammesso e non concesso che con la cultura non si mangiasse, ugualmente rimarrebbe un enorme fabbisogno culturale soddisfare e che richiede un altrettanto enorme impegno culturale quindi il primo punto sintetico, su cui voglio porre l’attenzione è quello della diffusione culturale, diffusione della cultura in una città che non è solamente questa che vede queste questioni, questioni drammaticamente aperte come ha, multiculturalità, omofobia, diversità di religioni rispetto alle quali un impegno culturale vale altrettanto che l’approvazione di leggi più o meno repressive, più o meno bene o male applicate e quindi richiesta di un’enorme, di un enorme impegno culturale che arrivi nel profondo della società ben al di là dei tradizionali fruitori di spettacoli, concerti e così via che raggiunga le periferie, le periferie urbane, sociali, le periferie esistenziali e allora, ecco il secondo punto, riconosciuta l’esistenza di un grande fabbisogno di soddisfare il problema è il rapporto mezzi, obiettivi, quindi le risorse certo anzitutto impiegare tutte le risorse disponibili e impiegarle nel modo più efficace e più equo possibile, in una recente intervista, io rappresento l’associazione le tavole magiche che si occupa di teatro, in una recente intervista Gigi Proietti si chiedeva ma è teatro pubblico perché riceve finanziamenti o riceve finanziamenti perché è teatro pubblico? Ci possiamo porre la domanda anche in altri termini, cioè realizzare eventi culturali di spettacolo per finanziare gruppi, compagnie, soggetti o finanziare gruppo perché organizzino eventi? Quale è il fine e quale è il mezzo? L’intervento pubblico non può significare perpetuare, cristallizzare una situazione data rendendo di fatto più difficile l’affermarsi del nuovo. Il criterio della selezione non può essere quello diciamo così dell’anzianità di servizio o peggio della contiguità politica, familiare o amicale. Quindi superiamo determinati sistemi di, chiamiamoli di selezione, e quando si parla di risorse non si parla solamente di soldi, ci sono altre risorse che il comune può utilizzare e mettere a disposizione come i luoghi fisici utilizzabili per le unioni, prove, spettacoli, esibizioni anche in luoghi non reputati per natura ad attività di spettacolo. A proposito di risorse noi siamo operatori culturali baresi, quindi tutti quanti conosciamo Vico Fiscardi, ricordo a me stesso perché certamente tutti sappiamo cos ‘è Vico Fiscardi, che vico Fiscardi si trova a 150 metri di qua ed è il luogo dove si trova la casa natale di Nicolò Piccinni, vi invito ad andare a vedere a termine di questo incontro che cosa è ora il vico Fiscardi, deposito di casse di birra, di attrezzature per scagliozze e di bombole di gas, e quella che viene chiamata casa Piccinni che è una risorsa comunale chiusa è diventata la casa della scagliozza perché non si può neanche vedere la porta perché ci sono semplicemente gli attrezzi per fare le scagliozze, certo casa Piccinni non è un grande locale però riattarlo, restituirlo alla fruizione pubblica , collettiva, mi sembra una cosa piccola ma di estremo valore simbolico e non solamente simbolico. Ciò detto mi sembra indubbio, perché per quante risorse si possono impiegare, le risorse sono necessariamente limitate e quindi il fabbisogno culturale comunque non potrà essere totalmente soddisfatto. Allora che fare ? e qui vanno studiate forme di intervento se vogliamo misto comunque, che miri ad utilizzare anche un intervento volontario, chiamiamolo di volontariato ma il termine è molto generico e forse anche un po’ improprio diciamo senza fini di lucro, ecco, nel campo dello spettacolo ,nel campo culturale, in Italia è stato calcolato che ci sono 800 mila volontari che presidiano musei, siti archeologici, monumenti ecc., garantendo l’apertura, luoghi che altrimenti rimarrebbero chiusi e non fruibili dalla cittadinanza. Mi domando, è possibile studiare forme per cui questo tipo di volontariato non sia anche utilizzabile e valorizzabile per attività teatrali e musicali? Il concetto è questo così come senza l’intervento di volontari diversi luoghi rimarrebbero inaccessibili al pubblico , nella stessa maniera grazie alla prestazione di volontari migliaia di cittadini potrebbero essere messi in condizioni di fruire di spettacoli ovviamente garantendo un elevato livello artistico e culturale perché su questo non c’è dubbio. Concludo che tutto ciò non può che avvenire in ambito di una programmazione cioè di linee programmatiche che tracia il comune , che traccia insieme al comune l’area metropolitana e anche ovviamente la regione per superare anche certi limiti, per esempio pensiamo al decentramento, gli spettacoli decentrati o quelli che si realizzano nelle cosiddette stagioni estive o nei quartieri, cioè si è tutto e di più, il tutto e il contrario di tutto, non c’è un punto di riferimento una idea , che possa accomunare, ognuno fa, legittimamente per carità, perché il tutto si esaurisce nella erogazione di risorse per consentire a qualcuno di fare degli spettacoli decentrati. Ecco la programmazione tematica da parte e su questa base invitare su un piano di parità tutti i soggetti interessati e naturalmente idonei a formulare proposte, abbiamo avuto un esempio esattamente un anno fa quando l’ associazione libera Puglia ha organizzato un mese di iniziative alle quali noi abbiamo partecipato per realizzare una serie di interventi improntati soprattutto sullo spettacolo, la recita ecc., di interventi per la cultura della illegalità e contro la cultura criminale. Concludo questo mio intervento in questa iniziativa aspettando Godot, citando una breve battuta di aspettando Godot, quando Bechet fa dire ad Estragon non perdiamo tempo in chiacchiere vane facciamo qualcosa mentre l’occasione si presenta, non succede tutti i giorni che qualcuno abbia bisogno di noi.

…- grazie per la bella citazione e dell’intervento la parola adesso ad Enzo Varricchio, eccolo grazie, e si prepari Michele Deruvo

ENZO VARRICCHIO – buonasera a tutti, complimenti innanzitutto all’organizzazione della manifestazione perché stimola contributi, ritengo, fondamentali, che partano dalla realtà concreta degli operatori culturali e turistici, non è proprio esattamente la prima occasione tal fatta, perché la mia memoria ormai è di mezzo secolo o quasi, mi riporta ad altri stadi generali della cultura, poi riprese e organizzati dal comune di Bari, poi ripresi da enti di diverso tipo come il ministero dei beni culturali o il sole 24 ore, quindi l’assessore che ho qui davanti e che conosco per la prima volta rivolgo ovviamente , innanzitutto il plauso per il coraggio e la capacità organizzativa, ma anche, come dire, una sollecitazione forte a rendere poi queste proposte laddove naturalmente interessanti, concreta, fattiva azione amministrativa. L’idea che stasera vi presenterò non è affatto nuova, è anzi una idea abbastanza vetusta risale al 1954 pe la precisione, l’ente che io rappresento , cioè centro studio di diritto delle arti del turismo e del paesaggio, una organizzazione dislocata un po’ in Italia che opera dal 2004 e che ha tentato sin dalle sue origini di far dialogare discipline tradizionalmente ostili tra loro quali ad esempio il diritto, l ‘economia e l’arte e la cultura, il turismo, e la tutela dell’ ambiente, del paesaggio, attraverso una rete di professionisti e tra le cose che dal 2004 abbiamo fatto ricordo ad esempio la traduzione in italiano del documento europeo per la cultura 2006 che non prevedeva, non aveva ricevuta come dire, una versione in italiano e che noi ci curammo di redigere per conto della commissione europea, ma da ultimo, e vengo al tema, a marzo scorso una conferenza, un convegno da noi organizzato riguardava il sidic croadaing(?) cioè la raccolta di fondi da parte dei cittadini intorno ad una impresa collettiva di interesse rilevante e si seguiva, un po’, come dire una serie di esempi, non da ultimo il ponte di Rotterdam, che a causa della mancanza di fondi dell’amministrazione del comune olandese , è stato realizzato recentemente con i contributi volontari dei cittadini che in cambio hanno ricevuto l’onore di incidere il loro nome in una larga lungo tutto il percorso di questo ponte che attraversa la città, è solo uno dei tanti esempi di questo genere, così fu costruita anche la statua della libertà e qui in modo un poco provocatorio in maniera abbastanza ilare ripropongo un po’ così questo montaggio di san Nicola sul basamento della statua della libertà che tuti conosciamo, non c’è bisogno di dire dove si trovi? Vero? Tutti sappiamo che la statua della libertà si trova a Manathan a New York, così come sappiamo che il Cristo di Rio si trova a Rio ovviamente, se vediamo l’immagine, la scultura , l’opera , sappiamo subito identificare e mettere insieme a questa opera una entità culturale, una città, un luogo, una cultura e anche ,perché no, un panorama di offerta culturale idonea a rappresentarla questa cultura a farla propria e a veicolarla. Ebbene questa non è una idea nuova, quella della statua di san Nicola , colossale che accolga i pellegrini che provengono dal mare e non solo e che sia, che costituisca un brand forte per la città di Bari, per che cosa ,ovunque, nel mondo è conosciuta Bari? Mi è saltata una immagine di un planisfero che ho realizzato, segnando con colori quelli che sono gli stati nicolaiani, laddove ritroviamo notevoli presenze di testimonianze legate al culto di san Nicola e molto spesso di Bari, legata a san Nicola, anzi quasi sempre, san Nicolà de bari è a Cuba, san Nicola di Bari è ovunque nel mondo, in quel planisfero vi avrei mostrato 100 stati nicolaiani, ma senza andare troppo in giro basta dire che c’è ne sono 650 in Spagna di chiese di san Nicola, 1500 in Russia, 150 in Belgio e così via, c’è un atlante, smisurato, c’è né in Nuova Zelanda a Shangai, a Core in Venezuela di chiese di san Nicola, ebbene il pellegrinaggio nicolaiano che ha un valore ampio perché non è legato solo all’ecumenismo è la parte religiosa del culto ma dovrebbe, potrebbe attirare facilmente altri interessi culturali/turistico, ad esempio quel intorno al suo alter ego father crismas, tanto per fare un esempio, perché voi sapere che babbo natale è generato, fu generato, come dire , dalla coca cola intorno alla figura di san Nicola, forse quella che fu la traslazione delle reliquie del santo nel 1087 potremmo dire che fu il primo vero medievale piano di marketing territoriale della storia, Bari fu proiettata nell’empirio delle città note nel mondo, c’erano anche i media presenti, una cronaca del cronaca Franco una cronaca del cronista russo, quindi c’erano i media internazionale intorno a questo evento e da allora Bari assunse un ruolo che prima non lo era riconosciuto, una operazione di marketing culturale indubbiamente riuscita ma un po’ dimenticata fino al 1954 quando l’idea fu ripresa, fu ripresa dall’allora priore dei domenicani che aveva appena ricevuto in custodia la basilica che fu ripresa da un commerciante dal presidente dell’associazione dei commercianti Giuseppe Romito poi fu abbandonata anche dopo che fu realizzato un bozzetto da parte dello scultore barlettano Giulio Cozzoli, c’era già qualcosa di simile all’orizzonte all’epoca, poi fu ripresa nel 1992 , poi furono accolte nel 1998 ben 3000 firme che attestavano la volontà dei cittadini di realizzare questo monumento colossale, appunto come la statua della Libertà, a Bari san Nicola, poi però nonostante il ricevimento da parte della giunta municipale, della giunta comunale di Bari, l’8 gennaio del 1999 l’idea fu abbandonata e ancora langue. Il tempo, vengo subito. Bene il problema era con quali soldi ? e i soldi si possono trovare molto facilmente, è l’idea del centro studi e non soltanto, perché basterebbe vendere all’asta le targhe così come è stato fatto per le doghe del ponte di Rotterdam, le targhe con i nomi delle famiglie baresi, russe, spagnole, neozelandesi, portoghesi, e quanto altro si voglia, e scatenando questa , come dire, voglia di possedere sempre il proprio nome inciso su un monumento che sempre rimarrà all’attenzione di tutti , sicuramente si raccoglierebbero tanti danari e soprattutto si realizzerebbe il monumento a costo zero, il sidi…crosfaunding(?) di cui vi parlavo prima, e poi naturalmente ci vorrebbe un parco tematico dedicato a san Nicola, Babbo Natale, facilmente Bari diventerebbe una città dal turismo internazionale, dalla forza attrattiva intorno al natale, ai fanciulli, ai regali, lavorerebbe tutto l’anno Bari, il commercio barese intorno ad una idea semplice anche per quanto riguarda il parco tematico o un museo diffuso che dir sì voglia, anche per quanto riguarda questo sarebbe cosa assai facile individuare società interessate a realizzarlo, un po’, così ovviamente, nei toni e nei modi che si riterranno più congrui, anche esso, anzi non solo a costo zero ma investendo loro perché diventerebbe un richiamo in tutto il mondo, se andiamo a Mita città natale di san Nicola troviamo qualcosa già in funzione di questo tipo. Quindi potremmo poi far spostare quel giorno e mezzo che sentivo dire stamattina, di permanenza a Bari, abbastanza difficile da accettare come dato, un complessivo dato più soddisfacente, no perché solo un giorno e mezzo?, perché non c’è gran chè da fare, diciamocelo, una volta attraversato il centro storico, poi resta poco invece dovremmo cercare di tenerli 3 giorni, è questa può essere una idea. Vi ringrazio

…- grazie vi prego di stare nei tempi per rispetto altrui, Micky De Ruvo e si prepari Graziana Patella….Micky De Ruvo, c’è? Bene lo recuperiamo dopo Graziana Patella e poi si prepari Luigi ANgiuli

GRAZIANA PATELLA –buonasera sono Graziana Patella rappresento l’associazione ciclamino, insieme a me c’è l’architetto Pietro Gigante e Vincenzo Tesoriere membri importanti dell’ associazione. Ciclamino rinchiuse in sé, nella parola quello che vuole fare, ci occupiamo della ciclabilità e la possibilità di esplorare i territori passeggiando, camminando semplicemente. Questa slaid rappresenta un po’ il cuore pulsante di quello che vuole fare l’associazione e di quello che fa, quindi vedete dei genitori con il sediolino con i loro figli con i loro piccoli, bambini addirittura con le rotelline, per cui andiamo ad esplorare dei territori, dei luoghi di interesse che hanno valenza storica, architettonica, monumentale, naturalistica, appunto con mezzi afferenti alla mobilità lenta. Abbiamo scelto la bicicletta perché è un mezzo talmente vecchio ma altrettanto nuovo, portiamo appunto in percorsi bianchi quelli che sono in realtà i percorsi studiati del saces sistema ambientale e culturale e l’architetto Gigante ne è il progettista, in ciclo passeggiate, per cui appunto passeggiate molto semplici dove andiamo a toccare, noi operiamo sul territorio di Conversano e quindi come queste slaid si possono vedere, parliamo di accessibilità, di turismo accessibile, quindi in questa foto vediamo dei mezzi molto particolari, il tandem, il triciclo tandem, siamo dotati anche di fisio traing, bici dedicate e opportunamente studiate per persone con disabilità non gravi perché in ogni modo la possibilità di deambulare la devono avere ma l’attenzione su cui vorrei ci si soffermarsi è l’idea di disabilità, il disabile non è solo colui che ha un ritardo cognitivo, è una persona che forse può muoversi ma forse anche con una limitazione temporanea, noi siamo in grado di portarlo per cui il triciclo tandem , questo è un ragazzo di 40 anni che in 40 anni della sua vita non è mai potuto andare in biciletta, noi gli abbiamo dato questa possibilità, con il tandem possiamo portare a passeggio i ciechi, cosa che normalmente non hanno questa possibilità di andare. Quindi quello che in realtà l’associazione fa., è proprio questo cioè le limitazioni e gli spostamenti appunto, riducono il raggio di azione e di conseguenza riducono la possibilità di appropriarsi di opportunity che sono i parchi, i musei, sono i contenitori culturali, le manifestazioni o semplicemente i servizi al cittadino, gli ospedali, le scuole, i mezzi pubblici, quindi lavorare sulla accessibilità e quindi lavorare sull’offerta turistica, quello che stiamo provando a fare e quindi rendere fruibili i luoghi di vita come scelta per poter spendere il proprio tempo libero, qualifica una città, un luogo dal punto di vista proprio dell’accoglienza e accorcia la definizione di categoria deboli e quindi le discriminazioni legate ai disabili, a quello che i disabili non possono fare. Quindi come dicevo, disabili sono tuti coloro che vivono una limitazione motoria anche temporanea, un genitore con un passeggino in un centro storico o comunque semplicemente tentando di attraversare i marciapiedi vive una di disabilità, di poca accoglienza, quindi le caratteristiche morfologiche dei nostri territori e dei nostri centri urbani che sono per lo più centri medievali, per cui con le chianche, incontriamo quello nei nostri centri storici creano difficoltà a raggiungere i luoghi di interesse, pertanto abbiamo effettuato uno studio all’interno del centro dove noi operiamo, appunto Conversano, rispetto alle diseguaglianze territoriali, questo ha permesso di poter progettare delle mappe accessibili e tattili, ora ne stiamo vedendo una, quindi questa colorata è una mappa accessibile, è stata utilizzata, è stata stesa all’interno di un contenitore culturale, una grandissima manifestazione, noi abbiamo esaminato una porzione di territorio , di centro storico, dove abbiamo visto quali erano le pendenze, quali erano i locali accessibili, locali accessibili con i servizi igienici accessibili, perché nei nostri centri storici c’è la deroga a portare delle migliorie rispetto a questo tipo di accoglienza, i monumenti, le chiese, accessibili, questa mappa poteva essere utilizzata, appunto, da un genitore con un passeggino, potersi godere la festa senza andare incontro a scale o pendenze eccessive , quella che è accanto è una mappa tattile, è per gli ipo vedenti, per cui potersi muovere in autonomia anche per chi comunque non ha la possibilità di vedere bene. Abbiamo studiato anche quella che è la mappa totalmente in brail per i ciechi per cui dare la possibilità a chiunque di dare autonomia, di potersi muovere in autonomia, quindi le mappe guidano in luoghi appunto, come dicevo oggettivamente inaccessibili, nati proprio come censure urbanistiche, queste mappe che producono appunto l’effetto di rendere accessibili tutte le informazioni, ecco queste sono le passeggiate, addirittura le notturne, per cui far venire i genitori in bicicletta con i propri piccoli in contenitori grandi come il carnevale di Putignano, poter godere di questa possibilità, di una passeggiata in bicicletta fatta appunto di notte. Quindi quello che è, noi ci chiedevamo, questa è una attività accessibile, nel senso portiamo quindi con auto di scorta, diamo la possibilità appunto di poter un attimo potersi riposare. Quindi piuttosto che chiedersi se l’intervento di infrastrutturali sono no a favore dell’accessibilità portiamo noi gli strumenti. Grazie

…- grazie a te e anche complimenti anche per l’organizzazione dello slaid sciower(?) e Luigi Angiuli e a seguire Angelo Amoroso

- LUIGI ANGIULI – allora dirò senza perdere tempo che la fissa che mi ha accompagnato per tutta la vita è stata l’idea del decentramento e della crescita collettiva e complessiva della cultura in tutta la città, ora i problemi aumentano perché essendo Bari città metropolitana sarà necessario coordinarsi con oltre 40 sindaci, ma per oggi mi limito a parlare di Bari città perché quella che sarà la metropoli e di là ad avvenire e speriamo bene, speriamo per il meglio. Dicevo decentramento esistevano fino a poco tempo fa, a Bari , le circoscrizioni, io per anni ho lavorato con tutte le circoscrizioni a proposito ho dimenticato di dire chi sono mi chiamo Luigi Angiuli e rappresento la compagnia teatrale, il vello d’oro, ho lavorato con tutte le circoscrizioni e in tutti i luoghi possibili di Bari d’inverno e d’estate, e sono stato in grado di poter constatare come il decentramento sia cosa estremamente gradita alla popolazione di Bari, decentramento diversificato, il che non vuol dire decentramento facile, perché per esempio ricordo un memorabile spettacolo, la morsa di Pirandello fatta al teatro Esedra che quella sera era gremito di oltre 300 persone e alcune donne che dopo lo spettacolo non mi mollavano più perché volevano spiegarmi come egualmente la vicenda raccontata da Pirandello nella morsa riguardasse molte loro amiche che si erano trovate in situazioni analoghe. Allora questo decentramento che non abbia ad essere decentramento facile e lavori affidati essenzialmente a comici perché la comicità può essere portata anche attraverso i mezzi della cultura , perché io sono convinto di una cosa che la gente sia molto più perspicace di quello che comunemente si creda. Sere fa mi è capitato di recitare il ruolo di Tiresia nell’antigono di Sofocle al teatro greco di Metaponto, il teatro era gremito, c’erano anziani, c’erano giovani, c’erano persone profondamente acculturale, ma c’erano anche persone di una cultura non elevatissima, eppure tutti quanti erano convinti di aver assistito ad un bello spettacolo e si trattava di una tragedia greca , non era uno spettacolo facile, era uno spettacolo difficile da seguire, da digerire eppure lo hanno seguito con passione e partecipazione. Allora volendo concludere su questa sola idea del decentramento come strumento di crescita collettiva e complessiva dico questo non è necessario avere per forza un teatro nel quale recitare ogni sabato e ogni domenica, l’esperienza mi ha insegnato che ogni giorno è buono per una rappresentazione anche il lunedì, anche il lunedì può essere buono per una rappresentazione, la condizione è però che ci sia un pubblico che è stato preparato in anticipo che il decentramento sia stato curato bene e che quindi non è uno sforzo inutile ma è uno sforzo che conduce alla crescita. Grazie

…. – grazie la parola adesso ad Angelo Amoroso d’ Aragona , mi pare di averlo visto nel primo pomeriggio e Pierfranco Moliterni…nemmeno allora Giuliano Volpe che ho invitato chiedendogli di intervenire , in veste come sapete di recente per nostra fortuna presidente nazionale del consiglio superiore dei beni culturali e paesaggistici, quindi uno dei bracci destri del ministro Franceschini che opera e milita a favore del paesaggio e dei beni storico architettonici. Prego

GIULIANO VOLPE –grazie, intanto, per l’invito a Silvio Maselli e anche a me fa piacere che ci siano questi momenti di condivisione, di partecipazione , di confronto, ce ne bisogno soprattutto se ad essi poi seguono chiaramente atti, ma conoscendo Silvio e la sua capacità di tradurre le idee in progetto ce da sperare che questa sia una prassi positiva. Allora nei pochi minuti che ho a disposizione vorrei toccare alcuni punti , che ovviamente sono di carattere generale in relazione alla situazione del patrimonio culturale, paesaggistico nel nostro paese. Per fare questo consentitemi soltanto di ricordare due cose da storico in qualche modo, una mi riporta alla commissione Franceschini che si è fatta 50 anni fa, ora la commissione Franceschini è stato un momento importante nella storia di apporto , di approfondimento ma la commissione Franceschini che spesso viene rievocata diceva una cosa importante nelle sue conclusioni, scriveva la commissione di indagine ha tratto il sicuro convincimento che lo stato generale di precarietà, decadenza del patrimonio archeologico, artistico, storico, ambientale, 50 anni fa ed archivistico italiano non può essere attribuito esclusivamente e neppure prevalentemente ad una deficienza quantitativa di personale e di finanziamento delle competenti amministrazioni pubbliche di tela come spesso si è affermato o si afferma, ma deve essere spiegato soprattutto come conseguenza di un basilare difetto, di impostazione del sistema stesso della tutela dei beni culturali, tale da esigere non miglioramenti o perfezionamenti bensì rimedi di natura radicale. Questo diceva la commissione Franceschini 50 anni fa. 40 ani fa nasceva il ministero, esattamente alla fine del 1974, inizi del 1975 con Spadolini e quel ministero pensato 50 anni fa ed istituito 40 anni fa, ha funzionato bene, male, ha funzionato con grandi difficoltà nel nostro paese ed è giunto certamente in una situazione di grandissima difficoltà in questi ultimi anni di tagli progressivi, di mancanza di tour-over , in mancanza di risorse, ma a me sembra e credo anche al ministro Franceschini che ancora una volta il problema non possa essere ridotto ad una mera questione di mancanza di finanziamenti che pure sono insufficienti e nemmeno ad una questione drammatica di personale, queste cose le dò per scontato e ma io credo che ci sia una profonda necessità di rivoluzione culturale dell’idea del patrimonio culturale e paesaggistico nel nostro paese. Cioè noi continuiamo a lavorare ed a operare con le stesse categorie mentali , culturali e organizzative pensate sostanzialmente nell’800 e nella prima metà del 900, è la nostra idea di patrimonio culturale che è profondamente   cambiata soprattutto in questi ultimi 50 anni, ma continuiamo a ragionare con quelle categorie anche organizzative. Pensate ad una che può emergere chiaramente ma che ha ancora notevoli resistenze, noi continuiamo a pensare al patrimonio culturale e al paesaggio come qualcosa di settorialmente separato per cui ancora oggi noi abbiamo le sovraintendenze archeologiche, artistiche, architettoniche, archivistiche, e così via, cioè pensiamo ancora che il patrimonio culturale sia qualcosa di pacchettabile accademicamente come se fosse un fatto disciplinare, lo dice un professore universitario e non abbiamo ancora accolto la sua essenza organica che soprattutto nel paesaggio trova la sua visione olistica ma a questo si oppone ancora una visione arcaica e anche una difesa diciamo pure, di piccoli recinti di interesse e allora è necessario, sarebbe necessario una profonda revisione, questo è un tentativo che è stato fatto e che si sta facendo sapere che è stata appena approvata dal consiglio dei ministri , la riforma del ministero per i beni culturali che rappresenta un significativo passo in avanti in questo senso soprattutto perché c’è ed è questo un altro dei limiti forte dal punto di vista come dire culturale, una idea , una cattiva interpretazione dell’art. 9 della costituzione che viene sempre evocato in maniera religiosa e ve lo rileggo, così può essere utile, le parole sono importanti soprattutto nella costituzione la repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnologica, tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione, repubblica , nazione, non solo stato non si parla solo dello stato, e quando si usa il termine bene comune , lo usiamo tutti non possiamo trasformare l’idea di bene comune solo in qualcosa che appartiene ad una parte della nazione, della repubblica, la res pubblica è la comunità, non si può tradurre solo in una componente organizzata dalla comunità questo perché per esempio si dimentica l’art.118 della costituzione, lo ricordo, nel quale si dice: stato, regioni, province, città metropolitane e comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini singoli e associati per lo svolgimento di attività di interesse generale sulla base del principio di sussidiarità quindi se volessimo applicare realmente la costituzione dovremmo ripensare fortemente la organizzazione della tutela e della valorizzazione del patrimonio naturale, altra parola problematica e indicata come brutta parola da un certo conservatorismo che come dire, pensa di difendere il patrimonio culturale in una visione a mio parere ancora elitaria e sostanzialmente proprietaria del patrimonio culturale, quindi è un momento importante quello che stiamo facendo perché credo che ci siano tutte le condizioni per ripensare all’organizzazione della tutela e soprattutto dare pari dignità alla valorizzazione , perché l’art. 9 di cui vi parlavo, forse in quegli anni la parola valorizzazione non esisteva nel vocabolario della lingua italiana, ma parla di promozione e lo sviluppo della cultura, che cosa è lo sviluppo della cultura se non una trasmissione socialmente utile del patrimonio inteso come un patrimonio comune e il patrimonio esattamente come il patrimonio di una famiglia, viene certamente curata e trasmesso ai figli , ma un buon padre di famiglia cerca di incrementare quel patrimonio, certamente non deve distruggerlo , invece c’è questa idea della valorizzazione semplicemente come monetizzazione e dunque come una brutta parola ma ormai gli economisti della cultura, quelli più preparati e più avanzati hanno dimostrato chiaramente che non è una visione monetaristica dei beni culturali , quella che fa crescere anche dal punto di vista economico la comunità ma è chiaramente tutto lo sviluppo della comunità, del territorio , di una città che poi consente al patrimonio culturale certamente di contribuire alla crescita culturale, alla crescita civile ma anche alla crescita economica di una comunità. E allora sarebbero necessarie scelte coraggiose per esempio quella di giungere finalmente ad una separazione tra gestione e  indirizzo e controllo, attualmente nelle mani delle stesse persone con tutti i conflitti di interesse che non sono sempre e solo quelli di Berlusconi che giustamente vengono denunciati continuamente, ma che si annidano spesso in tante altre forme. Allora avere una forma per cui ci sia chi controlla e dà un indirizzo, e dà un indirizzo forte, un controllo forte a livello centrale e poi però c’è altri che gestiscono diversamente da chi controlla e da chi fa l’indirizzo, è un passo in avanti importante e questo consentirebbe di includere molto di più i professionisti dei beni culturali che si sono andando formando in questi anni ma anche l’associazionismo, anche le varie forme di rappresentanza della cittadinanza e soprattutto e qui chiudo, non so quanto tempo ho…sto sforando tremendamente, appunto il superamento definitivo di una visione proprietaria del patrimonio culturale, che porta spesso a pensare che il patrimonio culturale sia di proprietà degli archeologici , come me, degli storici dell’arte o dei funzionari della tutela che svolgono un lavoro straordinariamente importante e per il quale dobbiamo avere la massima gratitudine e stima, ma il patrimonio non è degli specialisti che hanno la fortuna di studiarlo , di conservarlo e di valorizzarlo , dunque è sul versante della valorizzazione che bisogna effettivamente fare, introdurre del cambiamenti importanti, una innovazione forte che non è soltanto una innovazione tecnologica e soprattutto una innovazione metodologica e culturale ecco perché anche nella riforma del ministero dei beni culturali si è data , a mio parere giustamente, autonomia ad una serie di musei, ad una serie di luoghi della cultura e di siti archeologici perché chiunque di noi visita un museo si rende conto della arretratezza culturale con cui i musei, le aree archeologiche ancora oggi sono pensate in maniera appunto, iperspecialistica con linguaggio isoterico da addetti ai lavori che respinge i cittadini e i visitatori invece di attrarli e di fare i cittadini e i visitatori e i turisti, i migliori difensori e i migliori , come dire i più attivi e i più capaci nella valorizzazione del loro patrimonio e non del patrimonio solo degli archeologici e degli storici dell’arte. Mi fermo qui ma spero ci siano altre occasioni per discutere di questi temi . grazie

….- ce ne saranno, 12 minuti ben spesi grazie Giulio, la parola a Giuseppe Santoiemma e si prepari Giuseppe Chiarelli

GIUSEPPE SANTOIEMMA – salve a tutti io mi chiamo Giuseppe Santoiemma e sono il referente dell’associazione acu Bari , siamo vincitori regionali principi attivi e abbiamo presentato il progetto che è stato premiato dalla commissione, questa guida per giovani turisti internazionali che si chiama iusic Bari che fa parte di un network di una rete europea di una trentina di città circa , da Bruxell a Vienna fino ad arrivar a diverse città italiane Milano, Palermo e Bologna e tante altre, il tempo è poco ma non pensavo di dover parlare adesso ma pensavo di fare una presentazione su questo lavoro e di spiegarvi quali sono le caratteristiche del designer informale, la presenza in inglese delle informazioni che secondo il principio dell’ et local (?) cioè dell’agire secondo una persona del posto forniscono spiegazioni esaurienti, informale, simpatica su quella che è la vita a bari e quelli che fanno i giovani del posto , in modo che il turista anche se a me non piace sempre la definizione del turista preferisco quella di viaggiatore sappiano quali siano i modi di vivere e i posti in cui veramente la gente del posto va, una spiegazione un po’ semplice, in realtà il progetto ha delle sue caratteristiche molto semplici ma abbiamo avuto praticamente subito dopo l’applicazione dei riscontri immediati da parte degli addetti ai lavori, i gestori di b e b , degli alberghi, e di tante altre strutture ricettive o comunque di gente che lavora con i turisti che hanno apprezzato immediatamente il fatto che finalmente potevano fornire in maniera molto semplice e veloce delle informazioni ai turisti, quindi la prima cosa che abbiamo evidenziato su cui eravamo certi per colmare un vuoto, un buco era il fatto che qui a Bari, come magari in generale si potrebbe dire per la Puglia ma stiamo su Bari, mancano le informazioni per i turisti in lingua inglese o comunque per i turisti stranieri, quindi questo è il primo punto di partenza e il primo punto che ci sorprende è che non ci avesse mai pensato prima qualcuno, per queste cose molto , molto semplici che poi vanno anche per quello che è stato denunciato in precedenza la mancanza di orari certi, l’apertura delle chiese nel centro storico o il fatto che i locali seguono degli orari di apertura un po’ altalenanti nel periodo estivo. Quindi tornando al nostro discorso della mappa, questa mappa è stata apprezzata da un pubblico trasversale, sia dagli operatori che dai turisti e dai viaggiatori, ma questa mappa qui così come tutte le mappe che fanno parte del network è pensato per un targhet specifico, cioè i giovani viaggiatori internazionali si è detto stamattina che si vuole puntare alle utenze del business , del turismo business o il turismo industriale, non ricordo, vado un po’ a braccio, ma nessuno ha mai citato ancora le potenzialità del turismo giovanile internazionale che rappresentano una fetta di turismo, in crescita in tutto il mondo per un valore di circa 200 miliardi di dollari, allora di pari passo alla possibilità di fornire delle informazioni che vadano a mirare a quel target specifico, un progetto che tra l’altro caratteristica fondamentale, nella mappa sono descritte tutte una serie di attività ricettive del centro storico, così di tutta la città nessuno paga per essere inserito nella mappa, tutti i posti che abbiamo segnalato sono stati identificati e inseriti sulla base di segnalazione della gente del posto, abbiamo fatto una cosa sul nostro sito o sulla nostra pagina facebook o sulle segnalazioni, sulle indagini di chi davvero il posto lo vive a differenza di tante altre guide turistiche su cui invece ci sono sponsorizzazioni o spesso si può anche dubitare della trasparenza dei giornalisti che la scrivono, comunque non sono molto spesso gente del posto. Di pari passo alla guida, c’è quindi la necessità per Bari di poter realizzare tutta una serie di infrastrutture che possano andare a colmare questo vuoto, ad intercettare questo target che comunque è in costante aumento in tutta la Puglia , si è detto del valore della durata di permanenza media a Bari è molto bassa rispetto ad altre località perché molto spesso la gente non sa c’è disponibile in questa città che io vedo comunque molto interessante o perché si è spinti verso altre località di riferimento in prossimità che possono essere Matera, il Salento, lo stesso Salento di cui tanto si parla che ovviamente è bellissimo, meritevole di essere visitato, presenta tutta una serie di infrastrutture e attrattive nei confronti di giovani e possiamo discutere anche su Gallipoli e sul suo degrado ma è un fatto certo che negli anni si siano creati delle occasioni e delle opportunità di interesse per quel tipo di target che qui a bari effettivamente non ci sono e sono in numero inferiore, al tempo stesso collegandomi con quello che è stato detto stamattina mancano delle infrastrutture recettive adatte a questo tipo di target che non sono né i b e b e né gli alberghi che hanno comunque tuttora il loro senso ma sono gli ostelli internazionali, gli ostelli della gioventù. Il settore degli ostelli in tutto il mondo è un settore in costante crescita perché, è cambiato anche il modello di ospitalità che non si basa più sulla semplice permanenza in un albergo, ma sulla idea di condivisione e di ospitalità che spesso strutture ricettive come i b e b nel nostro territorio sono in grado di offrire con un grado di accoglienza spontanea che fa vivere davvero all’ospite straniero quelle che sono le caratteristiche del modo di vivere di noi gente del sud, di noi pugliesi, al tempo stesso sarebbe bello che ci fosse a partire da Bari, ma su tutto il territorio pugliese una serie di ostelli in cui i turisti stranieri, i viaggiatori stranieri possano sentirsi a loro agio e al tempo stesso trovare facilmente quel tipo di strutture che sono presenti in tutto il mondo e che invece in Puglia e in Italia mancano e quindi per giungere diciamo , al discorso proposte, la mia proposta è molto semplice, in Puglia in particolare gli ostelli mancano perchè la legge regionale del turismo vede ancora gli ostelli in un modo molto vecchio come se fossero gli ostelli gestiti da organizzazioni religiose quando invece sono completamente trasformate nel corso degli anni, in Lombardia nel 2011 questo è stato fatto e si sono visti i risultati che mi auspico lo stesso in Puglia. Grazie

…- grazie a Giuseppe Santoiemma, per la cronaca ci tengo a ricordare, ma lo dirò poi domani più diffusamente nelle mie conclusioni che Bari, la città che è stata in grado, non so per mano di chi esattamente di posizionare un cartello lì e un altro di fronte al porto in cui c’era scritto welcome in bari per dare , diciamo, il benvenuto agli anglofani nella nostra città, ovviamente voi tuti sapete che si dice welcome to, ma adesso la parola la do a Giuseppe Chiarelli, si prepari Micky De Ruvo e successivamente Maristella De Giuseppe, Giuseppe Chiarelli è il direttore generale di confcommercio

GIUSEPPE CHIARELLI – buonasera a tutti, grazie all’assessore per aver organizzato questo importante momento di dialogo e di confronto io del tema vorrei percorrere un pezzettino di strada, forse un pezzettino molto piccolo e che non voglio affrontare i temi della cultura sono stati affrontati già stamattina in maniera molto ampia. Io voglio affrontare un tema specifico che è quello che ho letto nella motivazione dell’incontro, declinare insieme cultura e turismo e voglio provare ad esercitare su questo, cioè capire cosa bisogna fare affinchè la cultura diventi un fatto turistico, diventi anche un fatto turistico, è chiaro che l’importanza della cultura è l’importanza di un patrimonio sociale, di un assetto patrimoniale della società non è esclusivamente un prodotto, ma io non voglio parlare di quello, quello né avete detto abbondantemente stamattina e continuerete a parlarne durante questa giornata e domani, però c’è questo pezzettino, pezzettino di cultura che può essere un prodotto turistico e voglio mi sono esercitato a vedere cosa   poteva essere su Bari un esercizio da fare per far diventare una parte patrimonio culturale, cioè quello che è vendibile sui mercati turistici appunto un prodotto e poi l’altra cosa che volevo fare e capire e dire cosa le aziende, le imprese turistiche possono fare par far sì che questo prodotto venga usufruito, venga goduto, allora mi sono chiesto che cosa abbiamo sul territorio cioè che cosa potrebbe essere qualificato come attrattore turistico del patrimonio culturale che abbiamo e Bari è effettivamente ricca di patrimonio culturale mi sono fatto anche l’elenco degli attrattori principali e mi sono andato a vedere sui siti degli attrattori principali capirne la fruibilità e qui cominciamo ad avere qualche piccolo problema perché un prodotto per essere tale deve essere fruibile, deve avere un prezzo, deve avere un posizionamento, deve avere un canale distributivo perché se non ha questi 4 elementi di base non può chiamarsi prodotto. Ecco già sull’informazione e sulla fruibilità del patrimonio storico architettonico e culturale della città di Bari abbiamo delle difficoltà, abbiamo delle difficoltà perché ci danno delle comunicazioni errate, delle comunicazioni diversificate sul sito viaggiare in Puglia ci stanno comunicati gli orari, sui siti ufficiali dell’arcidiocesi piuttosto che dei soggetti gestori e ne stanno altri,, questo è già un problema , è uno spazio assessore su cui se hai voglia di far diventare Bari anche un prodotto culturale turistico, su cui bisogna lavorare però, perché il tema oggi, secondo me è troviamo gli spazi di lavoro, cioè capiamo quali sono gli spazi di lavoro per far sì che questo accada. Potrei lasciarle la griglia che mi sono fatto, poi l’altra cosa che ho verificato anche sotto l’aspetto culturale, quali sono gli eventi e ci sono a Bari eventi culturalmente interessanti perché possono essere, possono avere autonomamente una pil attrattore, una pil attrattivo , e verificato che su Bari ci sono degli eventi importanti, uno l’organizzavi tu, fino a poco tempo fa, non so se continuare a realizzarlo ma c’è, c’è il bifest, c’è il medimex, c’è la fiera del levante, c’è san Nicola, cista il cartellone del Petruzzelli, sono degli eventi che hanno in sé la capacità e la possibilità di attrarre, che cosa anche qui manca? Che cosa manca per far s’ che questi eventi diventino un fatto attrattivo culturale, a dir la verità volevo anche verificare se questi eventi provocano nelle presenze della città di Bari dei picchi, dei picchi di presenza, ma purtroppo la carenza dei dati che vengono forniti sulle presenze turistiche su Bari non ci ha permesso di avere questo dato ma vi propongo di sollecitare la regione affinchè l’osservatorio del turismo sia capace di fornire questi dati perché altrimenti non si riescono a fare le analisi necessarie. <poi mi sono fatto un’altra domanda , ho detto ma c’è anche un altro prodotto turistico culturale che potrebbe essere sviluppato ho pensato all’archeologia come un fatto, avevo verificato se su Bari ci fossero dei beni archeologici interessanti per poter dire e poter passare dalla Bari del business alla Bari anche dell’…(?) perché i turisti non sono esclusivi, il turismo non è una cosa che per forza deve sostituire il resto ma è una economia aggiuntiva, con una economia aggiuntiva secondo me potremmo creare uno sviluppo e anche su questo ho visto che ci stanno vari beni archeologici che potrebbero essere utilizzati a fini turistici, la verifica ci porta a vedere che c’è una inaccessibilità a una impossibilità di fruizione, non solamente di sapere come sono e dove sono, ma anche una impossibilità di fruizione. Allora se io mi pongo, se io fossi un turista oggi, vorrei avere questi beni, queste strutture fossero fruibili quando io ho il tempo per fruirne e non il contrario, non devo adeguare il mio tempo alla fruizione, ma è la fruizione che deve essere adeguata al tempo del turismo, per cui in questi temi secondo me, c’è uno spazio enorme di lavoro, e poi c’è tutto il tema degli eventi che il comune, rendere la città viva , una città naturalmente attiva ma sembra, sia culturalmente attiva sia organizzare un cartellone, organizzare che la serie di eventi sia un prodotto esso stesso vivibile. Guardate quando si parla di città che hanno avuto il boom turistico, lo hanno avuto, un caso di studio è stato negli anni passati per esempio Salerno, la riorganizzazione della città di Salerno, perché ad un certo punto succede che l’utente non si domanda più che cosa vado a fare in quella città o che cosa vado a fare in quella strada, perché sa che se va in quella città troverà qualche cosa da fare, questo è il cambio, il cambio che serve per poter fare diventare Bari anche una città, giustamente come è stato detto questa mattina, una capitale del mezzogiorno su cui punto di riferimento culturale in quanto punto di riferimento culturale un punto attrattore degli interessi, degli interessi dei cittadini delle altre nazioni e delle altre parti d’Italia. Questo è il tempo su cui volevo puntare il dito e puntare l’attenzione, una cosa che mi è capitata, adesso per capirci su altra cosa sono le attrezzature dei servizi turistici della città al turista, a prescindere già richiamato sportello informazioni turistiche è chiuso oggi qui di fronte, mi ha mandato un messaggio in whatsapp una mia collaboratrice che è in viaggio, è andata in nord europa ed oggi era ad Helsinghin,mi ha mandato un messaggio, sono su un pulman che mi porta dall’aereoporto al centro di Helsinghin e mi stava whatsappando su wifi, ho provato prima su quella sedia a collegarmi a internet, il wifi di questa sala è inaccessibile non è libero forse bisogna lavorare su tante piccole cose e dare tanto spazio alle piccole cose, lavorare su tante piccole cose invece di pensare solamente alle grandi problematiche , alle grandi cose che si possono fare per far diventare la cultura un momento turistico.

…-grazie Giuseppe , solo una precisazione in questa sala non c’è wifi, l’abbiamo portato noi per questa conferenza, solo per due giorni e non è libero perché stanno ciattando dallo staff del sindaco, a maggior ragione per dirti che non c’è il wifi adesso la parola a Micky De Ruvo e che ha saltato il 21 perché non c’era e poi subito dopo Maria Stella De Giuseppe e Sandro Ambruosi

MICKY DE Ruvo -……………..posso iniziare ? perché se no i 7 minuti poi diventano 5 , 4. Avevo preparato un intervento poi mi sono accorto che dura assai e quindi stanotte alle 4 mi sono alzato e ho dovuto sintetizzarlo, comunque lo lascio agli atti, dice che poi sarà pubblicato, forse durerà un minuto in più dei 7 però penso che me lo meriti non fosse altro per quanto realizzato in tanti anni, in 25 anni dal 75 al 90 nel settore dello spettacolo, lui sta caricando delle immagini perché documentino il fatto che non sto dicendo fesserie,…cioè questa è , cioè partirò dallo spettacolo su cui ho lavorato in 25 anni per passare poi al commercio turismo e quindi a delle proposte. Sullo spettacolo, vedo qui molti giovani , purtroppo c’è bisogno di ricordare alcune cose, questa è una città senza memoria, pochi sanno per esempio che io ho fatto il primo carnevale di Venezia, direzione artistica di Maurizio Scaparro perché ero presidente del consorzio nazionale dello spettacolo sponsorizzato da , soprattutto, cooperative del nord, il teatro dell’Elfo di Salvatores, Diego Abatantuono, Paolo Rossi, Claudio Bisio, ecc., il collettivo di Parma di Walter Remori, così come per esempio insieme a Dario Fo ho gestito il più antico teatro italiano, tutto in legno il teatro Ristori di Verona, a livello regionale invece, scusate l’autoincensamento però, c’è bisogno di avere un po’ di memoria, a livello regionale abbiamo espresso come il consorzio operativo dello spettacolo che avete visto prima, le più grandi produzioni teatrali mai realizzati in Puglia, l’itinerario turistico culturali sugli svevi , sulla Magna Grecia con Albertazzi, Trussardi che fecero dei laboratori da cui vennero fuori molti attori pugliesi, un musicol, teatro rock androidi e Pietro Garinei dichiarò finalmente il ricambio del musicol italiano e ci ospitò al teatro Sistina per 15 giorni ed erano tutti pugliesi dalla regia, gli attori, le musiche ecc., quindi sono delle cose importanti perché alla fine degli anni 70 fino a tutti gli anni 80 questa città ha espresso dei fermenti, ha espresso delle forze , c’erano un sacco di compagnie teatrali, di gruppi musicali nella relazione che ho lasciato a Silvio sono elencati tutti i nomi, erano tanti, così come c’erano cooperative di arti visive, di produzione audiovisiva e tutto questo purtroppo bisogna in qualche modo organizzarlo, io lo organizzai prima nell’ arci poi nella lega delle cooperative e ci ponevamo il problema di dare a queste compagnie la possibilità di diventare imprese e quindi cooperative , imprese, tanto di bilanci con tanto di partita iva, lavorammo sui teatri di produzione…il piccolo teatro ce l’aveva già il suo spazio teatrale, si prendevano capannoni industriali come il teatro Abeliano, come il teatro Kismet Opera, l’Anonima GR e poi giù di lì vennero il Duse, vennero il teatro Bravo di Gianni Ciardo, venne il Purgatorio, cioè tutta una serie di spazi, c’erano tutta una serie di fermenti, perché c’era la possibilità di esprimersi, c’era la possibilità di organizzarsi e offrire a questa città anche dei momenti di oltre che di cultura anche di spettacolo , ci ponevamo il problema anche di poter distribuire questi spettacoli e quindi creiamo un circuito invernale ed estivo con rassegne di piazza e castelli, questo è il Federico II di Albertazzi e 10 anni, per esempio di invito a corte perché Ferdinando Pinto per il Petruzzelli in tutti gli ani 80 faceva giugno e luglio Festival Castello noi agosto e settembre, Invito a Corte, delle rassegne , le piazze e i castelli di Puglia nei centri storici addirittura un progetto Palcoscenico in Puglia oltre ad una direttrice di terra, nelle 5 province all’epoca pugliesi, c’era una circumnavigazione della Puglia, prendemmo un barcone con 130 artisti, qui ci dovrebbe essere anche l’immagine, 130 che per due giorni e una notte da Taranto Gallipoli Brindisi Molfetta Isole Tremiti sviluppavano attività di spettacolo , tutte queste cose non le sa nessuno. C’è stato questo periodo ed era un bel periodo, un periodo anche di impegno, la guerra era a Ferdinando Pinto, al Petruzzelli perché assorbiva l’80% dei finanziamenti pubblici e oltre tutto finanziamenti che andavano certamente a degli spettacoli di pregio perché Franc Sinatra ,Pavarotti, il teatro du solei, fece l ‘Aida e le Piramidi, cioè, però era alla distribuzione, non ci si preoccupava della produzione, cioè di far nascere da qua delle cose che potrebbero poi andare in giro, addirittura nel 79 nacque il teatro pubblico pugliese e questi attori, queste compagnie lo andarono ad occupare per tre mesi , occuparono il teatro pubblico pugliese perché i finanziamenti andavano a compagnie extra regionali, un circuito extra regionale. Allora oggi che cosa è successo, cerco di leggere, se no me ne vado per i fatti miei, a distanza di anni da tutto questo rifletto sulla disertificazione culturale e dello spettacolo nella mia città, oggi ha una nuova amministrazione, si pone il problema di riprendere le redini per un rilancio, la vecchia amministrazione, io stendo un velo pietoso sulla vecchia amministrazione che addirittura non aveva neanche l’assessorato alla cultura e che aveva pensato che tutto lo sviluppo culturale dovesse passare dal Petruzzelli, il Petruzzelli che va bene, ,ma il Petruzzelli è una struttura dei primi anni del 900 pensata per una fruizione culturale antica che ha niente a che fare, in parco della musica a Roma fato da Veltroni certo ha l’auditorium, ma ha il bar, il ristorante, la sala prove, di registrazione, di incisione di dà la possibilità di rapportarti di dare la possibilità ai giovani che vogliono fare spettacolo, che vogliono fare teatro, che vogliono fare musica ecc. di trovare delle strutture a disposizione. A Milano hanno ristrutturato il teatro della Scala però hanno fatto anche l’Arcinboldi. Allora quello che dico io, non si piò questa amministrazione, non né parliamo poi della distribuzione, vedo Paola Bibò, a Natale, le iniziative natalizie, cioè come se a Bari non esistesse niente, non esistesse nessuno, hanno dato 280 mila euro a tali sconosciuti teatri aperti di Palermo che c..zo centrano i teatri aperti di Palermo con Bari per organizzare le iniziative natalizie qui, cioè è una logica assolutamente perdente infatti hanno massacrato lo spettacolo barese, i teatri progressivamente si vanni chiudendo , le compagnie , i gruppi si vanno sciogliendo en on c’è il nuovo, il nuovo. Il nuovo quale può essere ,no prima voglio dire due cose sul commercio, Bari è una città commerciale sul mare, una volta arrivavi dalla litoranea e trovavi San Giorgio, e trovavi la Sirenetta, trovavi subito dopo il Transatlantico ristoranti sul mare, il lunedì dalla ex Iugoslavia venivano a far spese nei nostri mercati , dalla provincia venivano con il treno e superata piazza Umberto, affollata di studenti dell’università di riversavano in via Sparano, più economicamente in via Manzoni, al ritorno breve pausa sui bordi della fontana, i commercianti erano i patrizi della città, addirittura eleggevano sindaci Farace, oggi la categoria langue, i negozi si chiudono via Manzoni è un deserto, via Sparano è in mano alle multinazionali e ai grandi marchi e questo non solo per la crisi economica, la città non è attraente, piazza Umberto oggi è da scansare si cammina ai bordi, sintomatica la dichiarazione di un carabiniere che io avevo chiamato perché avevo visto alcuni che stavano clonando delle carte alla posta, lì dove abito io e il carabiniere, naturalmente arriva tardi, quelli se ne erano già andati, in piazza Umberto, mi dice: a sai io in borghese non mi avventurerei mai in quella piazza e quello è quello che dovrebbe difendere , così come la storia dell’altro giorno, quando stavo difronte all’edicola, è arrivato un turista tedesco e ha chiesto Bilzetung(?) e l’edicolante dice : ah?! Bilzetung, allora io dico ; guarda questo è un giornale tedesco, tu che stai vicino alla stazione dovresti procurartelo questo giornale e dice: ed io per una volta all’anno che uno mi viene a chiedere Bilzetung ecc.(TRADUZIONE DEL DIALETTO ), allora proviamo ad immaginare piazza Umberto , biglietto da visita della città per chi viene dalla stazione per turismo , per compere o per andare in ateneo, affollata di famiglie, con i bambini, artisti di strada che suonano o recitano, la ex goccia del latte restaurata a bar, biblioteca, punto di informazione e di accompagnamento per una visita della città o per l’interland, oggi siamo all’alba della città metropolitana………..vado subito alla conclusione……oggi la città ha bisogno, e però quando qualcuno dice qualche cosa di importante bisogna dirlo eh, in sintonia con i tempi e con quanto avviene….dicevo oggi la città, sto chiudendo, ha bisogno di altro in sintonia con i temi con quanto avvien nel resto del paese, allora di costruisca a Bari, magari sul mare, nel piazzale di Marisabella o meglio alla fiera del levante che oggi è in crisi, non interessa ad alcun privato, una sala prove, un moderno spazio per lo spettacolo al chiuso o all’aperto, una sala di interpretazione , una sala di lettura , di incisione o registrazione musicale e audiovisiva e trasferimento s u you tube , sulla web, su tutti i canali digitali terrestri e satellitali, oltre che di bar, ristoranti, ecc., in fondo noi alla fiera andavamo per le giostre o per il padiglione delle nazioni e Italy non sola non riesce a reggere tutto l’anno, non si concedono più contributi e beneficienze a gruppi, compagnie , associazioni, cooperative e singoli artisti e produttori ma che a questi si offrano gratuitamente strutture di informazione, produzione e rappresentazione, promozione che li si mette in condizione di dimostrare se il talento c’è a prescindere dall’assistenza e dalla elemosina clientelare, che le piazze come piazza Umberto si riempiono di mostre fotografiche, di artisti visivi degli allievi dell’accademia di Belle Arti, i concerti degli allievi del conservatorio, marionette, burattini , artisti di strada, abbiamo un santo patrono, san Nicola, venerato dalla chiesa cattolica, dalla chiesa ortodossa e da diverse altre confessioni cristiane , fu vescovo di Mira in Turchia, le sue reliquie oltre che a Bari , stanno a Venezia , a San Nicola de Portos, stanno a Bucarest, stanno anche in Bulgaria nella chiesa della città di corno…(?) e tuti anche al di fuori del mondo cristiano, allora su san Nicola non è possibile che tutto si risolva in quei 2 giorni a maggio, c’è un rapporto anche con l’estero, con tutti quanti gli altri paesi da attrarre, ora ha finito, a fine anno la città metropolitana , splendida opportunità per valorizzare oltre le bellezze della costa , i trulli di Alberobello e le grotte di Castellana, l’immenso patrimonio archeologico e ambientale della Murgia dove solo le orme dei dinosauri di 70 milioni di anni fa dovrebbero attrarre milioni di turisti, tu vai a cercare di vedere le orme di dinosauri non c’è un cartello che le indica e per vedere le orme di dinosauro devi telefonare alla Tradeco, la Tradeco ti dice che devi telefonare alla sovraintendenza, devi are una lettera alla sovraintendenza di Taranto per poter accedere alla cava dei dinosauri, ma siamo impazziti, c’era una signora che gestiva un ristorante i Tre Archi di Altamura, che mi fa vedere il suo ristorante, bellissimo, 250 posti a sedere, però non può fare le comunioni, non può fare i matrimoni perché ha la stanza all’aperto, la stanza al chiuso, la stanza del futuro, la stanza del passato, la stanza dei bambini, la stanza del fast food, dico signora ma come li copri i costi di gestione?, eh bella domanda, prima c’era Natuzzi e arrivavano le maserati adesso nonostante l’uomo di Altamura non viene più nessuno(Traduzione dal dialetto)

…- grazie , la parola adesso a Maristella De Giuseppe e si prepari Sandro Ambruosi , ci tengo soltanto a dire una cosa, però, questo da ora in avanti l’assessore, questa amministrazione ascolta tutti e da importanza a tutti, 7 minuti sono per tutti, non può più essere possibile approfittarsene così perché se no togliamo la parola ad altri. Grazie

MARISTELLA DE GIUSEPPE – buonasera io vengo a nome dell’associazione About architetto al boureau, siamo una associazione di rigenerazione urbana composta da più figure nell’ambito dell’ambiente e dell’ architettura bioclimatica, fisica tecnica ambientale, sociologia urbana cioè abbiamo composto un gruppo che possa prendere cura della città da tutti i punti di vista e vengo qui a parlare di economia però, perché credo che in questo momento storico, perché tutto vada avanti bisogna avere l’economia, quindi non vengo qui come architetto, ma vengo come, sicuramente ci occupiamo di culture di architettura , ma vengo qui per parlare di turismo. Nel nostro gruppo, fa parte del nostro gruppo un team che ha studiato un metodo speciale, adottato anche dal politecnico di Milano, infatti loro insegnano anche al Politecnico di Milano che si chiama tourist experiance designer, dirlo in poche parole è un po’ complesso, poi lascerò uno scritto successivamente e poi non vi voglio annoiare perché la giornata è stata bella pesante, comunque pensare al turismo come è stato pensato finora non è più possibile un po’ perché è cambiato il turista tipo, un po’ perché lo spazio e il tempo vengono vissuti diversamente quindi per risolvere i problemi della nostra città e della nostra regione, bisognerebbe dal punto di vista turistico, si va bene san Nicola, va bene tante cose che sono state dette, ma è una visione un po’ non da addetti ai lavori e un po’ troppo puntuale, invece con questo metodo si può ottenere dei risultati notevoli, un esempio di questo metodo è quello che è avvenuto all’isola d’Elba infatti i miei collaboratori hanno fatto questo progetto Elba muvi che ha avuto un riscontro internazionale sono Maurizio…(?) e Andrea Rossi che sono quelli che hanno creato questo metodo e che lo insegnano come ho detto e noi quindi la nostra idea è di metterci al servizio come menti tecnici e docenti per cercare di risolvere il problema economico e creare veramente un movimento economico e quindi turistico che risolva tutti gli aspetti compresi quelli legati all’architettura però non si può pensare di fare gli architetti, gli ingegneri o i commercianti se non si lavora insieme. Io non posso dilungarmi perché ci siamo veramente stancati tanto lascerò gli scritti e poi ci piacerebbe collaborare con il comune

…- brava per i tempi, grazie, il presidente della camera di commercio, Sandro Ambruosi mi chiede di posticipare l’intervento perché è impegnato in camera di commercio poi ci raggiunge, la parola se c’è a Fabrizio Minella di fondazione con il Sud, grazie a Fabrizio per averci raggiunto, ci racconterà la fondazione con il Sud che il comune di Bari ha in essere e avrà spero in futuro in essere numerose partern ship, a tela parola si prepari subito dopo Gianpaolo Petrucci

FABRIZIO MINELLA – avevo preparato una presentazione se facciamo in tempo se no intanto vado avanti, mi presento appunto sono Fabrizio Minella responsabile della comunicazione e fondazione con il sud. Chi siamo e che cosa facciamo. Allora la fondazione con il sud è un ente no profit nato circa 8 anni fa e una iniziativa unica in Europa ma io credo unica in generale perché è nata da una alleanza abbastanza particolare tra due mondi , di solito, visti in parallelo e sono il mondo delle fondazioni di origine bancaria che sono presenti principalmente al nord e il mondo del terzo settore del volontariato comunque con una missione comune quella di promuovere lo sviluppo del mezzogiorno, però partendo dal basso, partendo da favorire e sostenere percorsi di questione sociale, altri modi possiamo dire che la fondazione è una fondazione di erogazione quindi quando la presento così di solito creo un po’ più di attenzione perché è una fondazione che dà soldi per progetti di natura sociale al sud stiamo parlando di risorse totalmente private messe a disposizione appunto, dalla rete delle fondazioni bancarie e ci muoviamo, utilizziamo principalmente 3 strumenti, vale a dire i progetti che definiamo esemplari , vale a dire che per i contenuti innovativi, soprattutto per la capacità di mettere in rete relazioni tra associazioni no profit, enti pubblici, scuole , università, e il privato possono esser di impatto sul territorio , sosteniamo anche programmi di volontariato e fondazioni di comunità che adesso non vi spiego che cosa sono, ma è un progetto di lungo periodo molto interessante. Interveniamo principalmente in 5 ambiti, per i giovani nell’ambito della educazione, quindi contrasto di dispersione scolastica e promozione di percorsi di legalità per quelli più grandi quindi valorizzazione dei talenti e programmi di ricerca privata per attrarre cervelli al sud nell’ambito dell’ innovazione dei servizi socio sanitari, per la promozione e l’integrazione degli immigrati e infine per la cura e la valorizzazione dei beni comuni intesi per questi il patrimonio storico artistico e culturale e quello ambientale e riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie. Qualche dato di questi 7 anni e mezzo di vita della fondazione abbiamo sostenuto oltre 500 progetti e la nascita di 4, le prime 4 fondazioni di comunità del mezzogiorno, abbiamo coinvolto 4500 associazioni diverse tra no profit, enti pubblici e privati e centinaia di migliaia i destinatari diretti, quasi la metà sono minori e oltre 110 milioni di euro di risorse private assegnati. Facendo un po’ il punto su che cosa abbiamo fatto qui in questo territorio, abbiamo sostenuto un 25-30 progetti di vario tipo, di vario tipo contrasti e disposizione scolastica , servizi all’infanzia quindi la creazione di nuovi asili nido, promozione del volontariato, progetti di sviluppo locale di aree particolarmente svantaggiate e via di seguito. Io ne cito soltanto alcune prima di raccontarvi un po’ anche cosa stiamo facendo, che cos quindi può essere utile per questo territorio in questi mesi, abbiamo finanziato tra i vari progetti che hanno a che fare con la cultura, uno dei primi è stata l’accademia del cinema dei ragazzi di Enziteto che non mi dilungo su che cosa è , immagino sappiate nel 2008, quindi dando una opportunità concreta a cooperativa, associazione, un territorio e direttamente ragazzi coinvolti, alcuni progetti due progetti molto importanti di sviluppo locale, del quartiere San Paolo con san Paolo social network, quando dico soggetti e sviluppi locali sono molto, molto articolati e coinvolgono tutte le fasce di età e tutto il quartiere, un altro è il progetto Finister dell’ottava circoscrizione e poi altri progetti che adesso è un po’ difficile elencarvi però ve ne cito soltanto due perché sono nuovi e stanno per nascere e si occupano del riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie in qualche modo hanno anche a che fare con la cultura e vale a dire un progetto che si svolge proprio qui alle nostre spalle , nel centro storico, su un bene confiscato si chiama la credenza spese e food della legalità che come dice il nome ha a che fare con il turismo e i prodotti enogastronomici per la formazione di 20 giovani e donne che nell’arco di questo percorso di due o tre anni diventeranno degli imprenditori e un altro progetto sempre su un bene confiscato a borgo santo Spirito. Vi volevo in questi due minuti anticipare, faccio soltanto una premessa tutti i progetti che noi finanziamo li finanziamo proprio per scelta una sola volta e quindi tra le linee trasversali che caratterizzano proprio i soggetti sostenuti dalla fondazione oltre al fatto che debbano essere progetti di impatto per il territorio e che sappiano mettere in rete soltanto soggetti e realtà completamente diversi fra di loro quindi mondo no profit con il mondo profit con le istituzioni possibilmente, sono tutti progetti che devono essere finanziati una sola volta, quindi devono avere una caratteristica fondamentale che è quella della sostenibilità nel tempo, la devono dimostrare già prima quando presentano la proposta di progetto. Sul tema della cultura attraverso due bandi specifici nel 2008 e nel 2011 abbiamo già sostenuto 21 progetti con 8 milioni di euro complessivi e adesso stiamo preparando il nuovo bando verso cultura 2014 con un titolo un po’ evocativo, il bene torna ad essere comune, la particolarità è che la fondazione in linea un po’ con tutte le azioni avviate in questi anni cerca sempre di sperimentarsi quindi prende esempio dagli anni precedenti e prova a inserire sempre qualche novità, nel caso specifico questo bando ha due fasi una fase rivolta direttamente ai proprietari di immobili di valenza storico artistica e culturale quando intendo proprietari sono enti pubblici o enti privati che possono mettere a disposizione della collettività attraverso la fondazione i beni che sono utilizzati o parzialmente utilizzati per progetti che nascono direttamente dal territorio, questa è la prima fase la seconda fase invece è rivolta direttamente alle organizzazioni non profit che attraverso un bando vero e proprio potranno presentare le proposte di progetto che devono essere autosostenibili e prevedere attività di natura socio culturale nonché turistica. La fondazione mette a disposizione 4 milioni di euro sempre di risorse private e quindi credo che questa insomma, massimo 500 mila euro a progetto entrando nel dettaglio questi 500 mila euro, massimo la metà di questi 500 mila euro possono essere utilizzati per la ristrutturazione degli spazi e questi 500 mila euro di potenziale diciamo, può rappresentare l’80% del finanziamento, il restante 20% deve essere un cofinanziamento vero quindi o con il lavoro, diciamo retribuito o anche con altre cofinanziatori. Vi lascio soltanto con questi 30 secondi dicendo che è una grande opportunità, ovviamente come recita il titolo di questo bando, dal punto di vista nostro, la cultura è una occasione è una precondizione per quanto riguarda lo sviluppo del territorio ovviamente se fatta in rete coinvolgendo quanto più possibile le realtà locali del territorio, in prevalenza i giovani, in prevalenza le energie buone e di questo ne abbiamo parlato proprio l’anno scorso, proprio in questi spazi con una manifestazione nazionale fatta con il decimo forum del libro, cambiare il futuro e abbiamo attraverso gli interventi di primi nobel, di studiosi , di opinin leader ecc. ecc. di giornalisti e scrittori abbiamo lanciato questo segnale: è possibile cambiare il futuro non soltanto del sud ma del paese se si investe principalmente su due questioni, percorsi di coesione sociale e in cultura e in conoscenza. Ecco fatto

…- grazie Fabrizio, grazie mille davvero di averci raggiunto qui a Bari, la parola a Gianpaolo Petrucci e si prepari Giuseppe De Trizio

GIANPAOLO PETRUCI – buonasera sono Gianpaolo Petrucci e qui rappresento il gruppo di Educhiamoci alla Pace di cui sono presidente, il nostro gruppo nasce nel 1992, quindi, sono ormai 22 anni, nasce per la volontà e l’incontro di alcune persone, prevalentemente insegnanti ma non solo insegnanti, che avevamo seguito formazione di educazione alla pace in particolare in associazioni anche nazionali che poi decidono invece di operare sul territorio, quindi ci siamo spesi in prima persona, abbiamo iniziato noi a formarci e poi a proporre formazione soprattutto nelle scuole ma anche nell’ambito familiare , nell’ambito delle parrocchie, nell’ambito delle associazioni ed è qui proprio nel nome ci identifica, Educhiamoci alla pace, non vuol dire educare gli altri alla pace, non essere portatori di una qualche vera verità ma continuare in questa formazione continua insieme con le persone che con noi fanno un percorso di pace. Abbiamo operato per anni e continuiamo a operare soprattutto all’interno delle scuole laddove ci sono degli spazi di formazione per gli insegnanti sulla relazione educativa e anche per i genitori, ma non soltanto questo , questo è un settore nostro, per l’appunto per la formazione , l’altro settore è quello che possiamo dire anche per la presenza più attiva, più militante e quindi la presenza insieme ad esempio nella formazione di reti insieme con altre associazioni nell’ambito sempre della educazione alla pace, alla accoglienza e alla inter cultura e alla legalità perché riteniamo appunto che queste cose sia no strettamente legate fra di loro. Nel 2011 abbiamo già tenuto qui, proprio, all’auditorium La Vallisa un convegno anche in collaborazione del comune di Bari, allora assessorato delle politiche educative e giovanili, accoglienza e pace dal titolo Gli operatori di inter cultura, pace, giustizia, solidarietà e mondialità a confronto, quindi il nostro impegno, perché qui ci viene chiesto un nostro impegno , un nostro progetto, e continuare in questo lavoro che è un lavoro di base, un lavoro tante volte anche nascosto, un lavoro non evidente però lavorare intanto ciascuno di noi professionalmente chi è insegnante, lavorare proprio con i ragazzi della nuova generazione, delle nuove generazioni sulla cultura dell’accoglienza per esempio dello straniero, oppure la cultura della pace intesa non come assenza di conflitti, tante volte soprattutto per una certa formazione cattolica , molti di noi intendevano e intendono la pace come stiamo bene, stiamo tutti quanti quieti, mettiamoci tutti quanti d’accordo, ci diamo la mano e copriamo eventuali conflitti, no invece l’educazione alla pace, noi riteniamo insieme con altri che come noi lavorano a livello nazionale e mondiale che l’educazione alla pace sia prevalentemente educazione alla gestione dei conflitti, cioè a riconoscere i conflitti nella famiglia, nel vicinato, nella scuola, nella politica ecc. però rispettare sempre la diversità, i diversi punti di vista, imparare a gestire quindi questi conflitti, quindi da un lato noi ci impegniamo a continuare a lavorare nell’ambito di base, diciamo nelle scuole, negli altri ambiti con le persone direttamente proprio per favorire questa cultura appunto di pace, di accoglienza , di legalità. D’altro lato continueremo la presenza di promuovere soprattutto la formazione di reti, perché pensiamo molto che sia molto importante non il protagonismo di una singola associazione di una singola persona, ma lavorare insieme , lavorare in equipe, noi abbiamo sempre cercato nella nostra associazione di lavorare in equipe senza leader carismatici, ma appunto confrontandoci sempre e siamo stati promotori e partecipanti a varie reti , faccio un esempio la rete che da 3 o 4 anni che esiste su Bari e che si chiama rete cittadina della giustizia e la pace fra le iniziative che abbiamo fatto per esempio sono state, la via crucis davanti al cie per alcuni anni, oppure, per esempio, la festa della Repubblica, la festa del 2 giugno, chiamata dal tricolore , multicolore quindi con la partecipazione appunto delle varie comunità diciamo straniere qui in Italia, nel convegno che abbiamo fatto due anni fa ai venti di pace, un laboratorio era per esempio, con la presenza di Baghegaggi(?) che è un poeta senegalese proprio sulla cultura meticcia, sul meticciamento praticamente quindi su come costruire insieme qualche cosa che inglobi, che integri culture diverse. Nell’ambito della legalità lavoriamo insieme con Libera, insieme con l’associazione Giovanni Falcone, con l’associazione nazionale Magistrati, quindi quello che noi riteniamo poter dare alla citta di Bari è favorire la cultura di pace dalla base proprio perché Bari che è una città che ha questa vocazione soprattutto verso l’oriente è importante che continui a mantenere e abbia sempre maggiore questa cultura di accoglienza, di pace e di legalità. Volevo dirvi, un ultima cosa, abbiamo pubblicato e stiamo iniziando a presentare questo libro che abbiamo già dato in omaggio all’assessore si chiama Percorsi di pace dal Sud, anche qui la volontà quale è stata? Non di essere noi protagonista ma di dare la voce a tante persone che sul territorio operano, hanno fato e continuano a fare percorsi di pace in più svariati settori, magari sono esperienze poco conosciute, invece il metterle insieme rappresenta la possibilità appunto di dare la possibilità e visibilità a queste esperienze. Grazie

…- grazie , bravissimo 6 minuti, è un miracolo, grazie. La parola a Giuseppe De Trizio e poi subito dopo a Milena Lanigro e si prepari subito dopo Dario Tatoli

GIUSEPPE DETRIZIO – salve a tutti io rappresento l’associazione Radicanto che da tanti anni lavora sul territorio cittadino, nazionale e internazionale, ma a Bari in particolar modo, di concerto con la regione Puglia organizammo un festival che vive la sua , questo anno, la 7ma edizione e si intitola di voce in voce, festival che coniuga una serie di direttrici e di arti. Il mio vuole essere un intervento breve ma di proposta, di breve analisi e di proposta. Io penso che la cultura inizierà a fruttificare quando diventerà non più una voce di spesa di bilancio, ma verrà considerata una attività produttiva, al pari di tutte le altre, dalla cultura delle olive a qualsiasi altra attività produttiva, ritengo che la maniera per certificare e qualificare questo tipo di percorso, lo ritengo anche come un approfondimento, io ho un profilo di studi legato alla consulenza del lavoro nell’ambito dello spettacolo, in tanti anni di analisi e di formazione, faccio formazione presso la camera di commercio su questi temi, ho avuto modo di poter come dire raccogliere esperienze che portano tutte ad una unica vettorialità, la presenza delle regole, Bari dispone di un regolamento cittadino, io credo che questo regolamento, che esiste da un po’ di anni debba essere rinnovato e soprattutto applicato, io penso che la legalità sia il primo percorso, primo passo all’avan posto per poter dare dignità a tutte le realtà di produzione quelle che già esistono e a quelle che stanno nascendo e quelle che hanno bisogno di consolidarsi, questo è un percorso ovviamente interculturale, non è soltanto settoriale, nella fattispecie noi abbiamo vissuto una esperienza molto importante che è stata quelle delle convenzioni triennali , un giusto istituto che però va rivisto con una certa oculatezza spesso abbiamo visto premiate e finanziate, finanziate già da vari enti, ministero, regione Puglia, e comune di Bari sulle voci legate alle spese degli immobili, giusto per dirne una, noi dovremmo a mio avviso iniziare a finanziare e a dare una occasione perché è l’identità di un territorio e si conosce da questa a chi o meglio alla parte delle varie produzioni che si occupano appunto di produzione, distinguendola dalla distribuzione, la produzione è un passaggio fondamentale per meritorio, la produzione è un passaggio importante ma secondo me è alternativo, quindi regolamento, convenzioni e la cultura è un bene pubblico anche io lo ribadisco , non è un bene comune, è un bene pubblico, per fare questo c’è bisogno anche di avere delle piccole certezze dalle amministrazioni, per esempio se l’ultimo atto della amministrazione uscente è stato un bando che ha avuto un esito e noi ci aspettiamo, avendo già svolto molti di noi una buona parte delle nostre attività , una risposta , abbiamo superato questo bando come qualità e abbiamo bisogno di sapere quanti soldi ci arriveranno, scusatemi la franchezza e quando ci arriveranno, abbiamo delle difficoltà serie sull’accesso al credito, ci autofinanziamo, abbiamo iniziato, io parlo di una piccola esperienza che il festival di voce e voce condivide con Bari in jes, con il festival acqua in testa, con il festival menu kebab, ed è quello di fare un piccolo esercizio., l’economia di scala, ci siamo messi insieme, abbiamo scelto un luogo , sul lungomare di Bari e abbiamo unito le nostre giornate di programmazione cercando di abbassare i costi delle spese semplici , quelle dei services, quelle della sicurezza, una cosa molto semplice che però aiuta a poter, a coagulare le risorse che quando ci sono dei tagli l’amministrazione ne potrebbe insieme a manifestazioni come queste che sono utilissime, cercare di trovare con una società civile la possibilità di poter trovare questo tipo di soluzioni che sono a costo zero ma sono funzionali. Un’altra cosa, questo è il vizio del consulente del lavoro, noi spesso andiamo, nei progetti ad indicare le giornate di contribuzione enpals, che sono i contributi dello spettacolo, dovremmo anche andare un attimo nel merito e vedere in quelle giornate di contribuzione enpals quante sono per il personale impiegatizio e quindi amministrativo e quante sono per il personale invece che si occupa della spettacolazione, artistico, perché ci sono un po’ di sproporzioni, io ho fatto con la cigl e anche con l’agis delle ricerche e ci sono delle sproporzioni e sono pronto anche a fornire il materiale su questo tema e poi e lo sentivo anche con due interventi prima di me, la capacità è l’unica soluzione di coniugare il fondo pubblico con quello privato perché se pensiamo di poter vivere con il fondo pubblico, a me piace l’idea , come dire onirica, anche di Micky De Ruvo ma non è più il tempo di poterci fondare soltanto sul fondo pubblico per questo le regole sono importanti ma c’è da attrarre anche dai fondi privati e di coniugarli. Finisco velocemente, faccio un piccolo riferimento ad una cosa che non ho ancora sentito che può essere funzionale. Tra i vari costi che le nostre imprese sono tenute a sostenere, ci sono quelli non solo della qualificazione sul territorio sia del pubblico, sia delle forze lavoro integrate , ma c’è una cosa fondamentale, Silvio ti chiedo solo questo perché è importante, la sicurezza del lavoro nel mondo dello spettacolo, ci sono delle nuove normative dal 2008 che disciplinano questo settore rispetto alla sicurezza sul lavoro però non sono state tarate anche per chi fa il nostro lavoro. Vi faccio un esempio breve, secondo la legge se io associazione Radicanto assumo me stesso come dipendente, per 5 giorni non consecutivi in un mese devo far sostenere al lavoratore 5 visite fiscali mediche diverse, perchè per ogni assunzione che viene susseguita da un licenziamento devo fare superare una visita fiscale, ecco su di questo, non è una cosa che può risolvere il comune , può essere soltanto il nostro tramite nei confronti del governo, questo diventa fondamentale perché non si tratta di avere più o meno soldi anche di convergere sui diritti e sui servizi che possano essere una nuova frontiera. Vi lascio con una frase di Gustav Maler egli diceva che coltivare la tradizione vuol dire alimentare un fuoco e non venerare le generi. Grazie

… – Grazie a Giuseppe De Trizio, diamo ora la parola a Milena Lanigro e ho visto entrare Angelo Amoroso che aveva saltato il suo intervento precedentemente, Angelo preparati interverrai dopo

MILENA IANIGRO – buongiorno a tutti sono Milena Ianigro e non Lanigro come hanno scritto sopra la prenotazione, faccio parte del ciclo Spazio, il ciclo Spazio è una associazione culturale che è nata nel 2010 grazie al bando Bollenti Spiriti che ha a che fare con la biciletta da vari punti di vista, nella fattispecie abbiamo vinto il bando grazie, suppongo a questa idea che è stata la marchiatura della bicicletta con una targa che vien micro incisa sul telaio, la bicicletta viene fotografata, viene stampata su una tessera che è la tessera del proprietario, con il nome e cognome del proprietario e in questo modo si può sempre portare la bicicletta il cui possesso purtroppo è relativo a chi ci sta sopra, al legittimo proprietario, così se la bicicletta viene rubata e viene rintracciata la polizia ci chiama e noi possiamo dire loro chi è il proprietario , quindi fare restituire la bicicletta. Questo aspetto veramente tecnico , all’interno della nostra sede noi abbiamo una cine officina a disposizione dei soci, quindi i soci imparano ad aggiustarsi la bicicletta da soli e soprattutto a ristrutturare vecchie biciclette, quindi il nostro scopo è quello di riciclare vecchie bici e di trasformarle se è possibile in nuove ciclette sempre comode per andare in giro anche in una città come Bari dove comunque il ciclista ha una serie di problemi, anche se dobbiamo dire che negli ultimi 4 o 5 anni la situazione è molto migliorata, noi abbiamo aperto nel 2011 e ad oggi abbiamo quasi 700 soci, questo significa che almeno 700 persone in città sono venute da noi perché avevano una bicicletta avevano la necessità di andare in giro , di conseguenza credo di poter affermare almeno nel nostro piccolo di aver contribuito in qualche modo alla viabilità ciclabile di questa città. Perché siamo qui nella fattispecie? Voi dite siamo una ciclo officina siamo a Bari e siamo vicino alla stazione, perché stiamo credendo molto nel ciclo turismo, non soltanto noi spero che sia una questione un pochino più nazionale nel senso che finalmente ci si è resi conto di come il ciclo turismo anche in Italia può diventare una vera fonte di guadagno e di rilancio soprattutto di regioni come la nostra che sono pieni di attrattive paesaggistiche , culinarie , di tutti i tipi di mare bello, abbiamo la montagna , chiamiamola così, non tanto alta, dico chiamiamola così perché penso al Trentino che è il vero volano del ciclo turismo in questo momento in Italia, nel trentino ci sono 350 km di piste ciclabili segnalate come se fossero piste sciistiche, quindi dalla bianca alla nera, percorribili da famiglie intere con bambini che stanno attirando, non ho i dati precisi perché sono relativi al 2010 gli ultimi che ho trovato, ma stanno diventando veramente un volano per tenere oltre tutto la continuità turistica dall’estate all’inverno, loro hanno fatto il ciclo via nel verde , nelle montagne, noi le possiamo fare benissimo sulla Murgia, le possiamo fare sul lungomare, le possiamo fare sul mare, in tutti i nostri borghi. Abbiamo preso parte al bando bike friends, non l’abbiamo vinto perché avevamo proposto, perché non lo so? Avevamo proposto comunque un progetto che prevedesse il ciclo spazio come punto di partenza per il ciclo turismo soprattutto quello che arriva a Bari con il treno. Perché ci siamo chiesti, ok il ciclo turista in Trentino arriva tranquillamente dalla Germania, dalla Austria , sono già abituati loro a fare ciclo turismo quindi arrivano tranquillamente e sanno come muoversi , un ciclo turista che vuole venire a visitare la Puglia ha due o tre modi per arrivarci, o in treno, o in aereo o più difficilmente con la nave, perché i nostri traghetti ci collegano comunque con la Grecia, con l’ Albania, con la Iugoslavia, se un ciclo turista arriva in treno molto probabilmente avrà dovuto smontare la sua biciletta, nel momento in cui la smontata esce dal treno con la bicicletta fatta a pezzi, cosa il ciclo turista se la monta da solo? Si è portato anche le chiavi? E quanta roba si deve portare addosso un ciclo turista vero ? Lo zaino, la tenda, il sacco a pelo, quindi la nostra idea era di proporre una ciclo officina all’interno della stazione ferroviaria, se non proprio all’interno almeno nei pressi come logica intende , noi posiamo anche possiamo metter anche a disposizione la nostra ma non sarebbe la stessa cosa, allo stesso modo credo che sarebbe importante una ciclo officina anche all’interno dell’aereoporto perché allo stesso modo la sacca della bicicletta che viaggia nel cargo deve comunque arrivare , essere presa e poi che cosa si fa? Non solo arriviamo al secondo problema, problema che speriamo di risolvere con le prossime amministrazioni , se io arrivo all’aereoporto con la bicicletta e la monto, poi per arrivare in città incontro tutta una serie di problemi, perché comunque le strade sono pericolose, non posso caricarla sugli autobus, non posso caricarla su un trenino leggero, non posso caricarla in nessun modo, questo perché? Perché purtroppo sappiamo che la legge regionale 2014 di quest’anno, la numero 1 ha previsto che le nuove strade in costruzione abbiano obbligatoriamente le piste ciclabili al loro fianco, laddove non ci sono le piste ciclabili invece dobbiamo arrangiarci, ho portato questa fotografia, questa fotografia è tratta da google ert ed è praticamente Bari collegata a Santo spirito, il ciclo turista che arriva da nord arriva ad un certo punto della strada e non sa più come arrivare se non percorrendo la statale 16, io in tutta sincerità sono una persona che va in bicicletta, so come muovermi non farei mai la statale 16, purtroppo questa cosa qui è stata tratta dal rabucco che è stato fatto nel 2012 credo che sia stato bisfrattato dalla regione Puglia nella quale si suggerisce al ciclo turista di passare Lama Balice in questo modo, scendendo dalla bicicletta , caricando la bicicletta e di andare dall’altra parte perché arrivati ad un certo punto la strada finisce e non si può fare altro, la fanno tutti i ciclisti che vogliono andare verso nord però non è modo questo di accogliere il turista , allora il turista come fa a venire da noi se si trova ad un certo punto che non sa come muoversi. Quindi questo è il turista che arriva dall’aereoporto non sa come arrivare a Bari, una volta che invece è arrivato a Bari con il treno, noi che cosa vogliamo che dal treno scenda alla stazione e sia in grado di andare verso nord, verso Conversano, verso Polignano, verso la foresta di Mercadante, non ci sono strade sicure, percorsi ciclabili che noi possiamo suggerire a un ciclo turista. Quindi che cosa succede? Sappiamo grazie al cielo che ci sono diverse realtà che si stanno muovendo, per esempio stiamo collaborando con il wwf , questa bellissima iniziativa che hanno avuto e si chiama Tratturi ciclabili, il wwf sta cercando dei percorsi che siano in campagna che possono connettere le varie realtà, quindi segnalare questi percorsi e metterli tutti quanti insieme. La cosa che dovremmo fare è soprattutto cercare una segnaletica e fare in modo di mettere insieme tutte queste realtà, le scorro veloci questo è il percorso Bitritto Loseto, questi sono come arrivare alla foresta di Mercadante, con le descrizioni del percorso e via dicendo, le piste ciclabili di Bari, il bici Gal prevede delle piste ciclabili che vanno verso fuori ma sono ancora troppo poche, l’aereoporto, l’archiospazio, una nostra iniziativa, siamo andati in giro per chiese rupestri e ipogei due anni fa quando ancora non se ne parlava troppissimo, abbiamo questi bellissimi percorsi che sono in piena città, si chiudo subito, e questo è quanto volevamo, le biciclette in Puglia possono viaggiare sul treno gratuitamente, sfruttiamo questa occasione, una ottima opportunità e soprattutto quando usciamo dalla stazione facciamo in modo di poter arrivare dall’altra parte spingendo la bicicletta con una canalina, chi arriva in stazione non sa come arrivare da una parte all’altra. Tutto qui. Grazie

…-grazie anche per la concretezza, la parola a Angelo Amoroso D’Aragona e poi a Dario Tatoli

ANGELO AMOROSO D’ARAGONA –salve a tutti, chiedo scusa per lo slittamento del mio intervento, ho avuto problemi di lavoro, innanzitutto grazie a Silvio per questa iniziativa e mi è piaciuto , non so se è una novità ma credo di si, che l’addizione dell’assessorato sia diventato assessorato alla cultura, al turismo e alla partecipazione allora parto da questa considerazione, partecipazione, nei giorni scorsi tra i vari commenti, leggevo non so se per polemica o per diciamo o per spirito di partecipazione, dire facciamo eleggere a questa assemblea, l’assessore alla cultura ecco questa sottile differenza fra quello che dobbiamo intendere , fra veramente partecipazione e invece una concezione che io definirei corporativa della partecipazione che non è quella a cui inviterei Silvio per il suo incarico perché? Perché Silvio non rappresenta noi, non è l’interlocutore delle associazioni, è l’interlocutore dei cittadini, ed è una cosa diversa anzi per certi versi li deve anche tutelare perché c’è nella cultura un gran bisogno del finanziamento pubblico, ovviamente, e questo induce alle associazioni a vedere nell’assessorato alla cultura l’erogatore della propria fonte di sussistenza questo è un fenomeno vecchissimo, io che opero in questo settore diciamo , sicuramente dagli anni 80 e lo visto sempre ripetersi e ho visto molte iniziative come queste , non così larghe però nella partecipazione, la cosa bella di oggi è che ci troviamo in una grande sala e non nell’assessorato ,diciamo intorno ad una scrivania, in passato una cosa che io ricordo molto valida fu fatta dall’assessore Doria, di mettere intorno tutte le associazioni che si presentavano con un progetto e dire ora insieme decidiamo come coordinarle, quella è già una cosa meritoria, però la cosa più importante è quello che dicevo prima, cioè l’accesso alla cultura anche da parte di chi non c’è la questo accesso, allora io credo che quello che sto per dire è molto piccolo e non voglio fare, e non voglio aggiungere troppa carne a cuocere mi basterebbe fermarmi su questo, è una cosa che risulta così ovvia, me lo scriveva sempre su face book un amico così ovvia da risultare noiosa a dirsi, avere le automobili e non avere le strade non serve ovviamente a nulla, però noi siamo abituati a ragionare in questo modo sulla cultura fino an che non capiamo il ruolo fondamentale che hanno le infrastrutture della cultura e queste infrastrutture si chiamano soprattutto biblioteche di pubblico accesso, biblioteche di quartiere , comunali, mediateche, voi sapete quasi tutti che io da 2 anni gestisco la mediateca regionale pugliese e nel fare questo diciamo ho fatto anche un passo indietro nella mia attività di operatore culturale ovviamente ma sono arrivato a questo dopo un percorso che mi aveva visto, infatti la mia iscrizione risulta come una associazione recidivi che era proprio un tentativo di mettere insieme le associazioni su questo tipo di obiettivi perchè è un obiettivo strategico per tutti e aggiungo un altro elemento , non so quanto tempo ho ancora, ah fantastico, aggiungo questo elemento di considerazione, non si tratta soltanto di avere una struttura per noi quello che noi dobbiamo fare e lo diceva prima un intervento che mi ha preceduto, diceva è importante la produzione io quando mi sono trovato da un tavolo simile a questo che è un ‘altra esperienza significativa e prese l’assessore Godelli, quando prese il suo incarico, chiamò tutti gli operatori a diversi incontri con lei , in quel momento tutti dicevano finconviscion , finconviscion(?) né sa qualcosa perché poi è diventato il direttore, ed io trovavo in questo da part degli operatori una mancanza perché la finconviscion cammina ma è una gamba c’è bisogno di un’altra gamba perché si cammini e questa altra gamba è appunto una struttura che lavora, prima veniva definita tradizione, possiamo definirlo patrimonio, le librare, tutto questo è fondamentale, bello e poi ci sia la gamba che si occupa della produzione e della distribuzione e sentivo chiedere appunto più produzione e questo è stato anche il mio approccio 5 o 6 anni fa, Bari è una città che consuma ma che non produce ma in generale è la regione in questo, allora che succede che noi abbiamo un’assenza di comunicazione transgenerazionale, io so di tante cose che sono accadute in questa regione a Foggia, a Bari, parlo del cinema, di cui oggi non c’è più memoria, le generazioni costruiscono come se costruiscono sul vuoto, questo è dovuto alla mancanza di infrastrutture che lavorano sul patrimonio, quindi non basta dire più produzione e non solo distribuzione noi dobbiamo creare qualcosa e in questo siamo chiamati come operatori che è un patrimonio e questo vuol dire costruire la città , guardate bene, perché quello che io vi sto chiedendo e lo chiedo anche a none dell’associazione italiana bibliotecari che oggi è qui presente vedo in sala Maria Benante che la vice presidente nazionale e che è una operatrice operante su questo territorio di Bari, quando chiediamo una rete di biblioteche chiediamo la possibilità di costruire, io direi, in termini arentiani, la polis stiamo costruendo la città una identità della città su cui poi si costruisce, mancano 29 secondi e ve li regalo. Grazie di essere stati attenti.

…. –saranno decisivi, Angelo, saranno decisivi questi 20 secondi, la parola a Dario Tatoli , si prepari Lorenzo Saccottelli

DARIO TATOLI – salve a tutti, sono Dario Tatoli, responsabile del dipartimento di nuove tecnologie di music accademy Bari, music accademy è un network di scuole nazionali con sede principale a Bologna, ci sono 13 sedi in Italia e propone corsi di musica moderna e di nuova tecnologia, siamo da questo anni un ente di formazione accreditato alla regione Puglia e abbiamo collaborazione che certificano i nostri percorsi con le più prestigiose scuole inglesi legati al settore mi viene in mente Pirson piuttosto che Trinity, piuttosto che music tecnology school di Londra. Il nostro percorso è finalizzato certamente a coltivare un discorso reattivo da parre dei nostri studenti e a dotarli delle capacità tecniche necessarie per affrontare quello che la musica in realtà propone. Mi spiego, spesso noi pensiamo che la musica sia espressione artistica o di spettacolo fine a se stessa in realtà la nostra proposta è proprio quella di coinvolgere un discorso architettonico urbano integrare linguaggi di interazione che può essere l’interaction designer tramite la musica con l’architettura e l’urbanistica in generale , dare uno sviluppo, differente rispetto a quello che siamo abituati a pensare della musica, basta pensare a due ragazzi che erano in tesi con noi nello specifico come l’anno scorso dove un progetto di tesi di uno studente era il rifacimento di un semplice contenitore per la raccolta differenziata spesso pensiamo che delle cose potemmo renderle più piacevoli , le cose che potrebbero essere utili ad un discorso sociale, penso al fatto che questo ragazzo ci ha proposto un contenitore he semplicemente avesse al suo interno dei suoni e nel momento in cui io sbagliavo il materiale della raccolta differenziata, il contenitore suonava, e quindi tutto questo potremmo legarlo ai musei, o potemmo legarlo a qualsiasi luogo della nostra città, quindi pensare che quando si parla di tecnologia crediamo sempre che ci sia un dispendio economico ingente , in realtà questa cosa non è sempre vera, perché spesso questa idea può vincere da questo punto di vista. Inoltre , quello che sicuramente cerchiamo come struttura e la condivisione e sicuramente l’interazione tra gli spazi che sono legati alle nostre istituzioni e alle istituzioni , abbiamo collaborato recentemente con l’accademia di Belle Arti di Bari per un progetto sperimentale nel quale proponevamo un linguaggio diverso open sorse quindi svincolato da qualsiasi termine economico per sviluppare linguaggi nuovi video, tutto questo partendo sempre dalla base musicale, partendo quindi sempre da una formazione standard chiaramente può evolversi in diversi ambiti e in diversi settori , quest’anno saremo presenti al medimex e ospiteremo come è stato fatto dalla music teck, nel nostro caso a Londra, ospiteremo la music teck e chiaramente   i nostri allievi hanno la possibilità di studiare nell’ultimo anno del loro percorso, nell’ultimo anno di laurea, all’estero, questa la riteniamo una cosa molto importante non rispetto alla esperienza che uno studente può avere all’estero di vita, piuttosto per cercare di comprendere le differenti punti di vista sia didattici che artistici assolutamente, in più vi direi soltanto di venirci a trovare è uno spazio molto bello, è uno spazio che vorremmo condividere con i cittadini, è uno spazio che vorremmo diventi dei cittadini, in viale Unità d’Italia, non ricordo il civico. Grazie

…- grazie a te, un miracolo 4 minuti secchi. La parola adesso a Lorenzo Saccottelli e poi a Vito Lacoppola

LORENZO SACOTTELLI – buonasera a tutti sono il contrammiraglio delle capitanerie di porto, Lorenzo Saccottelli, ufficiale in pensione dall’anno scorso. Volevo parlarle del mio progetto che è il progetto Aula Blu Puglia che nasce, diciamo dall’idea che questa città, purtroppo ha voltato le spalle al mare, sembra strano ma è proprio così, quanti conoscono il mare a Bari? Pochi se parliamo soltanto di qualche riportista che ha la possibilità di avere la sua bella barca o dei pescatori ma solo un settore molto, molto limitato, per cui ora che ho un po’ di tempo libero, ho pensato a questo progetto, cioè creare un’aula sul mare partendo da questa semplice poesia di Gianni Rodari in cui il mare chiama il bambino perché gli vuole fare vedere alcune cose, tutte le cose belle che ha, le navi, le isole, il bambino vorrebbe andare però ha paura di non parlare bene la sua lingua , è quello che praticamente succede con la città di Bari, i nostri ragazzi non conoscono il mare se non qualche volta quando vanno al mare a fare il bagno ecc.. Quindi l’idea quale è? Quella di portare tutti i ragazzi di Bari e anche della provincia, ora abbiamo la città metropolitana portarli sul mare, per parlare della cultura del mare non stando qui a terra ma parlando di mare stando sul mare, come si può parlare della montagna stando in montagna e quindi diciamo in questo anno cosa ho fatto? La prima cosa era lo strumento per poter fare questo, lo strumento lo trovato ed è una moto nave, la moto nave oltre mare che io, una nave che può arrivare ad ospitare fino ad 80 bambini. Cosa possiamo fare con questa nave? Possiamo fare di tutto, gli argomenti sono tantissimi, trasporti, parlare di pesca e acquacultura che abbiamo a Bari è sparita ,parlare di educazione alimentare con dei percorsi enogastronomici, parlare di ecologia, parlare di sicurezza e anche di quelle materie, diciamo che normalmente i ragazzi imparano a scuola, storia , geografia, scienze , in più c’è il tema della salute, cerca di utilizzare questa unità per sviluppare la talasso terapia, la società diciamo che, ha preso contatti con l’associazione Tucsa, qui rappresentata dalla signora Gemma stallone, che già in passato ha operato nell’ambito dell’ippoterapia e che mi ha proposto di utilizzare l’unità anche per effettuare uscite in mare per la talasso terapia, quindi utilizzare il mare come risorsa per la salute per tutti coloro che non hanno la possibilità di salire su una barca. Quindi con alcune piccole modifiche l’unità potrà essere adibita anche per portare i disabili e per far godere a loro anche di questa opportunità, quindi anche i non vedenti, cioè tutti coloro che non hanno la possibilità economica di avere una barca da diporto e quindi di gustarsi le meraviglie di Bari e della sua costa. Perché dico che Bari ha voltato le spalle al mare? Basta fare pochi passi e andare al molo san Antonio e vedere in quali condizioni riversa questo Molo san Antonio, è possibile che una città capoluogo di regione abbia un molo in quelle condizioni ? noi l’anno scorso abbiamo tentato di ormeggiarci a questo molo e alcuni passeggeri del nord nel vedere Bari nel lato destro sono rimasti meravigliati nel vedere uno scenario spettacolare, favoloso, ma guardando a sinistra il molo era inguardabile , privo di ogni sicurezza, privo di tutto, quindi è compito fondamentale di questo progetto di portare i ragazzi sul mare e di farli vedere, dice questo è i l vostro porto, questo è nelle condizioni, voi rappresentate il futuro e voi dovete pensare a quello che è il futuro di questa città portando non soltanto loro ma portando anche i loro genitori e far capire le condizioni in cui versa anche la costa in alcuni punti, ma uscire in mare non soltanto come divertimento, ma proprio uscire in mare per studiare, non soltanto per divertirsi, che cosa ho fatto? Ho preso il ponte inferiore e lo ho trasformato , l’ho trasformato in una aula, dove ci saranno i relatori, tutte persone appartenenti alla cultura barese, esperte in sociologia, in storia , in arte, in poesia che dovranno partecipare a queste uscite in mare e spiegare ai ragazzi, alle scuole medie , alle scuole superiori e anche universitarie quelle che sono le tematiche del mare sotto tutti i punti di vista. Quindi uscire e studiare declamare poesie, l’unico aspetto che abbiamo è il nostro mare che purtroppo diciamo non sempre ci consente di poter uscire, abbiamo il maestrale però, in una trasmissione televisiva, il sindaco dott, Decaro dice che noi abbiamo il maestrale e non possiamo osare, invece in realtà non è così, quando c’è il maestrale potremo restare in porto con i ragazzi e studiare e se anche nel porto non lo possiamo fare resteremo attraccati alla panchina, però è fondamentale che tutti partecipano, cioè la popolazione deve partecipare, deve partecipare andando sul mare, la barca è attiva purtroppo caro assessore, questo progetto lo presentato al suo predecessore che era entusiasta ma non avevamo i soldi , qui c’è la necessità di gestire una unità molto complessa che una barca da trasporto passeggeri richiede notevoli sforzi economici che possono essere superati con una sinergia tra pubblico e privato. Coloro che hanno, questa cosa l’hanno già fatta a Trieste, con una barca che è un terzo della nostra eppure riescono ad uscire e a portare i ragazzi in mare. Questo è quello che io vorrei fare e speriamo che di poterci riuscire.

… – allora adesso la parola al consigliere comunale Vito Lacoppola se ci ha raggiunto nel frattempo…. Non c’è ancora ,va bene, allora Antonio Troisi e poi dopo Lacoppola , Pietro Bello

ANTONIO TROISI – sono Antonio Troisi insegno scienze delle finanze e economia del turismo , desidero consegnare all’assessore un progetto oramai definito quello del distretto del turismo religioso e delle aree protette che ho curato su incarico dei comuni di Bari, Monte sant’Angelo e San Giovanni Rotondo, e che è giunta a completa destinazione, può essere attuato a partire da domani, voi sapete che il nostro petrolio è del turismo a differenza del petrolio non inquina, non ha costi di estrazione, è duraturo, concorre al 10% al prodotto interno lordo, genera 2 milioni e 800 mila posti tra diretti ed indiretti, negli ultimi 5 anni ha creato 10 mila posti di lavoro ,mentre gli altri comparti hanno solo licenziamenti, contribuisce al pil della Puglia con l’8,7%. Di questo petrolio esiste una varietà particolarmente pregiata, il turismo religioso, perché particolarmente pregiata? Per 3 motivi, perché gode di un monopolio di fatto, la cattedrale di san Nicola non è che abbia molte concorrenze , il nostro mare purtroppo almeno 100 prodotti concorrenti, non subisce la moda e il Sestrier e non è più di moda perché è andato giù e subisce in maniera relativa, modesta il problema della stagionalità. Qui questo progetto che è durato 6 anni, però si è concluso formalmente , c’è una delibera dei 3 consigli comunali, approvata dai consigli, firmata dai sindaci con la quale si è deciso il gemellaggio tra questi 3 comuni con un programma molto intenso, non vi leggo, per motivi di brevità , però vi posso dire che questo programma ha avuto l’adesione entusiasta della regione, del tour in club, dell’Opera romana pellegrinaggi, dei vari dicasteri che si sono interessati del turismo, adesso spero che sia finita questa specie di odissea che però si sono impegnati a realizzare l’osservatorio nazionale per il turismo religioso e l’interesse soprattutto della feder parchi perché abbiamo cambiato il progetto, turismo delle aree protette. La area metropolitana con la legge 56 del 2014 offre la locazione istituzionale tale per questa importante iniziativa che può portare l’area metropolitana di Bari a un grande livello. Vorrei ricordare che ai 7 milioni di san Giovanni Rotondo, si aggiunge il milione e mezzo in progressivo aumento di Monte sant’Angelo, da quanto la basilica di san Michele è stata dichiarata patrimonio dell’unesco e in restituzione il patriarcato di Mosca della chiesa Russa che ha dato una enorme flusso di turisti e di pellegrini russi per i quali faccio due proposte: la prima il patriarcato di Mosca chiede un ospizio economico per i pellegrini e ne avevo accennato, sindaco che se ne era assunto l’impegno di fare un nuovo scambio un edificio del comune da donare al patriarcato di Mosca perché dia ospitalità ai pellegrini, quelli che non possono venire a pagare l’albergo a 5 stelle, in compenso un’altra caserma che potrebbe essere riadattata per esempio ad uffici giudiziari, è una procedura ora rispetto a quella precedente molto semplice, di competenza della presidenza del consiglio. Un’altra cosa che mi riguarda da vicino, almeno riguarda l’università, quando Putin è venuto a Bari, io sono riuscito a riunire 10 colleghi che con me avevano esperienze continue e di presenza nella federazione russa, io ho rapporti con la finance d’academy sono una specie di Bocconi diciamo , che ha sede nella vecchia sede del partito comunista, una influenza enorme per l’opinione pubblica molti altri, ma tra i più bravi c’è Anton giulio De Robertis che ha creato a San Pietroburgo che è la città di Putin alla quale Putin guarda con grande attenzione, addirittura ha creato una facoltà di scienze politiche di cui in un certo senso   preside nella quale ha chiamato il professore…dello stato che è il consigliere politico di Putin. Ecco una lobbi che può far molto per Bari , abbiamo allora 5 anni fa suscitato l’entusiasmo dell’ambasciatore poi nessuno ci ha più chiamato ed io credo che sia questa una occasione credo molto importante e quindi concludo dando , consegnando nelle mani dell’assessore questa che è una iniziativa già conclusa, vi dico un solo passaggio quando tutto era già approvato nei vari consigli comunali per fare approvare dal consiglio comunale di Bari questa delibera ci abbiamo messo 2 anni e un mese, il consiglio comunale aveva difficoltà a riunirsi e tutti questi tempi morti sono oramai stati superati esiste la disponibilità io mi permetto di augurare all’assessore un buon lavoro nell’interesse di Bari. Grazie

… – grazie la parola al consigliere comunale Vito Lacoppola e subito dopo a Pietro Bello

VITO LACOPPOLA – buonasera, grazie assessore per l’invito, saluto questa bella platea, complimenti per l’iniziativa perché forse avevamo bisogno un attimino di sfogarci tra virgolette sulla cultura e sul turismo visto che Bari da sempre viene vista come una città culturale, come una città turistica ma non lo è , in previsione di questa serata ho scritto un breve intervento che ora vi leggo, molto chiaro, semplice, senza parole difficili. Sono oramai diversi anni , forse troppi che viviamo, o forse ci hanno fatto vivere in un equivoco, Bari città turistica e Bari città di cultura, il turismo si alimenta anche con la cultura, anzi meglio laddove mancano le bellezze naturali e solo la cultura che può fare da traino alle attività turistiche, una città bella è una città attraente e la si rende bella non solo decorandola con discutibili opere di street art ma coinvolgendo la nostra accademia, tra l’altro ancora vergognosamente senza una sede degna del suo prestigio, il nostro liceo artistico e il nostro istituto d’arte, nella creazione di percorsi di bellezza, soprattutto nei quartieri periferici utilizzando spazi e superfici comuni, abituarsi al bello sviluppa il senso civico e di appartenenza e certamente non è cosa facile ma sono queste le sfide che rendono affascinante amministrare una città, proporle e realizzarle significa aver piantato un seme, il raccolto verrà negli anni, una città attraente per la cultura e una città che organizza mostre d’arte di respiro nazionale se non internazionale ma non con esibizioni di artisti del cui valore oggettivo siamo più che convinti ma incomprensibili ai più, la fruizione dell’arte ha bisogno di un percorso di avvicinamento lento, continuo, mi permetto umilmente dire non puoi proporre cunelis ad un pubblico che non capisce ancora neanche Picasso, come voleva leggere Giois ad un ragazzo di terza media, una città si rende attraente applicando alle opere pubbliche la legge 717 che è tuttora vigente ma che è in malafede io preferisco pensare per dimenticanza, dimentica tra virgolette, la 717 del 1949 che sicuramente voi addetti ai lavori conoscete, prevede che per ogni opera pubblica realizzata superiore ad un milione di euro vengano realizzate opere d’arte per un valore massimo del 2%, tale legge dalla straordinaria potenzialità applicativa in termine di produzione di cultura e di vivibilità è presso chè sconosciuta anche alla maggior parte dei progettisti, ma la sua validità è stata reiterata dal governo Monti, una città di rende attraente con una stagione lirica e concertistica di altissimo livello con l’ìstituzione di premi letterari , con una fiera del libro, con una serie di convegni e congressi sui non pochi nomi eccellenti della nostra storia, una città si rende attraente con la visione lunga e non cercando le facili medagliette Marsiglia, Marsiglia oggi è la meta obbligata per chi vuole conoscere la realtà di una città che grazie alla progettualità di lungo periodo dei suoi amministratori ha cambiato il suo volto, Marsiglia la seconda città più grande della Francia che per ,diciamo, per la sua conformazione è assimilabile alla città di Bari alla città di Genova e ad altre città portuali, è un modello di trasformazione urbana che inchioda il nostro sistema Italia alla sua inefficienza e alla sua incapacità politica, da metropoli degradata con problemi di immigrazione clandestina è tradizionalmente dominata da una malavita, è diventata nel giro di una ventina d’anni un vero e proprio fiore all’occhiello della Francia, tanto da essere premiata per il 2013 come la capitale della cultura della unione europea, ha investito nel giro di 20 anni ben 7 miliardi e mezzo di euro di cui il 70% con fondi privati e il 20% con fondi pubblici, con progetti europei, ha dato, ha creato grazie alla cultura ben 20 mila posti di lavoro. E da decenni che ci sentiamo ripetere che Bari è una città turistica e deve sape utilizzare al meglio le sue grandi potenzialità e da decenni che viviamo beatamente in questo equivoco illudendoci che le poche migliaia di frettolosi croceristi che transitano per la nostra città per qualche ora, spendendo poco o niente si possano definire come flusso turistico, Bari non è città turistica, non prendiamoci in giro, non ha la vocazione del turismo, non è per turisti almeno per il momento. Non è città turistica perché, fatto salvo il borgo antico, mi permetto di dire, offre ben poco, un teatro di tradizione, un bel lungomare cittadino, architettonicamente ineccepibile ed elegante cui fa seguito da nord a sud una costa piatta e spoglia di disagevole accesso e con rari arenili privati, pochi mantenuti e peggio gestiti i musei ,una splendida pinacoteca provinciale che spicca anche per la sua inerzia culturale, il verde prevalente è quello dei semafori e il tanto decantato Parco 2 giugno in abbandono cronico in altre città sarebbe destinato allo svago dei nostri amici a 4 zampe, Bari non ha vocazione al turismo perché storicamente città mercantile perché solo negli ultimi decenni si è dotata di una discreta struttura alberghiera, l’elevato costo medio del pernottamento tra i più cari d’Italia ne fa una struttura ricettiva per soste brevi che si rivolge alla clientela medio alta e quindi non al popolo dei vacanzieri, non è città per i turisti perché pericolosa ormai per la presenza endemica di una agguerrita micro criminalità, gli ultimi episodi sono oggetto di cronaca locale degli ultimi giorni, perché cara nei luoghi di ristoro , mediamente sporca e poco incline all’accoglienza perché prive di strutture dedicate al turismo giovane pur con le poche eccezioni che però non fanno tendenza perché assente dai circuiti nazionali e di produzione culturale. Proviamo ora ad immaginare la Bari che sarà, l’imminente trasformazione di Bari in area metropolitana, in città metropolitana, 41 comuni una meravigliosa costiera incastonata di cittadine incantevoli ,alcune molte più turistiche del suo capoluogo parlo di Monopoli, di Polignano, parlo di Castellana, di Trani anche se appartiene alla Bat, la Murgia, le Gravine e i suoi tesori, l’unicità dei Trulli di Alberobello, il tour delle cattedrali dei castelli federiciani, la gastronomia e le mille varianti locali, la moltiplicazione di musei e pinacoteche pubbliche e private , il verde che diviene bosco e pineta, i porticcioli turistici, le sagre, i fermenti culturali e le energie dei piccoli centri a far da lievito a tutta l’area, eccola dunque l’opportunità, la grande opportunità per cercare di diventare finalmente una città metropolitana turistica, dovremo saperla coglierla questa opportunità attivando un circuito virtuoso tra arte, cultura, turismo, artigianato ed enogastronomia, dovremo mettere in rete tutte le attività dei 41 comuni e ottimizzare la realizzazione nei tempi e nei modi per evitare la dannosa sovrapposizione, dovremo diventare attrattivi evitando e tralasciando il turismo mordi e fuggi costringendo l’ospite alla permanenza agevolandolo, magari, con la fruizione dei luoghi della cultura con ticket dalla validità pluri giornaliera valida anche e soprattutto per tutta la rete di trasporto pubblico dell’ara metropolitana. In conclusione , dopo questi spunti critici , ritengo che la nuova amministrazione abbia la volontà, le energie , gli uomini giusti, il dovere per guidare questo cambiamento epocale che farà di Bari metropolitana, mi auguro, la protagonista indiscussa della nostra regione. Grazie

…-grazie al consigliere Lacoppola, grazie anche per i buoni auspici, la parola a Pietro Bello si prepari Andrea Abrescia

PIETRO BELLO – Buona sera a tutti e grazie assessore per questa opportunità, io gestisco insieme a mio figlio Alessandro un b e b in cento e quindi vi posso dire quello che dicono i turisti di Bari e quello che vogliono da noi. Innanzitutto io non sono d’accordo che Bari è solamente meta di passaggio , si è vero vengono a Bari per poi andare a Lecce, sul Gargano, o Alberobello, più vicino ma è anche vero che noi abbiamo una cosa che non ci ha nessun altro al mondo e che è san Nicola, rendiamoci conto che dopo Gerusalemme per il popolo russo, viene Bari e questa è una cosa indiscussa ed è una grande realtà. Quindi cosa chiedono da noi i turisti? Chiedono dove è un museo? E qui ho i primi problemi, vai a dire lì, qui, la pinacoteca quindi assessore ci vuole un museo, il museo di Bari, io quando ero piccolo andavo alla università e vedevo il museo archeologico , io giusto per curiosità una decina di giorni fa ho chiesto ad un custode della università, ma dove stanno le cose belle che io vedevo quando ero piccolo? Mi hanno detto buu, altri mi hanno detto negli scatoloni a via Napoli, non so dove, insomma voglio dire le cose ce li abbiamo abbiamo anche palazzi così vuoti, facciamo un bel museo di Bari. Poi io ho 54 anni e gli altri della mia età si ricorderanno di Azzurro, quel periodo di azzurro che Bari era piena di artisti e piena di gente che girava, quindi perché no? Perché non rifacciamo Azzurro, i leccesi si sono inventati la taranta e Bari chi è da meno di Lecce? Quindi noi abbiamo questa opportunità di Azzurro, sfruttiamola perché quando poi non c’è stata più a Bari Azzurro si è perso, quindi evidentemente Bari e Azzurro erano il connubio giusto. Poi l’utilizzo al massimo della fiera del Levante, assessore, perché la fiera porta turisti, quindi con più tipi di fiere ma organizzate bene dall’oro, alle scarpe , all’ abbigliamento ecc.ecc . poi visto non c’è più l’assessore Godelli, però noi non ci abbiamo più le cartine geografiche, non ce le danno più, è una cosa assurda , io le devo mendicare, ora né ho prese due al bar, perché dice che non ci sono più i soldi, cioè i turisti non li possono mandare sempre qui perché ha chiuso, a volte non c’è, cioè non possono, poi li chiedono a me il materiale pubblicitario di Lecce, io per fortuna ho fatto per 35 anni il rappresentante, quindi 35 anni di strada, conosco bene le strade della Puglia e quindi riesco a dare però poi vogliono il cartaceo da poter dare perché a volte vengono tardi , l’indomani mattina devono andare nel leccese, nella valle d’Itria, a quel punto li devo dare un qualche cosa. Non abbiamo più niente assessore , siamo andati a Puglia promozione alla fiera del levante e dicono che non né possiamo avere più, restrizione economiche cioè ora lei è l’assessore , parli con Puglia promozione e veda cosa si può fare. Poi il senso di protezione nel quadrilatero , cioè quando ritornano alla sera , i turisti, hanno un senso di , non sono tanto tranquilli , perché piazza Umberto è diventata come diceva il signor Micky prima, ingestibile, sono più gli extracomunitari che i baresi la sera, cioè così non si può più andare avanti, cioè non è possibile, cioè ci vuole più polizia per strada, ma che scherziamo, Bari è nostra., non è dei senegalesi, degli indiani, per carità io non sono razzista però Bari, io sono un barese, sono nato in viale Japigia, quindi io voglio vivere la mia città, cioè basta io non ce la faccio più. Poi valorizzare il lungomare, il lungomare da Bari a san Giorgio non è possibile che non c’è un bar, i ragazzi stanno a spasso, diamo le licenze per poter fare dei gazebi, per poter attivare delle attività economiche, non è possibile che da Bari a San Giorgio ci sono i capannoni abbandonati, cioè bar, ristoranti, pub, facciamo qualcosa visto che abbiamo tutto quel pò po’ di roba, tutto lì libero . poi che altro devo dire, poi ce l’abbiamo qui di fronte, cioè io ero piccolo c’era il mercato del pesce, era bellissimo, cioè almeno qui non è possibile vendere le cineserie qui di fronte, cioè facciamo un mercatino dei prodotti pugliesi dal formaggio podolico, il prosciutto di Faeto, le ceramiche di Grottaglie, il capocollo di Martina Franca , io queste cose voglio vedere qui e non le cineserie. Oh ce la vogliamo riprendere Bari ? ho finito

…. – grazie la parola ad Andrea Abrescia e si prepari Pierfranco Moliterni che sconterà il suo ritardo dimezzando il suo intervento a 3 minuti e mezzo

ANDREA ABRESCIA – bene, sono Andrea Abrescia, presidente dell’associazione promozione sociale Puglia accessibile , parlo di un argomento abbastanza importante che è l’accessibilità del turismo accessibile e appunto mi domando , ma è una chimera? Nel senso che ovviamente l’idea di accessibilità è molto vasta, perché accessibilità vuol dire tante cose, accessibilità viene , appunto che cosa è l’accessibilità? Accessibilità appunto secondo il decreto ministeriale del 14 giugno 1989 , 236 all’art. 2 fornisce utili definizioni, si definisce appunto come la possibilità di dare a persona con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale di raggiungere l’edificio e le sue singole unità immobiliari e ambientali , di entrarvi agevolmente e di fruire di spazi e attrezzature in condizione di adeguata sicurezza e autonomia, quindi io mi occupo di turismo accessibile, quindi all’interno del primo libro bianco sul turismo per tutti, in Italia, viene definito come l’insieme dei servizi e strutture che consentono a clienti con bisogni speciali di fruire della vacanza e del tempo libero in modo appagante , senza ostacoli e difficoltà e quindi in condizioni di autonomia , sicurezza e confort. Come vedete qui ci sono dei simboli , questi simboli sono va bè quello classico della sedia a rotelle, appunto la disabilità e la disabilità auditiva e quelli visive, le disabilità alimentari, quali appunto i cibi senza glutine e senza lattosio e poi gli anziani. Quindi noi siamo appunto nati da poco come associazione, siamo nati esattamente il 6 maggio 2014, non a caso il giorno di san Nicola, proprio perché appunto diciamo io sono colui che ha avuto l’idea , l’associazione è nata comunque da breve tempo però è una idea che io porto avanti ormai da due tre anni da un progetto che ho presentato alla regione Puglia, questo elenco sono appunto le persone che fanno parte di questa associazione , fra cui abbiamo anche un disability menager e tutti coloro che stanno all’interno di questa associazione sono o quasi tutti tecnici, abbiamo anche chi si occupa di designer, di architettura , tutti comunque che hanno a che fare con l’accessibilità. Gli obiettivi di Puglia accessibile sono quelli di creare , sviluppare e valorizzare e creare la cultura della accessibilità, accrescere e monitorare la qualità dei servizi rivolti a persone con esigenze particolari, crear pari opportunità nella fruizione dei servizi, valorizzare la crescita di un turismo e qualità sostenibile e responsabile e valorizzare l’intermodalità accessibile e sostenibile, creare valorizzare, orientare e sviluppare reti di collegamenti accessibili e sostenibili. Ho chiesto più volte e il nostro assessore Maselli, lo sa, di avere una mano e di dare una mano al comune , nel senso che io essendo, diciamo, sia parte in causa in quanto disabile ma soprattutto una persona che lavora nel turismo da anni e che lavora sempre a contatto con l’accessibilità ai disabili quella di dare una mano attraverso la possibilità di essere un tramite fra le istituzioni e le associazioni dei disabili, quindi chiedo di essere, chiaramente l’assessore potrà essere portavoce, il referente per le problematiche dei disabili per la cultura e i diritti per lo sport, il turismo e la mobilità urbana attraverso una delega del sindaco di bari e di adottare a bari e alla regione Puglia dell’ufficio di disabilità e accessibilità. Quindi cosa abbiamo in programma? Abbiamo in programma di creare il portale del turismo regionale della città universale, cioè quello che è già esistente si chiama ww.puglia accessibile.it ma ovviamente lo stiamo sistemando per farlo diventare veramente accessibile a tutti, quindi non vedenti, ipovedenti, tutte le disabilità, sappiamo benissimo che le amministrazioni sono dotate di linguaggi che sono comunque e chiaramente un buon passo avanti ma c’è tanto da fare. Siamo in procinto tra pochi giorni a partecipare alla fiera del levante dove avremo dei gazebo e vorremmo essere in piccolo quello che potrebbe essere una specie di innova….(?) fatta a Bari, sappiamo che innova…(?) si fa ogni due anni noi cercheremo di parla nel nostro piccolo e di portare novità qui a Bari. Corsi di formazione, seminari fra cui quella di guida, accompagnatore e guida turistica per disabili ,percorsi accessibili e pacchetti turistici, tutto questo è bellissimo ma c’è un ma, come già ho sentito nei vari interventi purtroppo Bari non è accessibile ma il problema grande è culturale, prima di abbattere le barriere architettoniche c’è un problema di cultura, perché dobbiamo fare una volta all’anno e quindi non è una cosa diciamo, dovrebbe essere una cosa normale il cinema senza barriere, dovrebbe essere sempre tutto l’anno, oppure perché non facciamo degli eventi culturali per tuto l’anno che siano per tutti, il problema grande è lo spazio che vien dato al disabile molte volte è marginale, il disabile viene visto come ,poi vediamo , non viene aiutato per quello che è. Io sto portando avanti dei progetti importanti, vorrei collaborare con le istituzioni, vorrei che le istituzioni collaborassero con le associazioni e le associazioni di categoria ci sono, sto costituendo un polo pugliese di accessibilità e sto cercando di portare avanti quelle che sono le battaglie più elementari, proprio ieri stavo camminando per Bari , nonostante la pioggia sono andato in giro in macchina con un disabile e vedete quante barriere ci sono e sono enormi e insormontabili alcune. Io lancio una provocazione se si riesce a fare nel giro di questi anni anche prima che finisca il mandato del sindaco Decaro ad abbattere almeno le barriere più elementari , quelle più evidenti sarebbe un grande successo. Grazie

…- grazie Andrea , grazie davvero la parola a Pierfranco Moliterni, 3 minuti e mezzo e si prepari Arianna Petruzzelli

PIERFRANCO MOLITERNI – entri la musica nella nuova scuola , forse l’avete visto con questo titolone, Eugenio Scalfaro ha fatto di una delle sue ultime bustine pubblicate sul numero scorso dell’espresso, stigmatizzava il ritardo oramai storico della scuola italiana a riguardo della presenza delle discipline musicali storiche nell’ordinamento scolastico del nostro paese, non solo della scuola dell’obbligo e cioè della scuola media, sono almeno 40 anni cari amici che sento questi discorsi che sembrano fatti per orecchie sorde assolutamente non in grado di andare oltre la origine di questo guasto e cioè andare indietro alla riforma Croce Gentile del 1933, ricordo 1933 che relegava proprio la musica tra le discipline pratiche e non tra quelle speculative e culturali tout cour, suonar e conoscere un po’ la musica secondo Croce equivaleva a saper di sartoria, di cucito , di meccanica, di cucina, insomma i musicisti sono messi sullo stesso piano dei sarti, dei tornitori, dei cuochi e dei falegnami e invece leggo brevemente dall’articolo di Scalfari, la musica ha esercitato un ruolo fondamentale specialmente dal 15esimo secolo ad oggi, la musica ha avuto un ruolo sulla cultura e sulla vita di tante generazioni e quindi nella storia di tutta la cultura italiana, musica appunto tra i settori più esposti quanto meno ha meticciato, meticciato della cultura occidente oriente e declinato in varie forme laddove i contatti con l’esterno, il diverso, lo straniero si sono caricati di febbre conoscitiva da alta intensità. Al commercio dei beni, Bari, commercio dei beni si accoda sempre quello delle idee in grado di spostare quindi modi del sentire , forme di coscienza idealità e identità secondo processi appunto che procurano conoscenza dall’altro e da sé e quindi arricchimento e se ciò vale per gli aspetti della cultura in generale, vale ancora di più per la musica, un’arte predisposta agli incontri e alle sintesi in grassa della sua facoltà di andare oltre gli spazi e la vita della memoria. Ebbene oltre alla taranta cucinata e ballata in tutte le salse nelle piazze di una Melpignano di agosto, trasformato in una enorme pista da ballo per migliaia di giovani descamisados, la Puglia della musica di oggi si rispecchia in una attesa messianica e rimane al palo rispetto ad una serie di problemi e di ritardi che la attanagliano da troppo tempo. Giunti a questo punto è lecito e d’obbligo interrogarsi da specifico cittadino e qui ora a Bari e cioè cosa si è fatto per una riqualificazione della musica d’arte o della musica colta o della musica classica che dir si voglia? Si prende il caso esemplare del teatro Petruzzelli di Bari a cui la regione Puglia e il comune di Bari con il suo assessorato assicurano cospicui fondi, sebbene esso il Petruzzelli non riesca ancora a trovare una precisa identità legata alla qualificante questione di fondo e cioè lo svecchiamento del cartellone che vuol dire ricambio del pubblico, per agganciare e poi formare un pubblico nuovo fatto di giovani e quindi di investire seriamente sul futuro basterebbe aprire alla musica d’oggi a titoli della musica del 900 per esempio, ma il Petruzzelli di oggi non fa che rispecchiarsi nei suoi ritardi che hanno del clamoroso se rapportati alla mancanza di proposte sul terreno della musica operistica moderna per non dire alla musica d’oggi. Tutto si è fermato per ora a Brit o a locale Nino Rota valido per ogni stagione, per ogni occasione egli oggi resuscitato dal dimenticatoio e sin troppo celebrato, quello che sto dicendo non sembra a voi una elucubrazione bella e buona di un esperto che se la suona e se la canta per conto suo, rinnovare piano piano il cartellone della lirica e della danza significa avere il coraggio di lavorare sul pubblico del domani guardando al mondo della scuola e delle università pugliesi ad uno straordinario potenziale enorme serbatoio di passioni conoscitive tutte ancora da scoprire. Voglio terminare con un brevissimo cenno infine al mancato e del tutto insufficiente legame tra università e territorio del settore che Silvio Maselli ci invita qui ad esaminare insieme, bene la facoltà universitaria in cui insegno storia della musica e storia del melodramma, la mia facoltà , facoltà di lingue e letteratura straniera ha due piccoli indirizzi assolutamente secondari che si chiamano 1 scienze dei beni culturali per il turismo, 2 lingue e culture per il turismo. Se vi mostrassi il piano di studio di queste lauree triennali molti sarebbero i motivi di sconcerto stante anche un certo fastidio che i colleghi e i dirigenti i miei dirigenti universitari mostrano verso questi indirizzi specialistici ritenuti quasi inutili. Mi chiedo e vi chiedo e termino dove sta infatti il vitale legame tra formazione universitaria , profili professionali e territorio quando in quei due indirizzi si insegnano discipline che hanno questo nome filinguistica generale e paliografia, filologia slava, semiotica del testo, cultura letterale della Grecia antica, storia della lingua italiana, topografia dell’Italia antica, e perfino un laboratorio di archeologia subacquea, la Godelli dal suo punto di vista sbandiera un brend Puglia, e l’agenzia Puglia di produzione e tuttavia ancora allibisco quando noto che in quei programmi regionali manca del tutto una attenzione al nostro grande patrimonio musicale, mi riferisco ovviamente a noti musicisti lascio perdere Paesiello, Piccinni , Mercadante, Degiosa, i baresi non sanno che via Degiosa è il nome di un grande musicista allievo di Donizetti, insomma musicisti ma anche a teatri, a edifici teatrali che a nessuno, dico a nessuno dei turisti che a bari transitano scaricati dai ponti della costa crociera e dalla smc crociera ha mai visto dall’interno e mai vedranno nei loro paesi di origine solo perché essi quegli edifici sono gioielli di architettura teatrale italiana in stile italiano ottocentesca come il nostro Petruzzelli o lo stesso teatro comunale Piccinni, per ora chiuso, essi non esistono, ne mai esisteranno in Slovenia, in Svezia, Danimarca , Turchia, in Cina o in Russia, la nostra identità culturale, il nostro patrimonio artistico ci parla continuamente e lo fa solamente guardandoci mentre tutti noi baresi passeggiamo per corso Cavour , come diciamo, noi o via Piccinni laddove c’è il Petruzzelli o il teatro Piccinni, ebbene cari amici, cari assessori facciamo sì che quello straordinario lasciato della storia nostra culturale torni a nuova vita, un ritorno al futuro e alla modernità. Grazie

…-grazie Pierfranco la parola adesso a Arianna Petruzzelli si prepari Fabio Belsanti, Arianna Petruzzelli? Bene, allora Fabio Belsanti e subito dopo Guido Gentile

FABIO BELSANTI – salve a tutti, io sono Fabio Belsanti e sono il socio fondatore e amministratore unico e leader designer della P M Studios, come potete vedere, P M studios è una società barese fondata nel 2001 da un gruppo di giovani all’epoca che hanno iniziato con i loro pc personali e le loro passioni nei confronti del mondo dell’intrattenimento interattivo che per tradurre sono i video game, noi operiamo dal 2001 e abbiamo lavorato moltissimo sul mercato internazionale e ci siamo rivolti al mercato internazionale e sul territorio solo negli ultimi anni solo dal 2008 in poi perché si sono aperte alcune possibilità grazie appunto al cambiamento di culture che effettivamente è avvenuto all’interno della nostra regione e noi crediamo stai ancora avvenendo e si stia diffondendo ancora di più. E forse pochi sanno che il mercato dei video games ha superato ormai da quasi 10 anni il fatturato sia del cinema che della musica e probabilmente non si sa che un video gioco cosiddetto tripla a per intenderci quelli che passano che potete vedere nelle pubblicità , in televisione in mai strem(?) arrivano a costare ben 100 milioni di dollari e spesso incassano il triplo raggiungendo un odiens e un targhet ormai vastissimo che non è rappresentato come generalmente si può pensare solo da giovani o da giovanissimi ma arriva anche a fasce d’età molto avanzate, chiaramente la nostra società non è una società che sviluppa giochi da 100 milioni e ci siamo dovuti inventare proprio come cultura e arte così come ha fatto il cinema neo realista, con poco creare contenuti, d’altro canto i video giochi che noi sappiamo in generale sono considerati ancora oggi come un media negativo, i video giochi sono un nuovo strumento di comunicazione potentissimo che noi abbiamo sperimentato in varie modalità sia di intrattenimento che in ambito educativo. L’unicità dei video games è data dalla interattività che gli utenti possono esprimere diventando da attori passivi a attori appunto attivi all’interno delle storie che noi costruiamo e dei contenuti che proponiamo. I progetti principali che abbiamo sviluppato, ne abbiamo fatto veramente molteplici e oggi vi mostro giusto qualche slait, qualche immagine dei principali progetti che noi in questi anni abbiamo sviluppato, uno fra questi è appunto questo video gioco definibile appunto action erre pg(?) si chiama Etrom, è un video gioco che è stato tradotto in 6 lingue, ha superato 100 mila copie vendute nel mondo e per quanto sia un gioco di puro intrattenimento al suo interno data in particolar la formazione dell’ i designer ovvero la mia formazione che è una formazione di storico medievista al suo interno ha molteplici riferimento appunto d’ambito culturali e storico architettonico proprio della nostra regione, una delle locazioni del gioco, tempio particolarmente importante all’interno della narrazione è una delle sale di Castel del Monte rieditate appunto in modalità ludica, vedo che il tempo scorre rapidissimo e vi mostro quello che invece è il progetto che abbiamo lanciato sul territorio, con il territorio e la regione Puglia che sono gli ecoworions(?) potete appunto visitare il portale degli ecoworions per vedere come questo potentissimo media, appunto quello dei video giochi che aggiunge l’interazione alla narrazione è stato utilizzato nelle scuole in partcolare uno degli episodi degli ecoworions è stato realizzato con in collaborazione con l’istituto Grimaldi Lombardi di Bari, con entusiasmo da parte dei ragazzi e siamo riusciti con questo video gioco a veicolare culture ambientali, informazioni di ambito specifico per il riciclaggio dei rifiuti e a raccontare anche la Puglia perché poi qui gli episodi sono ambientati proprio in Puglia e abbiamo fatto anche in qualche modo produzione della Puglia anche all’estero perché il video gioco è fruibile on line da chiunque sia in Italia che all’estero. Il forum raccoglie iscrizioni da tutte quante le parti del mondo. Per finire volevo mostrarvi un rapidissimo trailer di un progetto working progress che non sono mai riuscito a sviluppare a causa di risorse mancanti che riguarda proprio il federicianesimo e in particolare Castel del Monte che è il simbolo della Puglia medievale e federiciana in cui si possono vedere confluire tutte quanti questi elementi della comunicazione e della unicità della comunicazione dello strumento video giochi, mi dovete perdonare è un working progress e loress il video però potete vedere tutte quanti le fasi che vengono affrontate nella realizzazione e nella ricostruzione degli elementi e in qualche modo in questo modo siamo riusciti e possiamo ancora riuscire a portare la storia e alla cultura a diventare storia interattiva creando una immagine della Puglia per i pugliesi perché portandola nella scuola portiamo una immagine positiva narrativa della Puglia e soprattutto fuori portiamo la nostra cultura e l’immaginario che riusciamo a creare con le nostre storie anche all’esterno in tutto il mondo. Tra l’altro senza dover abdicare in nessun modo tranne che per quelle che sono le necessità della narrazione come nel cinema al rigore scientifico delle ricostruzioni, qui potete vedere una ricostruzione, questa diciamo effettivamente è molto narrativa che è una ricostruzione di Federico II e sappiamo appunto che in realtà l’immagine non è ben definita, non abbiamo fonti accertate però chiaramente nella necessità narrativa ha fatto sì che creassi un personaggio tridimensionale tipico tra virgolette del re medioevale, il falcone non poteva mancare… si allora interrompo il video. Nulla io per concludere volevo appunto dire che noi vorremmo dialogar con le istituzioni pubbliche e private con chiunque vuole utilizzar questo nuovo strumento che noi già da anni utilizziamo per potenziare questo tipo di comunicazione e siamo pronti a dialogare con tutti i soggetti che esistono sul territorio vito che fino ad oggi la rete che ha funzionato   è stata solo quella di internet………………………….culturale di reti e di conoscenze che noi speriamo di poter superare e che verrà superato ci posa far lavorare sempre di più insieme anche su questo

… – grazie a Fabio Belsanti e alla sua P M Studios adesso la parola a Guido Gentile e si prepari Luciana Visaggio

GUIDO GENTILE – buonasera a tutti sono Guido Gentile presidente del club unesco di Bari, cercherà veramente in un minuto di presentare il nostro profilo, essendo l’unesco una organizzazione non governativa nel 1979 costituisce la Figlu che la federazione italiana per i centri e i club unesco che coordina ovviamente tutti i centri club unesco in Italia, quindi è il modo per essere radicati nei territori, quindi nelle città ma anche nei paesi. Cosa sono i club unesco , sono delle associazioni vere e proprie cui i soci condividono i principi della dichiarazione dei diritti dell’uomo e si impegnano da statuto con attività, eventi, concorsi rassegne ed altro ancora proprio nella diffusione dei principi dell’unesco che sono la conoscenza e la cooperazione tra i popoli , la diffusione e la difesa della pace, contribuire alla diffusione civica e democratica dei cittadini, particolarmente dei giovani, attraverso gli studi, attraverso l’erogazione di borse di studio, attività connesse sempre alla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo , ovviamente non manca la valorizzazione del patrimonio territoriale, faccio un esempio, noi siamo stati partener di un progetto Apulia Base volto a recuperare i Trulli di Alberobello non solo ma di creare anche, che sono patrimonio unesco dal 1996 , ma volto anche a creare una sorta di data base free, libero quindi accessibile a tutte le amministrazioni, naturalmente la logica ha voluto che questo progetto sia arrivato terzo fra 1000 partecipanti al bando della regione Puglia del 2012 e si può ben capire perché il club unesco di Bari ha deciso di diventare partener di questo progetto, terminata la doverosa presentazione dell’associazione, gentile amministratori e carissimi operatori e associazioni, immaginando lo spirito di questi 2 giorni ho voluto evitare un intervento negativo, la situazione è drammatica ed è lampante, però a giudicare da qualche intervento ascoltato non c’è per fortuna carenze di idee e soprattutto la voglia di ripresa non manca, ho sentito veramente delle belle cose. Perché siamo qui anche noi stasera? Per dire grazie all’amministrazione comunale , a memoria mia posso anche sbagliarmi data la mia giovane età, non ricordo che in passato si sia organizzata una conferenza sulle culture e sul turismo che coinvolgesse , passatemi il termine direttamente i diretti interessati, mi auguro quindi che questa non sia l’unica volta, la prima, forse è stato già detto siamo qui anche per dire, e ho sentito anche nei precedenti interventi, siamo qui per dire che il turismo ha due gambe , la cultura e la valorizzazione del patrimonio, se si pensa di attuare azioni, per riportare a galla il turismo, senza queste due cose fondamentali secondo me ci si potrebbe prendere abbondantemente in giro e probabilmente si potrebbe sperperare denaro pubblico, fermo restando che la cultura e il patrimonio non arricchiscono solo in termini economici e soprattutto non hanno scadenza, per il territorio queste cose sono fondamentali ci sono altri territorio perché noi ci interfacciamo anche con gli altri club in Italia che ci dicono, beati voi ,voi avete tanto, magari avessimo noi… . Cosa vorrebbe fare il club unesco in questa situazione? Vi faccio solo un esempio, ci stiamo attivando con le scuole del territorio in un progetto ambizioso ma non irraggiungibile che interesserà anche il settore del turismo e oltre al coinvolgimento delle istituzioni che ovviamente è un po’ più lungo ci piacerebbe essere supportati dal maggior numero di operatori del settore, ci vuole uno sforzo comune altrimenti noi facciamo solo la nostra parte, gli altri fanno la loro parte ben vengano le condivisioni come si dice adesso e infatti anche in questo caso l’unione farà la forza, vi chiedo a questo punto, manca la parte di sotto della slaid , di seguirci sulle social network , sulle nostre attività che comunque sono pubblicate periodicamente sugli organi di stampa, sul nostro sito, ovviamente siamo apertissimi e disponibili a qualsiasi iniziativa per collaborare che sia in sintonia con i principi prima enunciati. Graie e buon proseguimento di lavoro.

…- grazie a lei, bravissimo, 6 minuti, un encomio particolare, la parola ora a Luciana Visaggio e si prepari Ivan Dell’edera…parleranno dopo Eugenio Lombardi e Rosmary Sansonetti, che però non vedo

LUCIANA VISAGGIO – buonasera a tutti sono Luciana Visaggio e sono e rappresento qui l’associazione musicale Rigoletto di Molfetta, quindi contrariamente a quanto ha detto l’assessore, sono il direttore artistico, veniamo qui a presentare un gran concerto lezione denominato Puccini e le sue donne, un gran concerto lezione che a Molfetta ha riscosso notevoli consensi, l’anfiteatro di ponente , lo scorso 31 luglio, era strapieno, noi abbiamo 1000 posti a sedere, c’è stata gente che ha pagato , si è vero un biglietto dal punto di vista economico abbastanza basso 6 euro, ha pagato per rimanere in piedi, questo perché? Perché abbiamo spiegato le aree più famose tratte dalle cinque opere più famose di Puccini , tutto questo perché? Perché il 29 di novembre ricorre il 90esimo anniversario dalla morte di Puccini, ecco noi perché siamo qui? Perché abbiamo una pagina face book e navigando un po’ su internet, su face book abbiamo visto quella bellissima rassegna che si è svolta qui a Bari dal titolo, la rassegna era? I luoghi dimenticati, una cosa del genere, c’era il mio professore di composizione Raffaele Minella, aiutami professore? Ah ecco, Dove eravamo?, per valorizzare gli edifici abbandonati di Bari, ecco il nostro scopo è quello di portare l’opera nei luoghi un po’ dimenticati che però sono il simbolo della città di Bari, spiegare l’opera e avvicinare la gente che haimè per condizione socio economiche e per altre variabili, insomma di motivazioni non si sono mai approcciati a quella che è l’opera lirica , quindi, perché no? Ci sono tanti bambini che non hanno mai visto un’orchestra dal vivo, dei cantanti che recitano dal vivo, con le loro famiglie, prima si diceva il teatro Petruzzelli ovviamente frequentato da chi è un abituè, chi di cultura vive , ma ci sono tante famiglie ai margini che non sanno cosa è l’opera , perché non avvicinare queste famiglie all’opera? Spiegando loro l’opera e quindi vi mostriamo alcune immagini, qui abbiamo praticamente delle ballerine che fanno degli interventi solisti nelle scene che vanno a spiegare e a guidare il pubblico a quelle che sono le aree più importanti di Manon Lesco, Laboheme, Tosca, Madama Butterflay e Turandot, proprio per celebrare Puccini nel suo 90esimo dalla morte , ecco la scenografia preparata da due scenografi del coro polifonico Sergio Binetti di Molfetta attivo sul territorio dal 1996, ecco qui una scena da madama Bufferflay, Cio….che è cool dolore suo figlio…ecco il coro di cui vi parlavo formato da 36 elementi e nel mezzo la direttrice qui presente Lucia De Bari soprano lirico, questo è il coro più l’orchestra, una orchestra di giovani, formata da 17 professori di orchestra con una brillante carriera concertistica alle spalle e molti di questi ragazzi hanno fatto parte della rassegna Dove eravamo? Ecco il corpo di ballo, ballet studio di Terlizzi, la direttrice di orchestra Milena Sasso, bacchetta rosa , compositrice e direttrice d’orchestra biscegliese che ha diretto il coro e l’orchestra. Ecco questa è una scena del famoso duetto Soave fanciulla tratto dalla Boheme quindi c’è Rodolfo e Mimì, Pantaleo Metta il tenore, il concerto è stato dedicato a Gabriella Cipriani passata a miglior vita che sarebbe dovuta essere tra noi, tra gli orchestrali, purtroppo abbiamo a lei invece dedicato la musica, la morte di una principessa defunta di Ravel, mentre questo complesso di ragazze , le fanciulle in bianco hanno realizzato una semplice coreografia, perché il concerto, il gran concerto lezione è stato a lei dedicato, ecco ancora una altra scena , è questa è stata la locandina del gran concerto lezione finanziato dal comune di Molfetta per l’estate Molfettese e dalla regione Puglia. Ora noi proponiamo all’assessore Maselli quindi al comune di Bari, di riproporre il gran concerto lezione in quei luoghi dimenticati di Bari che però sono il simbolo di bari, vi assicuro che se le aree d’opera vengono spiegate anche in modo simpatico, scherzoso e comunque citano i tratti salienti di quello che poi si andrà a vedere sulla scena, quindi un complesso di recitazione di canto di suoni dal vivo, di danza, ecco il pubblico si appassiona. Quindi speriamo di avervi un po’ interessato e speriamo che possa questo progetto realizzarsi anche qui a Bari. Grazie

… – Grazie a lei, complimenti per l’accento molfettese ben mascherato, la parola a Ivan Dell’edera e successivamente a Rosmary Sansonetti e ultimo ma non ultimo Eugenio Lombardi 21 minuti

IVAN DELL’EDERA .- allora , no non ho slaid , ho la mia slaid animata che mi sono portato qui. Un saluto a tutti quanti sono Ivan Dell’edera e attore e amministratore della cooperativa Cocobelli un ringraziamento all’assessore e complimenti perché hai seguito tutti gli interventi e un saluto ai colleghi, ai decani colleghi che anche loro hanno seguito con passione e hanno molto da raccontare. Il mio intervento inizia dalla fine con la mia slaid animata, eccola qui, un attimo, sarà un intervento molto buffone, così variamo un poco, ecco qui signori, il nostro ospite d’eccezione , la morte è sempre vicina, un applauso alla morte, grazie e volevo fare un saluto a tutti quelli che lavorano all’interno dell’assessorato che stanno sempre appresso ai nostri scleri , quelle poche volte che mi sono affacciato, allora inizia dalle fine perché parlerò, di che cosa parliamo, della vita , della vita del nostro paese e del microcosmo all’interno della nostra attività che oggi si è affacciato ,quindi ciò che propongo è un micro evento continuo, ecco il micro naturalmente lui rappresenta il massimo del micro, l’assessore fa un istagramma, aspettiamo così, ok. Micro eventi continui per tutti i piccoli come noi che non possono lavorare in grandi altre situazioni , hanno molte difficoltà quindi micro cose continue darebbero possibilità al pubblico di conoscere i nostri lavori, in piccole piazze, nei parchi, assessore? Allora siccome ho presentato e ho organizzato un poetic slam con poeti e cantori n in provincia di Taranto , ho detto andiamo a fare una idea pazza e vediamo se riusciamo a organizzarlo in un giardino, allora siamo andati io e la morte, in un giardino vicino alla chiesa Russa con un libro di poesie, siamo stati là alle 11 di sera la zia ci accompagnato via eravamo 20 persone tra cui bambini, peccato una occasione persa perché non si può in un giardino pubblico chiudere alle 11 anche io cooperativa piccolissima che voglio organizzare qualcosina non ci penso neanche, come anche in Pineta, bellissimo spazio mezzanotte chiude, impossibile organizzare un piccolo spettacolino fruibile per tutti, non è possibile che deve chiudere a mezzanotte, quindi questa è una cosa che allontana i turisti, dove che è il primo luogo dove vanno i turisti. Quindi il nostro altro intervento è che vogliamo parlare dei finanziamenti, la morte dei finanziamenti? I finanziamenti non a contributo, finanziamenti normali , a contributo semplice questo 20 % che ci mette un po’ in difficoltà quelle poche volte che io ho partecipato, ho detto va bene basta perché sono costretto a fare carte false , come le fanno tutti d’altra parte , date al finanziamento quei pochi soldi noi li spenderemo tutti, ma tutti sicuramente, questo è una cosa che tutti sanno e nessuno racconta. Un’altra cosa che vorrei raccontare è area di ricreazione tratteneteci a Bari, gli artisti noi possiamo essere dei vostri consulenti gratuiti perché molti di noi lavorano altrove, lavorano in altre città , hanno collegamenti con altri artisti, quindi noi possiamo essere i vostri consulenti, i vostri piccoli consulenti. Ora l’idea finale è appunto micro eventi continui, sempre ogni due tre settimane, facciamo, Venezia ha la bisettimanale ? la biennale, noi facciamo la bisettimanale dell’arte con gli artisti pugliesi, sempre così ci possiamo conoscere, ci sono alcuni miei zii che non hanno mai visto i miei spettacoli perché? Sono 15 anni che faccio spettacoli, come mai? E allora fruibilità., accessibilità, bisettimanalità così gratis , la vediamo così però . allora ultima cosa vogliamo, volevo fare una citazione a Godot che c’è qua, il suo retro è uguale eccolo guarda, può essere, allora volevo fare una citazione a Godot ma non la possiamo fare , quindi mi invento questa citazione che è : se la morte del polpo è la cipolla, la vita della cultura siamo noi. Buonasera

… -occhio Ivan hai perso un pezzo … grazie a Ivan anche per la brillantezza e adesso la parola a Rosemary Sansonetti

ROSEMARY SANSONETTI – buonasera premetto che l’assessore mi ha invitato ad anticipare l’intervento a questa sera perché non c’era stato nessun intervento riguardante l’arte contemporanea in questa giornata, è un po’ avvilente considerare che ci sono stati pochissimi addetti ai lavori oggi qui e nessun intervento su questo argomento, inoltre premetto che probabilmente ripeterò qualcosa che è già stato detto negli interventi precedenti forse proprio perché la considerazione da fare è che nel comparto cultura, le problematiche cardine alla fine che ci riguardano sono sempre le stesse. Mi occupo da 24 anni della direzione artistica del Museo Nuova Era, promuovendo mostre di arte contemporanea ed eventi culturali ad essa correlati, contemporaneamente porto avanti una personale ricerca artistica come autrice, non toccherò le grandi questioni che riguardano questo ambito ma mi preme parlare di alcuni piccoli e grandi problemi urgenti che gli operatori come me si trovano quotidianamente ad affrontare nello svolgimento del proprio lavoro, del proprio percorso che diciamo francamente in questa città è sorretto da una grande passione. Primo punto riguarda l’annosa questione dell’utilizzo degli spazi pubblici, mi riferisco al Fortino, Sala Murat e Margherita, spazi che andrebbero urgentemente riqualificati, sarebbe auspicabile che non vi fosse una programmazione che deve seguire ad una mostra di gran livello una di pessimo profilo seguita a sua volta da quella dei panificatori o dell’arma dei carabinieri, questo tipo di utilizzo genera enorme confusione rispetto alla fruizione da parte dei cittadini e non chiarisce il ruolo pubblico che si intende attribuire a questi contenitori, inoltre bisognerebbe dotare questi spazi di pannellature e supporti semplici e funzionali utilizzabili per gli allestimenti e infatti è inaccessibile l’uso delle pareti e insufficiente l’impianto luci e per gli organizzatori di mostre diventa la voce più onerosa e impegnativa proprio quella che riguarda i costi di allestimento. Rimane un mistero la chiusura qualche anno fa di Spazio Giovane sito sulla Muraglia che adempiva alla funzione fondamentale di promuovere nuovi talenti e di cui ci auguriamo una prossima apertura. Altro spazio inspiegabilmente e difficilmente utilizzabile è quello della cittadella della cultura ex macello, non è chiaro a chi si debba far riferimento per accedervi, inoltre mi risulta che i tempi burocratici, lunghi e problematici di affidamento richiedono inoltre un non poco esoso contributo economico pe il fitto e la gestione dei locali. Tutto ciò fa di quello spazio già penalizzato perché periferico un contenitore più inaccessibile, accennerò solamente al colonnato della provincia, assolutamente svilito da allestimenti di dubbia qualità. Altro aspetto che riguarda tutti noi operatori in ambito culturale è quello riferito e poco chiari i criteri di accesso ai contributi pubblici, manca un documento che indica i requisiti fondamentali a cui far riferimento, una gestione chiara e trasparente delle procedure di affidamento, un monitoraggio delle attività svolte, sarebbe auspicabile una rotazione nella attribuzione degli stessi fondi, mi riferisco agli affidamenti diretti sotto soglia ad oggi veramente discrezionali. Necessario sarebbe inoltre istituire un organismo che coordini le gallerie, gli spazi espositivi tra di loro, le associazioni creando una piccola rete che possa essere annessa ai grandi eventi culturali promossa in città e non solo oltre che a quelli turistici per sconfiggere quel senso di isolamento di cui spesso noi operatori ci sentiamo investiti, isolamento che si riconferma nel tentativo di promuovere ciò che viene prodotto artisticamente sul territorio oltre ai nostro confini. Le istituzioni dovrebbero incominciar a preoccuparsi di interrogarsi sulla necessità di esportare il lavoro degli artisti locali fuori dalla nostra regione oltre ad importare quasi esclusivamente esperienze artistiche provenienti da altri luoghi, questo potrebbe essere possibile promuovendo scambi con addetti ai lavori nazionali ed internazionali per svincolarsi da un ambiente troppo spesso ripiegato su se stesso se non si vuole correre il rischio di rimanere rinchiusi in un ambito specificatamente locale e provinciale, ultima questione che vorrei sottoporre all’interesse pubblico di urgente importanza e la carenza totale di storicizzazione nonché conservazione e tutela del patrimoni inerente il lavoro degli autori scomparsi e quindi il conseguente annullamento della memoria storico artistico della città, mi riferisco a spazi che custodiscano e valorizzano queste risorse o in mancanza di questi almeno un archivio pubblico che si occupa di censire e documentare questo patrimonio, un esempio pe tutti è quello della recente scomparsa di Adele Plocchin, questione di cui mi sono occupata personalmente, eminente allieva di Gioseph Albert, per intenderci uno dei fondatori del bauhouse, la Plicchin, oltre ad essere un’artista di alto profilo è stata guida fondamentale di molti di noi, poiché ha insegnato per anni psicologia della forma presso l’accademia di belle arti, nessuno se non noi privatamente con l’aiuto di pochi intimi di Adele ha pensato di organizzare un tributo per questa importante figura di artista ed intellettuale, non rimane che qualche sparuta traccia del suo operato in città poiché nessuna delle istituzioni preposte è stato disponibile ad ospitare il lascito del suo lavoro affidato infine per una fortuita parentela della Plocchin alla fondazione Luigi Russo di Pietrasanta. Se non si fosse presentata questa occasione probabilmente i delicatissimi lavori di Adele giacerebbero ad ammuffire in qualche deposito, questo è il destino che viene riservato a chi dedica con passione la propria vita alla ricerca, all’arte e alla cultura della nostra città. Grazie

… – grazie a Rosemary, l’ultimo intervento della giornata è di Eugenio Lombardi, se mi permettete, siamo tra pochi, quindi posso dirlo, diciamo a camere spente, noi avevamo pensato all’inizio ,la dottoressa lo sa bene, di svolgere questa nostra due giorni presso la cittadella della cultura e ci è stato fatto un preventivo, noi che siamo comune abbiamo chiesto all’amministrazione dello stato che gestisce quel posto, abbiamo chiesto un preventivo che veniva di 3mila e 500 euro per due giorni e allora abbiamo detto se dobbiamo spendere 3 mila e 500 euro più il services, più alcuni servizi aggiuntivi a quel punto ce lo facciamo a casa nostra, ecco perché lo stiamo facendo qui con questa acustica che non è esattamente eccellente, perché appunto, e noi siamo il comune, per cui quello che diceva Rosemary è assolutamente vero o drammaticamente vero e cercheremo di lavorare però ricordatevi sempre che questo è un paese matto in cui appunto una amministrazione dello stato se ne va per una strada, l’amministrazione comunale dall’altra. La parola a Eugenio Lombardi, vi ricordo che domani l’appuntamento è alle nove qui per ricominciare la lunga discesa verso le mie conclusioni che ci saranno alle 17,30 puntuali. Grazie a tutti per essere ancora qui

EUGENIO LOMBARDI – allora grazie per aver accolto il mio invito, grazie è stato un piacere stare qui e chiudo con l’onore e l’onere di lasciare spazio serale al nostro giovane assessore Massaro termina con me e spero in bellezza. Rappresento stasera due distinte operazioni che stasera però sono connesse l’un l’altra nella loro storia e nell’aver voluto fare sistema, quindi il motivo, il tema del mio intervento è il far sistema nelle culture, lo faccio con il laboratorio urbano ed è la prima cosa che vi parlo da 20 anni, il 20 di questo settembre festeggiamo nella basilica di san Nicola, in serata uno straordinario concerto con artisti di fama internazionale, il ventennale di costituzione di laboratorio urbano che nacque proprio nel settembre del 1994, grazie all’allora sindaco Pietro Laforgia che apprezzò l’idea di fare il sistema fra associazioni che si interessavano culturalmente e territorialmente ei valori della nostra terra. Laboratorio urbano ha significato per   molti anni interventi specificamente destinati alla riemersione dei valori culturali della città vecchia e con questo per 20 anni ci sono state quelle famose visite guidate cioè ce ne sono state ormai 520 sempre tutte gratuite, ma ha rappresentato concerti nei luoghi che allora erano totalmente abbandonati e ricorderemo tutti che in quegli anni nei primi anni in Bari vecchia si sparava un giorno sì e l’altro anche e questa è la terra off limits per cui l’impegno era quello di costringere i baresi altri ad accorgersi del motore storico e culturale della nostra città. Questo era l’impegno dell’Italia e si provò a farlo facendo sistema, cercando di unire le forze associative che però non accolsero l’invito ad unirsi per un motivo che ancora in fondo è quello di oggi, l’individualismo , cercare fertilità nel proprio piccolo orticello e rifiutandoli dirà invece che far forza significhi adoperarsi per una promozione ulteriore, fra i tanti progetti che sono stati prodotti e vi ricordo la nascita della cittadella della cultura, nel macello comunale, il recupero del molo di san Antonio con il mercato dei paranzieri quando qui erano stati sbattuti fuori e parcheggiavano il pesce sul marciapiede, il recupero dell’ospedaletto dei bambini come centro polifunzionale di quartiere , nascita di orchestre la nuova filarmonica europea, la settimana delle arti del 1996, c’è ne uno che vorrei veramente che questa città recuperasse ed è stato il treno europeo dell’amicizia tra il 2000 e il 2007 ogni anno nei giorni di san Nicola giungevano a Bari 300 bambini a rappresentare ben 25 nazioni nello stesso anno con una operazione che era strategica ma anche complessa sotto la sua operazione perché molto elementare , partiva un treno dalla Finlandia da Rovagnemi e lungo il percorso di questi treni che ovviamente collegavano gli uni agli altri, si aggiungevano rappresentanze di scolaresche anche dall’est e dall’ovest per cui un fiume tra i due affluenti e quando giungeva a bari giungeva con 300 bambini e con i loro accompagnatori. Cosa succedeva? Venivano ospitati nelle tali famiglie locali delle scuole che avevano accettato di partecipare a questo progetto e di l’ nacquero straordinarie operazioni di scambio che ad oggi non sono mai cessate, considerato che una nostra ospite recente, la violinista olandese Elisa Ierver, è stata con il primo treno dell’amicizia a Bari nel 2000 aveva 13 anni c’è tornata grazie al nostro festival di cui vi parlerò fra breve, 27 enne, artista di fama internazionale che tornerà a suonare per noi e l’apprezzerete per la sua straordinaria capacità ma anche bellezza incredibile per il 20ennale del laboratorio urbano. Queste sono immagini molto veloci che vi mostro, significava in quegli anni il treno, l’arrivo di questi gruppi erano 6 più l’accompagnatore, ognuno dei quali portava un dipinto, in segno d’amicizia, qui in piazza, nei giorni di san Nicola, la sera dell’8 si raccoglievano anche le famiglie ,delle scuole per festeggiare insieme e verificare quello che i gruppi internazionali avevano portato con loro, musica ,poesia, teatro, danza voglia di stare insieme, di costruire rapporti, c’era il corteo dei segni dell’amicizia, ci si riuniva per una preghiera come inizio in san Nicola, san Nicola era sempre ovviamente sopraffollato, in piazza Umberto nacque lo spazio dedicato al giardino di Europa e le piante di tutta Europa vennero piantate lì, poi morirono perché nessuno volle occuparsene, l’arrivo del treno, vado veloce perchè vedo che i mio tempo sta addirittura già scadendo e vado subito all’altro intervento. Laboratorio urbano ha significato progetti, programmazione di interventi convegnistici, ha significato nella prima circoscrizione, oggi quinta la nascita del laboratorio urbanistico partecipato che ha vissuto per 5 anni nella precedente legislatura e che dal quale è nata l’idea dell’economia urbana del nord barese, progetto metropolitano perché interessa due dei municipio baresi, il quinto e il terzo nonché Bitonto, Modugno, Giovinazzo e Palo del Colle, convegni del recupero delle periferie, un convegno importante fatto lo scorso anni nel 90esimo anniversario della morte di Ricciotto Canuto perché una delle ville che noi utilizziamo per il nostro festival e villa San …(?) a santo Spirito è stata la villa in cui Ricciotto Canuto da giovane visse le sue estati nella villa di mamma Stampatia . il secondo festival eco museale delle arti dello scorso luglio ha permesso di accogliere Elisa Iervela giovane violinista finlandese con 7 serate tutte dedicate alle 7 arti inclusa ovviamente e particolarmente la settima, il cinema di cui Ricciotto Canuto è stato promotor negli aspetti internazionali, vedete villa Stampatia, villa Longo DeBellis a Palese risultato di pubblico sempre eccezionale, un tutto pieno con una proposta che è la proposta di sistema, quello che i movimenti dell’800 e del 900 hanno saputo fare partendo magari dall’idea di uno, mettere insieme le forze culturali farle interagire, farle riconoscere e farle vivere insieme nel rispetto degli altri, nel riconoscimento del valore delle altre arti mai facendole vivere ognuno per conto proprio. Termino e mi scuserà l’assessore per i pochi secondi vedete Lino DiTuri che parla ai bambini, termino con una riflessione, il volontariato in questi 20, 30 anni ha fatto cose straordinarie e le ha fatte vivendole sulla pelle di chi le promuoveva, far sistema non è mai stato facile a Bari , ma è stato un successo che ha consentito forse anche oggi di tornare a parlare di cultura, avendo a disposizione un territorio che la cultura non lo ha mai abbandonato, ecco che non si ricomincia ancora una volta da zero, c’è un patrimonio che noi operatori abbiamo sempre messo a disposizione volontariamente il più delle volte disconosciuto, di questa città volente o nolente e si è comunque appropriata e sul quale patrimonio ha vissuto. Caro giovane assessore ti invito calorosamente a prendere atto che questo patrimonio esiste ed è nelle tue mani gratuitamente. grazie

…… – bentornati spero abbiate passato una buona nottata e ricominciamo lì dove ci siamo lasciati, ieri hanno parlato 68 operatori, artisti, imprese, né abbiamo altrettante oggi quindi sarà una giornata di duro lavoro, vi ricordo che le conclusioni che ne trarrò sono previste alle 5 e mezza e non oltre perché poi abbiamo un impegno istituzionale come giunta per cui dovrò terminare necessariamente per cui dobbiamo essere tambureggianti , precisi e rispettosi dei tempi. Come da programma, come da elenco alla 9,30 era previsto oggi l’intervento del dottor Morris Franchini, non so se c’è? Se non c’è perde il suo diritto a parlare visto che sono le 10 meno un quarto, Vittorio Cosentino del collettivo teatro aperto e si prepari Angela Pace di Tast and go, mi raccomando 7 minuti massimo

VITTORIO COSENTINO – devo dire che è un bellissimo successo della manifestazione perché anche senza manifesti cittadini c’è, sono prenotate 120 persone a parlare e questo è una cosa bellissima. Ieri ascoltando gli interventi MI è SEMBRATO CHE gli assessori che parlavano erano operatori culturali e gli operatori culturali facevano gli assessori, mi spiego semplice , il Petruzzelli è chiuso tutto l’anno anzi quando il voce presidente della confindustria era nel consiglio di amministrazione , aveva calcolato che su 365 giorni il Petruzzelli lavora 70 giorni, ebbene gli assessori della regione hanno detto che i beni culturali devono essere aperti sempre io non riesco a capire perché la mattina sia chiuso eppure il sovraintendente ci ha detto che il Petruzzelli ha dipendenti per , naturalmente per 365 giorni l’anno ,io sono stato a Parigi per lavoro, compravo il panino alla galleria Lafaiette e lo andavo a mangiare, sporcandolo di molliche , volutamente all’opera di Parigi, era aperto , non riesco a capire perché i bambini non possono sporcare con le patatine fritte entrando nell’atrio del Petruzzelli e questa è una cosa. Non vedo perché il Petruzzelli che prende ha un bilancio di 13 milioni all’anno non possa fare , dare per esempio uno spettacolo gratuito al mese per studenti e disoccupati, non vedo perché il Petruzzelli il 15 agosto che è la festa, diciamo, dei baresi e dove a Pane e Pomodoro , la spiaggia cittadina urbana, dove ospita circa 100 mila persone, non possa avere gratuito la sera del 15 agosto un concerto del Petruzzelli, queste sono proposte concrete, ma andiamo alle cose ben precise. Sembra che ad un certo punto , certo non è obbligatorio leggere Marx per fare teatro, ma Marx ha avuto l’accortezza di leggere il teatro per scrivere il Capitale , non a caso nel primo libro del Capitale Marx cita il timone d’Atene, oro prezioso giallo e luccicante , che serve poco per rendere buono il cattivo e così via di seguito, ora Marx dice ad un certo punto molto bella che dice a ciascuno secondo il bisogno da ciascuno secondo le proprie possibilità, questo significa contributi a tutti a pioggia come si dice, ebbene c’è stato un operatore, ieri, che ha avuto l’arroganza di dire che dare i contributi a pioggia è da fascista è da destra, che questa è la prima volta che lo sente, io mi sento veramente umiliato che porto avanti, la mia battaglia è se ci sono contributi che sono per tutti se non ci sono non ci siano per nessuno, e poi vi faccio vedere dei numeri molto precisi che sono questi e sono 4, 4, 3 volte 4 li lascio qua, dico perché che senso ha nominare una commissione di esperti per valutare le domande che hanno fatto per avere i contributi, io so che, che se non sbaglio c’era anche l’assessore allora come esperto, questa è una questione anche di compatibilità, bisognerebbe rivedere come si trovano, ma sai cosa facevano gli esperti? Controllavano se c’erano le fotocopie, la fotocopia della carta di identità che se una aveva pure smarrita viene cancellato, questa è una offesa alla cultura ,è una offesa al cielo, alla natura, non è possibile che si può cambiare un gruppo perché si è dimenticato la carta di identità , è assurdo, bene ha fatto il rappresentante di 5 stelle, ieri, che io non sono di 5 stelle, non ho votato 5 stelle, ma ha parlato di fossilizzazione dei contributi, alle stesse persone, agli stessi gruppi, a questo punto municipalizziamoli, rendiamoli municipali, gruppi che diventano di fatto, dipendenti comunali, la cultura è un’altra cosa, la cultura è 4, 4, 4,ed è questa, 18 febbraio 1554 moriva Michelangelo, 23 aprile 1564 , ritorna il 4 , nasceva William Shakespeare , 1 febbraio 2014 veniva liberata la caserma Rossani, liberata, è lì oggi la primavera nazionale, la primavera italiana, la primavera europea, perché è assurdo sentire qui, ieri da alcuni operatori turistici, non dall’ultimo venuto che Bari non ha una spiaggia urbana c’è pane e pomodoro, aveva ragione l’ osservatorio turistico, perché che senso ha avere un terzo politecnico che io chiedo che sia eliminato , il terzo politecnico, visto che Bari da 40 anni celebra il colera, il colera è una malattia oro fecale, dalla bocca alle feci non ha la seconda fogna, in tutta la città non esiste una seconda fogna, un politecnico che non si pone il problema della seconda fogna e che per ogni piccola pioggia viene chiusa la spiaggia di pane e pomodoro, non ha senso di essere il terzo politecnico se non c’è la terza fogna , come non ha senso avere un centro di informazione comunale che io per avere la fotocopia di questo manifestino ho dovuto lasciare il carta di identità , cioè io vado al centro comunale, al centro comunale lì per avere un volantino, dice se ti vuoi fare la fotocopia devi lasciare la carte di identità, io ho lasciato la carta di identità per farmi la fotocopia di questo volantino che dovrebbe essere dato gratuito. Allora facciamo le cose più serie, diciamo chiudiamo quel centro di formazione comunale che sta proprio al piano terra del comune e facciamo in modo che gli diamo lo stipendio il famoso salario di cittadinanza e stanno a casa perché è una offesa per il cittadino che chiede una informazione così elementare, allora vengo al dunque perché mancano 44 secondo, la mia proposta concreta è, se ci sono soldi ci siano per tutti, che le commissioni siano trasparenti, che non possono decidere all’insaputa, io voglio sapere quali sono i criteri artistici, perché alcuni vengono convenzionati e altri no , quali sono i criteri artistici per cui alcuni hanno i fondi e altri no , per esempio se fosse valido questo metodo Ainstain non sarebbe mai dovuto diventare Ainstain perché lui in matematica era ciuccio, lo stesso Picasso non poteva studiare arte perché era stato eliminato, non parlo di Carla Fracci che era stata allontanata dalla scuola di danza, queste sono cose, la cultura è di tuti ha fatto bene a dire la Godelli che la cultura non è un bene economico ma è un bene civile e appunto perché è un bene civile deve essere di tutti, ad aprire questa sala , questa sala deve essere aperta a tutti da oggi non da domani. Grazie

… – grazie , grazie anche per il rispetto dei   tempi, anche molto bene , adesso la parola ad Angela Pace, non c’è, a Dario Catalano e di prepari Giancarlo Dipaola

DARIO CATALANO –un attimo di pazienza perché vediamo se proiettiamo anche qualche immagine, intanto mi presento Dario Catalano, sono il presidente dell’Old club di Bari , è un club che ha una sede in Bari e si tutela il patrimonio delle auto d’epoca, quindi delle auto storiche e promuove la conservazione e il restauro di tali auto quali considerati oggetti protagonisti della storia del 20esimo secolo. Innanzitutto volevo fare un ringraziamento per questa conferenza di servizi che già ieri ha avuto degli ottimi risultati, ho visto che era pienissima di gente sono passato anche nella giornata di ieri , è una occasione bellissima per noi organizzatori di manifestazioni, noi siamo organizzatori del gran premio di Bari, per poter esporre le nostre idee e per poter spiegare il nostro evento in anticipo, con un buon anticipo sull’evento quindi avere una programmazione completa del cartellone delle manifestazioni e degli eventi culturali e turistici della città di Bari per tutti questi 4 anni. La nostra manifestazione, è una manifestazione che ormai tanta gente conosce, noi siamo conosciuti e siamo considerati come gli organizzatori del gran premio di bari più che presidente e consiglio dell’Old club, il gran premio ormai è una manifestazione che è giunta alla sua quarta edizione di rievocazione storica, innanzitutto che cosa è il gran premio? Il gran premio è stata una delle manifestazioni più importanti del maggio barese, dal 48 e chiedo scusa, dalla prima edizione nella quale vinse Valsi fino all’ultima edizione nel 59, nella città di Bari si sono susseguite 9 gare di gran premio di formula 1, molte persone con i capelli bianchi, più anziane lo ricordano bene , i giovani sicuramente non lo ricordano, quando noi abbiamo voluto riprendere questa cosa del gran premio e di formula uno io ho provato a digitare su google formula uno Bari non usciva assolutamente niente, una manifestazione completamente dimenticata, dopo 4 edizioni, la manifestazione l’anno scorso aveva 50 mila spettatori nella città di Bari è stato un evento che la gente ha considerato uno dei più importanti a livello nazionale di auto d’epoca ma anche internazionale e che sicuramente spinge Bari sia a livello turistico che a livello culturale e ha una grande rinomanza a livello turistico e a livello culturale. Per quanto riguarda il gran premio dell’epoca, il gran premio dell’epoca era un manipolo di pochi personaggi barese famosi fra cui l’ex sindaco Chieco, Luigi Chieco Bianchi che organizzavano questa manifestazione Luigi Amati chiedo scusa, che organizzavano questa manifestazione mettendo dei soldi privati e facendo una manifestazione che fu la prima gara di formula uno del dopoguerra in Italia, per farvi capire che cosa era il gran premio di bari all’epoca c’ erano delle agevolazioni , addirittura delle ferrovie dello stato per permettere alle persone di arrivare a Bari per vedere il gran premio, abbiamo delle foto d’epoca del gran premio di Bari nelle quali si vedono centinaia di pulman e vi faccio pensare che cosa era spostarsi negli anni 50, non adesso con il pulman per venire a visionare il gran premio di Bari e vedo che chi ha i capelli bianchi lo ricorda l’evento gli brillano gli occhi. Per quanto riguarda il gran premio si è svolto in Bari, per 9 edizioni , era un gran premio a pagamento, aveva dei costi altissimi l’evento rievocativo vuole ricordare quei tempi, l’evento gran premio che sicuramente per la città di Bari è stato negli ultimi anni uno degli eventi top della città non è solo, non si sviluppa solo negli ultimi giorni, cioè quando c’è la gara vera e propria, cioè quando le macchine girano sul circuito, non parlerei di gara perché si tratta di manifestazione con regolarità rievocativa nella quale le auto procedono ad una velocità costante e non pericolosa né per il pubblico, né per i piloti stessi, ma si svolge nella giornata precedente come è stato nella ultima edizione che abbiamo avuto una notturna con una quantità di pubblico veramente impressionante, hanno detto alcuni concorrenti hanno detto, non abbiamo avuto questa emozione nemmeno alla mille miglia e poi si svolge con tanti eventi collaterali perché l’evento gran premio sono tante manifestazioni che partono da molti mesi prima , l’anno scorso c’è stata la presentazione di un libro sul gran premio, noi abbiamo stampato un libro sul gran premio di bari, abbiamo dato una borsa di studi agli studenti delle scuole d’arte superiori, perché hanno realizzato, agli studenti che hanno realizzato un bel manifesto sul gran premio di Bari, abbiamo fatto come tutti gli anni la mostra tematica sul gran premio, noi siamo custodi di tante documentazioni del gran premio di Bari e abbiamo anche la possibilità tramite collezioni private di accedere ad altre documentazioni e ogni anno sviluppiamo una mostra tematica con filmati come quelli che stiamo proiettando, i filmati dell’epoca del nostro gran premio nonché i filmati delle ultime edizioni. Altri eventi collaterali che sono stati l’anno scorso una bellissima collaborazione con le scuole di altre di russi, quindi una bella, un bel connubio con questi artisti russi che sono venuti a dipingere le loro vetture, le nostre vetture nei nostri pardoch, quindi una ottima interscambiabilità a livello culturale e a livello pubblicitario della manifestazione nonché anche l’anno scorso un evento che è stato evento nell’evento il concerto della Simona Molinari in Piazza Diaz. La manifestazione chiaramente si sviluppa, si organizza da un anno all’altro, nel senso che la manifestazione è biennale però non è una manifestazione di semplice organizzazione perché queste macchine che vengono dai musei non sono le macchine d’epoca dei nostri associati, noi facciamo venire le macchine dal museo Ferrari, da l museo Alfa Romeo, il primo anno abbiamo avuto il piacere di avere la 158, la prima macchina Alfa Romeo, la 158, la prima macchina che ha vinto il gran premio di Bari con Achille Valsi nel 48 e le macchine vengono dai musei e quindi sono pezzi di valore devono essere assicurate è un evento abbastanza complesso e noi di anno in anno lo organizziamo e quest’anno speriamo di farlo il 2 o il 3 maggio, cioè il termine, riprendere questo evento come inizio del maggio barese, perché l’evento era l’evento top del maggio barese che oltre alle sfilate dei fiori, oltre alle sfilate delle bande militari che suonavano aveva, l’evento del gran premio, un evento di richiamo internazionale, l’evento gran premio è già una manifestazione internazionale e quindi noi vogliamo solo crescere ancora , avere ancora tanti spettatori e portare il nome di bari nelle fiere dovunque andiamo perché l’evento viene anche pubblicizzato in tutte le fiere nelle quali saremo presenti .Chiudo qui perché il tempo è poco, ringrazio di nuovo l’assessore Maselli e grazie a tutto il consiglio.

….- grazie Dario, allora Giancarlo Dipaola mi aveva detto, ah ecco lì Giancarlo di Paola cui ho chiesto di intervenire di presidente del consiglio di amministrazione dell’accademia di belle arti di Bari e si prepari Maddalena Milone

GIANCARLO DIPAOLA – buongiorno , leggo in modo da stare nei 7 minuti, sforerò di 35 secondi, ovviamente mi prenoto l’anno prossimo così verrò in prima serata e parlerò solo come presidente dell’accademia di belle arti di Bari ovviamente ci sarebbe tanto da dire anche come piccolo collezionista, anche come sponsor tradizionalmente vicino alle amministrazioni, lo rimandiamo ad una prossima volta perché c’è un argomento che mi sta più a cuore che è un argomento specifico collegato alla vita dell’accademia di belle arti di Bari. Io mi chiamo Giancarlo Dipaola è sono stato nominato presidente dell’accademia di belle arti di Bari nel maggio 2013 con un decreto del ministero dell’istruzione Francesco Profumo che è stato l’ultimo provvedimento del governo Monti. Ma quanti di voi sanno dove è l’accademia di belle arti di Bari esattamente? Francamente anche io lo ignoravo il giorno in cui mi sono andato a presentare per prendere le funzioni, attualmente l’accademia ha rede in via Re David di fronte alla farmacia, viene identificata così, uno va all’accademia di fronte alla farmacia , è un locale commerciale al piano terra a cui si collegano alcuni appartamenti al primo piano, in totale la superficie occupata è di 2000 metri quadri, per l’affitto della quale l’amministrazione provinciale corrisponde un canone annuo di 36° mila in base ad un contratto di affitto che è in scadenza presumo per il 31 dicembre 2015, pare, presumo, ma che c’è? In effetto è abbastanza strano io non ho mai auto copia di questo contratto, si tratta di una sistemazione ignobile, assolutamente inadeguata per una accademia. Costituita nel 1970 con un atto del comune di Bari è stata a lungo confinata in una specie di seminterrato nei pressi della Regione e poi alcuni decenni fa si è decisa la possibilità di accettare di utilizzare un palazzo storico, un ex convento messo generosamente a disposizione dall’amministrazione comunale di Mola, questa scelta ha comportato negli anni un doppio ordine di problemi, frequenti necessità manutentive ma soprattutto un vistoso calo degli iscritti soprattutto provenienti da regioni limitrofe, bisognava tornare a Bari, ma scelta del posto è stata infausta e subito si è rilevata tale tanto è che con una pseudo lettera   di intenti sottoscritta nel 2008, parliamo di 6 anni fa, il comune di Bari ha individuato una be più prestigiosa sede nell’ambito di un più generale progetto a differente riutilizzo della caserma Rossani, certamente sia per la bellezza dei manufatti destinati sia per la collocazione del centro del capoluogo a ridosso del nodo ferroviario non c ‘è dubbio che potrebbe essere una distrazione opinale ma quando? E’ noto a tutti i protagonisti che prima di un consistente lasso di tempo quell’ area non sarà correttamente fruibile , dove faremo lezione dopo il 2015? Qualcuno ha forse interesse a far rinnovare un contratto così oneroso per quello squallido fanastereo? Aspettiamo delle risposte a riguardo si tratta di richiamare quel po’ di orgoglio adesso rimasto nelle forse produttive e nelle istituzioni per dare una soluzione che non sia al ribasso ma che rilancia ancora di più questa istituzione, io sono anche consigliere della Camera di Commercio di Bari che è un socio dell’ente Fiera del Levane e sono a conoscenza della disponibilità nell’ambito del ridisegno complessivo dell’area fieristica di uno spazio circa 4500 metri quadri in attesa di locazione proprio nella posizione più prestigiosa il front end rivolto al mare, quella che una volta si chiamava l’entrata monumentale, insomma la parte a sinistra rispetto a Italy, finora per l’affitto di questo spazio non è arrivata alcune proposta da parte di nessuno. E’ dal maggio del 2013 ampiamento inascoltato che propongo do valutare la possibilità di ottenere in locazione per l’accademia e per un congruo periodo di tempo tali spazi, certamente non è l’accademia di belle arti che potrà risolvere con un affitto parimenti sontuoso della fiera del levante ma servirebbe nella logica della buona amministrazione facilitare il percorso indispensabile per individuare in tempo utile il 2015 è alle porte, un a soluzione che sia adeguata alla immagine che l’accademia di Bari deve avere, non so se voi avete idea di questa, in che siti sono collocate le accademie di Genova , di Venezia, di Bologna, di Roma, di Foggia, di Lecce, non parliamo ovviamente di Brera, è uno schifo. Dobbiamo trovare una soluzione confacente alle esigenze di questi, circa 700, studenti, tra i quali sicuramente c’è il prossimo talento che verrà ad emergere, del corpo docente, del personale amministrativo e tecnico, ma soprattutto del territorio, avere una accademia prestigiosa dove si possono svolgere delle attività dove insegnare l’arte è una asset fondamentale per il territorio. Nel 2019 avremo in Italia la capitale europea della cultura probabilmente sarà in una città sede di accademia, ma quale istituzione meglio del sistema di accademie potrà formar tutte le professionalità necessarie per accogliere con competenza tutti coloro i quali verranno nel bel paese per eventi che possono rappresentare un ulteriore trampolino di lancio per un intreccio fruttuoso che possano ibridare arte, cultura e turismo, può essere straordinario, alcuni paesi si sono rilanciati cogliendo questa opportunità, si pensi al ciclo dell’acqua in Portogallo o ai dico tre, tre teatri costruiti nel bel pezzo della valle del petrolio ad Osti in Texas, ma abbiamo bisogno di azioni e comunicazione che sfuggano alla prevedibilità . Forse dobbiamo rivolgerci al Padre Eterno come ci suggerisce Giò Ponti? E Giò Ponti era un docente dell’accademia che scrive questa bella parabola: il Signore venne a conoscenza attraverso gli angeli che gli uomini giù nel mondo producevano cose strane, pitture, poesie, sculture , architetture, musiche, gli angeli vollero una spiegazione e lui così si rivolese loro: è l’arte signori angeli, la sola cosa che io non ho creato, la sola cosa che non riuscirà al cielo neanche con i miracoli, l’arte è qualcosa che è soltanto degli uomini, se qualche squillo di celesti trombe echeggerà anche qui, se nelle sfere celesti gli archi si muoveranno in celeste armonia, nulla però avrà a che fare con le musiche, le danze, le sculture degli uomini, sì avete capito bene, sono ben altre e inimitabili cose, cose piene di vita che qui dove non è così, non riusciranno mai , niente da fare angeli miei noi non dipingeremo, non danzeremo, non incideremo, non scolpiremo, se gli uomini sono spettatori del cielo, noi celesti siamo spettatori dell’arte, l’arte , signori angeli, è il miracolo degli uomini, è la cosa più bella , più eccelsa, nella quale e solo in essa gli uomini sono come me , sono creatori. Grazie

… – Bellissimo Giò Ponti , grazie Giancarlo Dipaola, davvero grazie, la parola a Maddalena Milone e si prepari Vito Causarano

MADDALENA MILONE – buongiorno , grazie dell’invito all’assessore Maselli e al sindaco Decaro per aver supportato e promosso questa manifestazione, io sono Maddalena Milone e sono delegato Puglia di Feder congressi degli eventi sono un imprenditore barese , ho la fortuna di aver vissuto questo tipo di format, già da 10 anni la nostra fiera internazionale di riferimento che è Aimex si tiene a Francoforte organizza il Politicens forum e dall’anno scorso la nostra fiera nazionale di riferimento che è la BTC, la borda del turismo congressuale che si tiene a Firenze, lo ha importato in Italia, quindi quest’anno il prossimo novembre avremo la seconda edizione di Politicens forum dove noi imprenditori rivolgiamo delle istanze ai politici invitati, e la partecipazione è sempre molto numerosa per nostra fortuna, quindi diciamo, una occasione ghiotta quella e questa pe portare delle istanze concrete nel nostro settore. Che cosa è il turismo congressuale? E’ un termine che a noi non piace molto, perchè a noi piace il turismo generato dai congressi, il congressista quando arriva in città, con l’areo, o in treno o in auto prende un taxi, prende un caffè, compra un giornale, cena in un ristorante, dorme in un albergo, solitamente queste sono le attività di base che un congressista quando arriva in città svolge quindi 5 operatori economici sono coinvolti dall’arrivo di un congressista. Il turismo congressuale genera business immediatamente , appena il congressista arriva, allora quello che noi vogliamo fare perché dobbiamo attirare gli eventi nella nostra città, è dargli un valore, è l’unico modo per dare un valore non è dire che siamo belli, siamo bravi, abbiamo tanti voli, quello ci serve tantissimo, così come speriamo di poter presto dire che abbiamo un collegamento diretto con Roma e con Napoli, minimo avere l’alta velocità è fondamentale per continuare a sviluppare il nostro lavoro, questo ha valore alla destinazione, l’unicità, il territorio, non è niente di trascendentale, ma vi assicuro che trovare degli interlocutori di riferimento che abbiano la sensibilità, ecco uso questo termine di capire, il business che si può generare, con un evento in città, non è facile e soprattutto non è scontato. Abbiamo organizzato lo scorso dicembre, proprio per far comprendere il valore di questa città un blogher tour , abbiamo invitato dei blogher , tantissimi seguaci, appunto sui loro profili, sui social, sul web, a scoprire la città nei luoghi anconventional dove poter realizzare degli eventi, ma questo non avremmo potuto farlo senza l’allora assessore comunale al marketing del territorio che ha aperto i luoghi nascosti, ecco questo è quello che dà valore alla nostra offerta, offrire luoghi unici, così da rendere unico l’evento stesso quindi irripetibile, lasciare una emozione, una unicità, ma questo non possiamo farlo senza l’amministrazione comunale assessore, e abbiamo lasciato un ricordo positivo, abbiamo generato informazioni e attrattività sul territorio e questo lo abbiamo fatto anche con un portale, nella mia azienda con un investimento completamente privato che si chiama Puglia to meat, abbiamo deciso all’interno dell’azienda di portare questo portale si chiama Puglia 2 meat tenendo fuori tutte le catalogazioni stereotipate, ma trasmettendo delle emozioni e siamo riusciti ad attrarre attraverso la commercializzazione di questo portale diversi eventi dall’estero sul territorio. Quindi è questo che serve a noi una volta portati qui gli eventi, poterli accogliere e dare valore all’evento stesso perché il congressista è l’ospite partecipante genera business immediato sul territorio, quindi è questo il messaggio forte che io voglio trasmettere al nostro assessore e che spero voglia dedicare al turismo congressuale, ecco chiamiamolo così per farci capire un po’ da tutti, un filone dedicato, anche perché all’amministrazione non costa niente, non abbiamo bisogno di soldi, abbiamo bisogno di una rappresentatività, di un riconoscimento, di un assessore che venga a dare il benvenuto, di far capire ai nostri partecipanti che l’amministrazione comunale li vuole accogliere e dà un valore anche all’evento, questo è molto importante , sembra banale ma basta veramente poco. Quindi le mie proposte concrete un referente, assessore, nello staff dell’assessorato per noi che ci risponde al telefono , che ci risponde alle email, che capisca la portata dell’evento e che sia capace di selezionare ovviamente tutte le richieste che poi inevitabilmente le arriveranno, una mappatura delle locations uniche di svolgimento degli eventi, in questo ci dichiariamo disponibili sin da ora a dare il nostro supporto nella catalogazione, magari una mappatura digitale delle strutture che noi possiamo vendere, guardate noi siamo i vostri venditori, i venditori del territorio e a voi non costa niente, lo ripeto, proponiamo Bari, presentiamo le candidature, ma abbiamo bisogno di un sostegno alla candidatura, abbiamo bisogno che qualcuno del comune venga con noi a testimoniare la volontà di ospitare l’evento e io quando ho presentato la candidatura di Bari per eventi nazionali mi sono scontrata con il sindaco Fassino che accompagnava il convention buroux di Torino, con un messaggio video registrato di Renzi , quando era sindaco di Firenze questa è la realtà, noi purtroppo siamo stati un po’ abbandonati e quindi chiediamo all’assessore che ritorni, ecco, dalla nostra parte per il bene della città, e quindi conoscere e metter a disposizione i tesori nascosti della città, darci le chiavi della città e di questi luoghi unici, perché guardi assessore noi non prenotiamo sale o organizziamo coffe break e lunch ma noi facciamo proposte progettuali di eventi, quindi non siamo solo delle agenzie di intermediazione , noi facciamo dei progetti, però i progetti per renderli unici devono essere sicuramente caratterizzati e ancorati sul territorio, ci serve quella emotività che solo i nostri luoghi unici possono avere per creare quell’ancoraggio psicologico che rende l’evento unico e irripetibile come ogni nostro unico evento, avere anche una lista di eventi che si svolgono in città per poter far vivere la città e il supporto appunto della realizzazione delle candidature anche con del materiale divulgativo che noi non abbiamo. Federcongressi è l’associazione di categoria di riferimento nazionale, quindi raccoglie tutti gli operatori e rappresenta tutta la filiera e adesso ha istituito, a contribuito ad istituire ed è presidente del convention boroux nazionale, io la invito al prossimo evento che si terrà a Bari il 23 di settembre, ci sarà il nostro presidente nazionale della feder congressi e sarà presentato questo convention boroux nazionale, la Puglia non è ancora presente ma speriamo che ne faccia presto parte e vi invito anche ad un altro evento che stiamo organizzando il 15 e il 16 settembre, quindi tra pochissimo durante la fiera del levante sulla il digitale a favore della valorizzazione dei territori, ci sarà il commissario straordinario di Enit e parleremo appunto dei nuovi strumenti di comunicazione per la valorizzazione dei territori a costo zero per l’amministrazione non solo comunale ma per tutte le amministrazioni. Grazie

… – grazie a lei attendo l’invito con l’orario per il 23, mi deve perdonare Vito Causarano, Vito mi devi perdonare devo dare la parola al presidente della fiera, subito dopo tu perché mi ha chiesto di anticipare il suo intervento perché poi deve scappare via per un impegno che adesso ci racconterà, la parola al presidente dell’ente fiera del levante il professor Padroni Griffi, Ugo Padroni Griffi. Grazie

UGO PADRONI GRIFFI – MI SCUSO MA NON VOLEVO, il dono dell’obliguità è un po’ difficile ed io devo essere tra poco alla fiera del levante per la presentazione alla stampa della campionaria e quindi, chiaramente essendo le mie regole di ingaggio che mi vedono, diciamo, impegnato come presidente della fiera la mia priorità è essere là ad accogliere i giornalisti peraltro li accogliamo nella vecchia sede di lavoro dell’assessore, quindi nella Puglia fin conventions, secondo una tradizione che abbiamo inaugurato l’anno scorso che è stata felice perché poi nell’edizione dell’anno scorso è stata una edizione che è stata molto ricca, che è andata bene. Detto questo mi si è chiesto di dire due parole sul connubio, che poi è un invito a nozze cultura e fiera ma sostanzialmente turismo e qua il professore Pirro tra l’altro si confrontiamo su questi temi. Io invito quanti di voi non l’abbiano fatto a leggere un libro che ha scatenato un dibattito acceso in Germania che si chiama L’infarto della cultura, ed è un libro che per noi dovrebbe essere un libro denso di spunti e dovrebbe invitarci a riflettere sul rapporto che può sussistere tra il finanziamento pubblico e la promozione della cultura e la promozione di uno viluppo economica che poi è la promozione di un territorio. Allora i tedeschi, bontà loro in un ambiente economico molto diverso dal nostro si sono posti il problema dell’eccesso di finanziamento e noi questo problema c’è stato risparmiato dallo stato perché abbiamo una atavica penuria di finanziamenti e hanno detto questo eccesso di finanziamento erogati a pioggia favorisce la cultura o invece favorisce la conservazione e la stagnazione e genera valore aggiunto e la risposta è stata negativa. Noi agiamo in un mercato completamente diverso, non abbiamo la crescita che la Germania, non abbiamo le risorse che ha la Germania ma il punto di fondo di quel libro scritto a più mani da 4 studiosi tedeschi è che oggi non ci possiamo più permettere di disperdere le risorse, quel, diciamo, assioma, per cui si deve privilegiare la quantità sulla qualità, è un assioma del tutto economicamente inefficiente, noi dobbiamo puntare sulla qualità degli eventi e selezionando quegli eventi secondo un metodo econometrico che possano generare sul territorio una ricaduta in termini economici positiva e quindi non una riduzione delle   risorse da destinare alla cultura ma una selezione dei progetti da finanziare incrociandoli con quelli che sono le peculiarità del territorio in modo da favorire lo sviluppo della economia e qui veniamo al tema principale. Cioè la cultura non ha nessuna diversità ontologica dagli altri beni di consumo, non ha una sua superiorità morale, non ha una diversità, una sua superiorità diciamo è un bene, la cultura è il bene culturale come tutti gli altri beni e va trattato come tutti gli altri beni, quindi riducendo, svalutandone la demagogia che ruota intorno al prodotto culturale e va trattato come tutti gli altri beni e verificato se quel bene che noi intendiamo promuover per quel bene su cui si intendono spendere denari pubblici c’è una domanda e quindi la selezione deve avvenire attraverso una verifica della sussistenza della domanda per il prodotto culturale promuovendo e privilegiando i prodotti culturali che sono in grado di attirare una maggiore domanda. Cosa è successo in questi anni? E’ successo in questi anni che molte città, molti territori hanno compreso le logiche economiche che risiedono dietro a questo   fenomeno e hanno tentato di concentrare gli eventi culturali in unità di periodo geografiche, cioè tutte le città che noi conosciamo sono caratterizzate da uno o due eventi culturali di punta che fungono da attrattori culturali e poi da attrattori turistici, il problema della città di bari non è un problema di non avere una offerta culturale adeguata , ma di non sfruttare nella maniera economicamente efficiente la propria offerta culturale. Noi abbiamo degli eventi importanti abbiamo degli eventi storici come la campionaria, abbiamo l’evento del bi fest organizzato che sta crescendo, ma dobbiamo cercare di fare sistema, abbiamo un punto di partenza il turista transita da Bari in cifre rilevanti, milioni di turisti transitano da Bari ma si ferma a Bari un giorno e mezzo .Noi dobbiamo studiare i picchi del turismo già legati alla stagionalità e intercettare nei periodi di massima punta del turista e spingere il turista a dedicare una parte del proprio soggiorno al territorio cittadino e quindi creare una chermesse come i nostri antenati avevano ben immaginato quando facevano il maggio di bari che sia un contenitore di eventi di diversa natura che porti il turista a soggiornare nella città, a spendere nella città e a favorire un processo anticiclico, mi mancano 37 secondi che regalo al prossimo relator . grazie

… – grazie al presidente, grazie Ugo, la parola a Vito Causarano, cui ho chiesto di intervenire e lo conoscete credo tutti, è uno dei decani del commercio discografico barese, ci siamo in tanti riforniti da lui presso Centro Musica e si prepari Patrizia Calefato

VITO CAUSARANO – buongiorno, ti ringrazio per l’invito per me è la prima volta , mi si è chiesto di parlare dell’evoluzione del mercato discografico negli ultimi anni , di come la penso ,e io sono Vito Causarano, gestisco questo negozio insieme alla mia famiglia dal 1978, nella metà degli anni 80 Bari contava 22 negozi di dichi , oggi ne abbiamo solamente 3, che cosa è successo ne l frattempo? L’industria discografica si fondava principalmente su un concetto, cioè sul concetto del cliente avventore e cliente cultore, l’avventore era quello che dava i maggior introiti al mercato discografico perché era quella molla psicologica che spingeva il cliente ad entrare nel negozio perché piaceva ed era contento di ascoltare, i suoi neuroni sono felici di ascoltare dei pezzi , quindi incrementava i n questa maniera il mercato discografico e si facevano i grossi numeri, che cosa è successo? E’ successo praticamente che con l’andare del tempo, diciamo fino all’inizio del nuovo millennio, le cose più o meno andavano bene, il web poi ha fatto tutto il resto, cioè ha distrutto e depredato un settore che negli ultimi anni ha perso circa 22 mila posti di lavoro, il settore dell’intrataiment l’Italia ha person22 mila posti di lavoro , molti di più di tanti altri settori, cosa è mancata? E’ mancata la cultura del rispetto del lavoro altrui, si pensava che la musica gratis non facesse male a nessuno, invece io ho raccolto le testimonianze dei miei colleghi che hanno perso il posto di lavoro a 50 anni ed è tosta iniziare a quell’età, quindi tutto sommato il web ha dato nuovi spazi, io pensavo che potesse essere d’aiuto per aumentare la conoscenza , invece si è passati a un consumo totalmente superficiale della musica , un consumo mordi e fuggi, la gente non aveva neanche il tempo di ascoltare e approfondire le conoscenze, si caricava gli hardisk di musica, era contenta così, era felice di avere gli hardisk pieni ma non ascoltava nulla, ascoltava il minimo indispensabile, quindi è venuto a mancare quel backgraund che poteva in qualche maniera far reggere il mercato discografico, adesso in realtà dal 2007 c’è stata una crisi profonda, ci avevano dato per spacciati, nel 2005 si pensava che i negozi di dischi non dovessero esistere più, invece qualcosa è successo, è successo l’imponderabile, è successo nel senso che chi poteva mai pensare che il vinile tornasse in auge? Chi poteva scommettere su questa cosa? Io non avrei mai scommesso infatti all’inizio pensavo che fosse più che altro un fenomeno di tendenza, quasi vintage, invece pian piano è un mercato che sta crescendo, i negozi di dischi sono tornati un attimino in luce e grazie anche al record store day che è un evento che si celebra in tutto il mondo , dove in Italia è arrivato un po’ più tardi ma in altri posti, tipo negli States hanno dato una grossa rilevanza al fenomeno , quindi artisti importantissimi tipo Paul Mec Cartin, Bob Dilan, hanno riempito i negozi di dischi, hanno riportato in qualche maniera alla luce questo luogo, che non so se qualcuno di voi ricorda che cosa è però, alla fine è un luogo dove c’è la cultura di un posto, di una città, rappresenta anche la cultura di un posto , è stato sempre ritenuto un settore , il nostro, superfluo che non serviva a gran chè ma onestamente quando penso che alcune città oggi leggevo che addirittura che un mio collega di Varese Carù che è un negozio storico , è rientrato nei primi 10 negozi del mondo, quindi alla fine sono rimasto molto contento di questa cosa. Quindi il vinile praticamente ha riportato un po’ di giovani nel negozio, mancavano da tantissimi anni, ora vedo 15enni, 16enni, 20enni che vengono a comprare nel negozio i dischi delle Zepelin, Pink Floid, gruppi magari più in luce, ma l’importante è vedere questi ragazzi , un interesse soprattutto da parte loro e la cosa più importante, secondo me, è che recuperino quella ritualità che il vinile porta, cioè il fatto di stare a casa in un luogo, ascoltare la musica in un luogo e non essere né veloci e né superficiali, cercare, i giradischi vengono, sono stati riprodotti adesso ci sono dei giradischi che si possono comprare a 130 euro fino a 30 mila euro però c’è la Torrens, la Legan che stanno producendo giradischi anche con 200 euro uno lì può comprare. Scenario futuro: mi chiedeva l’assessore, io credo che fondamentalmente il mercato oggi, tutto sommato, non so quanto tempo ho ancora, 46 secondi, sia bloccato ma il supporto del vinile del cd e con il could a lo…(?) insieme possono funzionare, cioè un consumatore con un supporto , con un acquisto porta a casa via i tre supporti e ci sono alcune case che lo stanno facendo. Proposta, sono velocissimo, io propongo, prima di tutto di far coordinare le forze che cooperano sul territorio , ci sono tante associazioni, tante situazioni interessanti, però a volte si sovrappongono , ci sono programmazioni che vengono sovrapposte, ci sono due , tre concerti lo stesso giorno invece secondo me bisogna in qualche maniera cercare di pianificare meglio questo e quindi dare più spazio alla gente per poter fare, per poter assistere alle cose , una cosa importante, secondo me è importante creare una cittadella della musica cioè dove tutti i gruppi che vanno a pagare delle cifre in garage, box ecc. per poter suonare, possono incontrarsi e creare , magari, anche una programmazione gratuita per la città di questi gruppi che usufruiscono di questa struttura messa a disposizione dal nostro comune e quindi questa può essere anche una coiner(?) fare incontrare tanta gente , tante teste che possono rendere anche interessante la nostra città e l’ultima cosa e chiudo, c’è una scuola, l’Amedeo D’Aosta a Bari che fa dei turni pomeridiani per i ragazzi che vogliono imparare a suonare uno strumento, io credo che sia una cosa che si possa allargare, adesso non so se già viene fatta, a tutte le scuole cioè creare un interesse, cercare di sovvenzionare in qualche maniera questo tipo di operazione in maniera tale che i ragazzi sono interessati a qualcosa di diverso, io ho avuto questi ragazzini nel negozio che vengono a comprare i dischi di Vivaldi ed era interessante vedere un ragazzino di 11, 12 anni che viene a chiedere questo tipo di cose a me riempie di gioia, quindi questo può essere una iniziativa interessante nella nostra città. Ho finito

… – grazie Vito, la parola adesso alla professoressa Patrizia Calefato, che ringrazio di essere intervenuta e subito dopo a Massimo Salomone

PATRIZIA CALEFATO – grazie ,buongiorno , ringrazio l’assessore Maselli per questo invito, sono molto d’accordo con quello che dicevano i due relatori che sono intervenuti subito prima di me , mi hanno interessato molto soprattutto queste due ultimi interventi trattati. Mu è stato chiesto qu i di intervenire a proposito di quello che sul piano della cultura può essere legato agli stili di vita, perchè è vero come diceva Ugo Padroni Griffi che la cultura sia un bene , ma la cultura è un ben comune, il sapere è un ben comune, è dunque una cultura alla altezza dei tempi, una cultura all’altezza de l secolo, del millennio, in cui noi viviamo deve essere in grado di legarsi anche a delle forme di partecipazione, anche a delle forme di sentire comune che vivono quotidianamente nel tessuto sociale di una città, di un luogo, di un territorio, parliamo di città metropolitane oggi. Silvio Maselli un mese e mezzo fa ha sollecitato tramite face book la visione di questo blog che da anni esiste un blog di moda di un fotografo statunitense, un fotografo nuiorchese, Scott Schuman che da qualche anno ha abbandonato il suo mestiere di business nel mondo della moda e si è dedicato a fotografare gli stili di strada, da un punto di vista non come si intendevano gli stili di strada negli anni 60 e 70, cioè gli stili un po’ ribelli, gli stili un po’ legati anche a delle ideologie , a dei gusti musicali un po’ alternativi, ma quei stili di strada che possano , lui dice sembrare grandi, dare una idea del territorio, ha cominciato nei primi anni del suo blog con Manathan e quindi Manathan, Manathan e lo sappiamo il cuore del mondo dopo di chè si è spostato in Europa è andato naturalmente a Parigi, a Milano a Firenze, a Berlino, a Stoccolma, dopo di chè, ecco questo me lo ha fatto vedere Silvio Maselli, è venuto a Bari e in Puglia e questo Sartorialist che è visto da milioni di persone nel mondo, ha ormai un ruolo di opinione, di indirizzamento del gusto e della sensibilità fescions e quindi anche culturale considerando la moda nella mia visione, ma non solo nella mia visione come una forma di linguaggio, come un qualcosa che traduce la sensibilità e traduce anche delle culture a confronto , noi oggi per strada vediamo i veli, vediamo forme e colori diversi e dunque la moda è una forma di traduzione culturale , è una forma di sensibilità comune, e quindi ha fotografato questa nonna, questa nonna nella città vecchia , queste due belle ragazze sempre nella città vecchia e poi ancora questa altra signora nel centro storico di Bari, questo signore sempre nel centro storico, poi anche nel territorio, due, Locorotondo e Mola di Bari, quindi città metropolitane anche l’idea di una sensibilità particolare, ora questo non significa quanto siamo belli e quanto siamo bravi, no? Non c’è stato un periodo della Puglia festion , della Puglia di moda, della Puglia destinazione turistica però con tutti i problemi che ci sono di cui si è parlato oggi, l’idea è quella di una idea di cultura che coordini sul territorio, che crei rete, che crei sensibilità, che pensi anche alle tante forme di creatività che ci sono in questo ambito, l’ambito del tessile, l’ambito della abbigliamento, ma anche l’ambito artistico ,sono molto a confronto questi due territori, ha parlato il presidente dell’accademia di belle arti, ma anche i rettori delle università, Bari ha avuto fino a qualche tempo fa un corso in tecnologie della moda che poi si è chiuso per insostenibilità eppure da quel corso di laurea, sono venuti fuori , io lo so perché ci ho insegnato, sono venuti fuori dei ragazzi e delle ragazze che hanno tentato sul territorio, ma purtroppo la maggioranza fuori da Bari e dal territorio ma delle esperienze molto interessanti. Allora io credo che se noi pensiamo alla cultura come una forma di partecipazione, partecipazione al sentire, partecipazione al sentire comune che crea impresa, impresa nel senso più alto del termie, evidentemente, impresa nel senso quasi, direi, rinascimentale, umanistico del concetto di impresa che non è solo economico ma è come dire, creazione di un tessuto, un tessuto di partecipazione comune, se noi pensiamo a questo se pensiamo alla tradizione culturale, si dice sempre Bari è una città elegante ecc., ora questo in certe città è sinonimo di ricchezza, questa estate sono stata a Treviso, sono stata a Modena e ho visto come queste città Treviso soprattutto con questi bellissimi negozi elegantissimi presentassero l’estetica, presentassero la moda come sinonimo di un territorio ricco, si vede, c’è quel marchio, c’è quel negozio, si vede che qua girano i soldi. Non è questo il nostro caso, noi siamo un territorio povero evidentemente ma ricco di idee , ricco di sensibilità, allora l’idea di una moda , di un fascion , di un settore io direi delle arti materiali, delle arti del corpo, non so come potremo definirlo che metta in moto anche la tradizione, che richiami anche la tradizione commerciale in questo ambito, nell’ambito del tessuto, nell’ambito del calzaturiero , che c’è a Bari e nella sua e nel suo territorio, ecco io questo credo che possa essere un settore importante , un settore che ci possa lanciare nel futuro e che risponda anche a tante sensibilità già presenti, già molte cose sono presenti, si sposano con l’arte ,si sposano con la musica, si sposano con i libri, con i gusti letterari, dunque, lo stile di vita guardare allo stile di vita, alla rete di stili di vita è una scommessa per la cultura concepita come intessuta nella vita quotidiana e nella vita materiale delle persone di tutte le età che vivono nella nostra città. Grazie

…- grazie alla professoressa Calefato, grazie davvero, adesso la parola a Massimo Salomone presidente di confindustra e turismo di Bari e Bat cui abbiamo chiesto di intervenire, lo ringraziamo e si prepari Patrizia Rossini

MASSIMO SALOMONE – buongiorno a tutti, ringrazio l’assessore Silvio Maselli, per aver organizzato questo evento, arriva Godot, Godot è l’anima, Godot è la luce non è la morte quindi significa che dobbiamo essere adesso pronti ad essere i pleier più importanti nel turismo ,la sezione turismo di confindustria Bari e Bat da tutti i pleier che operano nel turismo, cioè abbiamo organizzatori di eventi, abbiamo agenti di viaggi, abbiamo strutture, quindi albergatori, abbiamo gestori di porti turistici abbiamo insomma, tutti i plaier del turismo, noi stiamo lavorando abbiamo più progetti, ho visto oggi la nostra Maddalena Milone, stiamo lavorando sulle reti di impresa, c’ è la rete delle reti, c’è rete e destinazione sud che è un progetto di confindustria per il quale ci stiamo dando molto da fare, le reti significa mettere in rete tutte quelle che sono le eccellenze del territorio, questo è un progetto che è nato due anni fa come confindustria che noi come confindustria stiamo portando avanti, però devo dire che in questo momento la cosa che risalta agli occhi è l’imminenza di export 2015, export 2015 è stato secondo me uno sperpero di risorse, io sono andato a Reggio Calabria ad un convegno organizzato da confindustria e ho detto la mia appunto, su questo rispetto a export 2015, io avrei auspicato un evento diffuso cioè in modo che ci fosse anche la possibilità per il nostro territorio, lo detto a Reggio Calabria dove c’è un lungomare spettacolare, io ritengo il lungomare più bello d’Italia, ho detto perché non farlo qui a Reggio, perché non fare anche qui una manifestazione di expo 2015, perché non si è pensato a questo e concentrare tutte le risorse del nostro, dell’Italia su Milano, cioè io veramente sono basito, sono basito come tanti altri , come tanti amici, quindi io ritengo che operare con grandi eventi nel nostro territorio e facendo una analisi di quelli che sono i flussi e facendoli stare più di un giorno e mezzo, quello canonico io sia, credo che sia puntare su un turismo che porta risorse, ritengo inoltre , insomma, sia per ritengo che si possa parlare anche di non solo di eventi ma anche di soggiorni prolungati dei turisti stranieri, io in questo momento vedo il fenomeno, ci sono investitori stranieri che si stanno avvicendando in Puglia che purtroppo non riescono ad avere risposte, non riescono ad avere risposte dalla pubblica amministrazione per progetti importanti, quindi dobbiamo affrontare questa che in questo momento è una sfida visto che è di moda il challeng , in questo momento la sfida è dare risposte agli investitori stranieri, la Puglia è al centro dell’attenzione del mondo quindi dobbiamo riuscire a dare risposte. Io oltre ad essere il presidente di confindustria della sezione turismo sono anche console dell’Olanda, allora oggi c’è l’Olanda a Bari quindi devo andare a dare il ben venuto alla squadra , ci sono investitori olandesi che stanno puntando a investire nel turismo che purtroppo da più tempo non riescono ad avere risposte, cioè io non dico, dobbiamo dare una risposta, in positivo o in negativo, c’è anche un altro fenomeno da affrontare quello degli scippi, noi qui a Bari, io ripeto sono testimone in quanto console dell’Olanda quest’anno stiamo affrontando questo fenomeno che purtroppo è diventata , una piaga , ho avuto modo di dirlo anche al questore cioè dobbiamo organizzarci perché questo non avvenga perché il trauma dello scippo è un passa parola che a noi non fa bene, quindi assessore questi sono i due messaggi che ti lancio, cioè lavorare i9nsieme al questore per fare in modo che non avvengano più questi scippi perché quest’anno ho dovuto richiedere una fornitura supplementare di lascia passare perché io emetto i lasciapassare che è il documento provvisorio valido 30 giorni far farli rientrare, ho richiesto un’altra fornitura supplementare, perché questo anno è stato una marea, una marea di scippi. Ci dobbiamo organizzare , dobbiamo fare in modo che questo non avvenga, è un passa parola negativo per il nostro territorio, per la nostra regione, quindi io ringrazio tutti voi per l’invito, per aver avuto l’idea di organizzare questa conferenza generale sul turismo e Silvio di faccio un in bocca a lupo per il tuo nuovo incarico, è una bella sfida. Grazie a tutti e buona giornata

… – grazie Massimo, grazie mille, adesso la parola a Patrizia Rossini e subito dopo si prepari Letizia Carrera

PATRIZIA ROSSINI – buongiorno io sono Patrizia Rossini dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Japigia 1 Verga di Bari. Il mio intervento oggi su quello che potrà essere il futuro dei nostri cittadini, tutte le belle idee che sto ascoltando e che sicuramente ci sono state e ci saranno nell’arco della giornata e so che non si conclude la manifestazione hanno sicuramente alla base una formazione e comunque una competenza che può essere sviluppata a scuola , io ritengo e questo lo dico perché comunque c’è una certificazione di quello che vi sto per dire che una scuola per poter essere innovativa, per poter formare degli alunni, come diciamo noi, nel nostro slogan, dalla testa ben fatta , riprendendo il concetto di Moren, per cui la testa non deve essere piena di conoscenze, ma ben fatta quindi una testa capace di interconnettere, c’è bisogno di formare gli alunni in un certo modo. Noi abbiamo e vengo quindi al dunque, la motivazione per cui volevo comunque comunicarvi questa esperienza, abbiamo un’attività, un progetto che dura ormai da 3 anni di robotica educativa, siamo l’unica scuola nel centro sud d’Italia, a fare robotica, che non è solo programmazione del robottino come può esser fatto alle scuole superiori e all’università, ma è robotica educativa, cioè…non importa, …. La robotica educativa invece è uno strumento, è un mezzo per poter insegnar agli alunni tutte le discipline e non soltanto, ovviamente bisognerebbe vedere , mi piacerebbe fare anche una dimostrazione, non mi sembrava il caso in questa occasione , però questi robottini che hanno difficoltà diverse , partono dalla apina che viene utilizzata nella scuola dell’infanzia, lo scrivere nella scuola primaria , l’nxt che viene utilizzato alla scuola media ovviamente con difficoltà diverse permettono agli alunni non solo di conoscere, di comprendere e di studiare le discipline classiche e canoniche ,ma di assumere , veramente di acquisire le competenze trasversali che difficilmente si acquisiscono. Vi spiego brevemente l’apina che è un giocattolino, ma che in realtà viene programmato perché i bambino deve decidere se l’ape deve andare avanti, a destra, a sinistra, già soltanto la laterizzazione quindi la competenza acquisita nella scuola della infanzia permetterà una scrittura, una lettura agevolata fatta precedentemente in maniera propedeutica da tutto il resto dell’acquisizione delle competenze ma permette all’alunno di ragionare, perché ovviamente la possibilità di crescere in un certo modo e la possibilità di formarsi in un certo modo è data dalla capacità, appunto, di pensare di non fare le cose meccanicamente , la prerogativa di un percorso del genere, la consapevolezza di sapere quale è l’obiettivo da raggiungere , come lo devo raggiungere e quali possono essere gli eventuali problemi che comunque devo superare per raggiungere quei problemi, quindi raggiungere l’obiettivo, questo crescendo , portato ovviamente nell’età adulta permetterà al bambino che poi diventa ragazzino, adolescente e via di seguito di avere proprio come forma mentis, come abito mentale quello di porsi l’obiettivo , di essere consapevole del percorso da fare. Queste api per esempio, parlo sempre delle api che sono l’oggetto più semplice che c’è, il robottino più semplice che noi abbiamo, fanno dei passi di 15 cm quindi i docenti costruiscono un piano cartesiano e all’interno dei vari incroci che so mettono per esempio le lettere dell’alfabeto, questo porta il bambino a dover scrivere la parola mamma, quindi l’ape deve andare sulla m a m m a, questo percorso che deve fare è un percorso che deve essere studiato, deve essere progettato a priori e quindi poi eseguito, ci sono degli errori ma riescono ad arrivare all’obiettivo. Ora che cosa abbiamo capito in questi tre anni? Che la robotica educativa ha sicuramente un grosso facilitatore e motivatore all’apprendimento e l’apprendimento sappiamo bene che se vien fatto in modo consapevole, in modo costruttivo e non meccanico ovviamente darà dei risultati migliori. Qual è la proposta? La proposta , io vi invito comunque ad andare sul sito, ora non siamo riusciti a mettere la presentazione però il sito è wwwcircoloJapigia1Bari.gov.it, oltre l’esperienza di robotica abbiamo quella della piattaforma ilerning, ma adesso preferivo puntare più su questo discorso perché ripeto ci siamo resi conto di quanti effetti, di quanti risultati positivi dà sia nell’apprendimento dei normo dotati che nell’apprendimento dei bambini diversamente abili, nonché degli stranieri , abbiamo 54 alunni rom all’interno della scuola , siamo la scuola che raccogliamo il maggior numero di alunni stranieri, rom in questo caso e ovviamente la difficoltà anche della lingua con questi motivatori, con questi robottini viene completamente annullata, quindi diventa veramente uno strumento eccezionale. Ora come siamo entrati in contatto con questa nuova realtà? Che ripeto al centro sud è l’unica scuola del primo ciclo. In un convegno cui ero stata invitata tre anni fa, sono entrata in contatto con Giovanni Marcianò che è uno dei promotori della robotica educativa ovviamente del nord , piemontese e sono riuscita attraverso progetti presentati un po’ dappertutto ad avere finanziamenti direttamente dal ministero, questo finanziamento ora è terminato , ora questa esperienza che è stata fatta ,prima di tutto io vorrei che fosse divulgata e quindi si potesse comunque coinvolgere altre scuole, l’abbiamo fatto negli anni precedenti, io ho fatto una circolare e abbiamo formato dei docenti di altre scuole, però mi rendo conto che se non si prova direttamente e se non si constatano i risultati positivi ovviamente nessuno è motivato a fare niente di nuovo. Quindi io vorrei poter , sicuramente divulgare questo progetto perchè ha dato dei risultati ottimi da tutti i punti di vista e vorrei poter continuare con la nostra scuola, nella nostra scuola, ovviamente a lavorare in questo modo. Vi ringrazio

… – grazie a lei dottoressa Rossini, la parola a Letizia Carrera e si prepari Rosa Anna Pucciarelli

LETIZIA CARRERA – buongiorno, buongiorno a tutti , io sono una sociologa docente dell’università di Bari, però in questa situazione preferisco invece rappresentarmi come la responsabile dell’urban service che è questa struttura che apparentemente ci ruba spazio, perchè è una delle prime cose che ci siamo detti con l’assessore è stata, questa struttura in fondo ci ha impedito di poterci espandere in tutta la sala, però questa stessa struttura è invece una occasione grande che ha la nostra città, gli interventi che ho ascoltato già nella giornata di ieri e ancora in quelli di oggi, hanno mostrato sì la felice intuizione dell’assessore di iniziare il mandato ascoltando, quasi facendo una specie di monitoraggio, perché le persone si conoscessero perché qui io l’ho vista come una sorta di vetrina nel senso positivo le persone si sono raccontate, hanno detto noi ci siamo, stiamo facendo questo, esistiamo, ma quello che hanno messo in evidenza anche in maniera molto forte è che quello che manca, è mancato fino ad ora è la cooperazione, cioè la messa in rete di questi progetti, io ho visto una estrema frammentazione, probabilmente molti operatori che sono intervenuti qui non si sono conosciuti solo in questo contesto, allora occorrono dei luoghi simbolici, ma anche dei luoghi fisici nei quali le esperienze si interconnettano, nei quali diversi operatori a diverso titolo, le istituzioni, gli operatori, possano ragionare insieme non solo per confrontarsi, per conoscersi ,ma anche per decidere insieme, perché questa è la nuova sfida alla quale sono chiamate le istituzioni, non più ad essere soltanto quelle che ascoltano e poi decidono in solitario, ma coinvolgere i soggetti nella fase, ripeto, della riflessione e nella fase di assunzione dell’elaborazione, di strategie condivise di intervento perché il richiamo alla concretezza che veniva fatto ieri è assolutamente una stella polare con la quale dobbiamo fare i conti, quando si dive non è più il tempo delle parole non è interamente vero, è ancora il tempo della discussione , della riflessione che però deve portare a degli interventi sul campo, quindi quando io leggevo arriva Godot, quello che mi sono rappresentata è che questo Godot che deve arrivare è un metodo, è metodo nuovo, un metodo diverso in cui le istituzioni imparano a ragionare insieme evitando la frammentazione. Se volete i grandi assenti di questo incontro sono stati gli altri assessori per esempio, noi abbiamo ragionato avendo come interlocutore istituzionale in particolare l’assessore Maselli, ma io ho sentito ma io ho sentito parlare delle necessità che le opere d’arte vengano calate in una rete infrastrutturale forte e parliamo di un’altra competenza assessorile, ho sentito richiamare la potenzialità espressa in molti casi dell’ambiente, e richiamiamo un’altra ancora competenza assessorile, parliamo di sviluppo economico, della funzione anche strumentale della cultura e parliamo ancora di un’altra competenza, allora il rischio che i frammenti non compongano un mosaico alla fine deriva proprio dal fatto che troppo spesso le amministrazioni non si sono parlate , questo non soltanto come lamentava ieri l’assessore Godelli, tra il livello regionale e livello comunale, spesso questo accade anche all’interno delle stesse amministrazioni, occorre allora, ecco perché io penso che l’urban center della quale la cgil , l’assessore Sannicandro, diversi soggetti della nostra città si sono fatti promotore in maniera forte, sia una occasione molto importante, un luogo nel quale anche fisicamente soggetti diversi possano essere chiamati intorno ad un tavolo per arrivare a dei progetti che poi dovranno essere consegnati, ovviamente come proposte nelle mani degli assessori , ovviamente è lì la decisione politica, però si tratta di creare una specie di sistema intermedio e di mediazione per cui non ci sono 120 persone che vengono a raccontare all’assessore cosa hanno fatto e cosa vorrebbero fare, ma dei progetti già strutturati sulle quali si può arrivare a decidere, per evitare l’impast poi delle commissioni, di tempi troppo prolungati che non ci possiamo più permettere, il nostro territorio non se lo può più permettere. Un’altra cosa, evitiamo il rischio di pensare che gli operatori che si sono succeduti qui, siano , diciamo operatori culturali, nel senso più lato del termine, siano di per questo portati alla cooperazione, queste persone non si sono potute permettere di cooperare fino ad ora perchè sono stati invece posti nella condizione di essere competitori per risorse scarse, sempre più scarse e questo ha impedito loro di mettersi in rete, quando sentivo il problema dei finanziamenti a pioggia, non ci si poneva il problema di dire forse l’altro sta lavorando meglio di me, mi affianco , imparo, apprendo , perché ognuno era geloso del proprio, perché significava poi, non per i soldi ma perché si potevano fare delle cose. Allora quando dicevo il metodo nuovo, quello al quale sicuramente come istituzione io in quello che spero possa essere , diciamo se riesco a portare fino in fondo l’idea che ho di questo nuovo, di questa nuova struttura, nuova per Bari più consolidata in altre città, proprio invece ad essere l’occasione di un metodo diverso, la possibilità di poter costruire le condizioni per la cooperazione, bisogna quasi rendere vantaggioso cooperare, cioè isolare coloro che non sanno mettersi in rete, questo consente sia l’ottimizzazione delle risorse, ma consente anche la possibilità di elaborare progetti strutturali capaci di non dover dipendere dall’episodicità dei finanziamenti. La condizione che oggi viviamo è una situazione altamente complessa, lo avete detto tutti, la questione, le soluzioni che abbiamo cercato fino ad ora , questi problemi complessi sono state soluzioni semplici, non può più essere così, dobbiamo incorporare la complessità, fare lo sforzo di trovare soluzioni complesse per i problemi con i quali ci confrontiamo. Io non riesco ad essere interamente d’accordo con alcuni degli e che mi hanno preceduto, ho sentito dire che bisogna pensare a finanziare progetti che portino diciamo ciò che il mercato chiede, non sono interamente d’accordo, non si può pensare alla cultura in questi termini, bisogna pensare, non si può pensar ad una offerta che insegue la domanda, bisogna invece soprattutto in questo campo pensar ad una offerta che educhi la domanda, che la costruisca perché così possiamo , quando sentivo l’unicità degli eventi, non è qualcosa che il turista viene qua, che sa cosa vuol vedere, il turista oggi vuole emozionarsi, la nuova frontiera del turismo è l’emozione, l’esperienza , allora dobbiamo raccontargliela la esperienza, una esperienza nuova. Bisogna, vi ricordare i passaggi parigini , viene costruito il vetro , viene costruita l’illuminazione pubblica e nei passaggi parigini la gente comincia a guardare e comincia a desiderare, ecco dobbiamo tornare a costruire il desiderio delle nostre città, ma il desiderio, attenzione non soltanto in chiave strumentale, perché la cultura anche in questo non riesco ad essere d’accordo, non è un bene come gli altri, scusatemi, la cultura è una cosa diversa, non è un prodotto soltanto e dobbiamo difendere fino in fondo la valenza espressiva della cultura, il fatto di essere un bene in sé, perché quando parliamo di convivenza civile, ieri si diceva delle persone che muoiono per la libertà, della ricucitura che il nostro sindaco ha portato diciamo come asse portante della sua campagna elettorale e la ricucitura delle periferie, quella è cultura e si fa con le infrastrutture, si fa con gli eventi culturali, si fa portando il cento nelle periferie, non soltanto acconsentendo a chi è nelle periferie di arrivare in centro, ma la cultura, attenzione, ha anche una valenza strumentale e così mi avvio alle conclusioni e sto nei tempi….allora chiudo rapidamente, la cultura dicevo ha anche una valenza strumentale, la cultura è la posta con la quale noi ci sediamo a giocare le nostre partite, quindi occorre necessariamente ritrovare la formula per elaborare piani condivisi, strategici, strutturali, capaci di intervenire in maniera incisiva ma, torno a dire , strutturale , duratura sui singoli territori e bisogna farlo lavorando insieme e costruendo non demandando più, la politica non deve più essere consegnataria di assegni in bianco, bisogna lavorare insieme per costruire le città che vogliamo abitare. Grazie

… -grazie Letizia, vi prego rimanete nei tempi, lo dico per tutti quelli che intervengono, il dispay segna verde e vuol dire che potete parlare, poi diventa rosso e non c’è un meno davanti, quando è rosso vuol dire che avete superato il 7 minuti, grazie. Rosanna Pucciarelli, si prepari Sergio Fontana, poi Nicola Valenzano

ROSANNA PUCCIARELLI – buongiorno a tutti sono Rosanna Pucciarelli come avrete già sentito, componente del consiglio di amministrazione dell’ Agorà mediterranea con un doppio ruolo perché sono anche docente dell’accademia di Belle arti di Bari, il nostro presidente ha ampliamente parlato delle problematiche dell’accademia e noi come Agorà mediterranea abbiamo cercato di affiancare gli artisti che vengono , li chiamiamo artisti, futuri artisti , gli studenti dell’ Accademia di belle arti di Bari e di tutta la regione Puglia, con dei bandi regionali che davano la possibilità ai nuovi artisti di far vedere le loro opere e quello che erano in grado di produrre, la nostra presidente purtroppo oggi non è potuta intervenire per motivi di lavoro perché noi come componenti dell’Agorà mediterranea siamo tutti professionisti e quindi facciamo questo veramente solo per passione. Abbiamo negli anni strutturato una serie di incontri e di eventi quali nuovi spazi per giovani artisti insomma siamo un buon numero, visitabili sul sito www.agoràmeditteranea.it , per cui non ho portato immagini perché sono facilmente documentate e visibili. Che cosa stiamo cercando di fare? stiamo cercando di fare quello che è stato detto finora, creare un sistema di grande collaborazione, finchè i nostri giovani non siano delusi dal territorio come lo sono stati fino ad oggi, noi sappiamo che da sempre, l’arte è andata un attimino fuori per promuoversi, non ha trovato alle spalle una struttura solida che potesse supportarla, anche artisti di chiara fama a tutt’oggi sono dovuti spostarsi su Roma come Domenico Procaci, ovviamente è stato un registra acclamato da tutti, un produttore acclamato da tutti, ha utilizzato regie conosciute, quello che facciamo noi come Agorà mediterranea e credere ancora nel territorio e cercare di portare al centro della città, nel cuore della città, l’arte dei giovani che saranno gli artisti del futuro, quindi saranno coloro i quali se ne avranno la possibilità e avranno i contenitori, c’è stato questo intervento molto interessante precedente al mio che parlava appunto dell’uso della sala Murat, la sala Murat è giusto che ci sia un urban centre però è giusto anche che ci sia una buona vestibilità di quello che viene fatto sul territorio, non abbiamo molti spazi centrali, purtroppo che abbiano, una visibilità tale come la sala Murat, quindi si va benissimo collaboriamo tutti, gli spazi siano dati a tutti ma con una programmazione intelligente e speriamo che il nostro assessore che comunque è anche un esperto di marketing della cultura sarà sicuramente in grado di fare. Noi quello che ci proponiamo come Agorà mediterranea è di collaborare con il comune di Bari, ma non solo con tutte le associazioni culturali perché all’interno delle nostre manifestazioni lasciamo sempre uno spazio utile per gli interventi di tutte le associazioni, di tutti gli operatori del settore cultura e della comunicazione e della scuola, della università, affinchè ci sia un ciclo di conferenze all’interno di queste mostre perché? Sia perché i nostri studenti e i nostri giovani artisti possano conoscere quelle che sono le realtà del territorio ma anche perché e coloro i quali intervengono nei nostri spazi conoscano i nostri artisti, la scelta dei luoghi, nuovi spazi per i giovani artisti è sempre stata fatta in funzione della promozione dell’arte e della cultura dei nostri giovani. Quindi anche affinchè i ragazzi, gli adolescenti che frequentano piazza del Ferrarese possano visitare le mostre ed essere avvicinate alla cultura in orari più consoni a loro, per cui per esempio fino alle 23, volevano anche cercare di essere aperti all’ora di pranzo per recuperare il turismo che gravitava a quell’ora intorno a questi spazi, quindi non è stato possibile per problemi di organizzazione delle aperture e delle chiusure però speriamo di riuscirci in futuro. Ho sentito da tutti gli interventi un grande calore nella promozione del territorio, qui lavoriamo tutti affinchè il nostro territorio vada avanti, l’agorà mediterranea da sempre si è sempre avvicinata alla cooperazione anche con la fedac, cerchiamo di trovare sponsor, cerchiamo di non gravare sull’economia del comune ma chiaramente non c possiamo neanche rimettere di persona affinchè questo avvenga ,siamo sempre stati disponibili alla collaborazione, spesso però c’è appunto la difficoltà di collaborare tra noi perché manca un collante organizzativo anche quando organizzavamo le mostre, c’era sempre la mostra precedente e l’accavallamento di altri orari, di altri giorni, sembrava sempre un grande problema per poi verificare che magari in altri mesi, la sala Murat era completamente evasa. Quindi se ci fosse un piano di eventi organizzato, se si ampliassero gli spazi per cui anche il mercato del pesce fosse adibito a spazi per la cultura noi saremmo disponibili ad aiutare chiunque ad aiutare noi stessi e soprattutto a promuovere i nostri giovani affinchè non debbano emigrare, continuare sempre ad andare fuori per sentirci dire siamo bravi. Io con l’accademia di belle arti e dell’Agorà ho portato i miei studenti ovunque da Barcellona, in Russia, a Mosca, siamo stati a Londra e vi assicuro che hanno avuto un gran successo, non abbiamo veramente niente da invidiare agli artisti , anzi una volta arrivati lì cercano di acquisire i nostri studenti e di tirarli dalla loro parte. E perché dobbiamo continuare a dare risorse ad altre nazioni e ad altre città come Roma, Milano che ha delle possibilità maggiori come contenitori e come finanziamenti, cerchiamo di tenerceli questi ragazzi, perché gli artisti giovani di oggi saranno gli artisti grandi di domani e saranno quelli che occuperanno i musei, e facciamoli questi musei perché è vero che il turista va educato, ma il turista va educato a guardare qualche cosa , la nostra natura è bellissima e non ha bisogno di niente se non di non essere violata con altre mostruosità però le nostre città sono le mostruosità che adesso abbiamo e dobbiamo mantenere belle. Io come Agorà mediterranea e spero anche come accademia di belle arti cercherò di mettere a disposizione di questa città i giovani artisti, quindi occupare piazze, occupare tutto ciò che è temporaneamente brutto deve diventare bello così come è stato fatto a Barcellona ed in altre nazioni più lungimiranti di noi, siamo a vostra disposizione ,contattateci. Grazie

… -e viceversa, la parola adesso al presidente di Fapav, Sergio Fontana che ringrazio di aver accolto il nostro invito e si prepari Nicola Valenzano , poi Andrea Sgobba

SERGIO FONTANA – allora salve a tutti sono Sergio Fontana, sono il presidente e coordinatore del club delle imprese per la cultura della confindustria Bari Bat, io dico la parte bella della confindustria quella che coordino io. Parliamo tutti di cultura e anche noi imprese parliamo di cultura di impresa, che l’impresa è cultura, e la cultura è impresa, tutti quanti parliamo di cultura e impresa però noi abbiamo deciso di fare un qualche cosa di diverso. Un gruppo di aziende della nostra confindustria hanno deciso di tassarsi e di passar dalle parole ai fatti, voi dite a Bari, voi gente del sud dite a Bari sono carichi a chiacchiere perché molto spesso ci parliamo addosso sulla cultura, tutti si riempiono la bocca a parlare di cultura ed io che sono un uomo del nord che provengo da Canosa, quindi sono Bari nord abbiamo deciso di fare una cosa diversa , di metterci fuori dei soldi , aziende diverse , di settori diversi, io rappresento la farmalabbro che è una azienda che si occupa del settore farmaceutico, ci sono aziende meccaniche, la smaider, l’ixprivia, informatica che hanno deciso di tassarsi e di passare dalle parole ai fatti perché io dico che la storia non si fa con i se, se avessimo incentivi, se avessimo uno stato più disponibile, se avessimo maggiori risorse, se, se , se, la storia si fa con i nonostante , nonostante le difficoltà dobbiamo riuscire a creare degli eventi positivi per il nostro territorio questo è quello che noi ci impegniamo a fare . Allora in primis ringrazio per la iniziativa, molto valida quella di sentire tutti gli stecoder, però dall’iniziativa, io invito l’assessore a passare ai fatti e infatti la cosa che chiedo è : la prima cosa un piano triennale, iniziamo a pensare al piano della cultura del comune di Bari, tra l’altro abbiamo la fortuna di poter pensare forse la città metropolitana, quindi includere anche altre aree del comune di Bari ma abbiamo la possibilità di pensare ad un piano che non è oggi per la manifestazione che arriva domani, dopo domani, ti invito a pensare ad un piano triennale, dobbiamo pensar a qualche cosa di triennale e vi invito ad utilizzare gratuitamente le risorse che avete sul territorio perché le risorse economiche sono poche, però ci sono delle competenze delle realtà che abbiamo sul territorio che sono validissime , nel nostro club della cultura oltre a vantare la presenza per esempio della libreria Laterza abbiamo delle aziende che si occupano proprio di culture abbiamo per esempio , l’unico teatro stabile che abbiamo a Bari, il Kismet è socio del club della cultura, abbiamo una serie enorme di spazi vuoti, perché non gli organizziamo, perché non facciamo una regia , perché io mi occupo del settore farmaceutico , quindi non ho un interesse immediato, un ritorno immediato però ritengo che la cultura del nostro popolo, della nostra gente porti a migliorare lo stato sociale ,a migliorare il sistema in cui noi viviamo. Per questo io vi invito ad utilizzare le risorse a tener presente il club della cultura che è assolutamente disponibile e già ha avuto una collaborazione con il comune, abbiamo organizzato qui al Margherita una iniziativa dell’iniac, né abbiamo fatto diverse di iniziative dove siamo stati coinvolti naturalmente gratuitamente, un invito soprattutto a utilizzare quelle che sono le maestranze non perderanno gli amici del kismet, le maestranze che avete in loco, qui noi abbiamo il Kursal, il Petruzzelli, la sala Murat, il Fortino, il mercato del pesce, il Piccinni, il Margherita, tutti contenitori dove secondo me se non utilizziamo una cabina di regia, di organizzazione , di pianificazione, poi si troverà lo strumento, l’associazione temporanea di impresa, un’ati, faremo un’associazione temporanea di scopo, faremo una fondazione, però dobbiamo passare dalle chiacchiere , va benissimo sentire tutte queste cose nella fase iniziale, poi dobbiamo passare ai fatti, la cosa che io mi auguro come cittadino pugliese e che veramente si passi, si sia concreti e si passi ad una situazione più positiva. Utilizzateci, siamo a vostra completa disposizione, lascio i miei 2 minuti e 38 a quelli che vengono dopo di me perché noi dobbiamo essere fattivi. Grazie

… -grazie a lei presidente , davvero grazie, la parola adesso a Nicola Valenzano che conoscete tutti e si prepari Andrea Sgobba poi Fabio Armenise

NICOLA VALENZANO – buongiorno a tutti, sono Nicola Valenzano dall’ …(?) company e l’altro giorno leggevo un articolo che ha depositato un signore su face book: il sogno degli italiani, cioè proprio il sogno quale è? Quello di essere ascoltati, grazie innanzitutto alla amministrazione , al comune, insomma a tutti quanti perché questo è già un mezzo sogno, non si sa poi come va a finire , perché di questi sogni qualcosina si è già fatto, io spero che vada a buon fine, insomma che qualche cosa ne venga fuori, siamo qui da 2 giorni insomma qualche cosa si tira fuori. Si è sentito parlare di tante cose, di progetti , di io sono, io faccio, studiato , detto, ecc., ma io penso che lo spirito di questo incontro sia quello di capire quello e cosa vuole, e cosa bisogna fare per il turismo e per la cultura nella città di Bari, capisco benissimo che in momenti di crisi ognuno tende a rinchiudersi a riccio, a pensare soltanto al proprio orticello, ma non è così perché proprio quello è l’unione in questi casi che ti dà la forza, basta pensare ai romani, a napoletani , ai fiorentini , tutti questi gruppi che stanno lì che insieme fanno delle cose e quindi alla fine ottengono delle cose, ci sono proprio dei grupponi, ora cominciamo dal Petruzzelli, il Petruzzelli che piglia svariati milioni, arrivano in viaggio 33 , fanno due salti e due isolati e vanno a finire la dentro e poi c’è sempre il tipo di che passa magari raccomandato dal politico ecc., che fa degli errori, ci sono 4 milioni che non si trovano più e dice oh Dio ho sbagliato, mandano via quello arriva un altro ecc., il Petruzzelli non bisogna mettere un muro alle compagnie che arrivano da fuori, ai registri che arrivano da fuori, ai sarti , alle calzature che arrivano da fuori, per carità, perché poi sarebbe noi ce la cantiamo e noi ce la suoniamo. Ma io penso che a Bari di gente c ne, abbiamo tanti cantanti che cantano in tutto il mondo de, dei registri che vanno in tutto il mondo a fare regie , dei sarti , delle sartorie teatrali che funzionano, ma dobbiamo andare a prendere sempre la gente da fuori, perché prenderli da Bari significherebbe anche innanzitutto fare emergere questa gente, perché non è proprio l’ultima arrivata , perché anche a Bari ci sono delle persone che hanno studiato, cioè non siamo dei poveri mentecatti che facciamo l’attore, facciamo il registra, o facciamo la sartoria, esistono delle realtà a Bari che non lavorano devono andare fuori come al solito allora io capisco anche che ci sta quel famoso detto che san Nicola è amante dei forestieri, però cerchiamo di bloccarlo un attimo proprio di stanarlo, e cerchiamo con dei tavoli, adesso vedevo questi giorni Bari vecchia bellissima, ma senza più una macchina, perché in altri posti aprono questi portoni bellissimi, questi palazzi, dove fanno esposizione di antiquariato, teatro, spettacolo, musica, lo fanno fuori, mo sono andato a Lecce che bello nei portoni, lo facciamo a Bari, no se lo facciamo a Bari non si può fare perché, cioè quindi io proporrei veramente di organizzarci e questo è quello che dico all’assessore Maselli, organizziamo dei tavoli, proprio degli incontri con gli addetti ai lavori ecc., e cerchiamo di dividerci la città, in spazi, cerchiamo di unirci perché soltanto in momenti di crisi, specialmente come questo non bisogna rintanarsi, bisogna dialogare, bisogna che voi siate un po’ più pazienti con noi perché si capisce pure bene che se 200 di noi tuti i giorni vanno a rompere le scatole diventa una bella , lo capisco benissimo, lo capisco benissimo questo, però alcune volte pur di parlare, pur di poter parlare con il sindaco a momenti se vai al comune non puoi parlare neanche con la donna delle pulizie perchè diventa difficile il tutto, invece no, amore verso di noi e noi daremo amore per questa città, cioè viverla, al finale , come diceva un signore non è sopravvivere ma bisogna vivere per l’infinito. Grazie

… – grazie a Nicola, grazie anche per i tempi la parola ad Andrea Sgobba e si prepari Fabio Armenise

ANDREA SGOBBA – buongiorno a tutti sono Andrea Sgobba e vengo in nome di sinapsi produzione partecipate che è la mia associazione nata nel 2013 ma grazie a principi attivi io dico che è nata nel 2012 perché ci abbiamo messo due anni di lavoro per portare il nostro lavoro che si chiama sinapsi film. Innanzitutto devo fare i complimenti per questa manifestazione che comunque permette di conoscere anche un bel territorio , difficilmente mappabile, io ricordo che nel formulario di principi attivi c’era una analisi del contesto che raccontava un po’, voleva dire raccontare quale era il panorama delle realtà baresi , dalle associazioni che fanno cultura , che fanno più o meno la nostra stessa cosa, che promuovono partecipazione cittadinanza attiva attraverso la cultura, noi utilizziamo il mezzo cinematografico e quindi abbiamo trovato anche una sorta di difficoltà alle evidenze più forti che hanno magari uno stabile come dicevamo prima, il kismet è una realtà più consolidata perché hanno una struttura dalla loro parte, invece avere queste micro realtà che raccontano i loro eventi e quello che fanno durante l’anno è comunque una occasione importante, noi pur essendo nati da un anno, ci siamo costituiti da un anno come associazione di promozione sociali e siamo formati in maniera abbastanza integrata perché siamo in tre, un video mecher che si occupa di film meching e di produzioni di laboratorio audiovisivi, una educatrice ed io che sono un promotore culturale. Allora nasciamo da una realtà comunque molto vicina a quella dell’accademia del cinema di Enziteto che promuove da anni, diciamo ,attraverso il fare cinema una integrazione con il territorio in un quartiere si può dire difficile ,il nostro progetto nato con principi attivi era quello di portare , di stendere questa cultura della partecipazione attraverso il cinema all’intera cittadinanza, perché appunto il cinema non riempie solo le sale ma riempie solo le persone quindi attraverso sia la fruizione di una cultura cinematografica più educata come si diceva prima che attraverso proprio lo studio della promozione di un linguaggio che ancora diciamo limitato ad esperti del settore, diciamo professionisti, cioè l’utilizzo del mezzo cinematografico è poco conosciuto nell’ambito della produzione cinematografica, quindi molto spesso la visione non , viene, diciamo la critica viene su, il gusto viene educato su un carattere più superficiale, quindi noi abbiamo voluto fare questa esperienza di realizzazione di un lungo metraggio con 60 non professionisti che si sono confrontati con 7 tutor locali, ognuno in un reparto di produzione diversa e hanno portato a casa un film, diciamo di 55 minuti e conoscendo quelle che sono appunto le professionalità del cinema pugliese e anche appunto quelle che si confrontano con un mercato più nazionale. Accanto a questo abbiamo realizzato, portiamo avanti anche una politica di promozione del cinema documentario perché dicevamo appunto che io cinema riempie le persone e quindi deve avere secondo noi un forte significato dal punto di vista sociale e quindi abbiamo realizzato l’anno scorso un laboratorio al basso input output doc che proponeva un calendario di incontri con i maggiori esperti di documentario a livello nazionale ed internazionale e sono intervenuti istituzioni come european documentary network, esodoc e il worshop molto intenso di documentari che   andava dal picing e siamo orgogliosi di poter dire di aver portato professionisti giovani registri e filmecher da tutti Italia che hanno visto nella possibilità di 10 giorni di formazione gratuita di alto spessore e la possibilità e un vero riscontro di una politica diciamo di formazione molto valida in Puglia. Quindi a parte input output doc e sinassi film, stiamo realizzando mondo visioni di cui siamo orgogliosi di proporre adesso il programma che è diciamo la sezione dei documentari riproposta al festival internazionale di Ferrara che seleziona otto documentari dai festival più importanti a livello mondiale dal sandels alla berlinare, al hot dogs, litfa , quindi diciamo il meglio di documentari di attualità che trattano argomenti di politica estera molto vicina a quelli di carattere internazionali   e verranno portati per la prima volta in Puglia, diciamo che siamo alla terza edizione, è alla terza edizione questo tour a livello nazionale e non era mai arrivata in Puglia e abbiamo deciso di portare questo evento al cine porto di Bari anche perché sentivamo l’esigenza di parlare non soltanto di cultura e di politica a livello territoriale ma di allargare l’opinione pubblica anche a quelli che sono oltre i confini della regione ma anche nazionali, cioè c’è bisogno di un momento di dialogo, un momento di approfondimento utilizzando anche un mezzo ancora poco diffuso nelle sale cinematografiche quale il cinema documentario. Noi stiamo sviluppando anche un altro laboratorio dal basso sulla distribuzione del cinema audiovisivo e diciamo, nella nostra formazione pensiamo che comunque sia sempre necessario punti di incontri e punti di formazione con altre realtà a livello nazionale ed internazionale giusto perché appunto la cultura si promuove sul territorio sia entrando in rete con realtà ben consolidate promuovendo il lavoro che si fa qui. Quindi invitiamo a seguirci sia sui nostri canali, pagina face book, sito internet sinapsi film.it che appunto seguire i nostri incontri e diciamo a parlarne insieme quindi vi ringrazio.

… – grazie a te, allora adesso la parola a Fabio Armenise della compagnia armoms e stratos, Fabio Armenise ? non c’è? Benissimo e allora Ugo Bacchella , eccolo, Ugo Bacchella è il presidente della formazione feez garraldo di Torino e che ha in questo momento insieme ad altri tra i soggetti che professionisti che stanno collaborando alla candidatura di Lecce capitale della cultura 2019, grazie per essere intervenuto, scusami Ugo , perdonami, poi si preparino Vito Latorre, Gabriella Altomare, Vittorio Lepore , Francesco Lamacchia e Valentina Vecchio

UGO BACCHELLA – grazie Silvio, allora la presenza non anomala ma forse non scontatissima di un torinese agli stati generali della cultura ha una sua, io sono stato abituato a parlare di cose che conosco e in situazioni in cui penso di poter dare un piccolo contributo, ma appunto parlo di cose che conosco, mi ci ritrovo molto in questo modo di discutere perché noi siamo stati promotori strutturatori e organizzatori di una buona parte del lavoro relativo al piano strategico della cultura di Torino non solo della cultura , del piano strategico di Torino in generale negli anni preolimpici, conosco un po’ la realtà, abbiamo lavorato, siamo una fondazione operativa e indipendente abbiamo lavorato sostanzialmente a fare le infrastrutturazioni di quello che poi molti di voi hanno visto direttamente o indirettamente a Torino, quindi l’osservatorio culturale che abbiamo fatto 15 anni fa e che adesso facciamo anche nelle altre regioni italiane e le attività di fattibilità , progettazione , formazione e ricerca. Da un po’ di anni noi facciamo un corso di management indipendente al mercato con borse di studio da 19 anni e questo è stato il primo legame con la Puglia perché la terza regione per partecipanti in questi 19 anni è stata appunto di operatori pugliesi che oggi sono sparsi in giro non solo in Puglia. Da un po’ di anni lavoriamo anche in Puglia per farvela breve, da tre anni abbiamo trasferito a Lecce art lab che è un incontro internazionale che si fa ogni anno a settembre quest’anno dal 24 al 27 settembre e io sto lavorando da un anno e mezzo sono, come dire, il corresponsabile della candidatura di Lecce che iniziò in un art lab di tre anni fa quando facemmo un seminario con alcuni ex direttori capitale e cultura tra cui Aran Berg che poi oggi è direttore cultura. Questa è l’altra ragione per cui mi sono sentito di utilizzare questi 5 minuti e mezzo che rimangono avendo fatto esperienza di questo genere e vedendo questa esperienza che inizia con un appuntamento di questo genere. Allora i processi, questo è un processo che si avvia, che riprenda dei processi per quello che ne so, parzialmente avviati, parzialmente fatti è un processo di ripensamento in cui prima regola che dobbiamo, che tutti devono avere presente quando di avvia un processo di ripensamento , bisogna chiedersi prima cosa in che contesto viene non solo nel proprio orticello ma nei contesti più ampi allora viene in un momento, non vi porto via tempo con questo e effettivamente da punti di vista drammatico perché lo zunami che si è abbattuto sulla produzione artistica e culturale, sull’offerta culturale da tutti i punti di vista negli ultimi 20 anni è pari a quello che si è abbattuto in altri settori della vita sociale e dell’economia e ha prodotto dei sommovimenti che come ben sapete chi in cultura opera professionalmente sono radicali hanno messo in gioco il metodo di produrre arte e cultura , il modo di rapportarsi con il pubblico, però bisogna avere il coraggio tutti in questo momento proprio perché la situazione è così difficile ed è un dato strutturale, questo si tende a dimenticarlo, cioè c’è ancora un atteggiamento di a dà passà a nuttata, poi tra un anno o due ricomincerà il tempo, no, la situazione tra due o tre anni sarà molto peggio di quella che è oggi, se già qualcuno di voi come io ho fatto leggesse i 198 commenti dell’unione europea all’accordo di paternariato italiano gli verrebbero i capelli dritti di quelli che non ho, perché sono impietosi in larghissima parte condivisibili e fanno capire ad esempio che su quel fronte lì la vita sarà durissima perché gli errori si pagano, quado uno collettivamente come larga parte dell’Italia riesce a non spendere l’80% delle risorse , è legittimo che gli altri dicano come potrebbe dire Silvia Costa presidente fresca di commissione e cultura che gli altri dicano adesso basta , non li avete saputo spendere li avete buttati per la strada, peggio per voi, diamoli a quelli che li hanno spesi e li hanno utilizzati. Allora il quadro delle risorse pubbliche degli enti pubblici territoriali è quello che sappiamo, insomma tutto il quadro complessivo ,allora questo è un buon momento per ripensare a tutto ma per ripensare a tutto bisogna farlo con molta davvero determinazione e coraggio di riconsiderare le proprie posizioni perché io vedo invece un atteggiamento molto diffuso in tuti gli ambiti da sindrome da torre d’avorio, cioè di tentativo di conservare quel piccolo privilegio che resta e non rimettere radicalmente in discussione le cose , allora questo vuol dire che in questo momento tutti, non gli operatori culturali , il mondo economico, le imprese , tutti i soggetti devono avere l’umiltà di riguardarsi di ripensare a quello che fanno, il processo mi rifaccio ad un intervento precedente , richiede tempi, lo so che dicevi non c’è più tempo e ho capito però il processo richiede tempo non si può pensare che le organizzazioni culturali ripensano in rapporto con il pubblico in 15 giorni e poi ripartiamo da capo, perché alla fine ripartiamo da capo a fare quello che abbiamo sempre fatto con qualche agghindamento non è questo quello che dobbiamo fare, bisogna fare un ripensamento radicale insieme perché l’unico modo per che vedo io, che conosco io, per uscire da questa situazione e dare un futuro al ruolo che la cultura e l’arte possono avere sui territori è uscire dagli slogan e provar a capire che cosa vuol dire, faccio un esempio, è stato echeggiato, è echeggiato stamattina non è vero che c’è una contrapposizione necessaria tra la cultura come risorsa per i residenti la cultura all’interno dell’offerta del territorio rivolto a chi in un territorio ci sta 3 giorni o per una settimana, però bisogna progettarla non ci si può difendere ognuno le proprie posizioni e da una parte dire voi dovete fare dei festival internazionali che attraggono peraltro senza dire con quali risorse li facciamo e dall’altra difendere, come dire, un po’ ciecamente l’orticello dicendo ma io ho lavorato 20 anni, ho costruito un rapporto con il mio quartiere con cui faccio delle cose e sono legittimato ad operare, se dobbiamo pensare il sistema bisogna che lo facciano tutti gli attori e lo devono fare se posso anche tutti gli attori non strettamente culturali, gli attori economici , cioè bisogna che ognuno ripensi la sua vocazione, bisogna che chi opera nel settore dei beni culturali la smetta di considerare, anche se in difficoltà, anche se il ministero ha tagliato selvaggiamente i finanziamenti non può più considerare le attività e lo spettacolo come direbbero gli inglesi un ornament per cui ogni tanto mettiamo in un museo un concertino e ce la siamo tolta e abbiamo allargato l’offerta culturale, non è questo, ripensare alla funzione di musei come luogo e centro produttivo di attività per i cittadini vuol dire sedersi al tavolo pazientemente con tutti i soggetti che producono arte e cultura e capire che cosa vuol dire che tipo di centro vuol dire. Da questo punto di vista e chiudo con un piccolo richiamo a questo, l’esperienza di Lecce di questo anno e mezzo è stata molto interessante, perché come vedrete io non posso dirvi molto perché il b book siamo in competizione, abbiamo capito che ce la stiamo giocando seriamente, non è un pronostico, è una valutazione , ce la stiamo giocando seriamente , una delle ragioni per cui ce la giochiamo e che avendo fatto tutti i conti recentemente hanno partecipato alle zone della curiosità come queste 11,800 persone a Lecce sono state coinvolti in manifestazioni e discussioni 34.000 mila persone, abbiamo ricevuto 480, mi pare documenti che sono stati il risultato di consultazioni, il risultato non è che era a tutto campo e cito il ruolo che era stato evocato prima da un intervento da chi lo fa già, il ruolo delle imprese non abbiamo chiesto alle imprese di fare i bancomat, abbiamo chiesto aduna serie di imprenditori secondo voi che ruolo dovrebbe avere la cultura? Cosa dovrebbe essere una capitale perché non siano dei fuochi di artificio e seminano sul territorio, il risultato di queste lunghissime discussioni sono che senza essere capitale Lecce ha una associazione di 30 imprenditori che si chiama fucina futuro che mettono, pagano una loro quota di 200 euro che non è proprio indifferente l’anno che progettano , presentano progetti ed altro, nella capitale presenterà ed è un punto che credo peserà non poco e me ne sono occupato io, quasi 50 imprese che hanno sottoscritto impegni finanziari e produttivi fino al 2020, a Lecce, nel Salento nel 2014, ma la cosa più straordinaria sono le imprese che avendo capito che non si chiedeva di fare il bancomat ma di dire cosa è per te cultura? Dove è la tua cultura? Hanno prodotto delle idee, ve ne cito due o tre, e chiudo con questo, un impresa di abbigliamento sui mercati internazionali, a parte gli impegni finanziario, lancerà nell’autunno sul mercato internazionale una linea di alta moda per disabili, vestiti da sera per persone in carrozzella, abiti per altri prodotti attraverso un rapporto tra stilista internazionale e ragazzi che frequentano corsi di moda sul territorio che daranno origine a delle botteghe che produrranno on the mar vestiti per persone disabili. Un pasticcere forse il più noto del salento, sta per lanciare una linea , ovviamente di pasticciotti, torte ed altro completamente accessibili, cosa vuol dire che non hanno grassi animali perché possono essere consumati dalle comunità mussulmane, che sono accessibili ai celiaci, che non contengono altro, ve ne potrei citare altre 10 di esempi di questo genere. Perché succede questo e tra l’altro cosa interessante queste persone, questi imprenditori che hanno individuato e capito che non si chiedeva di firmare un assegno alla fine invece firmano anche gli assegni, pensate un po’, perché siccome non gli si chiede firma l’assegno che io so cosa fare ma entra in un processo, discuti e dimmi che cosa sei in grado di fare e cosa vuoi fare, con noi diventano attori principali del processo allora chiudo dicendo che la raccomandazione che faccio all’amico Silvio è questo è un processo e un limite che ha avuto in alcuni casi, il processo di piano a Torino è stato di voler chiudere troppo in fretta, i processi devono saper prendere delle decisioni ma devono, ed è fondamentale in una terra come anche questa che ha preso scopo da tutte le parti e deve ricostruire un clima di fiducia, deve essere chiaro che se c’è un processo non è scritto il giorno in cui poi viene assunta la delibera che assume il processo, il processo ha dei suoi tempi e le sue logiche che vanno rispettate. Grazie

…-grazie Ugo parole di saggezza, la parola a Onirica associazione dove abbiamo iscritti a parlare, uno, due ,tre, quattro, cinque, sei persone ma ne parla uno per tutti , grazie e si prepari Gianvito Spizzico

VITO LATORRE(?) – io porto le esigenze di spettacolo dal vivo, compagnia teatrale, professionista che non ha un teatro, dico questo perché ovviamente le cosa che si parla sono tante e poi bisogna metterle a sistema, dico compagnia professionista non perché il teatro sia solo dei professionisti ma perché sappiamo bene che le compagnie professioniste devono versare i contributi assistenziali e previdenziali, devono sostenere delle spese in materia di sicurezza sul lavoro , devono rispondere ad una serie di requisiti e quindi probabilmente abbiamo esigenze diverse rispetto ad altri. Dunque come onirica abbiamo vissuto purtroppo 7 anni, dico purtroppo, perché in 7 anni c’’è stato il buio culturale della città di Bari, non avere una politica culturale ha significato prima di tutto distruggere un pubblico teatrale, cioè secondo me il punto di partenza è quello di creare il bisogno nella gente di andare a teatro, creare il bisogno nella gente di vedere spettacoli dal vivo, in questo momento per tanto ritengo sia più opportuno non fare una scelta artistica a prescindere ma dare al possibilità a tutti coloro che abbiano queste caratteristiche , questi requisiti di esprimersi e quindi entro nel merito del come. Per esempio si parla di teatri, di grandi teatri , del Petruzzelli, del Margherita, secondo me sono discorsi un po’ retorici perché per mettere questi posti in agibilità, non parlo del Petruzzelli, ci vogliono tropi soldi, troppo tempo, noi nel frattempo siamo morti, pensare che una compagnia come la mia possa chiedere al comune di bari di andare al Petruzzelli, è una follia, perché noi abbiamo bisogno di costruire un pubblico di far conoscere il nostro linguaggio al pubblico e sappiamo che cosa costa il teatro Petruzzelli una giornata al comune di Bari e sappiamo che con quei soldi e probabilmente con i soldi che in questi anni il comune di Bari ha dato alle compagnie teatrali in base al vecchio regolamento comunale, vecchio, obsoleto ,quel regolamento comunale ha messo talune realtà di fare rendicontazione su carta, di prendere soldi e di non fare attività allora io direi, destinare di allocare quelle risorse in spazi accessibili a tuti che rispettano le regole di questo settore, come? Per esempio si può pensare ad una stagione teatrale che vada da fine maggio agli inizi di ottobre per non andare in concorrenza con i teatri privati che fanno le loro stagioni teatrali in maniera già abbastanza intensa e individuare dei luoghi, degli spazi, dei palchi perché sono la cosa più semplice da mettere a disposizione di tutti coloro che ne fanno richiesta con una programmazione unica e coordinata e mettere a disposizione di queste compagnie un minimo services, alla compagnia tutti gli altri oneri, alla compagnia l’incasso di quelle serate, cosa avviene? Avviene così che ognuno ha la possibilità di esprimersi e contemporaneamente se arriva un turista a Bari o se il cittadino barese vuole vedere qualcosa sa che cosa quella sera c’è a Bari, io capisco di mettere insieme la cultura e il turismo però dico una cosa errato è pensare di partire dal turismo per fare cultura, noi dobbiamo are cultura avere un programma intenso, se abbiamo un intenso programma culturale di conseguenza faremo turismo, di conseguenza attrarremo anche sponsor privati. La seconda proposta che io faccio è più servizi quindi per gli operatori dello spettacolo in termini di pubblicità, in termini di formazione e di agevolazioni fiscali . In termini di pubblicità, il comune di Bari potrebbe aiutare tutti noi facendo un programma unico, mensile che vada da dicembre a gennaio in cui vengono pubblicati in appositi spazi pubblici nessi a disposizione di tutti che mandano le loro proposte gli eventi che si tengono sera per sera in tutti i luoghi utilizzando spazi pubblici, utilizzando per esempio i display dell’amtab, utilizzando i cartelloni elettronici che stanno all’ingresso delle tangenziali della città di Bai e con una piattaforma informatica dove il cittadino o il turista o la struttura ricettiva possa indirizzare i propri visitatori e dire ok, stasera a Bari in questo posto si tiene lo spettacolo di questa compagnia. In termini di formazione: il comune di Bari potrebbe farsi promotore di corsi formativi per gli artisti, per i danzatori condotti da maestranze internazionali , io non sono d’accordo sul fato che a Bari oggi ci siano maestri di formazione teatrale , io sono d’accordo che le maestranze vengano da fuori e che portano anche esperienze da fuori, questi corsi sarebbero troppo costosi, allora l’auspicio è fare una graduatoria in cui raccogliere le adesioni ma dare la possibilità a 1) coloro che dimostrano di fare questa professione da un certo numero di anni, 2) di sceglier in base a chi ha il reddito più basso e non in base a selezioni artistiche del tutto soggettive e personali perché altrimenti anche una persona che è poco conosciuta che fa questo lavoro in regola non avrà mai la possibilità di accedere con una quota agevolata ad un corso tenuto da un maestro internazionale. Ultima cosa ogni compagnia , ogni struttura che produce arte ha un luogo dove lavora, uno spazio prova, un luogo dove fale sue scenografie, i suoi costumi la sua attrezzeria, sarebbe importante se i comune di Bari desse delle agevolazioni fiscali per l’imu, desse delle agevolazioni fiscali sulla tassa dei rifiuti perché ci sono delle aliquote che fanno capo al comune di Bari, ovviamente ci sono i furbetti di turno quelli che inserirebbero in questo elenco anche casa propria, si dà a ciascuna realtà l’indicazione di una struttura che non sia ad uso abitativo sulla quale favorire questi centri di cultura, altre agevolazioni fiscali si potrebbero pensare per coloro che rendicontano attività appunto formative, fatte fuori che investono sui loro attori che gli danno la possibilità di fare formazione , sulle spese mediche ,sanitarie e fiscali su tutto quello che spendiamo in termini di sicurezza. Chiudo dicendo chi siamo, siamo Onirica poetica teatrale , non ci presentiamo speriamo che veniate a vedere i nostri spettacoli perché è il modo migliore per presentarci , ringrazio l’assessore perchè’ l’assessore a differenza di molti di noi che hanno fatto i loro interventi e poi sono usciti e sono venuti qui hanno detto che bisogna ascoltare gli altri, queste persone che hanno detto questo, sono venute hanno detto la loro stanno fuori a parlare probabilmente pensando che gli interventi degli altri non siano ugualmente importanti e ringrazio l’assessore che da ieri e si è alzato 3 volte ed io sono qui da ieri mattina e la meraviglia è stata ma non deve nemmeno andare in bagno? Ecco ringrazio l’assessore per questo

… – sto bevendo poca acqua, quindi diciamo che, la parola a Gianvito Spizzico e si prepari Antonio Armenise

GIANVITO SPIZZICO – buongiorno sono un architetto e ho vissuto fin da bambino tra uomini d’arte e di cultura, Francesco e Raffaele spizzico, due maestri della pittura del 900 che hanno avuto la fortuna di essere amici di altri grandi, da casa mia e dalla loro famosa bottega di piazza del Ferrarese 18 sono passati uomini come Guttuso, Purificato, Carlo Levi, Amerigo Tod e tanti altri, loro hanno formato molti degli artisti baresi, alcuni oggi proficuamente attivi e significativi io stesso ho respirato con loro gli odori delle vernici dei colori , da piccolo mi divertivo a pulire i pennelli di mio padre e a maneggiare l’acquaragia. Rispondo dunque volentieri all’invito della amministrazione comunale ha contribuire alla definizione di una politica per le culture, da decenni questa città è apparsa priva di una politica culturale, il pubblico si è fatto soggetto passivo e non ha elaborato una linea progettuale che costruisce per il futuro che si occupasse della crescita e della formazione dei suoi abitanti, si preferiva assumere una posizione inerte accogliendo venti o rassegne quasi tutte importate , al contrario è compito di una amministrazione comunale investire in idee che rispondano ad un progetto sostanziale da concretizzare, concordo con quanto ha dichiarato ieri ad una intervista al quotidiano l’assessore Maselli spiegando il fine di questa chiamata generale, il progetto, il suo obiettivo non può essere un puzzle di iniziative slegate una dall’altra ed effimere per la loro durata, non contesto certo il sistema delle organizzazioni e delle associazioni culturali che svolgono molto egregiamente la propria attività , sostengo però che la guida amministrativa di una città deve impostare una propria linea di politica culturale e su quello valutare le proposte che provengono dal basso per poi decidere se omogenee, se finanziarle o meno, credo che si dovrebbe cambiare l’approccio sistemico alla parola cultura, la cultura è la storia dell’uomo, la cultura è il futuro dell’uomo, una città senza memoria è una città senza futuro e la nostra da tempo è una città che tende a cancellare la propria memoria storica, i propri grandi uomini, dal 900 in poi sembra che in questa città non sia avvenuto nulla, nessun fermento, nessuna eccellenza in ciascuno delle arti che compongono il variegato mondo sintetizzato in questa parola, qui la parola ha sostituito il concetto, come i contenitori hanno sostituito i contenuti, qui l’evento ha sostituito la linea, ecco dunque che la città deve sviluppare una politica della cultura una politica che sia sull’uomo, sul suo passato e sul suo futuro. Io mi auguro che da queste giornate e da questo dibattito venga fuori davvero una linea progettuale, un obiettivo cosa si intende fare per rilanciare una cultura, un concetto di cultura per questa città, una linea per le culture deve dare indirizzo e indicazione deve aiutare l’uomo a diventare migliore, il progetto deve svilupparsi per la durata del ciclo del sindaco, una politica culturale dunque sviluppata così è anche un poderoso sostegno al turismo e tramite esso produce un circolo economico virtuoso di attività collegate che porta benefici all’intera collettività, ma sembra che in questa città non sia stato così e che io scopra l’acqua calda. La città soffre cronicamente ormai della mancanza di un pensiero artistico autonomo, di un pensiero culturale coraggioso, pur non mancando le intelligenze per poterlo attuare , è difettata nel tempo la volontà di avvicinare i cittadini, i turisti alla conoscenza della storia della città e all’emozione che l’arte contemporanea trasmette, indicativa di ciò è ad esempio la questione relativa alla mancanza di un museo di arte contemporanea degno di tale nome, il degrado sociale deve allora essere soppiantato da criteri etici e dal rispetto del bello come valore, deve essere acquisito il concetto che una città civile è anche e soprattutto fucina e veicolo del sapere perché la cultura è un bene comune e non esclusivo di una elite e pertanto essa va promossa non solo nel centro della città, ma anche nelle periferie , nei quartieri marginali ed emarginati di cui vanno valorizzate le risorse storiche ed artistiche per dare loro dignità di contrada, in questo modo probabilmente si ridurranno anche gli effetti del vandalismo che è figlio del bullismo urbano. Io mi aspetterei da una città culturalmente consapevole, non certo di avanguardia che povera di molte cose valorizzi i propri figli specie nel campo delle arti, con particolare riferimento a quelle che sono state le più prolifiche ovvero le arti visive e della architettura, mi aspetterei che una città normale utilizzi il suo patrimonio culturale per valorizzarlo e capitalizzarlo farlo diventare anche risorsa economica e non solo ricordo quando questo lo si fa, mi aspetterei che la municipalità per restare in tema trovi strade centrali da intitolare a quei suoi figli e non come ora stradine di quartiere periferici e che queste presentino non solo una banale targa incisa ma anche accenni visivi alla loro attività, piccole mostre a cielo aperto, parte di un percorso turistico culturale. Sembra ormai qui da decenni che il significante della cultura siano i contenitori e perché solo i teatri quali contenitori di attività culturali? Le arti visive o quelle letterarie non hanno dignità di pari se non superiore importanza storica? Ecco perché ritengo che a Bari debba avere un polo delle arti visive, attorno ad un contenitore di arti si sviluppa un indotto non indifferente, turismo, attività collegate , editoria, laboratori di sperimentazione e luoghi della tradizione, coinvolge la politica dell’accoglienza , si collega , si connette la storia dell’uomo al divin creatore dell’universo. Un polo delle arti visive deve coinvolgere l’accademia delle belle arti e i suoi studenti che li troverebbero motivo di espressione post studi, un polo delle arti visive deve rappresentare un punto di unione tra città novecentesca e borgo medievale, coinvolgendo i contenitori anche quelli non di proprietà comunale mediante il riassetto e il coordinamento funzionale del teatro Margherita, dell’ex mercato del pesce, della sala Murat e di questa piazza del Ferrarese per costituire quella galleria di arte moderna di cui la città deficita da sempre, contenitori che sono strategici nell’assetto urbanistico, un network delle arti estenderebbe la sua influenza benefica sui luoghi della storia e della tradizione, interalalanz, il cuore della tradizione e del folclore cittadino più amato e completamente recuperata e il lungomare monumentale con i suoi edifici e giardini storici tale che possa diventare la movida delle storia e della tradizione, un circuito in cui dovrebbe inserirsi anche il molo di san Antonio che così non sarà più alla mercè del vandalismo. Tutto questo sistema urbano creerebbe percorsi del tempo libero cittadino e turistico a sfondo culturale, cerniera degli assi della movida e quelli turistici, da cui partirebbero i percorsi museali delle strutture presenti nel borgo antico, fortino, castello, museo nicolaiano, santa Scolastica, museo civico, le architetture religiose ivi comprese le chiese sconsacrate, tutti questi spazi sono da sempre mal collegati tra loro, non è stato mai pensato un percorso unitario che partendo da una idea comune centrale li congiungesse, ecco una proposta fattibile assessore e produttiva probabilmente su cui spero vi sia dibattito e soprattutto risposta a favore o contro ma risposte ad un professionista che ama questa città. Vi invito cari sindaco e assessore, dunque, a valutare questa proposta e a riflettere sul tema della memoria storica della città, a valorizzare quanto resta della creatività dei suoi uomini del passato ma sempre collegati e proiettati nel futuro, come ha fatto nella sua attività Marilena Bonomo, scomparsa da poche settimane e ricordata da Antonio Decaro nel suo intervento introduttivo, una imprenditrice delle arti che ha perseguito un progetto culturale, una linea che ha fatto conoscere i suoi amati avanguardisti, Liviuit uno dei padri del minismalismo, non avrebbe decorato questa parete se non ci fosse stata lei. E gli architetti? Nel 900 oltre al sacco edilizio del quartiere Murat, abbiamo anche avuto una notevole produzione di architetture di pregio grazie a uomini come Saverio Dioguardi, Sangirardi, Ghiaia , Napolitano, Tonino Cirelli ed altri compreso Onofrio Mancini che opera ancora con proficua produzione e altri che non nomino, comprese le attuali generazioni di mezzo che producono architetture di qualità. La città non può ignorare questi intellettuali, la città deve approfittare di queste eccellenze, per crescere tutta, per fare attrattiva turistica, sottolineo a margine l’interessantissimo workshop che si sta tenendo al Margherita sul recupero e riuso degli immobili abbandonati. Aggiungo , infine, assessore le architetture presenti alla fiera del levante sono patrimonio della città devono essere fruite dalla città in special modo il palazzo del mezzogiorno, eviterei di fare un contenitore legato ad un museo del cinema, ritengo che questo per la sua specificità possa essere collocato in altri luoghi della stessa fiera, mentre quel gioiellino di architettura organica progettato dall’ingegner Carlo Favia e inaugurato nel 51, in cui ci sono dei graffiti dei fratelli spizzico, in degrado, una volta restaurato e restituito al progetto originario possa esser trasformato in palazzo di esposizione dedicato all’architettura ed estrapolato dal contesto fieristico per essere fruito dalla intera città. Questo contenitore potrebbe essere il primo di una serie che identifichi il lungomare di ponente in quel percorso che diventerebbe parte della movida di rappresentanza per ricucire il rapporto con la città da vivere con l’arte , si può prevedere la creazione di altri contenitori qualificanti , il museo del mare a cui potrà affiancarsi l’acquario del mediterraneo, un planetario e l’eco museo e quindi anche il museo del cinema, il museo del mare avrebbe l’intento di valorizzare le origini culturali e le tradizioni tipiche della marineria barese, in questo luogo sarebbe ovviamente imprescindibile la presenza del viaggio per Mira allestendo permanentemente la mostra fotografica del diario di Bordo da Bari a Mira sulle tracce di san Nicola e tutte le altre testimonianze marinare anche le caracche a remi che legano la città , i baresi al santo, ovviamente con la piena partecipazione dei padri domenicani. Per tutto questo ritengo strategica la costituzione, e ho finito, una agenzia per le culture con funzioni di coordinamento composta da personalità rilevanti nell’ambito artistico e culturale che funga da ponte di collegamento stabile tra gli organismi decisionali, comunali e cittadini, con le finalità di trasformare Bari in città di cultura e della luce e non soltanto concettualmente la luce è vita ma anche fisicamente. La città della cultura, la città della luce, con attività legate all’arte e ala luce, luci di artisti, luce degli artisti come a Torino dove per il natale si coniugano arte e folclore, perché non a Bari? Concludo con l’auspicio che da questo incontro nasca la politica per le culture a Bari che ponga radici persistenti e forti che penetrino nelle menti e nei cuori dei cittadini e lasci una eredità concreta per il futuro in questa logica propositiva e partecipativa sono pronto a donare una lastra per ristampare le due acqueforti dei due spizi che possano diventare un simbolo della città e della sua rinascita, le politiche delle culture deve disegnare la città del futuro non solo l’assetto urbanistico, deve fare di Bari una città bella perché il futuro appartiene alle belle città così Godot sarà davvero arrivato. Grazie

… – grazie Gianvito Spizzico, ti sei preso il tempo di due interventi, ma l’avevi detto e ti ho lasciato parlare, lo apprezzerai solo perché era scritto l’intervento, Antonio Armenise e si prepari Antonella Biga di Fiavet

ANTONIO ARMENISE -…………………(sottofondo musicale) buongiorno sono Antonio Armenise e intervengo in questa conferenza in qualità di responsabile e pubbliche relazioni del cantautore barese Max Orsi, che è già noto al mondo dello spettacolo, alla stampa musicale, della tv , per essere stato personaggio di rilievo nonché finalista del più importante talent show televisivo a livello nazionale, quello condotto da Maria De Filippi, Amici, in questa sede non possiamo non esimerci dal ringraziare l’assessore Silvio Maselli per averci dato la possibilità di presentare questo nostro importante progetto musicale, progetto che l’artista vuole condividere in primis con la città di Bari e con i propri concittadini perché lui si sente un barese doc, anche lo stesso video ha come locations la città di Bari, il Palace ci supporta in questo progetto importante, nel disco Max racconta, la propria via, la propria esperienza personale ed artistica, il diario di bordo di un viaggio, di un viaggio bellissimo, una storia importante ricca di emozioni di valori puri e sinceri, la storia di un ragazzo barese che grazie alla propria famiglia, grazie alla scuola, grazie a quelle che sono la stessa città di Bari, alla storia di Bari d ha cominciato a sognare e ha realizzato una vera e propria favola, tanti concorsi, tante canzoni, eventi, fatica , dedizione sino ad approdare alla corte di Maria De Filippi, dove arriva in finale, sfiora quasi la vittoria e questa esperienza ha un seguito di oltre 4 milioni di fans, finalmente la figura di un cantante barese che porta a livello nazionale la città di Bari, l’arte di Bari nella sua genuinità, nella sua ingenuità e purezza, valori che però confliggono con un mondo che molto particolare quale è quello della musica caratterizzato da logiche commerciali, interessi economici che inevitabilmente soffocano i giovani talenti e quindi impediscono loro di emergere. Mu piacerebbe aprire una parentesi su un trattamento discriminatorio che è avvenuto proprio qui, a Bari, in Puglia dal Battiti live, abbiamo subito un rifiuto categorico sono state preferite forse etichette più prestigiose i cantanti non erano famosissimi, diciamo, chiudo la parentesi polemica, quindi Max decide di non sottostare a questi schemi, a queste logiche vessatorie , Max si sente , appunto, vivo a metà ,si sente soddisfatto ma non appieno , quindi decide di tornare indietro, tornare ad apprezzare quei valori fondanti della propria formazione artistica e personale, sente il bisogno di raccontare il proprio pensiero , i propri sentimenti , molto spesso le etichette impongono degli autori, Max è un cantautore , quindi bisogna dare espressione al progetto, quindi nasce vivo a metà, un disco già pubblicato dalla Bianca Group, distribuito dalla Worner music, il tema di un percorso difficile di crescita professionale e personali, teste generazionali che riflettono in maniera significativa lo stato d’animo, i pensieri, i sentimenti di molti giovani di oggi, è un progetto artistico dalle melodie insolite ma perfettamente in linea con la tradizione musicale italiana. Oltre questo quindi la promozione dell’album, l’organizzazione di Max Orsi propone di avviare un progetto di sviluppo artistico possibilmente in concerto con le amministrazioni comunali e le istituzioni scolastiche per attivare quelle sinergie necessarie atte a sostenere e sviluppare la musica e l’arte dei giovani talenti, quindi con percorsi formativi all’interno delle scuole, per portare appunto l’esperienza artistica e televisiva di Max, quindi una testimonianza concreta di un percorso ricco di emozioni m anche di molte difficoltà e di illusioni. Poi ci sarebbe l’idea anche di un concorso interno alle scuole per dare la possibilità agli studenti, ai vincitori quindi scoprire giovani talenti dare loro la possibilità di intervenire nel prossimo album che ci sarà l’anno prossimo e partecipare ai concerti live in giro per l’Italia, che lo vorremmo innanzitutto in primis esibirci sul nostro territorio. Mi piacerebbe concludere l’intervento in quanto ho colto delle analogie significative con la fotografia che è stata scelta per rappresentare questa prima conferenza delle culture e del turismo, quindi la personificazione di Godot, il richiamo a quello che è il celebre racconto di Becket e quindi dove il tema dell’attesa, il tema delle promesse non mantenute, il tema delle illusioni, costituisce un vero e proprio dramma, un dramma attuale che vivono molti giovani, nei vari settori quindi non solo artistico o culturale, ma nel mondo del lavoro in generale, quindi necessita di un intervento concreto da parte delle istituzioni pubbliche e politiche , un intervento atto a garantire quelle che sono le condizioni necessarie, le opportunità, la struttura che consentirebbe a tanti giovani nei vari settori, artistico e del lavoro in genere di poter raggiungere la propria soddisfazione e la propria identità personale. Grazie per l’ascolto e buon proseguimento.

….. – grazie, grazie mille ad Antonio Armenise, la parola adeso ad Antonella Biga che rappresenta qui la Fiavet che ringrazio per aver accolto il nostro invito e si prepari Pasquale Ribezzo

ANTONELLA BIGA – ringraziamo le istituzioni per averci interpellato , noi rappresentiamo gli agenti di viaggio in Puglia, Godot chi è? Il turista ideale ed immaginario che noi cerchiamo di motivare alla permanenza e alla stanzialità in Bari e nel circondario perché se lui è Godot dobbiamo creare insieme alle istituzioni , associazioni di settore delle condizioni per rendere godibile e appetibile l’offerta, dobbiamo operare sul settore dell’incaming , trasporti, accoglienza e beni culturali, trasporti raynair ha aumentato la frequenza giornaliera dei voli da Parigi e da Londra ed il volume complessivo degli arrivi è aumentato, ma una volta arrivato a Bari Godot che fa? Quanto è la quota di mero transito? Quanto quella stimata dalla permanenza? Lo stesso dicasi per il traffico delle navi dove addirittura c’è il pericolo di marcare un conteggio negativo di presenze, perché, ricordiamo che il porto di Venezia non farà entrare più le navi di grosso cabotaggio e quindi quale è il nostro rischio? Di non vedere più turisti in quanto le navi verranno qui e saranno di dimensioni inferiori. L’accoglienza, gli operatori del settore sono più abilitati di me a parlare ma la riflessione va fatta sull’insieme, accoglienza , vale a dire infrastrutture, alberghi, appetibilità della costa, degli insediamenti turistici, la sede scelta per questo incontro è quella più appropriata in quanto oltre alla regione ha un ruolo di coordinamento, di stimolo al sistema turismo e non dobbiamo dimenticare che a Bari le istituzioni delle città si apprestano a confrontarsi con la scommessa ambiziosa della città metropolitana assumendo quindi il compito di volano per le iniziative di sviluppo che riguarda una vasta ara di comuni costieri e di interno, ognuno capace di offrire ricchezza, bellezza e peculiarità turistiche. Siamo in grado di sfruttare queste opportunità e di segnare per Godot percorsi turistici ed offerte turistiche che lo inducano ad essere turista nel nostro territorio e non turista di transito. In questo ambito ben si inserisce la questione della massima fruibilità delle nostre opere d’arte, dei nostri beni cultuali, castelli, palazzi, masserie di prestigio artistico che sicuramente come il nostro mondo ci insegna integro a pieno titolo ogni offerta turistica. Noi come Fiavet ci sentiamo impegnati ad agire insieme, affianco a chi? Istituzioni ed associazioni di settori vuole dare un nuovo impulso e vera strategia al turismo del nostro territorio, noi Godot continueremo ad aspettarlo e facciamo in modo che si fermi qui da noi.

… – grazie e adesso la parola a Pasquale Ribezzo della Cna Puglia e a seguire Saverio Buttiglione

PASQUALE RIBEZZO – grazie per la possibilità di intervenire e soprattutto per avere organizzato questa due giorni credo che sia , lo hanno detto tutti , lo sottolineo anche io una innovazione radicale delle consuetudini di questa città ma in parte anche di questa regione, noi Cna cultura è un ‘area di lavoro della più grande area che poi è quella della confederazione dell’artigianato, dl gruppo notoriamente 870 diversi mestieri e nella cultura abbiamo raccolto tutti i nostri associati che hanno un rapporto diretto con la cultura , con gli obiettivi di promuovere intanto una modalità diversa di sostegno alla cultura da parte dell’insieme del sistema imprenditoriale e in parte abbiamo ottenuto qualche risultato, favorire l’auto organizzazione degli operatori, ad esempio attraverso reti per dei casi, quello dei services per lo spettacolo , che mentre siamo forti e siamo bravi, l’assessore soprattutto è stato bravo in questo , noi nel promuovere attraverso Apulia film conviscion ma più in generale attraverso anche gli interventi della regione per promuovere lo spettacolo non siamo stati in grado di completare le filiere. L’altro obiettivo è quello di dare dignità a quelle figure che fin qui sono subalterne penso , per esempio, fra tutte ai restauratori che sono vittima da una parte delle scelte delle sovraintendenze e dall’altra dalla oppressione burocratica del ministero, in questi anni noi abbiamo costruito , un percorso ed è un percorso totalmente privato, sono l’unico , credo qui che può testimoniare che da anni non maneggia un soldo di denaro pubblico, siamo partiti nel 2008, con una iniziativa che abbiamo proposto a tutti che da tutti è stata detta che era interessante ma poi non ci sono stati atti concreti e abbiamo preso atto di questa difficoltà di dialogo con le istituzioni, abbiamo sostenuto direttamente i privati con un investimento anche notevole che per noi equivale attorno attualmente al 15% dei bilancio confederale, per cui sono nate grazie alla ospitalità della basilica di san Nicola, sono nate le rassegne in nomine domini, nel 2009-2010 tenute in basilica e poi nel duomo di Francavilla e nel duomo di Modugno che sono state rese possibili anche per la presenza interessante e importante di alcuni soggetti locali, penso come partner interessanti alla galleria blueorg per un verso, a teatro in Puglia per un altro e ieri ho sentito Ivan Dell’edera è stato uno dei soggetti che in queste nostre attività si è espresso. Abbiamo finanziato per intero un progetto che si chiamava 40 idee per san Nicola che non ha avuto, devo dire, un grande successo, e che era partito da una considerazione, le migliaia di croceristi che si aggirano per la città vecchia con il anso all’insù senza sapere dove andare e che cosa fare e che cosa comprare difficilmente riescono a trovare un gagget di qualità da portarsi dietro, avevamo immaginato che questo concorso stimolasse anche la creatività dei giovani e dei talenti baresi, per la verità le risposte sono venute prevalentemente o da ultra cinquantenni baresi o da scuole d’arte e giovani che stavano comunque soprattutto nel Salento. Abbiamo istituito con il museo della fotografia del politecnico una serie di borse di studio per giovani talenti, abbiamo avviato la galleria dell’artigianato di eccellenza di Puglia, qui a Bari vecchia, adesso è in riorganizzazione, rete con quella di Genova del palazzo imperiale, quella di Bologna la Torre degli asinelli e quella di Firenze della fortezza dal basso, abbiamo coofinanziato iniziative formative ieri ne parlava anche il dirigente della fondazione per il sud, come il progetto cantieri creativi a Putignano e i corsi di iconografia bizantina a Bari, stiamo preparando una mostra sulla iconografia bizantina nel mediterraneo, sud dell’Italia, Grecia e Capadocia coniugandola con quello che Nino Lavermicocca chiamava il circuito delle grotte dipinte per le quali abbiamo costituito da hoc la Cna delle gravine. Questo è quello che abbiamo fatto come sostenitori della cultura sapendo che nel caso delle piccole e piccolissime imprese è difficile che sia una impresa a sostenere e a sponsorizzare e più facile che sia l’associazione che faccia questo per conto loro e qui devo aggiungere che noi rappresentiamo all’incirca un universo di 20mila imprese in Puglia e all’incirca 15mila imprenditori in pensione che fanno un insieme di 200 mila utenti potenziali, anche se noi consideriamo le famiglie e i loro dipendenti, che sono un aggregato interessantissimo se si vuol fare una operazione a livello regionale, se si vuole fare una operazione anche diciamo più scientifica. Quanto all’artigianato artistico , intanto un alto dirigente, un politico della regione, quando presentammo un progetto che riguardava l’artigianato artistico sui fondi della cultura disse : ma va bene ma che centra l’artigianato con la cultura? E questo la dice lunga sull’atteggiamento che ha avuto la regione fino ad oggi, per cui abbiamo avuto una legge sull’artigianato l’anno scorso che attualmente è inefficace perché non ci sono i regolamenti, pare che riusciremo a farli entro settembre io lo spero. Però io mi soffermo un attimo sul valore dell’artigianato come giacimento culturale, giacimento occupazionale e turistico, perché noi abbiamo un immenso patrimonio che è sconosciuto ai più in Puglia ed è talmente sconosciuto anche storicamente che nessuno ha mai provveduto a ritirare i pezzi dell’esposizione universale di Roma mandati dalle province pugliesi e mai ritirati che giacciono al museo nazionale di arti e tradizioni popolari in attesa che qualcuno li richieda. Ora io non so se sono passati i tempi e quelli se li tengono, però fino a 10 anni fa mi dissero: ma non c’è nessuno in Puglia che voglia fare, mettere su un museo? Oddio così come ce la passiamo è difficile pensare ad un altro museo chiuso. Chiudo con una nota, c’è anche il discorso del futuro, cioè il discorso di quelli che chiamiamo gli artigiani digitali, noi abbiamo fatto una esperienza che ci ha stupiti, abbiamo fatto l’Arduino day a Taranto abbiamo avuto una tale presenza di giovani inventori da 12 anni in su, con robottini, le cose più strane e più simpatiche ma quello che voglio sottolineare e che quei giovani con i droni ci hanno portato dei filmati su Taranto da fare impallidire la campagna che ha fatto la regione con le foto taroccate e che erano degne della national geografic e allora io penso che su questo noi possiamo continuare a lavorare se diamo la nostra totale disponibilità, credo che il primo passaggio per noi sarà quello di ricordare, soprattutto lo diceva l’architetto Spizzico, per cui per me è un onore dirlo, sia i fratelli Spizzico sia per il nostro caso essendo stato un dirigente della Cna Citelli, ma tanti altri che in questa città le cui opere sono ancora tra l’altro spesso visibili negli androni dei palazzi degli anni 60 e 50 e che sono finiti completamente nel dimenticatoio, credo che l’oltraggio peggiore sia che si sia potuto fare ai fratelli Spizzico sia quello della destinazione d’uso del locale in cui operavano. Grazie

…. – grazie a Pasquale Ribezzo adesso la parola a Saverio Buttiglione e si prepari il maestro Margherita Alfino

SAVERIO BUTTIGLIONE – buongiorno sono Saverio Buttiglione , direttore a Milano, direttore editoriale di Slo economy, Slo economy è sfogliabile anche on line, golf in tour gustando moda, agro alimentare , cultura e turismo. La mia presentazione finisce qui perché aveva ragione la direttrice Letizia Carrera, la maggior parte degli interventi è stata fatta più che alto per promuovere se stessi per far conoscere se stessi, ritengo che invece, bisognerebbe portare delle idee, delle proposte, più che parlare di se stessi e comunque innanzitutto ringrazio l’assessore Silvio Maselli per la pazienza che sta avendo da ieri ad ascoltare tutti quanti , senza come ha detto una persona prima di me, un intervento prima di me, senza allontanarsi neanche un attimo. Fatto questo doveroso ringraziamento, io mi devo collegare a quello che ha detto ieri la professoressa Godelli, l’assessore Godelli, ha detto per quanto riguarda la cultura , che la cultura secondo lei non è d’accordo con molti perché la cultura non è integrabile come molti fanno nel turismo, tout cour, ma è una precondizione, è propedeutica al turismo perché la cultura fa sviluppo civile, mentre giustamente il turismo fa sviluppo economico però io sono stato 10 anni fa il primo anno con mandato dalla regione Puglia, dal governatore Vendola, quando sono stati fatti i primi stati generali e l’assessore Massimo Stilio, nella cittadella della cultura ex macello, io penso che quell’evento, quelle giornate siano state di buona auspicio e fruttifere perché come ha detto ieri l’assessore Godelli alla fine in questi anni si è ben lavorato soprattutto lei ci ha messo molto di suo, con competenza, per cui la Puglia è diventata un brend, un brend oramai in tutto il mondo riconosciuto, vogliono venire in Puglia, chiaramente però pur essendo d’accordo con lei, le culture e parlo non solamente della cultura architettonica ma anche di quella letteraria , ma anche di quella cinematografica piuttosto che teatrale, devono essere inserite in un progetto di turismo, esattamente come devono essere inseriti degli altri ingredienti per quanto riguarda l’agro alimentare, perché il turista che viene in puglia , piuttosto che a Bari oggi ha bisogno di fare esperienze, esperienze emozionali, per cui il mio intervento più che altro è quello di esortare il nuovo assessore che d’altronde non ha bisogno neanche di tanti suggerimenti perché è stato degnamente direttore di Puglia film conventions, in questi giorni, ma l’esortazione che tutti quanti dovremo fare nei nostri interventi è quella a fare sistema. Io proprio l’altro ieri sera ho visto sulla rai la trasmissione Petrolio dove si parlava della esperienza salentina e parlava l’attrice Elen Mirren che è fra i tanti nomi celebri, ha investito in quella regione e diceva che per esempio non c’è la cultura dello stare insieme ma non c’è neanche la cultura del curare la cosa pubblica perché il salento è diventato anche su un brend riconosciuto però purtroppo il turista trova l’immondizia per strada, e ha fatto dei casi, lei, all’estero dove il cittadino si occupa anche dell’immondizia fuori di casa, di fronte a lei, cosa che da noi non succede. Voglio dire che fare sistema significa che tutti quanti non solo le istituzioni, l’assessore Godelli, l’ assessore Maselli, la regione , il comune devono metterci del proprio ma tutti quanti noi soprattutto gli stecoder , la maggior parte di quelli presenti oggi qui e ieri sono stecoder, devono perdere la loro individualità, il loro individualismo che poi è il male forse peggiore che abbiamo sempre avuto noi qui al sud. Se vogliamo fare una analisi su Swoth io dico che ci sono dei segnali, solo dei segnali ritengo per quanto riguarda le positività e vediamo cosa sta succedendo a Fasano già l’estate scorsa e adesso di nuovo, è venuto un ricco miliardario indiano a sposarsi, a fare matrimoni da mille e una notte al san Domenico e l’anno scorso è successo con un magnate russo, e prima di lui uno sceicco libanese che era il più grande costruttore edile del Libano, cioè questa gente che sta nei posti dove nel nostro immaginario collettivo dovrebbero farsi i matrimoni da mille e una notte , li viene a fare da noi in Puglia, ma noi non abbiamo sistema. Mi era stato chiesto dalla dottoressa Giannoccaro se c’erano delle slaid da portare, io avrei potuto portare delle slaid, quelle dell’architetto Giuseppe Migliè, è un signore che è come il tilche(?) della formula uno, che ha costruito gli ultimi impianti della formula uno nel mondo, Migliè che è romano , ha costruito 40 campi da golf in Marocco, lui mi ha detto che viene continuamente, negli ultimi anni, in Puglia per cercare di fare sistema, portare investitori internazionali per far costruire dei campi da golf, le sue slaid avrei portato , il suo dossier, parla non di pochi stupidi ricchi che giocano a golf , parlano di migliaia e migliaia di giocatori di golf che nei mesi invernali, ecco quando parliamo di destagionalizzazione secondo le indagini che hanno fatto loro verrebbero volentieri in Puglia, dalla Finlandia , dalla Russia, dalla Germania, dall’Inghilterra a giocare a golf perché? Gusterebbero il nostro patrimonio culturale e la nostra enogastronomia e invece Migliè è stato chiamato in Marocco che come viaggio aereo è un po’ più lontano che fermarsi in Puglia e lì con una burocrazia molto più spedita della nostra ha costruito 40 campi da golf, e qui invece non c’è sistema. Noi, vedo che il mio tempo è terminato, nel nostro piccolo io sono proget manager, ecco ritorno a parlare di noi di questa operazione che è la star tap e proprio adesso nel 2014 il 30 settembre, in questa sala, piazza Ferrarese si chiama extra di vino, cercheremo di portare dei baiers(?) degli stecoder (?) internazionali e farli dialogare con le migliori aziende di vino e di olio della Puglia che sono i nostri simboli enogastronomici, dopo di che li porteremo a visitare, appunto, parte della cultura dei siti unesco, Alberobello, Castel del Monte ed alcuni frantoi ipogei ed aziende affinchè loro si rendano conto che non si vende solo un prodotto ma si vende una esperienza, e questo dovrebbe fare la cultura e questo secondo me dovrebbe fare il turismo. Grazie e in bocca al lupo per questa esperienza all’assessore Maselli, si dice in bocca al lupo e non auguri , mi pare , e che sia esattamente come quello che è successo per la regione Puglia, appunto dopo aver fatto gli stati generali 10 anni fa sul turismo

…. – grazie la parola a Mariarita Alfino e si prepari Enrico Romita

MARIARITA ALFINO – buongiorno a tutti , sono Mariarita Alfino e rappresento l’accademia dei cameristi che è una associazione musicale che da 16 anni produce stagioni di musica da camera a Bari e non solo, permettetemi anzitutto di dire grazie all’assessore della possibilità che ci sta dando di parlare dopo 5 anni di totale silenzio, direi anzi di vuoto istituzionale, sto usando il plurale, il noi , non perché sia un plurale majestatis, ma perché credo di poter essere portavoce di tutti quanti gli altri che come noi hanno avvertito in questi 5 anni un profondo disagio, la mancanza di un assessore, infatti, ci ha fortemente penalizzati, ha in qualche modo come dire, prosciugato le nostre energie, nella lotta quotidiana contro le difficoltà che non sono solo di ordine economico, siamo stati privati è vero di un sostegno, il che ha avuto una conseguenza sui nostri bilanci, ma anche soprattutto siamo stati privati di un sostegno morale, psicologico, dal punto di vista di un operatore culturale Bari è diventata una città difficile, si lotta quotidianamente contro l’indifferenza dei cittadini, l’indifferenza del mondo imprenditoriale, bancario, l’indifferenza dei mezzi di comunicazione carta stampata compresa, eppure Bari nel passato, è stata una città non solo dedita ai traffici dei commerci, è la città che ha dato i natali a Nicolò Piccinni, è la città in cui persone illuminate hanno fondato una casa editrice, hanno voluto una università degli studi , un accademia di belle arti, un conservatorio di musica, oggi però sembra che la nostra città sia come ripiegata su se stessa, sia in qualche modo, come dire abbai perso il senso civico dell’appartenenza ad una comunità che pure ha saputo dare tanto nel passato al mondo delle arti e della cultura sembra addirittura accettare con rassegnazione la deriva verso una progressiva desertificazione culturale. Ecco allora perchè in qualche modo l’intervento dell’assessore Godelli pur non sapendo l’una dell’altra, quello che avremmo detto ha sostenuto la stessa cosa, cioè bisogna secondo me ripartire dai cittadini, il comune potrebbe farsi promotore di una capillare opera di formazione, di educazione alla bellezza delle arti , della musica, della cultura tout cour naturalmente con la collaborazione attiva di tutti noi , faccio un esempio concreto, noi abbiamo per statuto lo scopo di promuovere i giovani talenti nel campo della musica ma ance di favorire la crescita del pubblico, di facilitare uno scambio generazionale per evitare che i nostri teatri tra non molto siano deserti. In un momento di progressivo disinteresse per la cultura, abbiamo pensato che fosse nostro dovere moltiplicare le occasioni offerte alle giovani generazioni di accostarsi ad un mondo quello della musica classica, purtroppo trascurato sia dai mezzi di comunicazione sia dalla scuola notoriamente amusicale, quella italiana intendo. Abbiamo cominciato con il portare i nostri concerti nelle scuole ma mancando una reale collaborazione degli insegnanti l’ora di ascolto si risolveva in un’ora di vacanza dalle lezioni , abbiamo allora pensato di portare i ragazzi in auditorium , noi facciamo i concerti in auditorium in Vallisa ed io personalmente ho sollecitato ed ottenuto dei colloqui con la maggior parte dei dirigenti scolastici di Bari, ma aimè, al di là di vuote parole di apprezzamento non sono riuscita ad ottenere la collaborazione di nemmeno uno, i ragazzi che frequentano i concerti la domenica mattina, facciamo un ciclo di concerti pensati per i più giovani , naturalmente preceduta da una guida all’ascolto, i ragazzi che frequentano questi concerti mattutini con accesso gratuito , vengono perché sollecitati da pochi docenti illuminati che conosciamo personalmente. Allora il comune di Bari è il riferimento istituzionale dalle scuole elementari e medie della città, se fosse al nostro fianco e facesse da collegamento con le scuole, sicuramente i risultati potrebbero essere anche più soddisfacenti e quanto abbiamo ottenuto a Fasano dove l’accademia cura da anni una stagione parallela a quella di Bari con il paternariato del comune di Fasano, il comune acquista per ogni concerto un pacchetto di 100 biglietti che distribuisce agli studenti delle scuole e naturalmente fa opera di sensibilizzazione presso i dirigenti scolastici ed i docenti. La sinergia comune e scuole ha dato dei risultati veramente lusinghieri, i ragazzi ora non hanno bisogno di essere sollecitati , vengono spontaneamente, affollano ormai il teatro sociale e ascoltano con interesse le esecuzioni, ma cosa ancora più soddisfacente, mostrano di recepire quanto gli stessi interpreti dicono attraverso una guida, l’ascolto prima del concerto stesso, questo sarebbe un intervento, questa sinergia si potrebbe realizzare anche a Bari che ha come dire addirittura un bacino di utenza ben più ampio in confronto , per esempio, alla capienza dell’auditorium vallisa. Vorrei fare un’altra proposta concreta che è nata dalla nostra esperienza personale, noi facciamo i concerti in vallisa il lunedì sera e il lunedì mattina durante la cosidetta prova generale c’è capitato di ospitare gruppi di croceristi capitati lì per caso, nel loro vagabondare senza meta, in una città semideserta il lunedì mattina, ci ha stupito il fatto che si siano fermati, che abbiano ascoltato quello che stavano eseguendo fino alla fine e che poi alla fine dell’esecuzione abbiano chiesto informazioni sulle musiche ascoltate e anche sugli esecutori. Immagino che al loro arrivo al porto si fornisca una serie di informazioni, che ne so, sui monumenti, sulle strade dello shopping, o altro in città , ecco se si fornisse loro una informazione dalla possibilità di assistere gratuitamente alle prove di uno spettacolo dal vivo che potrebbe essere fatto non solo il nostro ma anche di altri operatori musicali o teatrali che siano, penso che il numero salirebbe e anche in questo caso la collaborazione del comune sarebbe preziosa e a costo zero e la città avrebbe la possibilità di presentarsi con un biglietto da visita forse più consono al suo ruolo anche futuro di città metropolitana. Non vorrei mi si tappasse la bocca, ovviamente di proposte concrete se ne potrebbero fare tante altre e naturalmente tutti noi sappiamo che i tempi sono duri che le risorse disponibili sono sempre meno, non chiediamo denaro a fondo perduto, vogliamo semplicemente lavorare a tanto al comune in sinergia con il comune per moltiplicare le occasioni di crescita da offrire ai cittadini perché una Bari migliore sia possibile. Grazie

… – grazie a MARiarita Alfino, la parola adesso a Enrico Romita da Hell in the cave e seguono Marco Bottalico, Annarita di Pace e Sara Melle Dandri

ENRICO ROMITA – buongiorno, allora quelle che state vedendo adesso sono delle fotografie scattate nelle grotte di Castellana durante lo spettacolo hell in the cave e sono state inviate dagli spettatori, non sono foto di professionisti o che abbiamo commissionato, semplicemente 35 mila spettatori che hanno seguito questo spettacolo e hanno fatto questa esperienza ci hanno gratificato attraverso face book, la rete, insomma, questa roba qua, questo esempio a me serve solo come modello, cioè non vi sto invitando a vedere lo spettacolo se volete venire venite se no è uguale , non si svolge a Bari quindi non abbiamo nessuna commissione con la città e mi interessa solamente il modello organizzativo, dunque il progetto nasce 4 anni fa è fatto, è studiato sul luogo non è uno spettacolo che si replica in altri posti, si può vedere solamente lì quindi ha una caratteristica di unicità e pensato per un sito turistico, non è una animazione turistica ma è uno spettacolo, Dante Alighieri ecc., ha incrementato la visibilità del sito e quindi del sistema che risiede intorno alle grotte di Castellana, in maniera diciamo che se dovessimo quantificare circa del 500%, alcune di queste immagini sono presenti su, per fare un esempio sulla brochure della più grande azienda di impianti audio del mondo che è la meier che ha fornito l’impianto audio e sono presenti in una brochure stampata in un milione di copie in tutto il mondo. Ci sono 4 pagine, c’è Dubai, Hong kong, Toronto e Castellana grotte, vi dico solo questo, Castellana grotte e in inglese c’è scritto Castellana grotte near bari in apulia slend Italy, perché se no, non avrebbero mai trovato da nessuna parte, va bene. Perché è interessante? Perché è nato come progetto turistico culturale, esattamente l’argomento del nostro incontro che tra l’altro giusto per sottolineare , l’assessorato di Maselli è assessorato al turismo, cultura e partecipazione, c’è scritto, quindi probabilmente la partecipazione c’è, mo speriamo che si riesca a portar avanti. Abbiamo fatto una politica di promozione diversa, non ci sono locandine, non c’è affissione , non c’è niente del genere abbiamo lavorato esclusivamente attraverso i network e l’ufficio stampa, abbiamo educato il pubblico, lo spettacolo inizia alle 21 , se arrivi alle 21 e 5 trovi la porta chiusa, cosa che può sembrare, come dire, eccessiva ma serve perché così nessuno si può lamentare di arrivare a metà, o di entrare prima ecc. ecc., abbiamo messo a sistema questo spettacolo, abbiamo collaborato con federalberghi, con vari operatori turistici del settore , ricettività varie ecc., praticamente abbiamo abolito la parola evento che personalmente ritengo come miracolo , uguale, preferendo la parola replica, cioè l’offerta istanziale, cioè sempre, si può programmare con 6 mesi di anticipo, si può programmare attraverso internet, si può programmare attraverso i tour operator, come si vuole, abbiamo spettatori diciamo che il 30% degli spettatori sono stati stranieri, quasi tutti avevano prenotato lo spettacolo in anticipo dalla loro sede programmando il viaggio in Puglia, Castellana grotte ecc., ecc., da 1 mese, 2 mesi prima, posso citare esempi di australiani , Giapponesi, nuiorchesi, insomma assolutamente impossibile. Quindi che cosa abbiamo fatto? Unicità dello spettacolo, esperienza perché non è uno spettacolo dove si assiste, come state voi lì in platea e io sul palco, ma è una esperienza che motiva alla visita delle cose intorno alle grotte, cioè non è solo nelle grotte, ha contribuito diciamo a migliorare l’offerta culturale di un sito turistico che ha consumato, ormai, la sua attrattività principale, cioè oggi in Italia ci sono circa 20 siti ipogei visitabili, nel mondo c’è ne sono tantissimi quindi l’unicità della visita in grotta che poteva valere 50 anni fa non c’è più, allora abbiamo cambiato questo criterio, l’unicità è il fatto di entrare nell’inferno di Dante   e per un ora e un quarto , sentirsi ,come dire, all’inferno proprio, è una sensazione che abbiamo tutti. Il progetto è stato selezionato, ha vinto un bando fesdr, quindi ,voglio dire, ha avuto un sostegno pubblico e si auto sostenta, cioè tutta l’impiantistica che è la cosa effettivamente complicata e costosa è stata in parte quasi completamente assorbita dall’intervento pubblico e in questo momento lo spettacolo si sostiene da solo, non ha bisogno di contributi ulteriori, ha dato luogo all’incontro di moltissime realtà artistiche da questa cosa sono nate una serie di altre iniziative ,degli spin off di tipo dalla compagnia dei danzatori piuttosto che altri musicisti ecc., quindi abbiamo di fatto non fatto formazione sulla carta in cattedra ma abbiamo fatto formazione perché abbiamo preso questo agente e lo abbiamo fatto fare, non detto come si fa. Lo sviluppo economico intorno, l’ho accennato, ci vorrebbe un po’ più di tempo , non voglio superar il semaforo rosso, quindi la proposta che facciamo è una sola: siamo disponibili a riprodurre questo modello organizzativo per qualsiasi altra realtà in totale collaborazione ,della serie possiamo pensare di fare un’altra così, ovviamente non l’inferno dantesco, ma un’altra storia può essere applicabile, in qualsiasi posto, ci sono numeri, dati , procedure, c’è tutto quanto disponibile totalmente per cui basta ho finito questo fatto, io me ne vado. Grazie

… – eccoci qua, adesso come avevo detto la parola a Marco Bottalico, Annarita Dipace, Sara Mele Dandri e si prepari Mariateresa Salvati

MARCO BOTTALICO – buongiorno , io sono Marco Bottalico, Annarita Dipace c’è è tra il pubblico, Sara per motivi lavorativi non è qui con noi, allora io qui rappresento Istagrammes Bari, cos’è? Forse alcuni di voi ne hanno già sentito parlare, per chi non né ha già sentito parlare siamo un gruppo, una comunity che si occupa di fotografia mobile, facciamo parte di una associazione nazionale, istagrammes Italia che fa parte a sua volta di un netwok internazionale e attraverso la fotografia mobile quindi, la fotografia fatta da smart fone promuoviamo il territorio, nel nostro caso promuoviamo il territorio pugliese e più in particolare istagrammes quello barese. Promuoviamo il territorio, appunto attraverso la fotografia, la potenza dell’immagine, la potenza comunicativa della immagine, abbiamo scoperto negli ultimi anni grazie a istagrammes, social network che riesce a promuovere a buttare nel network una immagine nel nostro caso quella dei monumenti baresi della vita di strada che si svolge ogni giorno a Bari. Cosa facciamo attraverso il nostro network principalmente organizziamo dei tour, invitiamo istagrammes provenienti da tutto il mondo e quindi con,, parliamo di folloue , numeri altissimi e attraverso le loro immagini, le proprie foto pubblicate sui propri profili, cerchiamo di far venire qui gente e quindi a promuovere il nostro territorio. Ma perché sono qui? Non perché appunto come tanti altri per parlare di noi, ho voluto fare una breve presentazione per chi non ci conoscesse, siamo qui perché qualche giorno fa ho letto sul blog dell’assessore Maselli, cosa mi aspetto io da arriva Godot? Tra le tante cose c’era, venite qui a raccontare qualcosa che avete visto nei vostri viaggi all’estero e raccontateci questa esperienza, ora qualche mese fa esattamente a Maggio di questo anno sono stato in Inghilterra per un viaggio di lavoro e in un week end libero ho deciso di visitare Bristol, meglio conosciuta anche come la capitale della street art, ne sono un appassionato, né sono diventato da poco , Annarita e Sara sono due storiche dell’arte, grazie a loro mi è stata trasmessa questa passione, Bristol è una città che quasi vive o meglio ha conosciuto una espansione più forte proprio grazie all’arte di strada. Ho partecipato ad un tour promossa da una associazione locale, si chiama vual the world, questo tour è in giro per Bristol ti porta a conoscere tutte le opere dislocate nella città. Vi ricordo che a Bristol è nato Banxi, una superstar dell’arte di strada, ho notato, abbiamo partecipato a questo tour, eravamo in 25-30 persone , ogni giorno in più orari durane la giornata si svolgono questi tour in città, c’era una grande partecipazione, la partecipazione , attenzione non era solo, i partecipanti, l’età media dei partecipanti non era dai 20 o 30 anni o cose di questo genere , c’erano signori di 70 anni con macchine fotografiche e cellulari che fotografavano queste opere. Allora io mi sono chiesto perché non possiamo fare la stessa cosa , copiamo le buone pratiche messe in atto all’estero, copiamo quello che di buono c’è e portiamolo qui da noi, in questa settimana c’è stata, tutti sappiamo la polemica ,appunto, sulla street art a bari, si vogliono cancellare delle opere bellissime, c’è ne sono poche ma alcune sono veramente degne di nota, perché non realizziamo a Bari un festival della street art come è stato fatto a Bristol nel 2011? Tutto parte da lì da un festival che si chiama Sinoevil e che ha visto recuperare e rivalutare un viale, si chiama Nelson street attraverso la street art e quindi sono stati chiamati alcuni artisti da tutta Europa e da tutto il mondo a ridisegnare, ricolorare attraverso la propria arte questi muri grigi di questi palazzi fatiscenti, questa area periferica adesso, è attraversata da un sacco di gente che fotografa e promuove un territorio, spesso la promozione di un territorio arriva proprio da chi, dal basso, si parlava appunto di turismo esperenziale, questa ne è una dimostrazione. Quello che mi piacerebbe fare è appunto portare qui a Bari un festival, un esempio ce l’abbiamo vicinissimo a Grottaglie, anni fa esisteva un festival chiamato fein festival, non faceva altro che portare artisti di strada a disegnare stensil, graffiti ecc., sui muri di questa città, sono tuttora visibili e tutt’oggi molta gente passa da Grottaglie per vedere queste opere. Mi piacerebbe fare lo stesso qui a Bari, ci sto lavorando, sono rimasto in ottimi contatti con questa associazione a Bristol e spero un giorno di potere vedere questa città che guarda l’arte con occhi nuovi e spero di poter vedere anche a Bari delle persone più in là con l’età che discutono , fotografano e criticano in modo positivo o negativo la street art in questa città. Io avrei concluso , grazie mille

…- grazie a te, solo una nota poiché esistevano forme di vita anche prima dell’avvento della giunta Decaro e dell’assessore Maselli, il comune di Bari ha tra i pochissimi in Italia un albo e un relativo regolamento per artisti di strada, noi li abbiamo regolarmente invitati, magari sono qui tra noi esattamente come Banxi sono in incognito mai dichiarerebbero la propria identità però li abbiamo e quindi terremo conto di questa come tutte le altre proposte, la parola, adesso a Mariateresa Salvati e poi a Barbara Laneve, bene Mariateresa Salvati non c’è, quindi Barbara Laneve e poi Stefania Gianfrancesco, Barbara Laneve l’ho vista adesso, si è allontanata , andiamo avanti, Enzo Varricchio, prego sul palco

STEFANIA GIANFRANCESCO – buongiorno, innanzitutto grazie per l’invito, sono Stefania Gianfrancesco e sono qui per rappresentare il bims, bari international music festival che organizzo insieme al pianista barese residente a Montreal, il maestro Fernando Altamura e al pianista australiano, il maestro David Func, sarò molto veloce circa quello che abbiamo fatto, mi piacerebbe approfondire il piano quinquennale così come anche richiesto nell’ambito di questa manifestazione. Il mio intervento forse per certi versi sarà controcorrente, il bims nel 2014 ha tenuto la sua terza edizione , quindi è un festival relativamente recente , è un festival classica da camera che si tiene nelle due settimane a cavallo tra maggio e giugno di ogni anno, devo dire che io ho trovato una città pronta e desiderosa di ascoltare musica da camera, lo dico non fare una ruota di pavone ma come testimonianza del desiderio della cittadinanza di essere coinvolta in un evento del genere abbiamo avuto una media nei tre anni di 4 serate su 5 di tutto esaurito, peraltro quest’anno ci simo spostati a santa Teresa dei maschi con una capienza maggiore, 4 serate su 5, quasi 200 persone facevano la fila per assistere ai nostri concerti, la stessa cosa dicasi anche per i media, abbiamo avuto visibilità sia sulla carta stampata ma anche naturalmente ormai on line. I nostri principi ispiratori sono stati fondamentalmente due , da un lato abbiamo fatta nostra una frase di Nino Rota, il pubblico è meno stupido di quanto di creda che sia, e quindi ci siamo sforzati di fornire sempre una offerta eccellente, abbiamo avuto i vincitori dei migliori concorsi di tutto il mondo ,questo anno, ma anche lo scorso anno abbiamo avuto uno stradivari del 1701 che girava per la nostra città e quindi la qualità dell’offerta viene immediatamente riconosciuta in quanto tale. E poi il secondo altro principio devo dire, denunciando quella che fino ad ora, mi auguro d’ora in poi, non sia così, è stata una totale assenza del istituzioni coinvolgendo la città, abbiamo quindi fato collaborazioni ricordo il primo anno con il Kismet abbiamo sempre avuto il patrocinio dell’università degli studi di Bari da prima il magnifico rettore Petrocelli, adesso il professor Auricchio, abbiamo anche collaborato con l’associazione Presidi del libro, nell’ambito di alcune manifestazioni organizzate, nei presidi del libro, collaboriamo con il circolo Bethoven, nel nostro piccolo abbiamo cercato di far rete, perché se si cerca di rimanere a galla da solo dopo un po’ ci si stanca e si affonda, naturalmente i risultati raggiunti sono stati resi possibili anche perché personalmente conduco da quasi 3 anni a questa parte una attività di penetrazione delle scuole, ho amiche, io ho quasi 40 anni, quindi ho amiche coetanee che insegnano e che mi dicono che purtroppo una generazione e mezza ormai è quasi persa, quindi proprio per questo credo che quelli che domani saranno i genitori dovranno essere formati culturalmente, quindi io giro nelle scuole di Puglia, non con il pianoforte sulla spalla, come cantava Venditti, sono una pianista anche, per motivi proprio fisici e quindi faccio lezioni concerto nelle scuole di ogni ordine e grado e questo fa si che la maggior parte e di questo sono molto orgogliosa , qui faccio la coda di pavone, lo ammetto, la maggior parte del nostro pubblico sia un pubblico di giovani, di studenti, di giovani universitari e studenti liceali. Il piano quinquennale, i minuti vedo che scorrono rapidissimamente, innanzitutto l’esigenza del luogo, siamo stati in Vallisa, il nostro primo concerto inaugurale di quest’anno ,alle note Barocche si alternavano i bassi dei Queen in Piazza Ferrarese, la Vallisa è meravigliosa ma non è acusticamente isolata dall’esterno, santa Teresa dei Maschi ha seri problemi di acustica, quindi per non far dire, perché poi le parole corrono, per non far dire a questi artisti, siamo stati a Bari era bellissimo, la il luogo aveva una acustica pessima, quindi per non fare questa cattiva pubblicità alla città abbiamo bisogno di un nuovo luogo, assessore, chiediamo questa cosa ,siccome sappiamo che le istituzioni non hanno più la forza economica di sostenere tutti, chiedo questa cosa, laddove si riconoscano attività degne di sostegno, che l’autorità pubblica faccia una lettera di referenza………..grandi investitori, noi abbiamo avuto mecenati da Montreal da Hong Kong e da Londra e nessuno da Bari, perché? Io ho chiesto ripetutamente appuntamenti non sono mai nemmeno riuscita a superar e lo sbarramento delle segretarie, credo che questo sia grave, perché chi con me, i miei genitori hanno fato altro nella loro vita, non conosco nessuno , vedo una signora che dice di no, la mia esperienza personale poi magari ci confrontiamo in privato, chiedo che l’autorità pubblica faccia da garante perché sicuramente una lettera di presentazione dell’assessore alla cultura del comune forse ha più efficacia del mio nome, non lo so, io propongo, poi non ho la verità nelle mie mani. L’altra cosa che chiedo come una preghiera da chi lavora in questo ambito sapere a dicembre di aver avuto dei soldi per una attività fatta a maggio, significa non aver avuto nulla perché io personalmente, perché noi il primo anno ci siamo autofinanziati, i secondo e il terzo anno abbiamo raggiunto con grande fatica il pareggio delle spese però noi tre non abbiamo avuto alcun compenso né come artisti, nè come , facciamo pagare un biglietto naturalmente con regolare denuncia alla siae perché i ticket sale, la vendita dei biglietti per noi è una fonte di guadagno, così come anche le lezioni della accademia che vogliamo incrementare per far sì che Bari diventi, infatti l’anno prossimo contiamo di fare arrivare studenti in particolare dall’est asiatico perché Bari diventi un centro di formazione di eccellenza mondiale. Detto questo, sono stata perfettamente nei tempi, sono una buona musicista. Grazie

… – hai i metronomo dentro, la parola adesso c’è Barbara Laneve? È arrivata no, bene, quindi Enzo Varricchio e si prepari Franco Minervini, Enzo Varricchio c’è? È intervenuto , ieri hai ragione, Franco Minervini? Fantastico, Felice Amodio e si prepari Francesca Torre

FELICE AMODIO –buongiorno come potete vedere io sono un operatore dalla strada, perché sono operativo in questo momento, io mi occupo dell’accoglienza dei turisti a Bari, in particolare dei turisti delle navi da crociera , quindi come potete immaginare sono uno di quelli che ha che è sul campo di battaglia, tutti i giorni trova qualcosa di buona e purtroppo anche di negativo, io mi sono fatto un piccolo appunto soltanto per ricordare tutto, ma parlo a braccio perché non mi piace scrivere. Primo problema, l’accoglienza che noi offriamo a queste persone che vengono giù dalle navi, che sono, come tutti forse avete avuto modo di vedere, diverse migliaia, non centinaia, io non sono megalomane, sono migliaia, noi abbiamo mediamente 4 navi da crociera alla settimana che approdano a Bari dalle quali scendono circa 1500/2000 persone per cui abbiamo 8000 persone a spasso per Bari per 4 giorni alla settimana, non so quanti se ne sono accorti secondo me pochi, primo problema fermato questi turisti oltre che ad uscire dal porto, adesso vengono accompagnati dalle navi da crociera, dalle compagnie in città con delle navette che fermano in posti diversi, dove fermano? La MSC ha scelto Piazza Massari, cosa trovano a Piazza Massari quando arrivano, oltre noi cheli aspettiamo per lavoro, trovano un giardino che da 2 anni è transennato e non si capisce perché non finisce mai, non è mai finito, ogni tanto arriva un operaio mette 3 mattoni, ma in realtà trovano,, di domenica mattina e di lunedì mattina un cantiere che li aspetta, dopo di che quando riusciamo a prenderli li portiamo in giro per la città soprattutto nel borgo antico e nel lungomare e cosa trovano ad accoglierli? Il teatro Margherita è un cantiere infinito, il giardino qui di fronte a voi , è un cantiere che è incominciato esattamente il giorno prima che cominciassero ad arrivare i croceristi, c’è un bel cartello con esposto consegna 24 agosto 2014 ,ovviamente si e no hanno girato il terreno e non sappiamo quando quel giardino sarà aperto , poi non gli piace il giardino transennato loro vengono in Piazza del Ferrarese e trovano di fronte a voi quello che adesso voi vedete e cioè dei pannelli che circondano un palazzo che cade a pezzi che però viene abbellito dalla scultura che abbiamo di fronte che continua a perdere ruggine da sotto e quindi sta creando un fiume che chissà anche questo fiume un giorno dove andrà a finire, nel mare. Nonostante questo, con il nostro impegno i turisti quando vanno via dicono che Bari è bella, pensate un po’ cosa direbbero se in effetti fosse quanto meno visibile, ho sentito parlare del fatto che su questi pannelli vorrebbero mettere dei murales per dare un po’ di sfogo a questi amici che dipingono, non ho niente contro i murales ma io direi che si potrebbe approfittare per mettere qualche bella foto della città, così almeno la vedono in fotografia e possono avere un’idea di quello che troveranno quando decideranno di ritornare. Veniamo alla segnaletica che per i turisti che non vanno in escursioni con le navi, non vengono con noi, vanno in giro a piedi che sono anche tanti, la prima segnaletica che trovano è una dove c’è scritto , un pannello ormai scolorito dal sole welcome in Bari, chi conosce l’inglese, presumo qui quasi tutti lo sanno, si scrive in inglese si scrive welcome to Bari, in Bari vuol dire dentro ad una scatola per cui quando scendono mi mettono anche a ridere, chi di loro conosce l’inglese ride, per fortuna i cartelli si sono scoloriti e questo problema lo abbiamo superato. Andiamo avanti , l’accoglienza della città, tutti dicono i negozi aprono, non aprono, io stamattina sto lavorando, portiamo di solito con queste navi vengono anche molti anziani e qualcuno mi chiedeva il bagno, scusate io non vi parlo di programmi, vi parlo della realtà, perché è inutile che facciamo programmi a 10 anni se non risolviamo i problemi di oggi, li ho accompagnati al bagno pubblico che è qui al lato del mercato, che è chiuso, serrato, non so perché, di solito era aperto, ma vedo che è chiuso, giustamente loro lo chiudono quando ci sono le navi è chiuso e quando le navi non ci sono è aperto, vi dico anche che quando è aperto fa questi orari dalle 9,30-10 di mattina alle 13 e la sera apre dalle 17-18 fino alle 23, che sono esattamente gli orari che i croceristi non ci sono più, perché loro arrivano o la mattina della domenica oppure quasi tuti i giorni alle 13 e se ne vanno alle 17, per cui se devono andare in bagno noi per fortuna mettiamo a disposizione le nostre case, i bagni dei nostri amici perché altrimenti nessuno può andare ad un bagno pubblico se no entrare in un bar spendere 30 euro e andare nel bagno di quel bar. Devo dire una cosa, devo spezzare una lancia perché la amministrazione non questa le amministrazioni hanno delle responsabilità, ma devo dire che fino ad oggi, adesso non conosco l’organizzazione della nuova amministrazione, ma in particolare l’assessorato al Marketing territoriale della precedente amministrazione ha una squadra molto efficiente che devo dire, ha tentato di collaborare per la risoluzione di questi problemi, ma voi tutti sapete che quando la burocrazia si scontra contro il tecnico, già la burocrazia da sola sappiamo quello che può fare, quando si scontra con un tecnico alla fine è perdente e abbiamo perso tutti perché vorrei ricordarvi che quando c’è stato il giro di Italia a Bari che è stato un evento bellissimo, una cosa che ha dato tanto lustro alla nostra città, una settimana prima che arrivassero circa 1200 giornalisti di tutto il mondo è stato installato il cantiere qui di piazza Eroi del mare che era il punto da dove di più passavano i ciclisti, sembra che ci sia qualcuno che la notte non dorme per inventarsi qualcosa, il giro d’Italia è passato 12 volte da questo incrocio e noi una settimana prima del giro e di san Nicola perché poi c’era anche san Nicola, abbiamo installato questo cantiere, di fronte a qualche rimostranza da noi fatta sull’argomento c’è stato risposto, ma non potevamo fare niente, era tutto pronto, tutto così pronto che da essere consegnato il l 24 agosto, il giardino quando uscite andatevelo a vedere. ..i tempi scadono, ok, vado avanti. Sicurezza questa della sicurezza è un’altra budat(?) che si, tutti si impegnano per tutelare i croceristi, devo dirvi che attualmente scippi nel borgo antico, voglio dirvelo in modo chiaro non c’è ne sono, non c’è ne sono perché questo fenomeno, questo business delle navi porta tanto lavoro agli abitanti dl borgo antico i quali nel bene e nel male hanno capito di avere in mano un buon affare , non sono così stupidi da rovinarlo, ciò non vuol dire però che la sicurezza funzioni, perché io credo che voi stessi possiate, se ne avete voglia, in una delle giornate da navi di crociera fare un giro, nelle zone nevralgiche dove si svolge questa attività e vedrete che non c’è nessuno, solo qualche pattuglia dell’antiscippo che gira , ma se scippi non c’è ne sono e ripeto nel borgo antico scippi non c’è ne sono, i croceristi non subiscono scippi se non uno all’anno, vi assicuro, e solo perché ovviamente gli abitanti di Bari vecchia siccome ci lavorano non li fanno, però ciò non toglie che una immagine di sicurezza forse bisognerebbe darla, ed io penso che 3 pattuglie, una in Piazza del Ferrarese, una di fronte al Castello Svevo e una di fronte alla Cattedrale chissà forse si possono sprecare per qualche migliaia di turisti che poi potrebbero ritornare, 1 minuto e mezzo oltre ? però se non protesta nessuno ,tanto due non sono intervenuti, allora un secondo solo due ultime cose, personalmente però ci sono dei casi, io sono stato, io e le guide io ho 16 guide che lavorano per me siamo stati minacciati da un signore che sta nella strada delle orecchiette perché il pomeriggio non può dormire perchè i croceristi fanno casino e quindi cercheremo di farli tacere. Proposta finale, per favore qualcuno dell’amministrazione che c’è adesso, liberiamo la città , per favore soprattutto la piazza più rapidamente possibile da questo obbrobrio che abbiamo difronte e non mi dite che non sono un uomo di cultura, perchè anzi è il contrario e poi faccio solo una piccola proposta per operare giornalmente, facciamo un gruppo misto di tutti gli operatori con l’amministrazione e cerchiamo di collaborare per migliorare e per dare l’immagine ala nostra città che, già per fortuna piace anche così, figuratevi come piacerebbe se invece fosse tutto a posto. Grazie

… – grazie, grazie a Felide Amodio, allora abbiamo gli ultimi 3 interventi della mattinata , quindi 20 minuti ancora però è venuta a trovarci una donna di intelligente spessore che organizza a Polignano una iniziativa di straordinario valore che si chiama Rossella Santoro che prego di portare, di salire sul palco per portarci il suo saluto che le ricambio sin da ora con affetto e si prepari poi Enrico Mastropierro dell’ Arci

ROSSELLA SANTORO – buongiorno , il mio intervento di saluto e di benvenuto all’assessore alla cultura neo eletto Silvio Maselli della città di Bari, io dirigo il festival il libero possibile che si svolge tradizionalmente a Polignano, si è svolto quest’anno a luglio la 13esima edizione ma dalla scorsa estate abbiamo aperto una sezione che abbiamo intitolato Episodi e che si è realizzata alle Grotte di Castellana con un calendario, come dire, integrativo delle attività del festival perché è nostra intenzione portare l’esperienza del libro possibile anche in altri luoghi e in altre forme, quindi il mio intervento di stamattina non previsto è proprio di apertura alla città che chiaramente di rappresenta che è la città di Bari il che credo in unione alla nostra esperienza ormai pluriennale , ha superato ormai il decennio si può pensare sicuramente a delle forme interessanti di promozione della cultura e del turismo così come è stato realizzato e come facciamo annualmente a Polignano a Mare, qui ci sono tutte le premesse dai luoghi, come dire alla collaborazione con persone, ringrazio Silvio Maselli per aver detto belle parole nei miei confronti ma insomma ci sono tutte le premesse per creare un gruppo intelligente   di lavoro per il progresso culturale e turistico della città e della provincia di Bari. Grazie

… – grazie a te Rossella davvero buon lavoro adesso la parola a Enrico Mastropierro di Arci Bari e si preparino Anna Fauzzi e Biagio Diana e Antonio Matera

ENRICO MASTROPIERRO –buongiorno a tutti io vi ringrazio per avermi inserito nella programmazione perché inizialmente non era ,appunto previsto il mio intervento, sono Enrico Mastropierro, parlo per l’Arci Bari Bat per cui sono membro in presidenza per i diritti culturali, quindi una visione che non è legata strettamente a quella del comune né tanto meno a quella dell’area metropolitana ma ha una visione un po’ più allargata sul territorio, i nostri circoli per quello che è possibile però devono essere un presidio di attori culturali, attori culturali proprio ad essere un presidio nei limiti ovviamente che cerchiamo di superare, un paio di considerazioni, una di queste è che il fatto che la cultura non è necessariamente un qualcosa che produce, è un ben comune innanzitutto e come tale è anche difficile per la nostra legislazione potersi confrontare con quel soggetto in un certo senso, quel soggetto e non oggetto, perché la nostra costituzione prevede, lo sappiamo benissimo il pubblico e il privato, il ben comune che è una nozione che non fa parte, almeno non ha fatto parte della nostra tradizione culturale fino a poco tempo fa trova difficilmente spazio, quindi io trovo anche un po’ una forzatura l’idea di dover accostare necessariamente la cultura al turismo, perché ritengo appunto sia un valore in sé, e un valore in sé ma questo non vuol dire che ci lavori non deve, come dire , deve essere riconosciuto il suo impegno e l’apporto che dà in tutti i campi, dico in tutti i campi perché a molti, insomma leggendo le cronache di questi giorni ha molti sarà capitato di vedere quello che è successo a Corato dove dei ragazzi di colore sono stati vittima di pestaggi ed aggressioni, e quello evidentemente è un problema grave, grave di cultura, la stessa cosa che è successo che è accaduto qualche giorno fa sull’autobus 19 qui a Bar per gli emigranti che andavano al car al centro di accoglienza è dimostrazione di un grande problema, di un grande problema sociale e culturale che non si risolve facendo le corse dedicate come succedeva in Alabama negli anni 50, probabilmente questa città paga una mancanza di programmazione negli anni addietro, l’augurio , l’auspicio è che questa mancanza di programmazione venga risolta venga sopperita permettendo agli attori che ci lavorino cosa poter fare. Io non credo sia necessario, come dire, mungere la mammella dei fondi pubblici di quelli esigui fondi pubblici, ma essere disponibili alla progettazione e ai percorsi condivisi a media e lunga scadenza, perché quel poco che si investe anche indisponibilità da parte delle istituzioni, appunto anche nelle semplici lettere di referenza o anche nella capacità di poter progettare insieme anche di essere capofila di progetti di cui enti terzi sono attuatori, bene io credo che questo sia un percorso molto lungo, molto impegnativo ma che produrrà dei benefici alla comunità, alla comunità così pure anche agli artisti, agli operatori e alle generazioni future. Grazie

… – grazie e adesso la parola ad Anna Fauzzi, Anna Fauzzi1, Anna Fauzzi 2 , Anna Fauzzi 3, non c’è bene, Biagio Diana e Antonio Matera, ottimamente e quindi recuperiamo la signora Ragnini e poi si prepari Arianna Petruzzelli

SIGNORA RAGNINI -….allora grazie assessore di avermi concesso la parola, io sono presidente della Star gate universal center, una associazione di volontariato che si occupa prevalentemente di assistenza , diciamo culturale se vogliamo proprio esprimerci, opera nell’ambito della produzione umana, della valorizzazione del patrimonio storico e culturale del territorio, dell’integrazione dei cittadini attraverso attività artistiche, ludiche, sociali e culturali, e che hanno come finalità il miglioramento della qualità della quotidianità della vita, dei disabili, degli anziani, dei giovani e meno giovani, disoccupati e con problemi di disagio esistenziale ivi compresi ex carcerati, immigrati , room, tutti potenziali destinatari dei nostri progetti. Abbiamo chiamato , abbiamo intitolato arte , musica e magia del turismo interculturale e inclusivo, arte: massima espressione della creatività umana dalla pittura all’architettura, anche dei grandi parchi, dalla poesia alla letteratura, alla storia l’arte del sapere e del conoscersi, ma anche dei sapori e del ritrovarsi, l’arte del convivio, la musica, con solo 7 note parla in tutte le lingue ed esprime e ci coinvolge in tutti i sentimenti dalla gioia al dolore in tutte le sfumature ,pensate all’inno alla gioia di Beethoven che è l’inno della nostra unione europea, l’inno di quasi 30 paesi che fino a qualche decennio fa si facevano spesso e volentieri guerra. La magia dei luoghi che visitiamo come turisti dove culture si intrecciano , si sovrappongono, pensate alla Grecia soggiogata dalla forza de l potere romano che con la sua arte e cultura ha conquistato i romani e che dire degli Arabi, ai quali, dobbiamo la grande invenzione dei numero, l’astronomia, senza parlare dei cinesi con la polvere da sparo, come potete constatare   l’inter cultura non è una invenzione moderna, forse l’inclusione dei nuovi territori è dei nostri tempi. Anticamente non c’era il turismo come lo intendiamo oggi, c’era con vari fini l’esplorazione di nuovi territori da cui si asportava, si deportava di tutto dagli animali ai manufatti, alle materia prime e dagli uomini. La nostra Puglia, veniamo a noi, è un esempio di questa cultura inclusiva da terra degli Japigi a Magna Grecia ad avanposto dell’esercito romano e poi terra conquistata dagli Arabi che ebbero, anche furbescamente l’ardire di inneggiare ad ALLah, nel mosaico che fecero sotto la sedia dell’abate Elia, in basilica e poi gli ebrei che è ricca Trani con i loro commerci e che chiamavano la Puglia Italia terra di rugiada, come quella che avevano lasciato, e che dire ancora delle tracce lasciate dal passaggio di Enea e di san Pietro sbarcati ad Otranto e ancora i Normanni, gli svevi, i francesi, per finire ai torinesi. I nostri paesi e le nostre città non avrebbero quel fascino che hanno, la nostra lingua madre, non voglio chiamarla dialetto con accenni che vanno dal greco all’arabo, al francese, allo spagnolo, ma la grande vera inter cultura inclusiva è la nostra dieta mediterranea. Convinti come siamo che la cultura è l’unica arma per la pace e che lì dove c’è pace, c’è cultura e da 4 anni che festeggiamo il festival della pace, scusate ho sbagliato, il festival della pace attraverso la cultura, è un festival che avviene il 25 di luglio di ogni anno a costo zero per il comune interamente autogestito con la partecipazione di oltre 20 associazioni che con musica , canti, balli, interventi musicali affascinano il pubblico che ci segue, pensate che quest’anno, il coro delle donne che cantano un canto, sono 35 signore di tutte le età, hanno cantato in cinese, ebraico, africano, in tute le lingue fino alle 7 della sera , hanno continuato imperterriti a dare bis. Quindi è con la pace che si ha la cultura, dove c’è pace ,c’è cultura , dove c’è cultura c’è pace, finisco solo con il chiedere all’assessore, come dire, un incontro interattivo, tra l’altro noi come associazione partecipiamo ai pranzi della caritas ogni ultima domenica del mese e abbiamo constatato che questi pranzi non sono più fatti per gli extracomunitari o gente che vien da fuori ma per persone con disagio sociale, che comunque amano la cultura, abbiamo proposto loro l’anno scorso di intervenire anche ad una piccola a un piccolo intermezzo teatrale e hanno tutti accettato, e allora io mi chiedo perché non far partecipare queste persone che comunque non hanno possibilità economica , proprio zero e farle partecipare anche alla cultura, non solamente a quella di piazza, ma anche a quella che avviene nei teatri. Aspettiamo risposte, grazie

… – allora l’ultimo intervento della mattinata e poi ci rivediamo alle ore 15,00 puntuali , stesso luogo, è quello di Arianna Petruzzelli, grazie a tutti per la paziente attesa

ARIANNA PETRUZELLI – allora io sono una guida turistica, sono titolare di una ditta, premetto che siamo in 5 , anche se la ditta è individuale, siamo 5 guide ,lavoriamo su tutto il territorio pugliese, io ho fatto della mia professione una impresa, lo dico praticamente a voce alta, dunque il motivo sul quale sono intervenuta ha a che fare sul fatto che la maggioranza di noi vive a Bari o comunque è di bari, nonostante tutto noi non lavoriamo con i soliti circuiti, abbiamo l’80% oggettivo delle richieste sul turismo internazionale, bacino Europa, per la maggioranza, extra Europa è poco perché rappresenta scaro 6 – 7 % comunque è in evoluzione perché da quest’anno arriveranno i brasiliani, quindi sta cambiando qualcosa, il restante 20% è scolastico, la scuola perché comunque siamo guide e poi c’è la parte del fai da te, non lavoriamo con le crociere se non su qualche gruppo privato. Lavoriamo con gli stranieri , dunque l’analisi e la proposta che più che altro è un consiglio è legata soprattutto a quello che i turisti ci hanno detto, ci hanno riferito nell’arco degli ultimi 10 anni, perché almeno io sono 15 anni che sto sul territorio e i miei colleghi più o meno sono 10-12 anni, i turisti internazionali, cioè i turisti stranieri quando vengono in Italia, perché questa è Italia per loro, sia chiaro che non è stato a se stante o regno delle Puglie, questa è Italia per loro, fondamentalmente hanno una immagine ed è legata al paese che conserva maggiormente la parte storica , artistica e soprattutto la parte dedicata ad un contesto culturale, che cosa voglio intendere? Oggi a livello europeo , si parla di contesto multiculturale, perché loro sono abituati a vivere in un contesto multiculturale e non parlo soltanto a livello di capitali, quindi quando vengono in Italia, la trovano tradizionale nel senso che c’è una parte tradizionale però c’è le bellezze paesaggistiche che comunque è stato dato ampio spazio dalla Puglia promozione proprio sulla faccenda del paesaggio in Puglia e poi c’è la parte storico artistica, allora io vorrei far notare comunque che i turisti stranieri, materialmente parlando sulla città di Bari, in particolar modo, non è l’unico caso ma Bari diciamo torna quasi al 60-65% delle volte, ritiene assurdo che non ci sia descrizione a quello che è il patrimonio della città di Bari che si intende oltre alla parte storica e artistica che è riconosciuta a tutti gli effetti. C’è ne un’altra di questione legata alla multiculturalità, che cosa voglio dire? All’interno del centro storico, perché noi stiamo qui, stiamo nel centro storico è la sede , all’interno del centro storico noi abbiamo Basilica ed altre Chiese servite da doppio rito, sia quello cattolico che quello ortodosso, significa entrare in una chiesa cattolica e vedere i monumenti religiosi praticamente che dicono messe in un altro rito, cosa che per loro significa un punto di riferimento, un contesto che vien materialmente fatto vedere, spazio condiviso che è l’open space, in inglese. Allora questa cosa qui significa fondamentalmente che noi siamo multiculturali, comunque c’è una componente legata sia alla parte storica , alla parte cosiddetta del medioevo, la parte religiosa sicuramente importante , ma c’è anche quella artistica. Io quello che volevo proporre comunque è una cosa decisa anche insieme agli altri miei colleghi, se sia possibile questo ponte culturale che in altre epoche era ponte strategico, politico, economico, potesse essere inserito nelle liste del patrimonio unesco, nel senso che si può inoltrare la domanda alla commissione unesco puntando ad un discorso di motivazione dal contesto culturale, perché oggi l’unesco guarda soltanto, guarda non solo alla conservazione tour cour ma in vari contesti. Quindi nel caso di Bari, per me il centro storico meriterebbe il riconoscimento, e a costo zero e fondamentalmente è legato al fatto che si potrebbe   con questo riconoscimento avere una certa promozione. Che cosa intendo dire, per quanto riguarda la divulgazione di determinati contenuti collegati alla storia e all’arte che Bari possegga per non parlare del patrimonio che ha la cattedrale, perché noi parliamo sempre della basilica ma non si immagina cosa possegga la cattedrale di bari e sono pezzi unici, questo tipo di descrizione non arriva all’estero e né ci si impiega molto per farlo, per quanto sembra molto campata in area io ritengo che i turisti abbiano comunque una immagine sull’Italia. Io vorrei semplicemente che Bari essendo comunque rappresentante della Puglia dal punto di vista politico fosse vista anche dal punto di vista strettamente artistico, storico e anche culturale, perché comunque è qualcosa che loro possono ritrovare facilmente come trovano anche in altre città, notoriamente si parla di città d’arte, ma io in questo caso parlo di una città multiculturale, non so se ho reso l’idea, quindi questa questione è legata al fatto che il patrimonio unesco può dare promozione e non si spenderebbero molti soldi nell’ambito professionale perché la divulgazione c’è la pubblicità da questo punto di vista scarseggia, almeno dal punto divista artistico però credo che nel caso di Puglia promozione non si faccia perché è legato a determinati fattori di tutta la regione, questa è la proposta, per quanto riguarda invece il resto io ritengo che, io sono barese puro sangue, per quanto mi riguarda credo che sia arrivato il tempo semplicemente di abituare i baresi al bello, lo dico con molta chiarezza, perché secondo il mio modesto punto di vista, si è passati gli ultimi 40 anni a disfare, la famigerata logica disfattista mai a far vedere ciò che si è creato e che si crea oggi, io mi sto riferendo in particolar modo alla galleria d’arte contemporanea sulla quale, questa è una mia idea personale sulla quale ritengo bisognerebbe spendere un po’ di soldi. Questa è una cosa più personale che a nome delle Comare di Puglia che è appunto la ditta, però tenendo presente che per educare al bello si intende partire già dalla parte nuove generazioni, cosa che noi facciamo, perché non è facile , fino ad arrivare alle persone più anziane, non vi posso dire altro perché i turisti stranieri rimangono particolarmente colpiti da quello che è il patrimonio non soltanto di Bari anche del resto della Puglia , però trovano strano che questo non arrivi perché loro lo inseriscono nell’immaginario collettivo dell’Italia ed io penso che questo forse significhi forse un obiettivo cioè agganciare la Puglia e bari all’immagine che ha l’Italia, perché questo non è mai cambiato all’estero , cioè sul bacino europeo è sicuro, extraeuropeo, ripeto ci sono delle questioni da considerare, comunque eventualmente posso anche inviare una email per spiegare più dettagliatamente la questione. Per quanto riguarda invece altre questioni di carattere di cosiddetto marketing vorrei semplicemente dire , questo è all’assessore di considerare Bari non come una capitale, perché Bari non è capitale d’Italia, è Roma capitale d’Italia, Bari ha un bacino di utenza, quando si fanno le analisi, si fa in base al bacino di utenza, la densità della popolazione e città simili in altri parti del mondo se si vogliono fare dei casi perché comparare Bari a Parigi, a Londra, Berlino, Madrid anche alla stessa Roma necessita, secondo me, di una cancellazione sulla faccenda, perché significa che non si è capito che comunque Bari ha una connotazione, quindi in realtà l’investimento è su quello che possiede non su quello che possiedono gli altri tanto più che nel caso delle capitali europee che sono molto lontane dal nostro mondo e dalla nostra mentalità. Dunque io ringrazio soprattutto tutti gli operatori che come me stanno sul territorio e che si danno una miriade da fare affinchè si esprima la propria identità culturale. Grazie

…. – grazie soprattutto per la ragione sociale della sua azienda e ci vediamo alle 3 qui, grazie

… – allora ci siamo, ben ritrovati, ripartiamo da dove ci siamo lasciati, il primo intervento, dovrebbe essere il 101 intervento dall’inizio della conferenza è d i Rochy Malatesta del Cesvir e segue Andrea Gargiulo

ROCHY MALATESTA – grazie buonasera a tutti grazie davvero all’assessore Maselli per questa straordinaria opportunità che dà a tutti noi di poter raccontare la propria attività e anche i suggerimenti di ciascun operato che lavora come me a Bari da tanti, tanti anni nel turismo , nella promozione e soprattutto come spero anche nella nascita di un sistema turistico che qui a Bari è ancora carente, come qualcuno di voi forse già sa io mi occupo prevalentemente del mercato russo e di quello che soprattutto da qualche anno si è generato in questa città e dire anche nella nostra regione, proprio in relazione a questo straordinario mercato, sono stato fino al mese scorso delegato del sindaco Emiliano per la delegazione con la Russia e abbiamo vissuto straordinari anni nei quali abbiamo, siamo riusciti sicuramente a generare una empatia straordinaria con il popolo russo, con le istituzioni, con gli operatori economici, con i tour operator, con i tanti primi cittadini di città russe che hanno chiesto il gemellaggio nella nostra città, abbiamo avuto una grandissima esperienza e secondo me è stato davvero il clima di questi rapporti e probabilmente la pietra miliare da cui dobbiamo ripartire nell’utilizzare al meglio queste relazioni che è stata la cessione e la restituzione della chiesa Russa al governo e poi al patriarcato di Mosca, un atto straordinario che ha generato nel popolo russo e nell’intero popolo ortodosso un’empatia e un senso di gratitudine incredibile che ci fa ancora vivere di rendita. Bene sicuramente parliamo un attimo di perché la Russia è così importante per noi, chiaramente dal 1089, come molti di voi sanno, sicuramente vedo alcuno più esperto di me, in sala, abbiamo questa straordinaria fortuna di avere le spoglie di san Nicola, un gesto quello dei marinai baresi che è stato subito benedetto dal patriarcato di Mosca, 1000 anni fa e che ha generato in tutti questi secoli, un’attenzione particolare, una devozione particolare nei confronti della nostra città, ovviamente dopo il secolo scorso , quindi il secolo che ha visto il comunismo, allontanare la religione, allontanare qualsiasi idiolatria verso i santi e quindi verso la religione ortodossa , c’è stato , quindi da una quindicina di anni fa , c’è stato un grande rilancio della spiritualità ortodossa è un grande ritorno, una grande attenzione del popolo russo e di tutti i popoli dell’est nei confronti della nostra città. Noi abbiamo saputo come amministrazione barese cogliere questa opportunità, pian piano la chiesa Russa è ritornata al suo, da 100 anni al suo straordinario utilizzo che rappresenta quello appunto di accogliere il pellegrino russo, cosa che adesso è ritornata ad essere, quindi è la funzione principale è ritornata ad essere un ostello del pellegrino che arriva qui a Bari, oltre ad essere una chiesa e abbiamo come dire realizzato tantissime iniziative, cesvir , la mia società, il centro sviluppo italo russo organizza da 8 anni un festival dell’arte russa a maggio con oltre 100 artisti, provenienti da tantissime regioni russe e a dicembre da 4 anni organizziamo il festival dell’arte russa a Mosca e in tantissime città limitrofe, dove portiamo i nostri artisti, la nostra arte, le nostre tradizioni. Adesso però dobbiamo un attimo considerare l’economia di questo turismo, il turismo russo è un turismo che è cresciuto del quasi 40% negli ultimi 3 anni è arrivato a circa 20 mila presenze registrate e poi vi dirò perché sottolineo registrate, con oltre 20 mila arrivi registrati con oltre 60 mila presenza in Puglia, ed è un turismo tra i più ricchi che esiste al mondo perché se valutiamo i paesi brics, i paesi cosiddetti nuovi emergenti che vengono valutati dall’ocs per i prossimi 10-15 anni con i paesi che più spenderanno nel turismo che più viaggeranno, il viaggiatore russo è quello che spende quotidianamente di più al giorno, circa 180 euro, quindi immaginate che economia diffusa, riesce a creare un turista russo nella città, nella location che lo ospita, ed è un turismo continuamente in crescita, al netto ovviamente della crisi attuale e dei dati che aimè verranno generati da questa stagione, però è il momento anche di investire in questo turismo, di creare il sistema di accoglienza turistica dedicata, io purtroppo non ho avuto la forza da consigliere delegato del sindaco di imporre , di sapere imporre, questo che vado un po’ raccontando da qualche anno perché è necessario che l’assessorato al turismo e in questo caso anche alla cultura, al marketing del comune di Bari, diventi la regia di un tavolo tecnico che unisca la camera di commerci di Bari che unisca, altri assessorati penso a quello del commercio strategico, per le aperture , per le promozioni che si possono fare nello shopping, penso alle associazioni di categoria che io lo dico senza alcuna polemica, che questa citta non ha ancora generato una filiera turistica cittadina, capace di generare un prodotto vendibile, un pacchetto vendibile, non si vendono pacchetti di uno, tre, due, tre giorni che unisca una serata al Petruzzelli piuttosto che una cena in un ristorante, piuttosto che un evento culturale di grande rilievo a gite e visite guidate, noi ancora siamo ancora pronti come incaming dedicato a questa città. Quindi nel momento che l’assessorato faccia da capofila, che crea un tavolo tecnico, che si unisca a chi ha risorse più del comune , penso alla regione, a Puglia promozione, penso alla camera di commercio, che faccia quello che in città non tanto lontane dalle nostre come Rimini hanno fatto da 20 anni, hanno creato un sistema di accoglienza dedicato che porti la lingua russa più vicina a tutto il sistema di filiera di accoglienza, che porta alla segnaletica, che porti ovviamente delle brochure, che porti la promozione, fuori all’estero, in questo caso a Mosca e in altre città di quanto la nostra città possa diventare , perché è chiaro che prima bisogna trovare un prodotto e poi bisogna promuoverlo, possa essere accogliente e possa dedicare a loro non solo il passaggio, ecco perché quando dicevo prima, le presenze non sono, soprattutto gli arrivi, non sono indicativi, a Bari ogni giovedì di tutto l’anno, quindi parliamo di 50 giorni all’anno arrivano a Bari 500 mila pellegrini, per seguire la messa nella basilica di san Nicola , nella cripta, pulman che arrivano da Bologna, da Roma, è un turismo che va considerato come una industria vera di economia e di sviluppo di questa città, e noi siamo pronti come cesvir, come organizzazione che ha lavorato da sempre al fianco del comune , a fare la nostra parte invitando sin da subito l’assessore al nostro festival che si terrà dal 10 al 15 di dicembre a Mosca e collateralmente possa ospitare una presentazione di pacchetti turistici, del sistema culturale , del sistema degli eventi di questa città in un workshop fatto insieme all’eni con tutti i tour operaton che possano per la prima volta dedicarsi, non alla Puglia come abbiamo ben fatto in questi anni con Puglia promozione ma la città di bari al sistema integrato della città metropolitana , con gli eventi straordinari, vedo l’amico Enrico delle grotte di Castellana, piuttosto che Alberobello e quindi vi prego davvero di cogliere questo nostro appello perché non c’è più tempo da perdere e vuol dire la prossima stagione è già domattina, quindi organizziamoci. Grazie mille

… – grazie a te Rocky , un rinnovo alla preghiera di stare nei tempi e ricordo a coloro i quali devono intervenire che sul display alla loro destra in basso trovano un semaforo, che è verde, quando diventa giallo manca 1 minuto, quando diventa rosso hanno terminato il loro tempo e da quel momento in avanti lo sottraggono ad altri, la parola adesso ad Andrea Gargiulo, si preparino Anna Fauzzi e poi Biagio Diana e Antonio Matera

ANDREA GARGIULO – buongiorno a tutti , sono Andrea Gargiulo, sono direttore artistico della associazione Musica in gioco che da 4 anni tenta di promuovere il sistema braille in Italia, il sistema braille è nato in Venezuela , Braille , ministro della cultura ritiene che l’orchestra sia un qualcosa di non solo educativo per ciò che significa la realtà e l’interazione verso gli altri ma anche per la legalità, il suo motto era: togliamo un fucile da un bambino e diamo un violino e avremo creato un buon cittadino, quindi la nostra associazione non si occupa di creare dei musicisti professionisti almeno per adesso ma si occupa di creare dei buoni cittadini, un progetto all’educazione della legalità, l’ educazione all’impegno che 4 anni fa nel Momart di adelfia, insieme agli amici del Kismet, vedo Vincenzo seduto ha avviato questo progetto che purtroppo è terminato a dicembre scorso . noi continuiamo ad andare a vanti come volontari , io insegno conservatorio, il presidente dell’associazione insegna conservatorio, qui ci sforziamo di continuare a portar avanti questo progetto nel pieno volontariato, ma anche con donazioni, con diciamo momenti in cui la persona sente di aver bisogno di riuscire a donare qualcosa agli altri. Tanti amici musicisti rispondono a questo appello, ci vengono ad aiutare e cosa facciamo? Lavoriamo con bambini, prima di tutto il nostro progetto è totalmente gratuito per i fruitori, per cui i bambini che non hanno la possibilità di studiare perché appartengono a fasce sociali disagiate o perché hanno diverse abilità e quindi magari sarebbero rifiutati dalle istituzioni tradizionali, dove vorrebbero andare a studiare musica , parlo di bambini autistici, bambini dhd, bambini dislestici , bambini down trovano da noi la massima accoglienza, perché il nostro progetto vive di questa gioia, della gioia non di integrare la diversa abilità ma di interagire con i diversi mondi che queste persone, questi anime meravigliose ci portano. E nel giro appunto di questi 4 anni, con l’aiuto di altre 3 associazioni che sono l’ams di Matera e l’art Village di San Severo una struttura dell’asl siamo riusciti a creare una rete che coinvolge 1200 bambini che ricevono lo strumento gratuitamente e le lezioni gratuite, qui noi come Musica in gioco, operiamo ad Adelfia, siamo adesso ospiti presso una scuola media e non abbiamo finanziamenti, a Palese non abbiamo mai avuto finanziamenti e siamo ospiti presso l’accademia del cinema dove ovviamente continuiamo a lavorare con 35 bambini meravigliosi, ci sono 2 bambini con la sindrome di asperge cc., e cosa produciamo? Produciamo educazione alla bellezza, produciamo dei bambini che innanzitutto hanno la consapevolezza che con la forza dell’impegno si contrasta l’illegalità, si contrasta la mafia, ma si combatte anche per cercare di creare una dimensione di bellezza condivisa, perché chi conosce la bellezza ci insegna Peppino(?) il passato non potrà mai più tornare nella bruttezza della mafia, della delinquenza e della prepotenza. I nostri bambini lavorano anche con la pil education cioè sono loro che insegnano ai loro coetanei per cui uno dei bimbi con la sindrome di asperge è stato il tutor di un altro bimbo che è entrato quest’anno in orchestra con la sindrome di asperge e quindi con risultati meravigliosi, di sicurezza personale e di creazione di un bagaglio di una rete di solidarietà e di ricchezza che a Braille ,in Venezuela è riuscito a realizzare per 700 mila bambini e ragazzi. Da quest’anno abbiamo anche fato due progetti con il carcere minorile di Bari e di Lecce , dove i ragazzi detenuti sono riusciti non solo a imparare a suonare , partendo da zero, ma dimostrare che il suonare non è difficile, comunicare mediante la musica diventa difficile solo nell’istante in cui noi musicisti ci prendiamo proprio la sbriga di dimostrarlo con tutte gli ostacoli e le difficoltà del mondo messe davanti a queste gioie che invece si vogliono esprimere e subito dopo abbiamo portato, va bene poco prima avevamo fatto un progetto col carcere penale di Matera, sono un po’ diversamente alto, chiedo scusa e praticamente ci sarà questo progetto al carcere penale di Matera dove 12 detenuti nel giro di soli 3 mesi, le lezioni anche lì come volontari, hanno potuto suonare jazz, suonato anche a livelli dignitosi. Il nostro sito si chiama www.musica ingioco.net, li c’è il canale you tube dove potere vedere tutto quello che abbiamo realizzato. Quest’anno il 20 giugno del 2014 siamo riusciti a realizzare qualcosa che pensandoci il giorno prima ci sembrava impossibile, abbiamo portato 875 bambini di queste, di tutta la Puglia, il quartiere Tamburi di Taranto, la zona del faro, quartiere Texas di San severo ecc. tutti insieme a suonare una fiaba musicale a Taranto a villa Peripato, è stato un momento meraviglioso, totalmente ignorato perché è giusto che sia così, perché ce la suoniamo e ce la cantiamo tra noi, devo dire che in questo caso Alba Sasso ci ha dato una bella mano perché ci ha messo a disposizione i soldi per la logistica, per il noleggio degli autobus e siamo riusciti a siamo riusciti a portare chiaramente qualcosa di meraviglioso , a questi bambini soprattutto, era la giornata della partita dell’Italia per cui nessuno aveva voluto venire a Peripato, il 20 giugno giornata sfigatissima, noi abbiamo accolto la sfida e avevamo appunto 875 bambini di orchestra e coro e avevamo circa 3000 persone di pubblico, una cosa che ancora adesso quando rivediamo i video ci fa tremare i polsi ma soprattutto ci dà una speranza, il sistema braille , in Venezuela in 40 anni è riuscito a salvare 3 milioni di bambini dalla strada, alcuni sono diventati musicisti professionisti, altri sono diventati semplicemente buoni cittadini perché questo noi vogliamo creare dei buoni cittadini, le persone che siano consapevoli che il progetto di vita non si realizza mediante il talento, il talento ci piace ma non è quello che realizza la persona, ma l’impegno personale, il rispetto delle regole, il vivere rispettandosi gli uni con gli altri. Quindi noi continuiamo a dire non facciamo integrazione noi facciamo interazione, interagiamo con i bambini, da quest’anno lo stiamo portando un po’ in giro, questa idea didattica pedagogica che è il sistema reticolare , io ho fatto un master all’università di Firenze in collaborazione con la scuola di Fiesole, da quest’anno sto insegnando alla università di Lecce, per cui qualcuno forse crede che questa scommessa sia possibile. Grazie

… – grazie , la parola va ad Anna Favuzzi si prepari poi Annalisa , poi Biagio Diana, e Antonio Matera pronti dopo

ANNA FAVUZZI – colgo l’occasione per fare gli auguri all’assessore personalmente per il lavoro futuro, ho bisogno dell’attenzione dell’assessore , ci tengo, grazie, Bari destination è un futuro, è una idea che parte da un gruppo di lavoro presente alle spalle che poi mi presenterò……….una premessa prima di presentare il progetto di Bari(?) destination parte dell’assioma che lo sviluppo turistico di una destinazione come il modello di Godler (?) ci insegna non è solo fatto dall’attività di promozione, ma come diceva Rochy Malatesta prima , ha una grossa necessità di costruzione del prodotto turistico, si non sono molto abituata a parlare, costruzione di prodotto turistico su modelli che non ci inventeremo ma che sono già stati sperimentati in regioni come l’Emilia Romagna già nel 1970, negli anni 70 che hanno creato prodotto, come diceva Rochy a Rimini, prodotto che da sola ha tenuto insieme gli operatori turistici per fare azioni di miglioramento della qualità, di erogazione dei servizi comuni e quindi di una promozione successiva fortemente realizzata e caratterizzata in un mercato di provenienza che non era qualsiasi mercato di provenienza del turista, una sperimentazione forte studiata con un attacco alla promozione di un mercato paese di forte interesse. Quindi noi vorremmo definirci una destination ma una management organization quindi, una associazione filantropica che mette insieme istituzioni pubbliche e private finalizzate a creare prodotto turistico rendendolo riconoscibile e quindi dando lo strumento alle istituzioni quindi per poterlo poi commercializzare. La regione Puglia ha lavorato benissimo in questi anni sul lavoro di promozione, ha difficoltà oggettiva di fare questo step che parte dal basso un lavoro esclusivo delle destinazioni. Io presenterò Bari(?) destination che è una associazione che si costituirà è un lavoro proprio a step che, già sono due , tre mesi che ci lavoriamo, nasce da una esperienza che io ho già realizzato a Noci, una piccola città della provincia, si chiama Noci destination che è la mia città di provenienza che ha avuto dei risultati considerevoli perché 20 b e b si sono messi assieme e due piccoli alberghi della città che è diventata già in pochissimo tempo l’interlocutore degli operato di eventi che vedono in noi il partener utile per dare sistema all’evento puntuale, specifico che magari porta un flusso turistico unico, cioè nel senso in un unico momento con l’aiuto di un’azione di sistema quindi con una destination organization , si potrebbe costruire un prodotto turistico vendibile per 3 giorni aumentando le cosiddette presenze che sono utili per l’economia. Bari destination , il traguardo è rendere Bari attrattiva, qualificare l’offerta turistica intesa ad accogliere il turista ed a offrire servizi di fruizione del patrimonio urbano sia esso naturale, enogastronomico che naturalistico in questo caso per naturalistico intendo la costa e il mare, l’associazione intende diventare un vero e proprio laboratorio in cui promuovere e sviluppare iniziative per il posizionamento del prodotto a livello nazionale ed internazionale, riteniamo fondamentale il coinvolgimento non solo delle amministrazioni locali ma anche delle istituzioni ma anche di tutte le categorie professionali operanti a titolo vario nel settore turistico, delle altre associazioni presenti sul territorio dei cittadini tutti, a questo riguardo faccio anche un esempio che vede me anche come collaboratore all’idea di Bari lux che è una associazione nata per la promozione dello shopping di lusso a Bari, Bari lux è destinataria di un finanziamento della regione Puglia sulle associazioni di via e quindi che potrà in questo caso, anche rispetto la mercato russo confezionare un prodotto vendibile sul mercato internazionale ma anche su i flussi turistici nella destinazione ‘Masseria di san Velletri’ che sappiamo bene hanno un target di spesa molto alto. L’associazione ha lo scopo di favorire, quindi Bari lux c’è già sono soci Dante 5, uomo donna, Mossa, Trizio, Siranò come profumeria e Luciana, questa è una cosa che è appena partita, vedrà il suo lavoro e il suo frutto nei prossimi mesi. L’associazione ha lo scopo di favorire il network del sistema di accoglienza legato ad un concetto di ospitalità a carattere più familiare ed integrata nel contesto cittadino certo non ci possiamo confrontare con i grandi alberghi, con la convention boureau ma il micro sistema di accoglienza piccoli alberghi potrà intercettare i servizi e puntualizzare con loro accordi ben precisi di interazione di lavoro, favorire lo sviluppo delle attività legate al tempo libero, nel contesto, una valorizzazione degli sport acqua nel territorio, le tradizioni e le sua cultura, contribuire alla scoperta e alla valorizzazione del territorio facendo emergere le sue eccellenze, potenzialità di millenaria tradizione, potenzialità tutte da scoprire e da costruire per dare loro dignità turistica, assessore questo è un concetto a cui ci tengo molto, noi abbiamo tanti asset potenziali di sviluppo turistico, a pochi di essi è dato dignità turistica, se noi promuoviamo gli allievi o interlalanza, se riuscissimo a musealizzare il gesto del sushi barese , sarebbe un sistema di grande interesse, favorire quindi una forte collaborazione tra operatori, istituzioni, esperti del settore, dell’ospitalità , della valorizzazione, in particolare le azioni che ci proporremo di fare, naturalmente siamo una associazione filantropica, vedremo chi aderirà, social miglio di destinazione, partecipazione a fiere workshop, realizzazione di rieducational, realizzazione di materiale promo pubblicitario, azioni di pubblicizzazione delle produzioni locali all’interno del b e b e creazione quindi di un offerta integrata e di pacchetti turistici tematici. Colgo l’occasione per suggerire la realizzazione di una serie di attività da parte della istituzione come una analisi della situazione dell’attuale sistema turistico, la ricognizione analitica delle attività rientranti nell’alveo della creatività affinchè gli spazi della cultura siano interconnessi con il bisogno di spazio da parte delle associazioni culturali, la ridefinizione dei prodotti turistici, la elaborazione di una branding strategy, che sia essenziale I love Amsterdam., I love in New York è una cosa importantissima , predisposizione di una strategia di comunicazione integrata, progettazione di un sistema di gestione informativo della destinazione, elaborazione di una strategia di destinaton governans che è la più difficile in Puglia , far comunicare gli operatori fra di loro e fra di loro in maniera disomogenea con gli altri operatori del settore in filiera verticale e orizzontale lo sai bene quanto è un lavoro, diciamo, basso, continuo e difficile . poi una serie di predisposizioni di strumenti di controllo del lavoro che si va a fare e la creazione del sistema centrale e operativo. Grazie (alquanto incomprensibile e sgrammaticato!)

… – grazie, avete scritto il programma dei prossimi 5 anni , è stato molto ambizioso il vostro intervento, no perdonatemi prendo 30 secondi per dirvi siccome in tanti mi state raggiungendo e chiedendo di intervenire anche oltre termine, magari c’è stato anche qualche disguido non dovuto alla volontà dell’amministrazione del nostro ufficio interventi richiesti non ho avuto riscontro ecc., siete quasi 60 persone che hanno chiesto di intervenire oltre i termini, chiaramente per consentirvi di intervenire dovremmo prenderci un’altra giornata per cui perdonatemi se il mio atteggiamento è di dire no a tutti, diciamo o quelli che si sono iscritti oltre termine e che vorrebbero legittimamente intervenire, non c’è nessuno di serie a o di serie b, chi è arrivato dopo, come dire potrà inviare all’indirizzo iscrizioni@baricongressi.it ,il proprio intervento scritto qualunque sia la sua lunghezza non importa, perché tutto quello che stiamo, che state dicendo e che diciamo oggi verrà, viene video ripreso e poi verrà sbobinato e trasferito in atti scritti che noi pubblicheremo sul sito del comune per cui anche coloro i quali tra voi non riusciranno a parlare oggi, non disperate, perché il vostro intervento se ce lo inviate per iscritto verrà pubblicato sul portale del comune. Ok? Quindi perdonatemi sin da ora se da le 5 e mezza in avanti dovremo necessariamente tagliare o non consentire a chi si è iscritto a parlare oggi. La parola a Biagio Diana e Silvio Matera e si prepari Marina Novelli………

TONI MATERA . buonasera io sono Toni Matera vice presidente dell’associazione culturale Spaccabari, innanzitutto voglio ringraziare l’assessore alla cultura e , diciamo, l’amministrazione tutta, perchè già il fatto di esserne qui a parlarne di queste cose è già un successo per noi avere l’amministrazione e l’assessorato alla cultura vicino, accanto per noi è motivo di orgoglio e ci dà forza per andare avanti. L’associazione culturale Spaccabari non è altro che un insieme di persone che hanno l’hobby del presepe che cerca di far valutare, poi alla gente che ci viene a trovare, durante la manifestazione, come potere vedere qua nel riquadro, se ci riusciamo e spero proprio di si dovremo fare la nona edizione, la maggior parte delle nostre edizioni sono state fatte proprio qui nella sala Murat e ci ha portato tanta tanta fortuna, è abbastanza visitata da tutti i cittadini baresi e anche qualcuno da fuori spero che la conosciate anche voi e la forza di fare questo e il vedere l’allegria e la faccia dei bambini che vengono con le loro scuole, qua con i pulmini a visitarci, è una cosa meravigliosa, ci ripaga di tutto il sacrificio e del tempo che togliamo alla nostra famiglia e al nostro lavoro perché comunque questo non è un lavoro è un hobby, con i ragazzi disabili riusciamo a rendere felici per qualche momento anche loro, devo dire che rendiamo felici noi stessi e spero anche la città di bari , magari con il periodo natalizio avere un clima di presepi dovrebbe essere una cosa che si sposa benissimo. Chiaramente la cosa che vorremmo e spero e penso che sia proprio così che l’amministrazione ci sia accanto come ha fatto negli altri anni, magari anche di più. E’ stato un piacere dire tutto questo e vi passo il presidente e l’artefice dei Spaccabari cioè quando è nato 8 anni fa, vi spiegherà qualcosa lui in più, come è andata. Grazie

BIAGIO DIANA (?) – buongiorno a tutti intanto la 9 edizione si farà e la data è un mese , 6 dicembre 2014, 6 gennaio 2015, questo grazie all’assessorato alla cultura, finalmente una data giusta da poter fare una manifestazione, dopo di che vorrei dire qualcosa sulla città vecchia di Bari dove abbiamo tanti turisti, dove abbiamo un sacco di gente che viene dove la città vecchi a me sembra una mangiatoia, ristoranti, pub, pizzerie, bene ma manchiamo un po’ di botteghe artigianali, mancano le botteghe, mancano i manufatturieri, manca il sarto, manca u scarpar ind a u prton che una volta c’era ora non c’è più., manca il fornaio, insomma mancano tutti questi vecchi mestieri che è importante per la città vecchia perché la città vecchia deve avere questi mestieri vecchi anche introduzione di lavoro e creazione, manca anche arte e mestiere, salvare qualche ragazzo per strada e metterlo per due ore il pomeriggio a insegnare a far a costruire a insegnare un mestiere, è così, può avere un futuro quindi tutto questo manca , io spero che con questo nuovo assessorato cresca questa cosa perché io ci tengo molto a questa cosa , creare queste botteghe nella città vecchia. Abbiamo un santo, san Nicola conosciuto in tutto il mondo ma non abbiamo una bottega dove li costruisce i san Nicola, dove li veste, dove li fa, fa il volto, le mani, i vestiti, quindi questo è importante per la nostra città, quindi noi, la nostra associazione siamo disponibili per questa cosa, perché abbiamo artisti per tutta la Puglia, dove ognuno sa fare il suo, quindi riusciamo a dare tutto della cultura, e questo è molto importante. Altro punto vorrei parlare per, ecco anche del souvenir , i progetti del souvenir, il souvenir non si devono comprare   e poi vendere, i souvenir si devono creare e vendere , così è bello, mancano poi i forni per la terracotta, non c’è ne sono non c’è un forno nella città vecchia, assolutamente, non c’è un forno dove infornare la terra cotta, le statuine e via con la produzione e con la vendita, così è carino , è bello, le cose comprate e vendute sì fino ad un certo punto, quello è un negozio, però le botteghe è fondamentale, è molto importante per questo. Bene dopo di questo Antonio vuoi dire tu qualche cosa? Io ho finito quindi ringrazio tutti e arrivederci (………….BU?! avete capito qualcosa?!)

…. – grazie a lui Marina Novelli, poi Paolo Commentale

MARINA NOVELLI – buonasera, io sono Marina Novelli da come è stato presentato e sono qui da emigrante   del 21 esimo secolo , insegno economia del turismo e management turistico all’università di Braiton e dopo 15 anni di emigrazione ho deciso che fosse il tempo di finire di lavorare in sud America, in Africa e cercare di cominciare a fare qualcosa qui da dove vengo, il centro che dirigo si chiama , appunto come vedere lì tourist…………(?) performances perché l’istituzione universitaria in Gran Bretagna sono prevalentemente istituzioni pratiche, cioè che significa ? noi non facciamo teoria, noi formiano i nostri studenti per andare sul territorio e produrre cose che possono essere vendute al turista, dico cose, tra virgolette, è una delle cose che mi è capitato un po’ di, un po’ affrontare negli ultimi 15 anni, da quando ho scritto questo libro turismo di nicchia e proprio vedere come questo settore è diventato sicuramente uno dei più promossi. Sono più di 15 anni che con grande entusiasmo mi reco al word travel market di Londra e come potete capire il primo stand dove mi dirigo è quello della Puglia , però purtroppo, con grande rammarico , nonostante tutti gli sforzi che sono stati fatti, è il miglioramento sicuramente è esistente, c’è sempre un po’ di malumore, malumore che non è legato al discorso di ciò che la Puglia sta facendo all’estero, malumore è legato al fatto che c’è una mancanza proprio di coerenza e interazione di ciò che possiamo fare, la Puglia è conosciuta perché ora Lecce è diventata famosa per , Bari è diventata famosa con i Russi e tutto il resto. Quindi il mio messaggio qui è quello di non far lezione, ma cercare di capire come, in realtà , creare un messaggio che possa essere promosso all’estero in un modo integrato e ciò a cui mi riferisco qui, ho messo questa immagine, un attimino, è una delle immagini di apertura del mio libro ma più che altro per capire un attimino come si può cercare di mettere un po’ di ordine, un po’ di ordine in base a come , diciamo , approcciare, l’organizzazione del turismo, Bari è sicuramente il cancello di entrata, Bari negli ultimi 15 anni è sicuramente diventata un cancello di entrata, non solo per coloro i quali vengono per motivi di nicchia ma senz’altro un modo per capire come in realtà il turismo possa diventare un modo per far conoscere la nostra cultura nel mondo, ma più che altro far sì che, il turismo non diventi un problema socio economico, e cosa intendo per problema socio economico è ciò che stiamo già vivendo in molte delle realtà pugliesi, se molti dei miei amici inglesi mi dicono: oh si ho comprato casa nella Valle d’Itria, si? Però significa che quella casa è stata tolta a qualcuno che vive nella Valle d’Itria, e coloro i quali vivranno nella Valle d’Itria e non potranno più permettersi di comprarsi una casa nella Valle d’Itria, il che significa che cominceremo a perdere quelli che sono i nostri valori culturali. Ricordate la Puglia è diventata la nuova Toscana perché siamo diversi, la Toscana sta perdendo il turismo internazionale perchè è diventata inglesizzata, tedeschizzata, come vogliamo dirla , la diciamo. Quindi in realtà il mio contributo è capire come lavorare insieme, io con i miei studenti britannici , faccio gemellaggi qui, porto i miei studenti dappertutto, in tutto il mondo e forse domani cercherò di portarli qui e lavorare insieme, per poter fare qualcosa insieme ma più che altro per dare una opportunità a coloro i quali vorranno lavorare nel turismo per far qualcosa di veramente interessante. Per concludere, non so quanti minuti mi mancano? 2 minuti? E diciamo che negli ultimi 15 anni ho scritto qui, ho incontrato sui miei voli di ritorno a casa tedeschi, olandesi, un po’ di tutto, ma la cosa che mi ha lasciato molto, molto, come dire, interessata che c’è qualcosa di buono che sta succedendo, io ricordo 15 anni fa quando approcciai a suo tempo il direttore dell’aeroporto di Bari per dire; sai c’è una compagnia che si chiama Ryanair vuole venire a Bari? La risposta che mi fu data fu: eh sai la Ryanair non ci porta biglietteria di terra , per cui non ci interessa, per cui all’epoca tutti rimasero così, quando tornai in Inghilterra dissi : no, non interessa, rimasero tutti quanti un attimino con un punto interrogativo, ora sappiamo cosa la Ryanair ha portato qui da noi. Quindi il discorso che qui sto cercando di fare è proprio quello di creare questo sviluppo casuale, che in un certo senso è venuto da noi che non è totalmente casuale , vedo l’assessore che scuote un po’ la testa, non è casuale, infatti sto dicendo ma è legata all’iniziativa di pochi che hanno capito il valore, il valore di cosa significa avere connessioni internazionali, hanno capito quale è il valore di avere il privato che prenda l’iniziativa, non solo il privato che aspetta che il pubblico possa dare possibilità. Oggi , ero in aeroporto stamattina a prendere uno dei miei colleghi inglesi che sono qui in vacanza e vedere cinque sportelli solo dedicati per un matrimonio, come tutti sappiamo di cosa sto palando, sembrerà strano ma significa che possiamo farle queste cose, quindi la domanda che ci dobbiamo chiedere se queste persone vengono da noi per celebrare un matrimonio ci sarà qualcosa di buono alle spalle e in realtà e il messaggio che, la domanda che ci dobbiamo fare è che come facciamo, come facciamo a portare il turismo a Bari e in Puglia al prossimo stadio di sviluppo? Senz’altro riqualificando il territorio, ma soprattutto le risorse umane non è più possibile avventurarsi, ho sentito molti interventi che hanno parlato di professionalizzare il settore, ma dobbiamo capire come, perché è passato il tempo della mia generazione , quando studiare all’alberghiero era soltanto un modo perché nessun altro voleva farlo quella professione, ora in realtà è cercare di capire come il customer service, i servizi privati e pubblici devono lavorare. Uno degli interventi precedenti parlava di destination management e con questo concludo, destination management organisation devono essere legate a ciò che Puglia promozione crea, se frammentiamo l’operazione di promozione Puglia credo che creiamo solo problemi e disintegriamo il progetto, per cui dobbiamo lavorare insieme per integrare ciò che possiamo offrire così che il messaggio possa essere sia per coloro che ci vivono a Bari come città metropolitana della Puglia ma anche per coloro i quali ci verranno a visitare e ci torneranno. Grazie

… – grazie la parola a Paolo Commentale e segue Luigi Fasanella

PAOLO COMMENTALE – grazie una semplice riflessione, un ringraziamento all’assessore perché abbiamo perso cinque anni alla ricerca di un assessore alla cultura, finalmente adesso siamo qui scena , mi viene in mente la poesia di un grande poeta della nostra terra quando inizia : è fatto giorno, finalmente, per me questo vuol dire iniziare un nuovo giorno, perché sono passati cinque anni ed è un po’ persi, la cosa un po’ triste che sono persi un po’ nel conformismo di un po’ di tutti, perché era semplice dire, è un po’ strano che una città così importante come Bari non abbia un assessore alla cultura, è molto strano questo, è bizzarro, però sembrava che fosse normale, anzi che fosse la cosa più intelligente e più giusta da fare. Ben, vorrei partire , per questi pochissimi minuti a dare qualche piccolo stimolo, qualche piccolo suggerimento e a parlare anche un po’ di quello che noi facciamo come teatro, siamo un piccolo teatro per bambini, però credo che un teatro in una città piccola o grande, che sia in periferia ,che sia al centro, sia molto importante in una città, non possiamo pensare che soltanto i teatri storici abbiano il monopolio di tutto, il teatro che noi abbiamo allo stadio della Vittoria, tra parentesi lo stadio della Vittoria è un luogo, non è la Svizzera sicuramente, però è un luogo vivo e vitale, non è un luogo degradato ci sono 23, 24 associazioni, palestre, iniziative, c’è la medicina dello sport, insomma è un luogo vivo e vitale e il nostro spazio teatrale ha avuto anche l’agibilità, perché abbiamo fatto una serie di spese notevoli, sicuramente ci sono episodi di vandalismo, quelli ci sono in tutta la città e su questo vorrei ritornare velocemente alla fine. Che cosa è un teatro? Un teatro è un luogo dove possiamo promuovere un pubblico e quindi degli spettatori, consapevoli, possiamo sviluppare un repertorio e quindi incontrare autori, scrittori, poeti, scenografi, costumisti, drammaturghi, possiamo realizzare un rapporto con il mondo giovanile e quindi fare delle scuole di formazione, quindi tutto questo è un teatro, quindi quando alle volte sento parlare di vecchi teatri, di piccoli teatri, di nuovi teatri, con un senso quasi di fastidio o quasi di disinteresse, credo invece che dobbiamo riunirci intorno a un tavolo e pensare che i piccoli teatri, piccoli e grandi che sono stati costruiti in questa città con grande passione, con grande sforzo meritano una attenzione che forse non hanno mai avuto, ed è un peccato. Una parola sulla legalità , sono rimasto molto colpito da questa triste storia che sembra abbai avuto un epilogo giusto, come è giusto che sia, cioè che il colpevole sia stato assicurato alla giustizia, questo omicidio a via Crisanzio, in fondo a via Crisanzio, vicino al Redentore , è una storia che mi ha molto colpito perché ho lavorato molto in Albania, conosco cosa per gli Albanesi è l’Italia, in particolate la città di Bari, per loro Bari è sempre stata una città dove è possibile realizzare i loro sogni, dove è possibile pensare di fare qualcosa di utile, di interessante e di diverso rispetto al loro paese di origine, se questo sogno si infrange nella maniera più terribile a due passim dove è stata spezzata un’altra vita un anno fa, questa è una cosa terribile che ci deve richiamare un po’ tutti al grande tema della legalità, se non c’è la legalità, se non c’è la cultura della legalità in questa città, è difficile parlare di tutto , di cultura, ma di sviluppo , di qualsiasi possibile convivenza civile, la legalità è il grande tema. Esisteva un tempo una agenzia ,non repressiva per la lotta contro la legalità, non ricordo bene il nome, il nome era molto complesso, l’importante che l’attività sia molto semplice, e si faccia a partire dalle scuole, io questo vorrei riportare all’attenzione dell’assessore che ringrazio perché è importante testimoniare una idea ed essere qui a sentire tutto e tutti, possiamo avere delle idee diverse però si deve dare atto all’assessore di aver ascoltato tutti, è un buon inizio, poi chiaramente possiamo avere delle idee diverse, però questo è un buon inizio e voglio dargli atto pubblicamente perché spesso ce la prendiamo con gli amministratori, ma non ci rendiamo conto che gli amministratori amministrano una città difficile da amministrare, una città, molto, molto difficile da amministrare e da ricondurre a delle regole. Io ciò ancora un sacco di tempo, ma voglio dare possibilità un po’ a tutti, alle persone di parlare, forse in maniera molto più chiara ed efficace di quanto possa fare io. La legalità è un tema di fondo dobbiamo partire dai bambini, dobbiamo partire dalle giovanissime generazioni, quindi quello che io richiedo, e che mi piacerebbe pensare è un grande lavoro di educazione alla legalità a partire dalle scuole, dalle più piccole generazioni, se noi riusciamo a sviluppare un grande tema dove a scuola i bambini incominciano a capire che i conflitti non si risolvono aumentando le botte, aumentando la violenza, ma i conflitti si risolvono parlando, questo si può fare a partire dalla giovanissima età, poi non si può fare più, non si potrà fare più. L’integrazione si può fare a partire dalla giovanissima età, i bambini si possono integrare a scuola , a partire dall’asilo, lì c’è l’integrazione , i ragazzi grandi è molto difficile , complesso e costoso integrare. Un ultima riflessione ve la vorrei donare, mi è nata ascoltando Andrea Gargiulo, questo straordinario animatore dell’Orchestra Musica in gioco, che lavora tanto con i bambini, il tema di fondo è un po’ questo, lavorando in paesi lontani, ho lavorato spesso Africa, c’è una lingua africana che è la lingua del centro Africa che è il suaili, questa lingua non è facilmente traducibile in italiano, specialmente nella nostra lingua perché non ha il verbo avere, nella loro lingua non esiste il verbo avere , cioè loro non dicono io ho, perché questo per loro non è possibile, non esiste , è fuori dalla realtà, allora spesso domandiamo: e come fate a dire l’avere? Loro usano una forma con il verbo essere e dicono : io sono con, mi farebbe piacere che questo modo di coniugare il verbo avere partisse dalle giovanissime generazioni, a partire dalla scuola, a partire da questa città che ha tante cose belle per l’infanzia , nel mondo dell’infanzia. Grazie

… – grazie a Paolo Commentale la parola a Luigi Fasanella e si prepari Giuseppe Santoiemma

LUIGI FASANELLA – allora come tutti possono vedere sono un piccolo e giovane imprenditore musicale, io parlo di cultura e musica, perché da sette anni provo e proviamo insieme ad altre persone a fare cultura e musica qui a Bari, la mia attività negli anni si è evoluta ,quindi siamo partiti da una piccola realtà che produceva giovani artisti pugliesi, ma principalmente baresi fino a diventare successivamente, una società di edizioni musicali, punto per poter crescere e poter far si che si evolvi in qualche modo anche il mercato discografico, quindi seguire quelle che sono le tendenze. Cosa mi ha spinto a fare questa riflessione? Allora, siamo ad oggi, secondo me, all’anno zero, quest’anno è un po’ il punto per poter ripartire e per poter provare a crescere, far sì di costruire un qualcosa di sicuramente un pochettino più attivo, in questi anni, quindi nelle amministrazioni precedenti, abbiamo visto che il tutto è stato lasciato, appunto in maniera estremamente al caso senza far sì che possa essere preso un piano programmatico e di sviluppo per quanto riguarda la cultura musicale. Parlo io che sono in questo caso un etichetta discografica per far capire un po’ come può essere effettivamente il meccanismo, il meccanismo è semplice, prendiamo degli artisti, proviamo ad esportarli, in qualche modo ad inserirli in un mercato, se noi non abbiamo la possibilità di far crescere i nostri artisti partendo dalla nostra città, ci diventa impossibile riuscire , morale della favola , a portarli fuori, portar fuori può essere semplicemente un’altra regione o all’interno di un altro stato. Esattamente due giorni fa, parlando con un altri operatori internazionali , tutti quanti mi chiedevano: ma come si può uscire dall’Italia e quindi in questo caso il loro apporto a Bari, come si può uscire dall’Italia se non si è una fam base, cioè se non si è cresciuti all’ interno della propria città, per poter poi in qualche modo provare ad entrare in un altro tipo di mercato, ecco Bari credo che possa essere un incubatore interessante , soprattutto di cultura, abbiamo tantissime realtà che però in realtà dormono, cioè sono lì che sonnecchiano, anche un po’ svogliate, tutto questo si rifà a quello che è l’operazione , quindi gli interventi che sono fatti sulla cultura qui a Bari. Abbiamo avuto decine di migliaia di milioni di eventi gratuiti che secondo me effettivamente hanno fatto sì che si creasse   disinteresse nel valore artistico, la gente diciamo che è completamente e per gente intendo pubblico in generale, la gente è completamente disinteressata a portar avanti un argomento sulla retribuzione di quello che può effettivamente essere il reale valore di una proposta artistica, quindi ormai completamente disinteressati nel pagare questo fondamentale biglietto per poter entrare ad un concerto e quindi far sì che il tutto a pioggia venga praticamente deprezzato, quindi oramai siamo assuefatti da eventi musicali , una proposta artistica fondamentalmente stantia e non riusciamo a far crescere quello che è il settore, vedendo altri interventi che sono stati fatti pubblicamente da altri operatori che hanno scelto di emigrare, cioè di andare da altre parti, si è fatta questa riflessione molto interessante, è vero, oramai siamo al centro , abbiamo gli occhi puntati su di noi, cioè tutto gira intorno alla Puglia, a livello artistico, a livello culturale, siamo stati bravi in questo, ora dobbiamo fare lo scatto finale per poter raggiungere l’obiettivo per poter raggiungere il traguardo, il traguardo è quello di poter crescere, far crescere soprattutto i ragazzi e poter alzare la proposta culturale per poter essere effettivamente competitivi, quelli che potevano essere chiudendo in breve, degli spunti su come poter rafforzare quello che è il settore sarebbe molto interessante quello che si diceva prima, quindi lavorare molto sui ragazzi, lavorare sulle scuole, far sì che ci possano essere delle nuove generazioni che possano in qualche modo prendere un po’ dal basso il movimento e portarlo avanti, far sì che ci siano più che eventi gratuiti nelle piazze, ci siano dei servizi di scontistica per giovani , universitari, un po’ come si fa per la show card, per quanto riguarda il cinema, la stessa cosa sarebbe in qualche modo carina per poter incentivare questo fantomatico valore ovvero valore al biglietto a dare un prezzo alla cultura e soprattutto alla musica, far sì che ci sia questo dialogo aperto con le amministrazioni in modo da poter snellire fondamentalmente la burocrazia, fare dei corsi di approfondimento su quelli che possono essere i vari operatori del settore. Noi siamo geograficamente lontani da tutto quanto , non ci si può incontrare solo l’estate, perché la gente viene qui in vacanza, si possono creare delle operazioni all’interno della città, però comunque abbiamo la possibilità di poterci interfacciare con altre persone, se queste persone poi vengono e effettivamente riescono a lavorare con noi. Il focus sulla mobilità notturna può essere anche una cosa interessante effettivamente da prendere in considerazione, magari al nuovo sindaco può essere una cosa molta cara, e appunto porre questo limite sugli eventi gratuiti o quanto meno provare ad alzare la proposta culturale per poter far crescere effettivamente il panorama. Grazie

… – grazie adesso la parola a Michele Giannuzzi e si prepari Vito Signorile

ALBERTO SCATTARELLI – buongiorno a tutti, io mi presento sono Alberto Scattarelli, presidente di AIDB o accademia italiana discipline bionaturali, noi partiamo con una affermazione anziché che con una domanda , la nostra idea è Bari città del benessere, in realtà certe volte noi diciamo : l’importante che c’è la salute, bè per noi è veramente un mast e del resto in questi anni abbiamo puntato la nostra produzione e il nostro lavoro proprio sulla sul benessere, ovviamente il benessere olistico, vi presenterò in brevissimo quali sono le attività dell’accademia. AIDB innanzitutto nasce da una idea mia e di Michele Giannuzzi, ha sede in Bari e operiamo principalmente nel settore delle discipline bionaturali, cosa sono le discipline bionaturali? In realtà sono un qualcosa che fino a qualche tempo fa si reputava fossero appannaggio di qualche personaggio naif o qualcosa del genere, ma sono delle discipline che in questo momento stanno prendendo sempre più piede anche a livello culturale, ma soprattutto anche come opportunità di lavoro, in realtà a noi attraverso la nostra accademia proponiamo corsi di scazzu, aiurveda, riflessiologia plantare, massaggio sportivo, fiore di bach, adesso non starò qui a tediare su quali sono le caratteristiche di ognuno di questi massaggi, ma sono cose veramente importanti che danno la possibilità di approcciare una altra forma di benessere ovviamente un benessere, che fino a poco tempo fa veniva chiamato alternativo, anche se adesso abbiamo capito, ben compreso anche a livello europeo che in realtà non è alternativo alla medicina ufficiale ma è estremamente coaudiuvante, quindi attraverso questi lavori, che poi noi proponiamo proprio sotto forma di corsi, yoga , pilates, ginnastica, tai sci, sci gon(?) si può veramente aiutare la gente a stare meglio, ribadisco questo concetto, noi non vogliamo sostituire la medicina ufficiale, per noi è importante collaborare di concerto con i professionisti della salute. Nell’ottica della nostra diffusione delle discipline bionaturali, non solo in ambito cittadino, ma anche in ambito regionale abbiamo attivato tutte una serie di collaborazioni, comune di Polignano, Csen, con tutte alcune realtà, istituto di medicina biologica medibio, Monopoli calcio, abbiamo partecipato a diverse associazioni , ad altri eventi regionali, il tutto per creare quello che noi veramente riteniamo il brand, il brand benessere in Puglia, è qualcosa che può veramente fare breccia, soprattutto come abbiamo detto, abbiamo sentito da altri illustri relatori, soprattutto perché la Puglia, in questo momento è fonte di estremo interesse, soprattutto turistico, gli eventi abbiamo anche realizzato degli eventi, e in questo poi mi ricollego a quello che andrà a dire il mio collega Michele, abbiamo organizzato il Puglia vernest(?) festival a Polignano a mare e vi garantisco che siamo riusciti a portare, grazie ovviamente ala collaborazione con il comune di Polignano a Mare, siamo riusciti a portare le discipline bionaturali all’interno di uno degli anfratti più belli della regione Puglia , vi garantisco che praticare lo yoga all’interno della spiaggi Lama Monachile, è una esperienza che ha veramente accolto l’interesse di tantissime persone. L’idea quale è? Queste cose possono anche essere fatte all’interno della nostra bellissima città , è vero Michele? ……

MICHELE GIANNUZZI – Alberto ha cercato di sintetizzare perché mancano 3 minuti e 23, forse ce la facciamo. L’idea praticamente di presentare questa piccola relazione Bari città del benessere, è nata un paio di mesetti fa, però siamo venuti a sapere due giorni fa, tre giorni fa , di questa bella iniziativa, quindi complimenti all’ assessore, ci siamo un po’ documentati su quello che più o meno c’era già, praticamente, a livello di progetti, di studi e abbiamo visto che c’è il progetto ovviamente rete città sana di cui Bari fa parte è una rete italiana di città sana e riconosciuta dall’organizzazione mondiale della sanità, il progetto bess ha che praticamente è il progetto benessere equo e solidale in cui vede la città di Bari in collaborazione con l’elle istat che è stato atto uno studio sui parametri di benessere, diciamo, equo e solidale per una città del benessere , lo studio simens di città del benessere e poi una serie d iniziative che si fanno attualmente in collaborazione con la rete delle città sane per esempio la fiseo che è la federazione italiana insegnanti operatori sciazzu, che propone annualmente la settimana dello sciazzu proprio per promuovere le attività del benessere . I parametri che abbiamo visto essere nel progetto bess comprendono tutta una serie di fattori, salute , istruzione, formazione, non sto qui ad elencare quello che a noi interessa in modo particolare sono la salute, l’istruzione, la formazione nel nostro settore, il benessere soggettivo e in fin dei conti la qualità del servizio rivolti alla persona, quali sono, quale è la nostra idea, quali sono le nostre proposte per eventuali collaborazioni? Innanzitutto se è possibile, quella di creare una sede a Bari del Puglia velnes(?) festival per l’anno prossimo, magari la versione primaverile del Puglia velnes(?) festival dato che la versione estiva a Polignano a Mare ce la garantita, quindi siamo in versione estiva a Polignano a Mare, quindi potrebbe essere già una bella idea, quella di proporre questo festival a Bari, anche perché il nome Puglia velnes festival permette questa delocalizzazione . Poi la creazione della cittadella del benessere, che sono l’idea proprio di creare, io quo ho specificato come idea al volo in aree da individuare ad esempio Caserma Rossani, quando si riuscirà a creare un contenitore ben strutturato, proprio un polo dove promuovere e far praticare a tutte le persone di varie fasce di età le discipline del benessere in generale quindi fare pratica e informazione e formazione, quindi questa può essere una idea che poi può essere praticata in modo concreto. E poi l’altro progetto è quello del progetto piazze del benessere a Bari in collaborazione con le varie circoscrizioni presenti dove magari in primavera inoltrata, l’inizio dell’estate dove ovviamente, climaticamente è possibile farlo, proporre in collaborazione con le associazioni presenti sul territorio, proprio la pratica e la divulgazione delle discipline del benessere, quando si parla della Cina noi vediamo tante persone delle varie fasce di età che praticano taici(?) all’alba e forse allungano un pochino la vita. Quindi ritornando praticamente all’immagine del Puglia velnes festival, l’idea la Puglia è benessere credo che possa anche partire da Bari, quindi vi ringraziamo della possibilità e buon lavoro.

…. –grazie la parola adesso a Vito Signorile, si prepari Patrizia Pirro

VITO SIGNORILE – grazie non so perché mi ero convinto di dover intervenire e dare , aggiungere qualche suggerimento per ulteriori passi in avanti e quindi mi scuso fin d’ora perché non utilizzerò tutto il tempo sarò molto più breve. Questa estate , superando la pigrizia che qualcuno mi conosce e il mio attaccamento incondizionato alla città mi sono concesso il lusso di fare un bel viaggio fuori, lontano, per incontrare amici teatranti che non vedevo da tempo e per riflettere da lontano sull’inizio del nostro ulteriore progetto triennale all’interno del nuovo teatro e sulla esigenza di civile normalità nella vita culturale della mia città. Vi dico è stato un viaggio ovviamente utile perché da lontano le cose si vedono meglio e sono felice di avere questa occasione per condividerle, devo dire che purtroppo la prima cosa che ho osservato e che siamo lontanissimi dall’idea di bene pubblico e di partecipazione attiva alla vita sociale, ma questo fa parte di analisi del passato per le quali avremo auspicabilmente tempo e luoghi più opportuni, sarà utilissimo infatti, assessore, dopo questa pur importante ricognizione generale, analizzare situazioni settoriali, esperienze positive ma soprattutto errori e anomalie del passato per esaltare le prime e probabilmente, auspicabilmente rimuovere le seconde, nel mio viaggio ho visto parchi pubblici attrezzati con strumenti da palestra all’avanguardia , in cui anziani e giovani andavano a fare ginnastica all’ombre di alberi centenari, ho visto giardini con schermi montati per il cinema e cabina di regia lì fissa, difesa da una semplice costruzione in legno con un semplice lucchetto, ho visto fare la fila per il teatro, certo sono osservazioni probabilmente esaltate dall’area estiva ma ho visto anche un altro modo di pensare e vivere la cultura, un’altra civiltà, Bari pur con la sua grande bellezza, pur con le sue molteplici attività appare vuota, frammentata, disabitata dalla cultura e dalla partecipazione, allora voglio mettere in campo alcune proposte per il nuovo corso di questa amministrazione e nella prospettiva della città metropolitana, in primo luogo visibilità a approfondimento della offerta culturale complessiva e dunque anche di quella proposta dai privati e sostenuta dall’amministrazione, attraverso un unico strumento promozionale, cartaceo, web, ecc., in modo che ciascun cittadino anche il turista di passaggio, sia consapevole di quello che trimestralmente accade in città e possa conoscere e scegliere quello che la città offre, uno strumento che sia utile per lo spettatore o l’osservatore per creare il proprio percorso culturale libero da schemi o dai pericoli della non conoscenza che guidi gli operatori in una progettazione ragionata e programmata per tempo che renda pubblica la mole di lavori e di offerta che c’è dietro un bilancio comunale, che avvii un percorso di superamento degli steccati di genere e i facili identitarismi e si scriva in una idea più complessa di multiculturalismo, apertura della stagione comunale, lo metto davvero tra virgolette, a tutta la città, ci auguriamo che sia presto riaperto il teatro Piccinni, che il Petruzzelli che ancora oggi vanta uno dei più grandi e bei palcoscenici d’Europa si riaffermi come grande teatro, che tornino in attività le altre strutture teatrali e musicali che aspettano da tempo sistemazione di legge e che se ne inventino altre, ristrutturando alcuni dei numerosi contenitori di proprietà pubblica, in tempi di alberghi diffusi, di musei diffusi, di free , di wi fi zoom, credo che sia arrivato il momento di pensar ad una programmazione culturale diffusa con abbonamenti trasversali, contaminazione dei linguaggi e dei pubblici e degli spettatori, progetti coordinati, servizi logistici a favore dei teatri e dei cittadini che li frequentano. Il nuovo teatro abeliano nella prossima stagione ospita spettacoli i cui protagonisti sono indifferentemente giovani poco più che ventenni e giovanissimi ultrasessantenni , spettacoli senza definizione di genere che non sia emozione e qualità a prova di spettatore, la sfida che con tutti i miei collaboratori ho raccolto e rilanciato è stata quella di stravolgere le consuetudini e di farci coinvolgere nel bellissimo gioco di rimettersi in gioco. Ci auguriamo che i giovani siano effettivamente più giovani e coraggiosi dei vecchi e non volendo fare come quel critico che scrive di uno spettacolo senza averlo visto, auguro a tutti noi di non dover aspettare ancora molto l’attesissimo Godot, e soprattutto di scoprire che Godot altri non è che il rappresentante di una normale civiltà dove regole, stato di diritto, meritocrazia, non sono chimere da paese dei balocchi. Grazie

… – grazie a Vito Signorile, la parola adesso a Patrizia Pirro e poi segue Mara Nitti

PATRIZIA PIRRO – buongiorno a tutti, in questi anno quando si è parlato di cultura a Bari, si è purtroppo finiti per lamentarsi della cronica carenza di spazi per la cultura, spesso lasciando in secondo piano una questione molto importante, quali sono gli spazi che ci servono per fare quale cultura? E sicuramente mancata in questi anni una idea strategica chiara e condivisa riguardanti le politiche culturali, ma forse non solo quelle, io sono un architetto , mi occupo di città e di spazio pubblico e quindi vedo diciamo le politiche culturali strettamente connesse alle politiche urbane , è necessario secondo me, pensare a strategie integrate fortemente connesse con il tessuto sociale della città che possono fare di bari una meta importante del turismo culturale e del mezzogiorno e del mediterraneo. In questo ragionamento sui luoghi e sugli spazi, anzi sui non luoghi della cultura, teatri chiusi , musei che non aprono, in questo panorama esistono a Bari due luoghi, molto importanti per il rilancio di un’economia culturale, luoghi molto diversi, eppure, secondo me, molto complementari, la fiera del levante e l’ex caserma Rossani, su questi due luoghi andrebbe costruita una strategia integrata di breve e medio e lungo periodo, che li renda veramente dei poli attrattivi di un sistema complesso, di luoghi per la cultura nella città di Bari, la fiera è una sorta di scatola vuota, al momento, che attende di essere riempita, rappresenta un patrimonio fisico , importantissimo per lo sviluppo di un polo di produzione e innovazione culturale e gli interventi di recupero dei padiglioni della fiera che ospitano il cine porto e la Puglia film house in questo senso, come dire vanno proprio in questa direzione, di rendere la fiera un polo di produzione culturale e innovativa, dobbiamo quindi pensare di ripensare alla fiera del levante in questo senso anche avendo il coraggio di riprogettare quegli spazi per poterli utilizzare per diverse attività culturali, quindi riprogettarli per usi flessibili e anche con progetti a basso costo, dall’altro lato c’è la Rossani che è invece un vuoto urbano di cui invece in questa città abbiamo estremamente bisogno, un luogo di pausa dall’asfalto dove all’interno di quello che Gig Lemon(?) ha definito un giardino in movimento è in atto un progetto in movimento, la Rossani è un luogo in cui dobbiamo lasciare libero di crescere le specie vegetali ma anche forme di cultura indipendenti, forme di partecipazione e autogestione degli spazi da parte delle comunità e pratiche sociale non necessariamente basate sul consumo, uno spazio insomma per la libera espressione e per la creatività da progettare , anche qui, a basso costo con gli abitanti attraverso un percorso partecipativo ampio e di livello molto alto. Questi due poli sono tra loro , in realtà complementari un luogo per creare, un luogo di pausa alla Rossani e d’altro lato un luogo, diciamo in cui la cultura diventa economia, la fiera, accanto a questi due luoghi bisogna costruire una mappa di un sistema diffuso di luoghi della cultura, promuovere quindi il riuso di spazi altri, spazi che magari non sono stati convenzionalmente progettati per essere i luoghi della fruizione culturale, penso alle scuole, alle palestre , alle biblioteche comunali, alle chiese , al patrimonio storico minori, ai mercati, all’enormità di edifici dismessi anche di proprietà comunale che ci sono in questa città, ai musei comunali, al museo civico della città di Bari, attivare quindi una rete per la cultura, immaginando di utilizzare anche lo spazio pubblico, i parchi, i giardini , le piazze, con progetti artistici temporanei e a basso costo, in questo senso la cultura, gli eventi culturali rappresentano un ausilio importantissimo per la rigenerazione e la riattivazione dei luoghi della città, la rassegna estiva musicale e cinematografica di questa estate ci ha dimostrato proprio questo ,, si è andati in questa direzione, promuovere quindi progetti culturali che possano intelligentemente partecipare alla rigenerazione dei luoghi della città dei luoghi più degradati, dei luoghi più disagiati, delle periferie, mettere i n campo quindi strategie intersettoriali, coinvolgendo anche artisti e designer nei progetti di rigenerazione urbana e di coinvolgimento delle comunità, sul modello di sperimentazioni molto avanzate che ci sono in Europa. Sempre rispetto a questo tema vorrei avanzare altre due piccolissime proposte, promuovere per esempio in ogni municipio la nascita degli eco musei, o ancora per esempio valorizzare il ruolo dell’urban center che come vedete è al momento una triste vetrina dei progetti in atto in città ma che in altri luoghi penso per esempio a Bologna è un luogo di dialogo e di ascolto ma soprattutto di crescita di cultura urbana, di promozione di concorsi, eventi, manifestazioni culturali sul tema della città e dell’architettura. Un’altra piccola riflessione , dovrebbe incominciare ad uscire dal paradigma cultura=mostra/concerto, cultura è anche produzione di sapere, formazione, sperimentazione, bisogna promuovere work shop , laboratori, residenza d’artista, progetti quindi che creino sinergie con realtà culturali locali , contaminazioni e favoriscano la costruzione di reti e relazioni con l’estero, con l’Europa, anche qui un altro punto importante è favorire progetti culturali di qualità anche promossi da piccoli operatori, da piccole associazioni, moltiplicando quindi i bandi e gli avvisi dove si valuti la capacità dei progetti di inserirsi all’interno di una strategia culturale, come dicevo aperta all’Europa, quindi progetti che attirino partners chip esterne di qualità e allo stesso tempo valorizzino le competenze locali , quello che spesso succede nei bandi rivolti agli operatori culturali che viene valutata la capacità dell’operatore, diciamo, il curriculum, o il fatturato maturato durante l’anno , spesso questi non sono, diciamo, indicatori. Un ultimissima proposta in questo senso però legata al tema più turistico, riguarda l’accoglienza, essere città accogliente vuol dire esserlo verso chi viene da fuori ma anche verso i propri abitanti, in questo senso, diciamo se Bari riuscisse a promuovere politiche culturali, turistiche, urbanistiche, family friendly farebbe buona cosa, come hanno fatto altre regioni, provincie, come la provincia di Trento che hanno ricostruito una economia turistica proprio su questo, sul tema family friendly, e chi ha avuto la fortuna di andarci con bambini e famiglia ha potuto vederlo di persona. Grazie

… – grazie a Patrizia, i nostri amici tecnici, ci invitano i futuri interventori a salire davanti al palco non dal lato perché c’è la strumentazione che è molto delicata, il prossimo intervento è di Mara Nitti, eccola, e a seguire Frederic Pascal

ROBERTA FIORITO – salve io sono Roberta Fiorito, sono direttrice e curatrice dello spazio marcorà(?)) insieme a Mara Nitti che è qui nel pubblico. Inizierò un po’ brevemente raccontando a chi non ci conosce la nostra storia, è uno spazio espositivo nato nel 2011 da Mara Nitti e Costantino Scarapidachis e poi mi sono aggiunta io in un secondo momento che ero già operatrice nel settore dell’arte contemporanea con un’altra attività sempre qui in città, è uno spazio dedicato a giovani artisti italiani e internazionali e parlo di uno spazio dedicato all’arte contemporanea proprio perché le nostre attività sono molteplici, c’è quella ovviamente espositiva che alterna mostre personali e collettive , il più delle volte costruite saiz specific (?) per lo spazio, marcorà(?) è anche un luogo di discussione e di incontro in cui si svolgono laboratori di didattica dell’arte , educazione all’immagine per bambini e non solo, anche la scelta di preferire scusate, e non solo in funzione di una pratica normativa che agevoli l’approfondimento e promuove le arti visive in città , anche la scelta di preferire artisti e curatori il più delle volte non strettamente legati al territorio e pensata in una ottica di ricerca di scambio e conoscenza, è una modalità adottata per mettere in atto da un lato una maggiore conoscenza riguardo agli attuali panorama artistico nazionale ed internazionale e d’altro per far conoscere un territorio che nel settore delle arti visive contemporanea non ha ancora maturato la rilevanza che merita, …(?) nell’arco della sua attività in questi anni è riuscito a stabilire rapporti lavorativi con artisti di rilievo nazionali e personalità influenti del sistema artistico maturando considerazione e interesse da parte di addetti ai lavori e delle più importanti riviste e organizzazioni di settore, all’interno della programmazione annuale si inserisce anche il progetto I love art ormai alla sua quinta edizione, che si svolgerà nel prossimo novembre, un progetto dedicato all’arte lo cost in cui il termine lo non si riferisce evidentemente alla qualità delle opere dell’arte ma al basso costo e quindi all’accessibilità, in un ottica di allargamento del pubblico nonché della promozione di giovani talenti. Noi nel nostro piccolo, presenziando negli ultimi due anni a fiere di settore in Italia e in Europa promuovendo la nostra attività che con energia opera e investe in questo territorio, ospitando continuamente personalità legate al patrimonio artistico pensiamo di contribuire alla promozione della città , delle sue iniziative e con sincerità tutti quelli che passano di qui parlano di una grande energia, di una risposta quasi assetata che altrove probabilmente è andata persa, ecco noi vorremmo che tutte queste energie non andassero sprecate e che attraverso la creazione di una piattaforma legata alle arti visive e di un interesse verso questo settore, il territorio possa recuperare lo splendore perso e sostenere il confronto culturale con altre città italiane. Nonostante l’intenso lavoro e l’investimento nei confronti della città, ci auspichiamo comunque di poter rafforzare e consolidare ancor di più un rapporto di scambio con il nostro territorio, di consolidarci come punto di riferimento per quanto riguarda la giovane arte contemporanea e come discussione, come luogo di discussione per i giovani studenti appassionati e un luogo di scoperta per gli addetti ai lavori e collezionisti. La nostra speranza è che quella rete che comunque abbiamo attivato con diverse realtà tra cui, ricordiamo la galleria….(?). Planar, Vesser8?) e ci auspichiamo molte altre con cui condividiamo visione e prospettive se pur ciascuno nella sua specificità, possano trovare nell’amministrazione pubblica un confronto proficuo e con questo primo esperimento, questo di arriva Godot, questa sia solo l’inizio di una attività di ascolto reciproco e progettazione che possa finalmente dare vita ad una visione, strutturata e partecipata e sistematica di sviluppo non solo del singolo ma soprattutto del territorio perché solo in questo modo si potrà rendere tangibile quella crescita culturale, turistica e di interesse verso la nostra città di cui noi tutti parliamo e che tutti ci auspichiamo. Sarò breve e inviterei, comunque, tutti quanti, il prossimo fine settembre, il 27 a venirci a trovare per chi non ci conosce ed è curioso, in galleria inaugureremo una mostra di una fotografa italiana che si chiama Silvia Camporesi che si svolgerà nelle prossime settimane un lavoro qui sul territorio sulle città abbandonate, sugli edifici abbandonati di Puglia e Basilicata, quindi vi invito il 27 settembre a venirci a trovare e finisce qui il mio intervento. Grazie

… – grazie, grazie a te, la parola adesso a Frederic Pascal e poi a Luciano Pegorari

FREDERIC PASCALI – si buonasera a tutti, ho avuto esperienze, mi occupo tutt’ora di comunicazione politica , di comunicazione strategica e critica cinematografica, ho avuto a che fare con l’associazionismo locale nel senso che per un periodo ho avuto anche una associazione culturale che aveva un nome altisonante e anche stravagante nel progetto Meggafin(?) e poi sono stato anche nell’associazione dei recidivi che si occupava di audiovisivo e tutt’ora faccio parte di una associazione che si chiama Insieme Europa Network e di un’altra associazione che ha una egida sportiva che io considero anche culturale per il tanto impegno trasmesso ai giovani in questi ultimi anni che è l’accademia scacchistica barese . Il mio intervento di oggi non sarà specifico e dettagliato su un qualcosa di effettivamente particolarizzato perché c’è ne sono stati già tanti e tutti molto opportuni ma sarà più che altro un auspicio personale ed una osservazione generale delle cose. Il titolo del mio intervento è Effetto Bari, strategie di suggestione culturale, la città di Bari possiede in piedi tutti i requisiti per diventare un importante innovatore centro culturale dell’intero meridione, quello che manca è la dotazione di un giusto effetto, parafrasando una delle pellicole più famose di Trofou , effetto notte, penso che la nostra comunità, la nostra società possa dotarsi e avantaggiarsi di un effetto Bari, il mezzo per ottenere questo effetto è la tanto bistrattata cultura, dopo anni di assenza o vacua presenza potrebbe essere finalmente giunto il momento di usufruire e di mettere in atto le innumerevoli prospettive che noi stessi, la nostra storia, la nostra creatività, il nostro relazionarci con il mondo portano in servo, per fare questo appare prima di tutto essenziale renderci conto del cosa non fare, bisogna scrollarsi di dosso il provincialismo imperante che da sempre ci appartiene, e abbandonare personalismi e egoismi e allontanare le prospettive di apparentamento politici e non , confinare il fai da te e l’improvvisazione, liberarsi di ogni conformismo intellettuale, il passo successivo è quello della creazione di un piano strategico globale, un suggestivo piano strategico globale e questo è un aggettivo, a mio avviso, che deve acquistare una rilevanza determinante per l’interazione culturale futura, bisogna imparare a governare e gestire i flussi sociali che il mondo contemporaneo che abitiamo genera, in un epoca dominata dall’immagine   e dalle immagini prona al mito di Narciso, occorre essere capaci di far proprie declinazioni, queste declinazioni e di indigenizzarle , adattarli agli scopi preposti del nostro territorio culturale, cioè dobbiamo rendere il più possibile appetibili e interessanti le espressioni culturali che costituiamo , pubblicizzarle nella maniera giusta, renderle oggetto del marketing adatto, solo così non resteranno una pura esternazione a se stente peggio elitaria , suggestivo significa anche dare dignità e rilievo a tutti coloro che operano e lavorano nella cultura e coloro che ne usufruiscono, non dobbiamo dimenticare che la nostra società è pervasa da una pressante richiesta di protagonismo individuale a fronte d una sbilanciata distribuzione delle risorse, questo fenomeno è fonte di una serie infinita di conflitti e di frustrazioni, la nostra idea di cultura in tal senso deve avere una radice pervasiva e non esclusiva, deve ricreare un mondo del quale si è fieri di appartenere, un movimento in grado travolgere ogni staccionata preconcetta di classe e di idee in grado di fungere da aggregazione civile e generazionale, tutto deve essere valorizzato e invadere il territorio fino a catturare quelle zone apparentemente accantonate nella dicitura di periferie o di malaffare, se vogliamo davvero pensare di cambiare le cose, non possono più esistere opere d’arte buttate lì alla rinfusa, abbandonate ad un destino caritatevole di qualche curioso capitato lì per caso, vedi per esempio il cavallo di Cerioli, o la scultura di Cunelis qui di fronte, ho forte alamo(?) come il get (?) a Enziteto, ogni singola operazione culturale, installazione culturale deve essere preconizzata con un ragionamento di natura strategica resa viva giorno per giorno, ogni stilla di qualcosa che abbia a che fare con la parola cultura deve esser inquadrata all’interno di un disegno globale che la rende una risorsa in grado di produrre a pil turistico ed esempio di decoro per l’intera cittadinanza, non solo dobbiamo fare tutto questo considerando la vocazione attuale della nostra comunità, una vocazione sicuramente multietnica, un enorme potenziale da sfruttare , articolare, rendere pulsante nell’interazione sociale, è mia impressione che fino ad oggi sia fatto più traendone la natura folcloristica che nell’impronta di un effettivo coinvolgimento culturale a tutti i livelli. Le numerose comunità straniere che abitano la nostra città con il loro differente bagaglio di tradizione e di conoscenza e con le loro desinenze commerciali rappresentano la possibilità create le giuste determinazioni di coinvolgere soggetti imprenditoriali esterni e aumentare la cassa di risonanza internazionale dei nostri operatori culturali, per tutto questo necessita come detto, rivestire ogni cosa della sua giusta suggestione pensando fin d’ora che tutto debba essere collegato in relazione, ci vuole un coordinamento , quello naturale, appare senza dubbio costituito dall’assessorato alla cultura, ci vogliono poi delle strutture di monitoraggio intelligente cioè in grado di analizzare le azioni più efficaci per rendere volta per volta, la tale operazione culturale il più performante possibile a seconda della zona in cui si esplica del target di riferimento e della risonanza che si vuole ottenere , ipotizzo l’idea di creare dei piccoli gruppi di cervelli adatti allo scopo, potrebbero chiamarsi gruppi di intervento socio strategico, formati da brillanti neo laureati in materia tipo economia, comunicazione, sociologia, lingue , informatica, giurisprudenza , coordinati da qualche figura di esperienza del settore in grado di relazionare volta per volta le situazioni e le dinamiche socio culturali in esame , sarebbero elementi di un unico disegno teso a creare una strategia comune e globale, dove il paesaggio culturale possa incidere fortemente sulle dinamiche economiche territoriali, pare scontato il collegamento con il coinvolgimento dei flussi turistici, incidendo sulla offerta di quelli in transito e abbinandone di nuovi a precisi eventi del calendario culturale, è indubbia a tal proposito la necessità di una   calendarizzazione razionale delle manifestazioni è altresì indubbia la necessità di una maggiore presenza di offerte da respiro internazionale a grande acceso di pubblico, una di queste attualmente è il bifest , bisognerebbe ad aggiungere altri tre eventi della stessa portata, possono riguardare il teatro, la scultura, la pittura, tutti quelli che dopo uno studio strategico approfondito considerando in concomitanza eventi nazionali, calendari internazionali, a pil internazionali e tutto quanto detto prima si riterranno più adeguati con una determinazione principale devono servire come volani per fidelizzare il pubblico, i cittadini all’idea stessa di cultura, suggestione strategica vuol dire arrivare dappertutto anche lì dove non si è i benvenuti e moltiplicarsi, fare continuamente cose fino a pervadere l’intero territorio e l’intero sistema ricordarsi di non settorializzare ma di periodizzare le differenti espressioni culturali, si riparte da zero e tutti con la stessa dignità di poter esprimere al meglio il proprio lavoro, lo si fa in una prospettiva globale collettiva con l’idea che si possano allocare le nostre differenti idee ed espressioni culturali nella maniera migliore possibile per un ritorno di civiltà economico ,di integrazione e di immagine nazionale e internazionale, si deve cambiare mentalità, tutto quello che è nel nostro territorio non deve essere sprecato o superficializzato , si può levigare, ristrutturare, rigenerare ogni singolo granello e renderlo fruibile per tutti, deve essere un lavoro di insieme con un inevitabile coordinamento strategico centrale come già detto e auspicabile il nuovo assessorato alla cultura sul cui scrano dopo tanti anni abbiamo finalmente una persona competente . Grazie

… – grazie Frederic, troppo buono , Luciano Pegorari e poi Renato Curci

LUCIANO PEGORARI – buonasera, mi chiamo Luciano Pegorari e sono un editore barese, la mia casa editrice è la Fabriscion editore, da 5 anni da quando alla fine del 2008, ho vinto il bando principi attivi con la mia casa editrice, mi occupo prevalentemente di editoria braille , ora vi spiegherò brevemente ciò che ho fatto in questi 5 anni, un sunto molto breve perchè nel mio sunto poi ci sono anche le mie proposte, ho lavorato fin dall’inizio per la fiera del levante rendendola per la prima e unica volta completamente fruibile per i non vedenti realizzando guide turistiche e percorsi tattili e permettendo a chiunque non vedenti italiani e non vedenti italiani di poter usufruire dei servizi al pari di noi vedenti, allo stesso modo ho avuto anche il piacere di collaborare nel gennaio di quest’anno con il teatro Petruzzelli realizzando opere liriche in lingua braille, sia per la fiera del levante sia per il teatro Petruzzelli sono gli unici due enti ad avere questo tipo di servizio in tutta Europa, quindi è un fiore all’occhiello , però non lo sa nessuno quindi ve lo sto dicendo in modo tale che almeno in questa occasione si riesce a condividere questa esperienza, allo stesso modo ho potuto rendere fruibili ai non vedenti con una guida turistica e mappe tattili l’ex prima circoscrizione, in realtà l’ho proposto anche alle altre circoscrizioni nel breve tempo ma diciamo non hanno colto la palla la balzo, spero qui invece di poter proporre questi servizi anche adesso. Ho lavorato all’estero , il mio problema e quindi la mia prima domanda è, il mio primo quesito è, siccome ho sentito che molti si vorrebbero affacciare all’estero da diciamo , delocalizzare i loro servizi , la loro offerta culturale e quindi portare Bari all’estero, invece il mio problema è proprio il contrario, come faccio a tornare dall’estero a Bari? Come faccio a tornare dall’estero in Puglia? Perché all’estero sono abbastanza conosciuto, lavoro in Giappone , lavoro in Messico, lavoro negli Stati uniti, lavoro un po’ ovunque, rendere invece il mio servizio a questa città e a questa regione potrebbe portare una risposte molto interessante al turismo e alla cultura perché il pubblico dei non vedenti è un pubblico fruitore che ha grandissima voglia di girare, grandissima voglia di conoscere, noi non dobbiamo pensare al non vedente come qualcuno che, poverino ha una cosa in meno e gli dobbiamo dare qualcosina in più per compensare quello che non ha, il non vedente ci può insegnare moltissime cose e bisogna dargli esattamente le stesse identiche cose cui possiamo usufruire noi lo devono trovare loro, qui all’esterno per esempio, ci sono delle tabelle illustrative di quello che è, piazza Ferrarese e il borgo antico, ma non sono accessibili né ai non vedenti , né agli ipovedenti, né ai dislessici e sono tre fette di mercato, parliamo di mercato perché chiamiamo con il loro nome che effettivamente il turismo è una cultura mercato perché, noi non cerchiamo assistenzialismo, né come editori né in questo caso, parlo anche a nome della associazione pugliese editori che presiedo, noi non cerchiamo assistenzialismo, noi cerchiamo di fornire un servizio culturale e turistico per la città di Bari e per la Puglia, quindi non una editoria speculativa, ma una editoria che sia realmente al servizio del popolo barese e della Puglia in generale verso l’esterno. Oltre questo la mia proposta, oltre appunto quella di riuscire a rendere fruibile effettivamente i tanti ipogei , i tanti musei della città di Bari e della regione Puglia in generale e anche quello di istituire, anzi di restituire alla città di Bari un festival letterario che si collochi nel far conoscere l’editoria pugliese, l’editoria locale e restituire di conseguenza le intelligenze al territorio. Questo è quello che sostanzialmente mi piacerebbe che in questa città, nei prossimi 5 anni si riuscisse ad ottenere, quindi rispetto per ciò che abbiamo fatto e ciò che facciamo e lasciarci fare , cioè lasciarci la possibilità dio coinvolgere le maestranze che sono tantissime che si passa dai tipografi, agli allestitori delle fiere, si passa dai scrittori che spesso si trovano a doverci dire ma noi come facciamo ad andare in nazionale , il problema non è il nazionale, il problema è farci conoscere nel locale , cioè farci conoscere e farci, diciamo, renderci utili per le persone del luogo perché noi siamo tutti quanti conosciuti fuori, ma qui in città noi non ci conosciamo, non sappiamo dove poter andare a chi poter , diciamo usufruire dei servizi che in Puglia ci sono, quindi le maestranze vanno utilizzate, quelle che ci sono qui in zona e non usufruire di quello che c’è fuori. Sostanzialmente è questo quello che volevo dire, presentare il mio percorso e renderlo diciamo al servizio di tutti quanti voi. Grazie

… – grazie a lei , lo ha anche detto in 6 minuti primi netti e questo le fa onore, la parola a Renato Curci e successivamente Giusy Caroppo e poi Andrea Costantino

RENATO CURCI – vorrei essere brevissimo, allora io mi occupo da tanti anni di teatro e ultimamente mi occupo di teatro visuale, teatro senza parole, mimo, teatro di figura, teatro sociale attraverso il metodo voalle, che è un metodo che ripropone un problema , lo mette in scena e poi con un gioco interattivo con il pubblico si chiama il pubblico sul palcoscenico e si cerca un finale diverso allo spettacolo che riflette una realtà che si è presa in indagine, quindi quello che io vorrei così proporre qua è una prassi già fatta in altri luoghi, ed è appunto un intervento che noi chiamiamo di circo forum, cioè quello di arrivare in un quartiere dove c’è un problema fare innanzitutto uno spettacolo di teatro non verbale al centro della comunità dove il quartiere vive , in modo tale da creare una relazione emozionale, forte, con la gente che vive in quel luogo e una volta aperta questa relazione rimanere nel posto per un mese e poi alla fine del mese mettere in scena uno spettacolo che è comprensivo sia di una fase ludica iniziale a cui magari hanno partecipato i ragazzi che sono interessati a sviluppare delle tecniche , tecniche di teatro per strada e quant’altro e poi fare uno spettacolo sul tema della comunità, sul tema che la comunità ci ha dato, interattivo appunto con il pubblico, in un luogo aperto dove questo è possibile fare, sto parlando di una prassi consolidata di anni fatta in tanti altri luoghi, che potrebbe essere utilissima per la nostra città, perché ci consente fra l’altro di operare su temi diversi, cioè noi in Perù abbiamo lavorato per esempio sulla violenza famigliare fino ad arrivare a Conversano dove abbiamo lavorato sul fatto che la gente del luogo ci diceva che molte famiglie erano allo sfacelo perché da quando avevano aperto a Putignano una sala bingo, molti genitori erano andati a giocare, quindi, insomma, erano caduti nel vizio del gioco, e quello era il loro problema in quel momento, questo chiaramente costituisce, tira fuori il problema mette insieme le persone in un gioco che poi diventa anche in certi momenti anche divertente nonostante tocchi dei temi che possono essere insomma, duri, si fanno le prove per una trasformazione in una vita reale, è una prassi che in Brasile lo fanno da tanto tempo, io sono stato invitato tante volte li, ho vissuto in Perù due anni dove ho lavorato con questa tecnica, quindi con l’associazione fra queste due, con questi due linguaggi uno del teatro visuale che è un teatro che oggi come oggi, secondo me ha una ragione di essere maggiore nel passato, visto appunto i movimenti migratori, il fatto che ci troviamo appunto in un’ epoca dove si comunica molto in una maniera diversa. Questa è una delle proposte, ed è una proposta molto utile nel senso che può esser appunto utilizzata per i temi più disparati, un’altra cosa che abbiamo fatto a Lima per 2anni è stato un varietè che noi facciamo ogni fine settimana dove tutte le compagnie della città davano un dieci minuto, un quarto d’ora del loro repertorio e noi facevamo uno spettacolo a sbigliettamento dove ogni compagnia appunto presentava un quarto d’ora del loro repertorio, venivano esplorati diversi linguaggi e in questo modo si creava una forte coesione fra tutte le compagnie del territorio e le compagnie poteva fare poi pubblicità delle loro produzioni e poi nel secondo tempo di questo spettacolo si faceva, si metteva in scena il teatro forum sempre su uno dei temi caldi cari alla cittadinanza, poi insomma il tempo è, vorrei dire che c’è uno sportello attivo già da tempo contro le povertà, dove noi insegniamo teatro di strada che è stato attivo presso la parrocchia di don Angelo Cassano negli anni passati, l’anno scorso abbiamo lavorato nel locale del teatro osservatorio e noi insegniamo il teatro di strada e che può essere una professionalità immediatamente spendibile, però potrebbe essere uno sportello che potrebbe essere estendibile anche verso altri tipi di professionalità e poi vorrei aggiungere in chiusura che in questo tipo di intervento che noi chiamiamo di circo forum fatto negli anni, mi sto riferendo al primo intervento cioè quello di arrivare in un quartiere fare uno spettacolo, l’apertura emozionale, quando lo spettacolo funziona, con il pubblico crea anche una porta di ingresso ad altre professionalità, perché con noi per esempio, non lo so in Perù c’era il botanico che insegnava alle famiglie a costruirsi degli orti familiari, oppure l’artigiano che insegnava a cucire alle donne artigiane ecc., ecc., quindi è una possibilità di intervenire non attraverso il canale teatrale però di aprire una porta verso altri tipi di professionalità. E’ tutto

… -grazie a Renato Curci, la parola alla collega, l’amica Giusy Caroppo che amministra la cultura nella bella città di Barletta e si prepari Andrea Costantino subito dopo Nicola Pignataro

GIuSY CAROPPO – si è una sorta di schizzofrenia diciamo, perché io sono qui in effetti come operatrice culturale ma come dice l’assessore ,collega di Silvio Maselli, in effetti io sono passata per Bari come operatrice culturale in quanto sono art director dell’associazione ecclettica culturale dell’’arte e diverse volte mi sono confrontata con gli spazi baresi, con il castello Svevo , con la mostra di Michelangelo Pistoletto, il terzo paradiso, con da sopra a giù nel fossato, con il teatro Margherita recentemente con oil adriatic(?), il premio Lum e anche con la stessa sala Murat con un piccolo, secondo me, interessante progetto portato anche con la regione Puglia senza chiaro scuri e quindi parto con questa anima diciamo di operatore culturale e con una associazione che chiaramente mi ha dato la possibilità di capire come funzionano le cose, come funzionano le cose d’altra parte , ora il mio sindaco Cascella , così come è successo per Silvio Maselli, mi ha invitata ad assumere appunto questo ruolo di assessore alle politiche delle identità culturali del comune di Barletta, un comune che sicuramente anche se in forma un po’ più limitata rispetto a Bari, comunque presenta molte analogie, analogie con la struttura anche un po’ quella che sono le problematiche , ma anche le potenzialità delle nostre città, città di mare e probabilmente che spesso hanno voltato le spalle al mare, quindi io in questo breve, in questi 5 minuti che ho a disposizione, vorrei un po’ parlare di quelli che sono gli obiettivi che sto mettendo appunto, insomma nella mia, in questo, per adesso un anno di lavoro a Barletta e che comunque potrebbero essere anche uno spunto per il mio collega Silvio Maselli riguardo ad alcune tematiche ed alcuni puti che peraltro sono anche un po’ visto, possono esser anche la sintesi di alcuni spunti che sono stati dati dagli interventi precedenti. Quindi noi abbiamo studiato delle azioni a breve, medio e lungo termine che tendono ad individuare nella identità locali, nelle arti antiche e contemporanee e di carattere interdisciplinare , nell’educazione alla bellezza, nei servizi ai fruitori e soprattutto cercare con questo uno sviluppo del tessuto urbano, sociale e economico della città secondo dei modelli di valorizzazione, abbiamo sentito parlare di bess, io di bess ho parlato appunto nelle mie linee programmatiche, è una cultura o meglio come direbbe l’assessore culture che noi teniamo veramente presenti e come una degli elementi fondamentali di ogni azione. La , le linee programmatiche vedono diciamo, come dicevo a breve , lungo e medio termine anche se devo dire che quest’anno gran parte di quelli che erano gli obiettivi stiamo già incominciando a realizzarli, ci sono quelli di costruire un sistema culturale e turistico integrato e in questo trovo anche diverse analogie con quello che si sta cominciando a fare a Bari grazia anche alla lungimiranza di Silvio Maselli, devo dire che Barletta come Bari non ha avuto negli ultimi anni un assessore alla cultura e al turismo, chiaramente che vanno di pari passo, quindi ci troveremo, ci siamo trovati, io mi sono trovata e si troverà sicuramente anche Silvio a dover capire come creare appunto questa sorta di sistema, sistema che nel mio caso ho sintetizzato in tre punti: la mappa dei luoghi policentrica, cioè musei, palazzi, monumenti anche di proprietà della diocesi, quindi luoghi della cultura e del culto, dello spettacolo, luoghi di aggregazione, ad esempio i giardini o gli stessi appunto luoghi molte parrocchie, ad esempio le parrocchie di periferia che sono quelle di nuova generazione , hanno degli auditorium, spesso non si pensa a questo di come magari possano accogliere dei momenti di aggregazione e di spettacolo, le sale cinematografiche , gli auditorium pubblici e privati, le palestre, gli spazi aperti, i siti archeologici , noi abbiamo Canne della Battaglia che è un sito totalmente, si può dire semi abbandonato comunque da riqualificare, gli spazi periferici tutti visti però in una situazione di area vasta e in questo è importante guardarsi attorno, quali sono praticamente tutti, chiaramente Bari che diventerà area metropolitana lo potrà fare diciamo come noi lo stiamo facendo nell’ambito chiaramente della provincia Bat con le città limitrofe, a questo andiamo a guardar anche a spazi che come dicevo nelle nostre città hanno guardato un po’ con poca attenzione ad esempio le litoranee, Barletta ha una litoranea meravigliosa , chilometri, chilometri di litoranea, non abbiamo la bandiera blu certamente, anche se vicino c’è Margherita di Savoia che quindi l’ha acquistata, però cosa voglio dire, abbiamo degli splenditi lidi, il lido non è l’unico posto dove esclusivamente andare a prendere il sole, il lido può essere anche vivacizzato di sera ,di notte, con delle , noi abbiamo fatto delle piccolissime iniziative che però sono state un po’ l’input per quello che probabilmente che riusciremo a fare l’anno prossimo, cioè il festival del mare, addirittura la notte bianca dei lidi, la notte bianca dello sport dove la litoranea soprattutto quella di ponente , adesso intitolata Pietro Mennea, quindi con una sorta di funzione insita nella denominazione sarà quella appunto dello sport, quindi free cait(?), questi sport che vengono praticati in California in effetti possono trovare una California anche da noi, a questo andiamo ad accoppiare , diciamo chiaramente abbiamo luoghi come Bari, il castello, il museo ,la pinacoteca De Nittis, luoghi diciamo più tradizionali che accolgono l’arte in maniera più tradizionale, a questo andiamo ad accoppiare la mappa degli operatori profit no profit e per fare questo abbiamo fatto un avviso pubblico con diversi ambiti e questo ci servirà alla fine dell’anno di capire sia la progettualità che c’è che si muove in città sia quali sono le richieste fatte da questi operatori, da tutto questo verrà fuori la cosiddetta mappa della identità, sta finendo il tempo, finalizzata al rafforzamento della identità storico e culturale realizzata tramite il censimento e la valorizzazione del patrimonio antico immateriale, quindi saperi locali, lingue, le forme artigianali, i sapori, i riti, le rievocazioni storiche, le memorie dei grandi vecchi e gli eventi storici noi abbiamo la disfida di Barletta, cercheremo di riappropriarci di questa nostra storia …..(?) con lezioni ,donazioni, beni librai , archivistici, raccolte insomma e dare soprattutto un sostegno a quello che è un processo creativo perché l’identità di una città non è solo il passato ma è anche il presente e soprattutto il futuro, cosa si muove nelle nostre città e noi stiamo cercando appunto con questa apertura come sta facendo Silvio Maselli aperture appunto alle menti creative di grande qualità che si muovono nello spettacolo, nella cultura e nella ricerca di fornirci tutto ciò che è possibile appunto per rendere ancora più belle e soprattutto strutturate con l’accoglienza anche turistica di cui si parlava le nostre città….grazie a tutti e complimenti a Silvio Maselli come hanno detto in molti finalmente una persona qualificata al comando della cultura a Bari

… – 8 minuti e 13 secondi, grazie  Giusy, la parola adesso ad Andrea Costantino e subito dopo a Nicola Pignataro

ANDREA COSTANTINO – buonasera a tutti, ho chiamato il mio intervento Cinema possibile perché ho pronto un documentario dove ho intervistato 25 autori pugliesi di cinema breve, l’ho chiamato così questo intervento perché forse il documentario assomiglia un pochino a un incontro come questo, cioè in qualche modo attraverso questo documentario 25 autori pugliesi si sono in qualche modo incontrati, molti di loro non si conoscevano tra di loro, questa è una cosa molto singolare dopo otto anni di grande attività cinematografiche in Puglia, ho analizzato attraverso questo documentario le difficoltà, le dinamiche e le soluzioni e le opportunità che un giovane o non più tanto giovane come molti di quelli che ho intervistato sono più o meno miei coetanei e siamo quella generazione che è a cavallo tra il dvd e la rete , anzi dalle video cassette alla rete, passando per il dvd e quindi una testimonianza di un mondo festivaliero che ha dato tante possibilità ma che non sempre ha portato questi autori a delle reali opportunità, probabilmente anche di lavoro, perché uno dei nodi almeno per quello che riguarda il cinema, è difficile da risolvere è quello della distribuzione ed io da un anno e mezzo ho cercato di occuparmi esclusivamente di questo di distribuzione, quello che mi interessa però e che ho analizzato attraverso questo documentario è il contesto e quello che mi interessa capire di oggi è il cosa produce , il contesto che c’è intorno ad un incontro del genere, io mi occupo di cinema e quindi di cinema posso parlare e coinvolgo in questo intervento gli enti che in questi anni hanno sponsorizzato e organizzato delle attività di questo settore e sono la Puglia film commiscion che mi ha chiuso la porta in faccia quando talenti di Puglia che era una pagina che era presente nel sito poteva diventare un bel movimento di autori che avesse un interlocuzione con l’ente e invece si è occupato solo di politica territoriali e magari di finanziarie delle opere che riguardo corto metraggi e documentari non sempre arrivano ai fruitori cioè a voi anche proprio nella reperibilità dell’opera , cioè se voleste vedere una delle opere finanziate anche da Puglia film commiscion non sempre la troverete almeno chè non sta sulla piattaforma you tube che non è un punto di arrivo dell’autore, almeno chè non è Checco Zalone che produce dei numeri che lo rendono, come posso dire, inserito in un mercato, un’altra attività è il bifest, il bifest è un festival di cui non si parla né a Foggia, né a Brindisi , né a Taranto, né a Lecce, probabilmente neanche al San Paolo nella stessa Bari perché nessuno si è preoccupato di fare arrivare con un euro di treno le persone da Foggia, Brindisi, Taranto e Lecce, quindi un ragazzo che viene da Foggia spende più di treno che di biglietto se lo trova, queste sono alcune critiche poi ci sono dei dati positivi evidenti di Puglia Film commiscion del bifest, però che cosa comportano gli investimenti di fondi europei su questi enti su queste fondazioni, comportano l’equilibrio tra il pubblico che oggi aimè fa capo solo ai partiti politici e i privati cioè noi che fanno capo alle partite iva quando fanno per questo di mestiere, l’equilibrio fra queste due cose può creare una sorta di concorrenza sleale nel momento in cui la categoria, cioè noi non fa parte di un contesto che si riconosce come oggi sicuramente accade qui perché vedo delle persone per la prima volta in vita mia e sembra che a Bari non si sia mai fatto nulla prima di oggi e invece questo è il seguito dell’amministrazione precedente che fa capo allo stesso partito. Quindi faccio delle proposte la prima , un censimento dei luoghi della cultura a Bari, per posti, per opportunità di utilizzo, cioè come si fa a utilizzare la sala Murat? Se è complicato come sempre è complicato tutto ciò che riguarda il pubblico rendere un po’ più snella la procedura per utilizzare un luogo pubblico, recentemente ho chiesto il permesso per uno spot televisivo a Bari e mi sono imbattuto nelle circoscrizioni, dove non sapevano neanche di cosa stessi parlando per ottenere delle semplicissime occupazioni di suolo pubblico, quindi i luoghi , serve un censimento per capire quanti posti a sedere ci sono per il teatro, quanti posti a sedere ci sono per il cinema, quanti altri spazi per alte attività ci sono e come si fa per utilizzarli, quali sono i finanziamenti? E su questo chiederei la massima trasparenza non nel mettere effettivamente sul sito dell’ente reperibili, la reperibili è un modo facile, non devo perderci una mattinata intera per capire chi ha avuto quanto e soprattutto, cosa né ha fatto e soprattutto in ultimo a capire chi sono gli operatori del settore. E’ nata recentemente l’associazione Puglia creativa dove 90 aziende hanno aderito e vi posso garantire che dopo due anni ancora non ci conosciamo tra di noi, recentemente addirittura siamo diventati ancora meno perchè molti sono usciti perché non hanno pagato 150 euro di quota annuale, quindi questo distretto che può essere ancora oggi se diventa più dinamico, un interlocutore utilissimo a tutto quello di cui si discute oggi, cioè è una associazione di imprese che si occupa di danza , di teatro, di cinema, di tutte le arti, sono 13 categorie, non so quanti di voi sono a conoscenza, comunque esiste, se qualcuno di voi rappresenta una azienda si può iscrivere, magari partecipar a delle riunioni, magari cercare di conoscere gli altri perché mi ostino a ripetere conoscersi? Perché al di là del sostegno che può dare il comune ci si può aiutare reciprocamente, ma se io non so che cosa hai, che fai, e che competenze hai come faccio a collaborare con te? Con te chiaramente ipotetico, quindi ci vogliono delle verifiche anche, delle verifiche su quello che si è fatto, una delle cose più deleterie che è stata fatta in questi anni di amministrazione è la gestione del teatro Petruzzelli perché abbiamo avuto un sindaco che non so come è laureato in giurisprudenza e che non conosce cosa sia la custodia , la custodia si studia all’università, se uno dice all’esame, di qualunque esame a giurisprudenza quello che lui ha fatto attraverso il comune viene bocciato, invece negli anni pubblici del comune di Bari ci sono delle cose per cui uno studente oggi verrebbe bocciato perché quel teatro oggi è occupato come il teatro Valle a Roma, cioè occupato abusivamente da una fondazione che non ha nessun titolo né di utilizzarlo, né di gestirlo, né tanto meno di chiedere le risorse ministeriali che sono destinate per le attività del teatro che risulta ad oggi privato , per quel teatro, non è pubblico, e se fosse pubblico mi piacerebbe a chi lo ha gestito perché erano così pochi gli spettacoli senza un biglietto? Cioè spettacoli veramente pubblici dove chi non ha la possibilità di pagare 30-40-50 euro avrebbe potuto accedere come è capitato in Argentina c’erano dei concerti aperti al pubblico nel Petruzzelli di Cordoba, qui rarissimamente , forse veramente in rare occasioni è capitata una cosa del genere, poi mi verrebbe da chiedere come appunto questa non armonia tra il pubblico e il privato ha portato alla chiusura di eccellenze come Arteliè che era una eccellenza di bar non so se conoscete la storia di Luigi Spezzacatene, ci sarà un altro intervento che forse ve lo racconterà. Allora io non lo so se arriverà Godot, vi posso invitare il 29 e il 30 di settembre al palazzo, l’ex palazzo della posta dove stiamo organizzando un convegno con l’università per spiegare come si può utilizzare il tax credit, l’agevolazione fiscale per il cinema adattandolo ai corto metraggi con un piccolo piano finanziario e dandogli una distribuzione come ho fatto io con Sposerò Nichy Vendola e come si può fare per altri corti, il chè significa eventualmente non chiedere neanche sovvenzioni pubbliche, utilizzare l’apporto dei privati e andare direttamente in distribuzione sperando di poter quanto meno raccogliere quello che si è speso per realizzarlo. Questo è il metodo che mi sono dato io, poi ovviamente le domande , i sostegni, si possono trovare, però la prima cosa è quella di riconoscersi , è qui il pubblico ha un ruolo determinante perché attore e protagonista o nell’agevolare o nel fare quello che si è fatto in questi 10 anni , la politica del divisi e t’impera, più noi siamo divisi più qualcuno verrà privilegiato senza nessuna verifica, grazie

…. – grazie ad Andrea Costantino, la parola a Nicola Pignataro, poi Sandro Ambruosi e VIncenzo Bellini

NICOLA PIGNATARO – buonasera sono senza foglietto, sono disarmato non abbiate paura, quindi tutto quello che dirò uscirà dal cuore, posso pure dire scemitudini, allora io non sono nessuno, non mi ricordo nemmeno come mi chiamo, non ho fatto niente fino a stamattina ma so benissimo quel che farò da domani mattina, quindi non sto a fare tutta la storia di quello che ho fatto ma voglio parlare di quello che farò da domani e spero di dare alcuni consigli a chi avrà questa responsabilità. Lei assessore, è l’assessore alla cultura, questa parola culture che è un ideologismo va bene lo passiamo , però la cultura già di per sé è una parola polisenso , significa tante cose, tante culture, ma ti sei preso una patata bollente, perché do la cultura non è facile gestirla e specialmente in questa città che è una città sporca, una città un pochino maleducata e quindi ne avrai da lavorare, allora cosa succede? Ho sentito tanti interventi sia ieri che oggi, tutti bene in italiano , ho sentito centinaia di parole in inglese, uno solo ha detto una cosa in dialetto barese, quindi vuol dire che questo è il segno di una grande decadenza per chi vuol fare la cultura qui in questa città e per chi vuole renderla bella , ma sono fatti tuoi e me no male, noi quello che abbiamo fatto io l’ho dimenticato e quindi vedremo che cosa succede. La cultura però è una specie di candelotto di dinamite, c’è in tutti gli atti del comune, in tutte le delibere ,in tutte le proposte questa strana parola di qualità, la cultura non deve essere di qualità, la cultura deve essere cultura , la taranta a Lecce era un vecchio ballo contadino che veniva anche dileggiato ma adesso è famoso in tutto il mondo, quindi noi non sappiamo se è la cultura di qualità è qualcosa che c’è o che ci sarà, se voi continuate a sostenere la cultura per la gente che già è acculturata è come innaffiare un giardino dopo la pioggia, voi dovete dare l’acqua al giardino che è seco, dopo un mese, due mesi di siccità, allora si, quindi dovete aiutare perché uno che va a sentire ed ascoltare programmi, spettacoli , concerti di cultura, già di per sé è acculturato, allora è inutile, dovete cercare di portare alla cultura gente che è ancora ignorante, che non ha avuto possibilità di accedere, giusto l’intervento di chi mi ha preceduto, di fare spettacoli gratuito nei posti, nei teatri pubblici , ma anche nei teatri privati perché no, quindi è un compito suo, assessore trovare la maniera di portate gente che non ha denaro nei teatri e non solamente al Petruzzelli perché tutti gli spettacoli al Petruzzelli alla gente che non ha denaro non interessa. C’è stato a Bari, un teatro, 40 anni fa dove cominciarono ad andare persone colte, persone titolate, persone diciamo, per bene, si diceva allora, e tutti quanti dicevano : che bel teatro è questo , va la gente che è importante, in quel teatro però si faceva un tipo di teatro dove cominciavano ad andare anche i figli degli operai, anche i figli dei macellai, anche i figli dei disoccupati, ai …….(?) scandalo! Mò vedrai che fra poco tutte le persone di cultura disserteranno quel teatro , non andranno più, ma la cosa strana che in quel teatro continuarono per anni e anni e anni ad andare sia la gente di cultura che i figli degli operai che , anzi sedevano l’uno affianco all’altro e si davano addirittura delle gomitate quando c’era una battuta simpatica e quindi questo ha creato uno scandalo , tanto è vero che di quel teatro negli ultimi 25 anni, nessun giornalista, né della gazzetta né di altri quotidiani ha mai recensito una sola delle 27 commedie rappresentate, l’unico che ebbe a dire qualcosa disse in un articolo che se vuoi assessore glie lo regalo: bella gente al Purgatorio, perché aveva visto gente con la pelliccia e non se la aspettava mai, pensava che lì andasse gente con i pantaloni di tela di sacco, fu uno scandalo, l’unica cosa bella, poi al di là di questo solo annunci, in questo teatro questa commedi, in quest’altro teatro quest’altra commedia, ma niente di più, eco perché bisogna stare dietro, la cultura è fondamentale, allora voi dovete cercare, come? Non glie lo suggerisco, lo deve decidere lei, deve cercare di portare, in tutti i teatri, non in uno o in due, in tutti i teatri la gente che dalla cultura è stata esclusa in maniera brutale dalle politiche sbagliatissime degli ultimi anni, specialmente da quelle degli ultimi 10 anni, nella quale la cultura che già era zoppa è diventata qualcosa di inesistente. Quindi noi siamo qui a chiedere a lei che è un tecnico, che è un esperto di ricreare questa cultura barese, l’amico Signorile ha detto che è andato in giro per il mondo e ha visto giustamente delle cose belle, delle organizzazioni, ma ha dimenticato di dire che quelle città erano pulite, in quelle città non c’è una carta per strada, mentre Bari è una città sporca, a lei il compito di rendere questa città bella, di ridare la bellezza a questa città attraverso la forma di cultura, un attore di successo è un punto di riferimento, a lui si riferiscono sia le persone colte che quelle ignoranti, e l’attore di successo e Bari né ha tanti, lei punti su quelli perché sono le persone, i personaggi che possono guidare, possono guidare le persone che oggi vanno ad ammazzare, a rubare, a fare rapine verso un luogo di cultura. Gestire una sala cinematografica è molto più difficile che gestire una sala da bigliardo , gestire una sala di teatro è molto più difficile che gestire una sala giochi, assessore lei deve trovare l’alchimia per recuperare questo mal tolto alla città perché io quel che ho fato, glielo detto me lo sono dimenticato, so quello che deve fare, però è stato fatto male, è stato fatto molto, ma molto male, quindi a lei chiedo di rendere questa città bella, ridare la bellezza e più di tutti ridare la giustizia.

… – grazie a Nicola Pignataro anche per la passione che ci mette e adesso non so se è arrivato Sandro Ambruosi, presidente della camera di commercio a cui chiedere di intervenire, subito dopo il presidente del distretto Puglia creativa nonché operatore Vincenzo Bellini, Vincenzo ti chiedo il presidente Ambruosi e poi tu, grazie, ha saltato l’intervento ieri perché chiamato a risolvere i problemi della fiera del levante, eccolo qui, grazie presidente

SANDRO AMBRUOSI – grazie , scusate, io devo chiedere scusa prima di tutto a Silvio perché io ho fatto un bidone , ma non era nelle mie intenzioni, oggi siamo impegnati da stamattina con la fiera del levante, però non potevo mancare a questo importantissimo appuntamento della città di Bari e soprattutto non potevo mancare a questa iniziativa di Silvio che credo sia molto significativa per la nostra città, cercherò di stare nel tempo che mi hai dettato. Una piccola premessa, una specie di battuta, noi siamo così diciamo in questi giorni impegnati, perchè questi sono i 10 giorni di miracoli della fiera del levante, la fiera del levante a Bari, c’è qualcuno che sorride, è un po’ come la manna di san Nicola o il sangue di san Gennaro, ogni dieci, ogni anno si ripetono dei miracoli incredibili, tant’è che questo miracolo di quest’anno della fiera del levante, la fiera è stata salvata, si rilancia , non ci credeva nessuno, ci siamo riusciti, è proprio un evento miracoloso, vanno tutti d’accordo, la politica va d’accordo sempre su questi argomenti della fiera quindi ben venga la fiera del levante. Ora io colgo questa occasione che mi dà Silvio perché vorrei prima di tutto spiegare un attimo in generale cosa sono le camera di commercio, come funzionano, poi cercare di inquadrare, ma molto sinteticamente e brevemente come è la situazione economica del nostro territorio e quelle che sono poi le attività che la camera di commercio fa, se ci sono domande , Silvio gestisci tu il tutto, io tento di mantenermi nei 7 minuti, allora tanto per iniziare le camere di commercio sono enti pubblici ma per chiarezza, anche perché in questi giorni c’è un po’ di polemica sulle camere di commercio, i decreti salva Italia, le joi bat, toccano anche le camere di commercio e molti cittadini non sanno esattamente le camera di commercio come funzionano e da chi sono fatte, allora incominciamo con il dire che le camere di commercio sono enti pubblici, ma di pubblico non hanno una lira, le camere di commercio vivono su un contributo che si chiama diritto camerale che le aziende versano ogni anno alle camere di commercio, questo diritto camerale per intenderci è una media di circa 100 euro all’anno, c’è qualcuno che paga un po’ di più, le ditte individuali pagano un po’ di meno, ma la media è 100 euro all’anno, quindi stiamo parlando di un incidenza per le aziende di 100 euro all’anno, lo sottolineo perché siccome c’è polemica anche bisogna conoscere le cose altrimenti non si riesce a capire di che cosa stiamo parlando , le camere di commercio vivono con questi diritti camerali e poi questi diritti camerali servono a pagare ovviamente i costi correnti e poi servono a partecipare a progetti quasi sempre europei cofinanziati che poi portano sul territorio altri denari, i denari che sono in più rispetto alla gestione corrente le camere di commercio le riversano sul territorio, così mediamente funzionano le camere , la camera di commercio di Bari, qui vedo il mio amico consigliere di confindustria il mio amico Dipaola che è attivamente impegnato, spero che non ci sia nessuno perché poi si offendono, vedo solo Giancarlo, nella gestione, ha quest’anno riversato sul territorio circa il 40% di quelle che sono le sue entrate , tenete conto che quando abbiamo iniziato questo nuovo corso della camera di commercio, la camera di commercio riversava sul territorio forse il 10%, oggi noi siamo al 40 , lo dico non perché qualcuno dica come siete bravi, perché non è questo assolutamente l’obiettivo, ma è quello di far capire che cosa possono fare le camera di commercio per un territorio, possono fare parecchio, lo possono fare soprattutto nella misura in cui devono aiutare l’azienda , il territorio, in una crescita possibilmente pari al progresso economico che invece gli altri contesti dei territori possono avere, ovvio lo dico per estrema chiarezza che le camere di commercio non sono estremamente utili da certi punti di vista strategici alle grandi aziende , per intenderci faccio un esempio che non calza, ma insomma, la Fiat anzichè la Natuzzi, non esattamente bisogno delle camere di commercio per andare avanti ma probabilmente il fruttivendolo qui, lo studio di consulenza, l’artigiano che è nella città vecchia, assolutamente si, detto ciò è questo serviva un po’ per inquadrare quelle che sono le camere di commercio, vorrei passare sinteticamente a dirvi come sta messo un po’ il territorio, l’invito e il titolo che ha fatto, che ha dato Silvio a questi stadi generali e arriva Godot mi sembra calzatissimo, perché purtroppo gli imprenditori e quando parlo di imprenditori , parlo della media, sono un po’ come atteggiamento culturale quelli che dicono speriamo che succeda qualcosa , ora cambierà qualcosa , ora qualcuno penserà ad aggiustare le cose, mi sembra che l’aspettare Godot sia finito come tempo e mi sembra che il messaggio forte di questi stati generali della città di Bari siano ognuno deve fare la sua parte , le aziende non sono da meno e devono mettersi in testa , e su questo siamo tutti perfettamente d’accordo che devono fare la loro parte da tutti i punti di vista, dopo di che quello che oggi vorrei in qualche modo evidenziare è la centralità , visto che stiamo a Bari e gli stati generali della città di Bari e la centralità delle aziende pugliesi rispetto al sistema economico, delle aziende di Bari rispetto al sistema economico pugliese, inevitabilmente dovrò leggervi dei dati, ma sono significativi per capire come poi il cuore pulsante dell’economia della nostra regione sta qui, nessuno ce ne voglia, ma insomma è così , le aziende più importanti e le aziende più trainanti, il dinamismo della economia della nostra regione parte sostanzialmente da Bari , non voglio assolutamente dire che siamo un’isola felice per carità di Dio, però comunque stiamo molto meglio di altri territori   della stessa Puglia, di altri territori provinciali, alcuni dati ve li devo leggere per forza: nel 2013 c’erano registrate a Bari città circa 30 mila aziende, quando parlo di aziende parlo in generale, naturalmente , l’industria, commercio agricoltura e quanto altro, sono quasi il 7,sono più del 7% di tutte le aziende che esistono in Puglia, sono il 20% delle aziende operanti in tutta la provincia di Bari, il 20% delle aziende che stanno in tutta la provincia sta a Bari, un altro dato significativo, ci sono in tutta la Puglia 78 aziende che superano i 50 milioni di euro di fatturato e se noi ci rivolgiamo sempre e parliamo sempre del problema del nanismo nelle nostre aziende , è questo è un dato abbastanza significativo, bè di queste 78 aziende, 5 sono nella provincia di Bari e 19 sono di Bari, quindi questo è già un elemento significativo tutti quanti noi ovviamente conosciamo la distribuzione geo economica della Puglia, però credo che questi, tra parentesi Silvio, questi dati sono tutti in un rapporto che union camera recentemente ha pubblicato che non so se tu hai, ovviamente Bari da questo punto di vista ha più addetti ai lavori di qualsiasi altro territorio però poi vi faccio notare come c’è un altro territorio che in termini demografici è estremamente diverso da Bari che però ha quasi lo stesso numero di addetti e poi ne trarremo le conclusioni a Bari ci sono quasi 103 mila addetti, quindi 103 occupati, Bari nel 2013 ha avuto in contro tendenza rispetto a tutte le altre zone della Puglia un valore positivo tra cessazioni e nuove aperture di aziende, positivo di poco ,ma comunque positivo, c’è un dato da evidenziare che vale anche sulle aziende di Bari, su 10 aziende che andiamo a prendere, ben 9, attenzione a questo dato, ben 9 sono costituite da una sola persona o non superano le 5 unità, 9 su 10, ovvio che questo significa che abbiamo un frazionamento pazzesco di aziende, ma questo significa anche che la direzione che noi dovremmo prendere, che Bari dovrebbe prendere, ma che dovrebbe prendere secondo me un po’ tutta l’Italia è quella di incentivare la nascita di nuove imprese, perché la nuova occupazione, non può venire che da lì, se aspettiamo il pubblico e la grande impresa, il problema della nostra occupazione difficilmente si risolverà e quindi questo per esempio è uno degli obiettivi costanti della camera di commercio, quella di tentare di far nascere le nuove imprese quindi di diffondere la natura di impresa, questo è da evidenziare con la sottolineatura che a me piace sempre dire, far notare, le imprese non sono solo uno strumento per far arricchire i soci, non sono fatturati, non sono altro che non creazioni di posti di lavoro, partiamo da questo punto di vista e probabilmente   inquadreremo l’impresa in maniera completamente diversa da come è stata inquadrata fino ad oggi. Detto ciò vi salto g li indici di competitività che abbiamo pubblicato in quel discorso di union camere, quello che vi volevo far notare è un dato molto interessante che viene fuori da quello studio e che riguarda gli indici di competitività, abbiamo detto che Bari ha quasi 103 mila occupati, sapete chi ha il secondo posto in termini di occupati nella regione Puglia? Fasano , Fasano ha 92 mila occupati, questo significa per noi che il cavallo di battaglia, il cavallo vincente sul nostro territorio è sicuramente quello che a Fasano lo fa da patrona, cioè il turismo. Ripeto non sono mie convinzioni, sono letture di numeri poi dopo di chè ognuno può pensare come vuole, queste sono letture di numeri… ho finito? Io volevo solo darvi un dato, è inutile che vi parlo di tutte le attività che stiamo facendo insieme alla giunta e al consiglio camerale che sono infinite, volevo darvi un dato che sono tutte le azioni che la camera di commercio di Bari ha fatto nel 2013, se mi dai due minuti chiudo, un minuto, allora niente, vi do solo quello finale, abbiamo sostanzialmente aiutato 1760 aziende, 1760 aziende internazionalizzare, vaucer sull’internazionalizzazione, informazione, abbiamo fatto bandi di formazione, missioni all’estero, formazione e orientamento sul lavoro, siamo arrivati a contattare e a beneficiare 1800 aziende, credo che sia un quadro per chi non conosce l’attività della camera e pensa che alla camera si facciano solo certificati che faccia capire esattamente un po’ di più di come funzionano le camere di commercio, è uno dei pochi sistemi in Italia che probabilmente funziona ed è florido permettetemelo di dirlo perché è uno dei pochi sistemi in Italia in cui la politica centra poco. Grazie

… – grazie Sandro , grazie di essere intervenuto, la parola adesso a Vincenzo Bellini che è il presidente del distretto produttivo Puglia creativa, grazie ancora, e si preparino Vittorio Cisonno e poi Cristian Cagliandro

VINCENZO BELLINI – buonasera a tutti e sono contento di partecipare a questo incontro in quella che è la città pugliese creativa per eccellenza , questo perché il distretto produttivo Puglia creativa è un distretto che è stato riconosciuto dalla regione Puglia a fine 2012 ed è l’unico distretto produttivo nella creatività che è riconosciuto in Italia, quindi in questo momento per quanto qualche intervento di prima comunque evidenziava un immobilismo del distretto , è una struttura completamente d’avanguardia rispetto al resto del territorio nazionale ed entro fine mese, stiamo cercando proprio di aggregare le altre strutture regionali che stanno facendo percorsi simili, proprio in un percorso di emancipazione della creatività nel sistema produttivo complessivo , questo è un po’ un problema che abbiamo a Bari, abbiamo in Puglia e nello stesso tempo in Italia, in questo il nostro distretto raccoglie circa 100 associati di 9 settori, tra cui il cinema, la musica, il teatro, la danza, il designer, la comunicazione , le società di lct, i servizi o la comunicazione e le associazioni di categoria, le università, i sindacati, quindi è una struttura complessa che cerca di mettere insieme profit, no profit, istituzioni pubbliche ed enti di ricerca o università , per costruire un percorso comune che possa essere pluriennale sulla formazione professionale e innovazione tecnologica, l’internazionalizzazione o anche l’ accesso la credito, quindi in questo, è una ottima occasione questa di oggi di poter iniziare a parlare , a discutere con un assessore della mia generazione per un percorso quinquennale e che deve un attimo rilanciare la città di Bari, questo perché dalla mia attività professionale , non sono nato a Bari ma ci lavoro da 15 anni, ho sempre vissuto Bari come l’unica città possibile in cui si poteva realizzare una vita professionale da creativo, però nello stesso tempo Bari portava le stesse anomalie del mio paese quindi una città molto più piccola della provincia di Bari e quindi aveva delle difficoltà di fondo per le quali spero che il lavoro di Silvio sia quello di rilanciare una accelerazione a queste attività. Oggi ci troviamo nella sala Murat, quello che viene chiamato anche il miglio dei teatri che però la realtà ci ha fatto capire che il miglio dei teatri è quello dei teatri chiusi, dove non dobbiamo fare 100 passi per incrociare la mala vita, è vicina molto di più, quindi abbiamo l’esigenza, come operatori culturali di parlare alla popolazione anche oltre il nostro lavoro per un’ammissione sociale perché da 3 o 4 anni a questa parte la popolazione si è imbruttita e così come è successo recentemente è possibile essere ammazzati come un cane per strada a libertà, senza nessun motivo e noi abbiamo bisogno in questo momento di comunicare alla popolazione che c’è un modo diverso di muoversi, quella che è stata la primavera pugliese a partire dal 2005 e che   ha permesso di parlare e di costruire una attività professionale, legata alla creatività dal 2005 in poi, a Bari città in realtà non si è mai sviluppata per cui in questo abbiamo necessità di cominciare un cammino di costruzione e di programmazione con l’amministrazione comunale nella quale ci sia una programmazione triennale in cui ci sia una trasparenza nei bandi e nei quali ci sia anche una deburocratizzazione anche delle attività, per fare un concerto oggi a Bari servono 18 permessi diversi, tra le circoscrizioni , gli sportelli dello sviluppo economico, quelli della siae, piuttosto che le circoscrizioni, piuttosto che la chiusura al traffico o lo spegnimento della pubblica illuminazione, questo è tempo, in altre città questa cosa è stata risolta con gli sportelli suap, che sono degli sportelli unificati che hanno permesso di avere uno sportello dedicato delle attività culturali e dedicato alla deburocratizzazione, quindi a permettere di poter realizzare un concerto con molto meno burocrazia, questo è uno dei consigli che lancio a Silvio, dopo di chè abbiamo bisogno sicuramente di una certezza sia del bagget e dei bagget che ci sono, sia di una possibilità di programmare con molto tempo in anticipo , se realizziamo dei festival in estate e abbiamo un bagget, come è successo purtroppo negli ultimi anni a ottobre e novembre, sarà difficile riuscire a programmare una attività di qualità che possa sempre crescere, quindi in questo momento tutte le attività che si realizzano nel comune di Bari sono sicuramente, lottano per la sopravvivenza, sono comunque lodevoli per quello che stanno facendo e comunque continuano a mantenere la posizione ma è oggettivo che negli ultimi due, tre anni non si è cresciuto più di tanto proprio per questa certezza sia del bagget, sia delle attività, sia di come si presentano, per cui diciamo un regolamento complessivo che possa permettere a tutti gli operatori di sapere come e quando poter presentare delle domande e anche diciamo per quali tipo di stagioni farlo, è importante . dopo di chè un altro esempio che porto è quello con il comune di Brindisi, abbiamo sottoscritto come distretto e come altri distretti tra cui quello tecnologico dell’informatica abbiamo sottoscritto un protocollo sulle smart city, questo perchè molto spesso le giovani imprese e i giovani creativi sono anche quelli che realizzano le start tap, e sono molto compatibili con quello che è il programma delle smart city e in questo rispetto alla innovazione tecnologica la città di Bari è molto in ritardo rispetto alla presenza di stampanti 3d o di fab lab che sono i veri laboratori della creatività in questo momento giovanile. Per cui quello che lancio a Silvio è un augurio di buon lavoro e soprattutto di rispondere a questa tanta gente che in questi giorni di ha parlato e ti ha espresso diciamo i loro sentimenti e le loro, i loro punti di debolezza e di costruire un percorso comune che possa portare Bari ad essere veramente la capitale culturale della nostra regione, ma anche del sud Italia. Grazie

…- grazie a te Vincenzo, 6 minuti e 50 secondi, bravo, la parola adesso a Cristian Cagliandro, prima però di cedergliela , volevo dirvi che noi dobbiamo necessariamente chiudere, cioè iniziare le conclusioni alle ore 18,00, che non saranno brevi come potete immaginare perché sono tanti i temi emersi e al momento ho iscritti a parlare fino all’orario regolamentare che avevo previsto cioè le 17,48 per l’inizio delle conclusioni, quindi abbiamo ben sfiorato, uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, persone compreso Cristian, per cui vi chiederei innanzitutto di abbreviare , se ci riuscite e poi però di fermarci comunque alle 18,00, oltre questi 7 ci sono 31 persone che hanno richiesto di intervenire, forse altre se ne sono aggiunte, dunque non abbiamo modo di dare la parola a tutti, ripeto però gli atti di questa iniziativa verranno tutti pubblicati sul sito e verranno sbobinati e pubblicati, quindi coloro i quali purtroppo non avranno diritto di parola oggi per ragioni di tempo sono invitati, se lo vorranno, con le scuse dell’amministrazione, mie in particolare, e personali, ma come   capite non dipende dalla mia volontà a inviarci per email all’indirizzo iscrizioni@baricongressi.it il proprio intervento scritto, a quel punto non importa se breve o lungo perché verrà pubblicato per iscritto ed io vi prometto lo leggerò. Cristian Cagliandro, subito dopo Alessandro De Luisi

CRISTIAN CAGLIANDRO – bene, grazie, io concentrerò questo mio breve intervento sul territorio che conosco meglio, perché è quello di cui mi occupo fondamentalmente da circa 15 anni e cioè l’arte contemporanea, allora volevo iniziare con una considerazione forse banale, cioè che Bari già oggi è un centro fortemente attrattivo e attraente, io stesso, per esempio, mi sono da 7 mesi ritrasferito in città e so di moltissime persone che trovano una prospettiva attraente , quella di venire proprio a vivere in questo posto, ovviamente la mia opinione è ma credo l’opinione di tutti è che questa sia una occasione concreta e forse unica di far fare alla città quel salto di qualità che poi è stato al centro di molti degli interventi che mi hanno preceduto e in questa prospettiva, proprio l’arte contemporanea che forse tra i vari territori culturali è stato quello più bistrattato e trascurato ha la possibilità di giocare un ruolo fondamentale. Allora l’idea centrale, lo scenario su cui si proietta tutto quello di cui parlerò in questo breve tempo è che in qualche modo l’identità della città che è già forte ha bisogno della costruzione di un racconto identitario e coerente che sia in grado di mettere insieme, di tenere insieme e di integrare i pezzi , i frammenti che al momento sono ancora sparsi. In che senso questo racconto può innanzitutto articolare in qualche modo, aiutarci ad articolare il presente e può essere aiutato a sua volta dall’arte contemporanea, allora io quest’anno tra le altre cose che ho fatto,, ho partecipato al rapporto che ogni anno la fondazione simbolo, stila sulla cultura in Italia e ho steso, scritto la sezione dedicata all’arte contemporanea e a tutti chiunque fosse interessato, lo può scaricar questo documento dal sito della fondazione simbolo per le qualità italiane , non c’è ovviamente il tempo per tracciare il quadro generale del sistema dell’arte contemporanea in Italia e non è questo il luogo però in generale possiamo dire che questo sistema in questo momento sta attraversando una fase di enorme transizione dovuta in gran parte alla crisi, crisi che l’Italia, così come in altri settori sta affrontando diciamo, arrivando già con delle criticità che sono in parte strutturali e in parte contingenti che hanno delle parti profonde che non è qui il caso di analizzare, non è detto che in questo scenario complessivo, il quale appunto sinteticamente diciamo che i centri principali sono in sofferenza, cioè Roma e Milano principalmente e in parte minore Torino, i centri culturali dedicati alle istituzioni , dedicate all’arte contemporanea tra le maggiori sono appunto in difficoltà , basta citare il caso del maxi, del macro, del castello di Rivoli, della galleria civica di Trento ecco non è detto che questa situazione sia del tutto negativa per la città e che invece non possa favorire quello che è lo sviluppo futuro, allora innanzitutto ovviamente non sono qui a dire cose risapute, a livello di spazi dedicati all’arte contemporanea , gli spazi già ci sono, si tratta ovviamente di riqualificarli sia dal punto di vista fisico sia dal punto di vista, appunto , identitario, uno è questo in cui ci troviamo, l’altro ovviamente è il teatro Margherita a cui si possono, si devono, secondo me aggiungere il complesso di santa Teresa dei Maschi e la già citata caserma ex Rossani. Però più che di spazi fisici che sono, appunto, l’argomento di cui sempre si parla , secondo me ciò di cui c’è maggiore bisogno in questa città e non è solo un problema di Bari, sono i luoghi psichici, cioè momenti, e di questo in qualche modo si è già parlato di incontro vero tra, per esempio gli artisti, tra i galleristi, tra i collezionisti, tra tutti gli operatori di questo settore e l’incontro di tutti gli operatori con il pubblico, con il pubblico che ha bisogno di questi momenti che possiamo definire formativi, quelli che tuti in qualche modo lamentano , appunto non solo a Bari ripeto, ma anche a Bari e questa condizione di grande isolamento , quindi, gli avete già sentiti, ci sono dei galleristi giovani che hanno saputo affermarsi bene a livello nazionale e internazionale, ci sono appunto, ci sono delle generazioni nuove di artisti ma tutti soffrono questa condizione di grande isolamento, quindi creare questa , è stato usato il termine piattaforma, ma creare questa rete di occasioni di incontro, di costruzione di idee e di progetti è sicuramente qualcosa che secondo me è il livello prioritario e che ha il vantaggio anche di essere molto meno costoso, ovviamente per essendo appunto al centro il carattere formativo sarà necessario il coinvolgimento attivo dell’accademia principalmente e dell’università. Ovviamente come vi dicevo prima Bari ha la possibilità di costruire su basi nuove questo sistema, proprio perché paradossalmente non ha grandi istituzioni dedicate all’arte contemporanea che in qualche modo concentrano e catalizzano integralmente l’attenzione. E allora da quello che ho potuto ricavare dalla mia esperienza di questi anni e di questi ultimi mesi, più che la logica dei grandi eventi e delle grandi mostre ciò che sta caratterizzando le pratiche e si possono ritrovare, non c’è il tempo ma si possono ritrovare, sia a livello italiano che a livello internazionale moltissime esperienze e casi studio e l’idea di concentrarsi su progetti magari più piccoli ma fortemente legati all’identità e al territorio il che non vuol dire concentrarsi sul lato provinciale ma aprirsi ad una dimensione di orizzonti proprio narrativi. Chiudo dicendo che a mio parere, in questo modo , quindi sostenendo e accrescendo il tessuto e le energie che già esistono e che vanno riconnesse davvero Bari può mettersi nei prossimi anni nella condizione di agganciare il presente. Grazie

… – grazie Cristian ultimi due interventi, Alessandro Daloisi e si prepari Fernando Fatelli

ALESSANDRO DALOISI – buonasera a tutti parlo a nome d’Alessandro Daloisi presidente di Puglia arte , l’associazione culturale Puglia Arte nell’attesa che il collega metta a punto, comincia a parlare così non perdo tempo, nasce nel 2010, quindi 4 anni fa, è già attiva da 4 anni sul territorio propone soprattutto, incentra il suo lavoro su visite guidate di tipo turistico culturale, eventi, laboratori didattici, ecco, ovviamente, sì nasce nel luglio 2010 con l’obiettivo di far conoscere il patrimonio culturale pugliese e valorizzarlo in tutti i suoi aspetti, crediamo fortemente nella diffusione della cultura e nella divulgazione ad ampio spettro, da tutti i punti divista da quello letterario a quello artistico, a quello archeologico e abbiamo già maturato un significativo impegno nella gestione di aree museali e in generale nei progetti di valorizzazione dei nostri beni culturali. Cosa facciamo? Facciamo visite guidate specialistiche in Puglia e Basilicata anche con una proposta innovativa e diversificata, i nostri percorsi culturali sono, diciamo ,arricchiti da intermezzi   teatrali e soprattutto intermezzi musicali, abbiamo effettuato una serie di eventi tematici come la Storia a cena che hanno avuto grandissimo successo in città o a Bari amore mio, laboratori, come dicevo prima, e corsi di vario genere, c’è qualche fotografia, cosa facciamo in particolare a Bari e per la nostra città? Abbiamo avuto in gestione l’area archeologica di san Pietro per un anno, siamo riusciti a portarla avanti con grosse difficoltà perché l’amministrazione provinciale ci ha completamente abbandonato, abbiamo strutturato un percorso Bari nostra tra arte e leggenda con ben 11 itinerari intramenia ed extramenia, 11 itinerari solo nella città vecchia che sono costantemente fruiti dal pubblico, continuano a venire i turisti abbiamo portato più di 20 mila visitatori a Bari vecchia e ultimamene abbiamo arricchito gli itinerari attraverso anche percorsi extramenia soprattutto con i ipogei di cui si parla moltissimo e che appunto meritano e aspettano una valorizzazione adeguata. I nostri obiettivi sono questi, intanto pensiamo che le guide turistiche siano il biglietto da visita della città e della regione, per questo motivo tutti quanti forniti di regolare patentino di guida turistica miglioriamo la nostra competenza attraverso continui corsi di formazione e di aggiornamento intanto interni e poi anche proponendoci all’esterno attraverso una valorizzazione delle competenze per esempio maturate nell’ambito della università visto che abbiamo un ricco patrimonio anche da questo punto divista di persone da, diciamo la cui competenza è una risorsa. Vogliamo lavorare su Bari e sul territorio non tanto per creare eventi a carattere temporaneo o spot ma per creare eventi di lunga durata che mantengano un contatto, diciamo, stabile con la cittadinanza innanzitutto e portare il più possibile i turisti diciamo locali all’interno della città di Bari , quindi tutti coloro che arrivano anche da paesi vicini, per esempio è auspichiamo soprattutto una rete di collaborazione molto ampia e molto diversificata e un forte sostegno istituzionale, mi sia consentita una parentesi, in merito a questo sostegno istituzionale giusto per citare un caso, oggi è stata una giornata abbastanza intensa ci sono state una serie di spunti anche diciamo molto forti gradiremmo che le istituzioni curassero meglio l’aspetto che riguarda l’abusivismo soprattutto per quanto riguarda le guide turistiche che qua proprio a piazza del Ferrarese, imperversano senza patentino dopo che abbiamo sudato quasi 20 anni per avere un regolare patentino ed essere diciamo, in careggiata con quello che è la situazione regolare del resto d’Italia, ci sembra assurdo che ancora si debba lottare con una concorrenza scorretta, fondamentalmente. Per questo motivo, diciamo, abbiamo, lo ribadisco, abbiamo veramente, crediamo fortemente in una preparazione culturale di ampio livello soprattutto con i colleghi dell’università di Bari, la nostra rete di collaborazioni , l’università di Bari, ma non solo tante associazioni culturali attive sul territorio dalla associazione centro studi   romano Svevi, i locus sest(?) che ha curato il primo corso di formazione specialistica in storia dell’arte per guide turistiche, cine etich, la compagnia arme e stratos(?) che stamattina avrebbe dovuto parlare ma non ha parlato per ragioni logistiche, quindi vi porto il loro saluto e facciamo parte del circuito di Pedac, spiccano poi tra le nostre collaborazioni quelle con gli enti locali, con il comune di Bari , Bitritto, di Sannicandro, questa rete di collaborazioni ci consente di lavorare ad ampio spettro e di fornire percorsi diciamo, abbastanza ben strutturati a seconda delle esigenze di chi ce li richiede, per esempio le scuole, per esempio le associazioni culturali e fornire appunto un modo diverso e anche un modo più gradevole di fare cultura, il nostro staff comprende storici dell’arte, archeologici, attori, un responsabile legale e qualcuno che insomma ha pure l’aspetto creativo e questo ci consente di essere anche fra di noi , al nostro interno variegati. Grazie per l’attenzione

… – Fernando Fatelli

FERNANDO FATELLI – buonasera a tutti, guadagnano qualche prezioso minuto innanzi tutto ringraziando l’assessore Maselli e tutti quanti voi perché io sono un operatore di Bari ma fuori da Bari dal 2005 quando ho intrapreso un management in marketing e comunicazione della musica e da allora lavoro, una delle pawer point.. lavoro principalmente su Roma anche se mi sono affacciato in più occasioni qui nel territorio, per questo parlerò anche di grandi produzioni , territorio, necessità e spazio, anticipando quello che ho detto , principalmente dal 2006 ho costituito la mia ditta che si occupa di….production management(?) e nell’ultimo periodo faccio attività di connessione tra brand e la musica e l’intrattenimento che non è il solito faun resing (?) ma è una creazione di progetti speciali legati appunto allo sviluppo delle grandi aziende e dei brand all’interno di eventi di musica e di intrattenimento, principalmente su Roma rappresento l’atlantico che è una avenio da 2500 persone rappresento qui perché comunque sarebbe interessante creare una serie di connessioni con uno spazio che forse manca, alcuni operatori che qui ho visto presenti e che conosco tante volte abbiamo cercato di trovare punti di incontro perché questo? Perché l’atlantico è una struttura particolare da 2500 posti del quale ho curato tutta la ristrutturazione, quindi il recupero di uno spazio abbandonato, molti di voi hanno parlato di questo. Perché è interessante interagire qui con questo intervento? Innanzitutto per avere la possibilità di fare delle doppie date , anche se su Bari non so se c’è un contenitore di questa portata, è una interessante finestra per artisti baresi e pugliesi per la serie che diciamo non c’è solamente l’auditorium parco della musica a Roma ma ci sono tanti spazi e sarebbe interessante sfruttarli tutti così non solo come Roma ma anche Bologna, Milano, per esternalizzare i talenti della creatività pugliese e barese, soprattutto sarebbe interessante sviluppare questo modello di proprietà di suolo comunale e gestione privata , quindi il riutilizzo di spazi del territorio del comune con la possibilità di appunto una gestione degli operatori del settore. La mia esperienza in Puglia principalmente si attiene sulla produzioni estive perché chiaramente d’estate c’è molto più pubblico anche qui ci sarebbero alcune interazioni interessanti , interagire , ho visto che c’è una rete dei festival interni però non c’è un sistema di rete con i festival nazionali, questo sarebbe importante per riuscire a portare alcuni artisti che non arrivano in Puglia per vari motivi di cui adesso andremo a spiegare. Salto questa parte relativa alle attività di branding e musica per parlare appunto del problema del perché grandi produzioni non arrivano su questo territorio, il principale problema è la distanza, la distanza che anche un evento come questo tende ad accorciare quello che è la realtà delle istituzioni e degli operatori. Perché le grandi produzioni non vengono qui diciamo in Bari, il problema della distanza è legato sia ad un discorso fisico tempo e tecnologico professionale, cosa si può fare per riuscire a ridurre questa distanza fisica tempo? Non possiamo accorciare i chilometri però si è parlato spesso di immaginario, chi lavora con l’industria culturale sa di avere a che fare con un prodotto immateriale però l’importante è far percepire differentemente le cose. Quali sono le possibilità di ridurre lo spazio fisico e il tempo? Attraverso l’ottimizzazione dei trasporti e della professionalità ovvero riuscire a creare in loco delle specializzazioni del personale e del materiale delle nuove tecnologie, processi appunto di internazionalizzazione e modernizzazione, ad esempio la grande produzione non dovrà più venire con tutto al seguito, ma magari riuscire a fare dei bandi affinchè le compagnie sia le società locali che anche io service locali possano aumentare il loro no aus(?) sia del personale che tecnologico affinchè possa essere più facile per produzioni straniere arrivare fin qua giù e offrire degli spettacoli che oggi mancano. Chiuso

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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